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domenica 26 ottobre 2014

THE DARK SIDE OF TEX! "I": "IDOLO DI CRISTALLO"!

di Massimo Capalbo

Arriviamo così alla lettera I dell'enciclopedia degli orrori affrontati dal Ranger, vasta opera che Massimo Capalbo sta realizzando con precisione e passione per Dime Web: e anche stavolta una sola, succosissima voce - riferita a Tex n. 200! Vi segnaliamo che la prossima lettera di The dark Side of Tex sarà la K (saltando dunque la J, per la quale non ci sono... "mostruose attinenze"). Vi ricordiamo infine che le immagini della scheda sono state scelte dallo stesso Max, a differenza di quelle introduttive trovate su Internet dalla redazione - adesso scelte tutte a colori per rimanere in tema con la storia L'idolo di cristallo realizzata in quadricromia... Solito avvertimento: in caso di inesattezze e/o omissioni vi preghiamo di contattarci per la rettifica! (s.c. & f.m.)


Tex di Ticci, dal volume Little Nemo


LEGENDA 


  • I nomi in stampatello e grassetto rimandano a una voce dell’opera. Fanno eccezione i nomi del protagonista della serie, TEX, e quelli dei suoi pards – KIT CARSONTIGER JACKKIT WILLER - che sono sempre scritti in questo modo, tranne quando sono inseriti nei crediti di una storia o fanno parte del titolo di un libro (ad esempio: Atlante di Tex). 
  • Con l’unica eccezione di TÉNÈBRES, RAPHAEL, i personaggi dalla doppia identità sono stati indicati con la loro identità fittizia piuttosto che con il nome vero (ad es.:TAGLIATORE DI TESTE invece che BARRERA, JUANSVENTRATORE invece che BARLOW, SALLY).
  • Alcuni personaggi sono stati indicati con il soprannome piuttosto che con il nome vero (ad es.: COLORADO BELLE invece che MORROW, ALICEEL MORISCO invece che JAMAL, AHMED). Riguardo al citato EL MORISCO, la voce a lui dedicata è stata inserita sotto l’iniziale del soprannome vero e proprio – quindi la M -, invece che sotto la E, cioè l’iniziale dell’articolo. 
  • Per quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia alla memoria dei lettori in modo più efficace (anche se, in alcuni casi, il nostrotitolo non coincide con quello usato abitualmente dai lettori). Ad esempio, la storia dei nn. 265-268 viene indicata con il titolo del n. 267, Tex contro Yama, perché esso è, per l’appunto, più rappresentativo rispetto a L’ombra di Mefisto (n. 265), La strega (n. 266) e I Figli del Sole (n. 268)

Tex di Pasquale Frisenda (bozzetto per il volume Patagonia della Bao), dal sito Postcardcult


Nota sui collegamenti ipertestuali

The Dark Side of Tex è un "lavoro in corso" che si svilupperà nei prossimi mesi, abbracciando numerosi post - uno per ogni lettera dell'alfabeto - fino ad arrivare alla conclusione. I collegamenti ipertestuali fra le varie voci non saranno dunque possibili tutti e subito... e vi spieghiamo subito perché! Collegheremo con link diretti ogni riferimento ad altre voci dell'opera partendo necessariamente dalle voci già apparse. Ci preme dunque ribadire e sottolineare che, non essendo possibile creare link a post futuri, ricostruiremo tutti i link a ritroso solo quando sarà possibile. I link saranno però sempre e soltanto fra URL diverse e non all'interno di uno stesso post. Vorrete perdonarci (e segnalarci!) eventuali errori e omissioni! I link - essendo come abbiamo detto sopra fra URL diverse - porteranno sempre e comunque all'inizio di un altro post e non esattamente alla voce di riferimento. Per facilitare fin dall'inizio l'uso dell'opera, abbiamo creato una pagina apposita di collegamenti alle varie voci, alla quale potete accedere dovunque siate, andando sotto al logo Dime Web: anche in questo caso il link vi porterà al post giusto, scorrendo il quale troverete in un attimo la voce cercata!

Ancora un Tex di Frisenda (sempre dal sito Postcardcult)

 
I 
IDOLO DI CRISTALLO


IDOLO DI CRISTALLO

Un idoletto di cristallo scintillante dotato di enormi poteri magici e contenuto all’interno di una kacinah Hopi (una bambola rituale di legno). Nella storia del n. 200, intitolata appunto L’idolo di cristallo (G. L. Bonelli [sogg.&scen.] – A. Galleppini [dis.]), questo prezioso oggetto, sacro totem dei Navajo, è custodito dal vecchio Hatuan - uno stregone che vive nella Skeleton Valley da eremita - nella sua capanna, precisamente in una Casa dei Morti, una camera sacra sotterranea.


Tex n. 200, giugno 1977. Disegno di Galep

Gli Hualpai di Sah-Yanh rubano l’idolo di cristallo – TEX 200, p. 11


Sah-Yanh, capo di una tribù Hualpai, assalta – con alcuni guerrieri - l’eremo di Hatuan, e, dopo aver ferito gravemente costui, ruba la kacinah. A inviare Sah-Yanh è stato Thulsar, l’ambizioso stregone della tribù, il quale sogna di diventare, grazie all’idolo, il più potente sciamano della regione. Gli Hualpai - due dei quali vengono uccisi dai puma dell’eremita Navajo - feriscono con una freccia anche il corvo di Hatuan, che però riesce, con le sue ultime forze, a raggiungere il villaggio principale dei Navajo, dove viene raccolto dallo stregone Ta-Hu-Nah, il quale si trova in compagnia di TEX. Il ranger si accorge subito che si tratta del fedele volatile dell’eremita e che – come indicano chiaramente le piume rosse della freccia – a colpirlo sono stati gli Hualpai. Raggiunto dai suoi pards TEX non perde tempo e parte con loro per la Skeleton Valley, dove arriva tre ore dopo. I Nostri si prendono cura di Hatuan e scoprono, come già sospettavano, che gli Hualpai hanno rubato il totem custodito dall’eremita. Il giorno seguente, dopo aver inviato dei segnali di fumo ai Navajo affinché vengano a prendere Hatuan e lo portino al villaggio, i quattro si gettano sulle tracce dei loro nemici, i quali credono che l’eremita sia morto e si trovano, in quel momento, su una delle alture del Grand Canyon. Accertatisi che nessuno li sta seguendo (i pards, infatti, sono ancora lontani), Sah-Yanh e i suoi guerrieri si mettono in marcia verso nord. Al tramonto, quando hanno ormai raggiunto il loro territorio, gli Hualpai decidono di accamparsi e pongono la kacinah su una roccia. Prima di cenare con gli altri, Sah-Yanh mette in guardia il giovane Makuar, unico nipote di Thulsar, sui poteri malefici dell’idoletto: […] Fino a che non si sia compiuta la cerimonia della purificazione, sarà bene che il totem di cristallo resti chiuso nella “kacinah” sacra.

Makuar afferra l’idoletto, attratto dal suo splendore – TEX 200, p. 30

Il giovane Hualpai ripone l’idoletto e subito dopo muore – TEX 200, p. 31


Quella notte, però, mentre il capo e i suoi compagni dormono, Makuar, che sta facendo il suo turno di guardia, si avvicina alla kacinah e la apre, convinto che, data la sua parentela con un potente stregone come Thulsar, non gli accadrà nulla. Colpito dai raggi lunari, l’idoletto inizia a splendere e Makuar lo afferra, incantato dall’eccezionale fenomeno: Straordinario! Risplende come i raggi del sole nascente… - pensa il giovane guerriero - …e a tenerlo fra le mani si prova una incredibile sensazione di forza e di calore! Ugh! …Ora è più che certo che questo totem ha un grandissimo potere!. A questo punto, Makuar solleva l’idolo e gli chiede di farlo diventare, dopo la morte di Sah-Yanh, il più potente capo degli Hualpai. Terminata l’invocazione, il guerriero ripone l’idolo nella kacinah, ma nel momento in cui sta per chiuderla, viene colto da un tremito e cade pesantemente all’indietro. Subito svegliatisi, Sah-Yanh e gli altri scoprono che Makuar è morto e che la kacinah è mezza aperta. Il capo ordina agli altri di chiuderla immediatamente e di seppellire sotto un cumulo di pietre il corpo del loro compagno. Mezz’ora dopo, gli Hualpai si rimettono in marcia e, attraversato all’alba il traballante Ponte dell’Arcobaleno che unisce le due sponde del Colorado, giungono nel pomeriggio al loro villaggio e consegnano la kacinah a Thulsar. Questi, saputo della morte del nipote e degli altri guerrieri (i due uccisi dai puma di Hatuan), decide che, oltre alla cerimonia della purificazione, si dovrà compiere anche un sacrificio umano alla dea Opirikut, la Stella del Mattino: pertanto, ordina a Sah-Yanh di radunare le giovani squaw del villaggio davanti alla sua capanna.

Lo stregone Thulsar osserva la kacinah contenente il prezioso totem – TEX 200, p. 43

I pards salvano la squaw e recuperano la kacinah - TEX 200, p. 59


Sah-Yanh, a sua volta, ordina ai guerrieri di innalzare i pali sacri e di annunciare agli altri villaggi, mediante i tamburi, il suddetto sacrificio. L’eco dei suddetti tamburi giunge alle orecchie dei quattro pards, i quali sono già entrati in territorio Hualpai e intuiscono subito ciò che i loro avversari si apprestano a fare. Al villaggio, infatti, la vittima sacrificale viene legata mani e piedi ai pali sacri e, davanti a lei, viene stesa – sopra una pietra di forma circolare - una pelle di puma, sulla quale Thulsar pone la kacinah. Poiché il sole sta ormai tramontando, sette guerrieri armati di frecce si posizionano di fronte alla povera squaw - vicino alla quale sono state poste delle torce - e si accingono a colpirla. Prima che ciò accada, però, i pards – che hanno raggiunto una delle alture che sovrastano il villaggio - decidono d’intervenire e fanno fuoco contro i suddetti guerrieri. TIGER si stacca dai compagni ed entra nel villaggio, seguito poco dopo da TEX e CARSON. Coperto da questi ultimi e da KIT (rimasto sull’altura), il Navajo uccide Thulsar e prende la kacinah, quindi afferra le torce e le lancia contro le capanne degli Hualpai. Mentre TIGER e CARSON si occupano dei feroci indiani, TEX libera la squaw, che sviene tra le sue braccia. Nello stesso momento, un nutrito gruppo di Hualpai, guidati da Sah-Yanh, cercano di prendere alle spalle i tre pards. Dalla sua posizione, KIT nota la mossa e avverte i compagni, ma non può impedire che suo padre – il quale si è caricato la squaw sulla spalla sinistra – venga colpito all’altra spalla da una freccia. Ciononostante, TEX riesce a raggiungere il figlio, e subito dopo fanno lo stesso anche CARSON e TIGER, il quale estrae la freccia dalla spalla del ranger. A questo punto, i Nostri fuggono, e, dopo varie peripezie – tra cui, il ferimento della ragazza e l’arrivo di altri guerrieri Hualpai (il cui capo, Rhamar, vuole impadronirsi del totem a scapito di Sah-Yanh) – e grazie anche all’aiuto dei Navajo (avvertiti dalla squaw), sconfiggono i loro nemici e restituiscono l’idoletto a Hatuan, per poi ripartire verso il loro villaggio.

Tiger restituisce l’idoletto all’eremita Hatuan - TEX 200, p. 113

Una kachina Hopi fabbricata all’incirca nel 1900 (nota: ne L’idolo di cristallo viene chiamata kacinah, ma la grafia esatta è, per l’appunto, kachina)

 
Curiosità: Opirikut, la Stella del Mattino, era una vera divinità pellerossa. A essa, - si legge a p. 12 dell’albo – i Pawnee, gli Hualpai e qualche altra tribù sacrificavano una fanciulla, allo scopo di propiziare buoni raccolti, cacce abbondanti e fortuna in battaglia ai guerrieri. Va detto, però, che non erano gli Hualpai - detti anche Walapai o Hualapai - a compiere questi sacrifici, ma solo i Pawnee, per esattezza la tribù Skidi. Peraltro, i Pawnee vivevano negli attuali Nebraska e Kansas settentrionale, quindi a migliaia di chilometri di distanza dal territorio Hualpai (Arizona, appunto). Tornando alla storia in questione, lo stregone Ta-Hu-Nah – che compare nelle pagine iniziali e il cui nome viene pronunciato una sola volta, precisamente da TEX - porta lo stesso nome e ha l’identico aspetto dello stregone Navajo che fa una brutta fine ne Il segno di Zhenda (G. L. Bonelli [sog.&scen.] – A. Galleppini [dis.], nn. 70-72). E’ chiaro che si tratta del medesimo personaggio: probabilmente, GL si era dimenticato di averlo fatto morire nella suddetta avventura, uscita ben dodici anni prima (1965) del n. 200 (1977). L’errore è stato corretto solo in Tex Nuova Ristampa: in questa edizione, infatti, le parole pronunciate dal ranger nella quarta vignetta di p. 15, Stai tranquillo, Ta-Hu-Nah, sono state modificate in Stai tranquillo. In questo modo, il lettore è portato a pensare che il personaggio a cui TEX si rivolge sia NUVOLA ROSSA, e d’altra parte è logico che sia così, giacché è proprio costui lo stregone del villaggio centrale dei Navajo. Insomma: anche se Ta-Hu-Nah non fosse morto ne Il segno di Zhenda, non si capisce perché GL abbia recuperato lui al posto del ben più importante NUVOLA ROSSA



Gruppo di ragazze Hualpai in una foto d’epoca. I veri Hualpai erano assai diversi da quelli, feroci e primitivi, comparsi più volte nella saga texiana

Petalesharo, il guerriero Pawnee che pose fine ai sacrifici umani alla Stella del Mattino


Massimo Capalbo

N.B. trovate i link alle altre lettere e voci di The dark Side of Tex sul Navigatore

2 commenti:

  1. Bravo Massimo! Mi verrebbe voglia di dirti, di non mollare e di continuare, ma mi sembra superfluo. O di dirti di smettere, ma anche questo non servirebbe. A parte gli scherzi, complimenti vivissimi.

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