di
Andrea Cantucci
Fu
alla fine del 1999 che l'editrice fiorentina Mediapoint,
specializzata in pubblicazioni a distribuzione gratuita finanziate
dal comune, tentò di lanciare in edicola il giornale umoristico "Lo
Zenzero". Il
sottoscritto, che già collaborava con una serie di strisce al loro
quindicinale sportivo "Noi
Viola",
coinvolse nel progetto altri amici fumettisti della zona, tra cui
naturalmente Filippo Pieri, l'unico sceneggiatore puro del gruppo. La
testata, che fu disegnata da me e da Pierluigi Baldassini (oggi
affermato inchiostratore che ha collaborato con Star Comics e Dark
Horse) rievocava anche nel titolo quella di un giornale satirico dei
primi decenni del '900.
"Lo Zenzero" n. 2, dicembre 1999 |
In
tempi molto stretti, poiché l'editore voleva uscire subito in
edicola, ogni autore portò i suoi contributi, inventando e
proponendo rubriche illustrate di vario tipo, dalla più classica
serie a strisce, vignette o tavole a fumetti all'articolo umoristico
inventato. Le pagine a disposizione erano poche e quindi, a parte il
paginone centrale occupato da un'unica vignettona alla Jacovitti, le
altre andavano riempite con vari contenuti comici, meglio ancora se
sintetici e a basso costo. Ecco quindi che sul secondo numero dello
"Zenzero" apparve anche la serie I
Sogni dei Fiorentini, scritta
da Pieri e disegnata da Tommaso Ferretti. Si trattava di brevi frasi
caratterizzate da continui e spiazzanti giochi di parole e
accompagnate dal ritratto di chi le pronuncia; non un fumetto vero e
proprio quindi, ma se il Tafazi che si martella le parti basse si può
considerare ironicamente come il punto fondamentale della comicità,
I Sogni dei Fiorentini si potevano considerare a loro volta come la
componente più essenziale del fumetto: un personaggio la cui storia
non viene mai narrata ma è sintetizzata in una singola frase.
Purtroppo I
Sogni dei Fiorentini, come
tutte le altre serie e le rubriche de Lo
Zenzero si
interruppero bruscamente, poiché quella testata, dopo un riscontro
di vendite abbastanza incoraggiante del numero uno, vide le proprie
vendite calare rapidamente e chiuse le pubblicazioni col quarto
numero. Non riuscì insomma a inserirsi sulla scia del "Vernacoliere",
forse
perché il suo umorismo era molto meno cattivo.
Pieri
& Ferretti non si arresero e proseguirono la serie sul blog
dedicato ai fumetti Bonelli, "Dime Web", ribattezzandola I
Sogni dei Bonelliani, un
titolo che non tradisce niente dell'originale, visto che tutti gli
Italiani leggono i fumetti della Bonelli e i Fiorentini non fanno
eccezione. Ma Fiorentini o Bonelliani che siano, i vari personaggi
raffigurati nella serie non parlano di cose che abbiano a che fare in
particolare né con la città di Firenze, né con gli albi della
Bonelli, parlano dei loro sogni di persone più o meno comuni, che
quasi mai si realizzano nella realtà, o che se si realizzano non lo
fanno mai nei termini che il sognatore auspicava. È ciò che nella
vita accade quasi a tutti e quindi non sarebbe difficile proseguire
in futuro la serie anche con altri titoli - come I
Sogni degli Italiani,
I Sogni
degli Europei,
o semplicemente I
Sogni degli Esseri Umani...
Andrea
Cantucci
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