di Andrea Cantucci
“se
tutte tali cose non fossero vere e soltanto fossero frutti dei sogni,
ingiustissimi dovrebbero essere giudicati i giudici
dell’inquisizione, poiché hanno condannato tanta gente al
supplizio estremo.”
Dal Quaestio De Strigibus del teologo domenicano Bartolomeo Spina,
1576
“La
credenza nelle streghe non è che una costruzione operata dai
predicatori”
Da The Discovery of Witchcraft del giudice Reginald Scot, 1584
“significa
dare alle proprie congetture una ben alta valutazione, arrostire un
uomo vivo sulla base di esse.”
Da Les Essais di Michel De Montaigne, Libro Terzo, capitolo
undicesimo, 1588
“Non
ci furono né stregoni né stregati nel Paese fino a che non si
cominciò a parlare e scrivere di loro.”
Alonso
de Salazar Frìas, Commissario della Santa Inquisizione di Madrid,
1612
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Il Sabba delle Streghe. Disegno di Hans Baldun Grien, 1514 |
Come
sempre, la copertina di Lilith n°12 chiarisce subito il tema
dell’episodio: la caccia alle streghe. Ma le persecuzioni di massa
contro presunte fattucchiere si svolsero in tutta Europa, conducendo
al rogo decine di migliaia di persone tra il 1450 e il 1750. Nella
prima vignetta si rendono quindi necessarie indicazioni più precise.
Siamo nell’Italia nord-occidentale della seconda metà del XVI
secolo e precisamente, come si vedrà poi, a Triora, territorio della
Repubblica di Genova, il luogo dove storicamente tra il 1587 e il
1589 si svolse una delle più estese e violente cacce alle streghe
del nostro paese, tanto da essere detto la Salem d’Italia.
L’epoca
è importante, poiché la credenza nella stregoneria fu diffusa dagli
scritti di autorevoli religiosi, inquisitori e teologi, che nel XV
secolo sostennero fermamente la realtà di tale fenomeno magico e
diabolico minacciando di eresia chi non vi avesse creduto, mentre la
persecuzione indiscriminata contro “sacrileghi e maghi” veniva
avviata e sostenuta da due bolle pontificie del 1451 e del 1484; ma è
solo dalla metà del ‘500 che la caccia alle streghe s’intensificò
ancora di più. Cos’era successo? Un ulteriore incremento del
fanatismo religioso, a seguito della Riforma protestante e della
conseguente Controriforma. Lutero e Calvino dai loro pulpiti
dichiararono guerra al Diavolo e al Peccato in tutte le sue forme,
mentre la Chiesa Cattolica, dopo le pratiche corrotte e dissolute del
passato, voleva dimostrare di non essere da meno. Ciò portò
anzitutto alla sempre maggiore demonizzazione delle minoranze
religiose, come Catari o Valdesi, bollati ora, oltre che come
eretici, anche come servi del maligno dediti alla stregoneria, grazie
a confessioni estorte con la tortura.
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Le Quattro Streghe. Incisione di Albrecht Dürer, 1497 |
Il
diffuso aumento di una tale severità religiosa senza compromessi
generò anche, in ogni setta cristiana, esagerati sensi di colpa per
ogni minima mancanza che, per una elementare legge psicologica,
dovevano trovare dei capri espiatori su cui essere proiettati.
L’insicurezza sociale e la paura furono poi accentuate da carestie
e crisi commerciali, che aumentavano il clima generale di ansia,
povertà e malattie diffuse, tutte cose che necessitavano anch’esse
di qualche semplicistico colpevole a cui imputarne la responsabilità.
Da qui la facilità con cui si accusavano di essere streghe e
provocare malefici d’ogni sorta coloro che vivevano ai margini
della comunità, dedicandosi ad attività particolari o minimamente
misteriose. Anche a Triora, come è ben spiegato nella storia, la
caccia alle streghe fu avviata imputando loro innanzitutto la colpa
di una terribile carestia, di cui molto probabilmente erano invece
responsabili le speculazioni dei proprietari terrieri.
Inoltre
all’epoca, sia protestanti che cattolici avviarono un’opera di
cosiddetta evangelizzazione, ovvero di proselitismo forzato e
persecuzioni, per sradicare anche dai più remoti angoli delle
campagne ogni residuo di tradizioni o rituali precristiani, che
invece nei secoli precedenti erano stati tollerati, o semplicemente
rimossi, in modo subdolo ma comunque meno sanguinario, sovrapponendo
significati cristiani alle feste antiche.
Le
“sagge” o “buone donne” che per i primi mille anni del
dominio cristiano avevano continuato a esercitare utili funzioni di
guaritrici, tramandandosi di madre in figlia i segreti delle erbe
medicinali, o che altrettanto pacificamente avevano continuato per
consuetudine a compiere i riti stagionali della fertilità, o a
prendersi innocui spassi notturni nei boschi in onore delle antiche
divinità agresti, furono ora bollate come streghe e costrette sotto
tortura ad ammettere d’aver compiuto ogni sorta di atti abominevoli
in combutta con Satana.
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Streghe, da un dipinto di Hans Baldun Grien, XVI sec. |
È
un gruppo di queste donne che Lilith incontra appena giunta in
quest’epoca, donne che vivendo in una società che non ammette la
legittimità del piacere sessuale femminile, soddisfano la loro
libido dandosi “al buon tempo” di nascosto, con pratiche
masturbatorie che sono il vero scopo dei bastoni che cavalcano.
La
loro danza si svolge attorno a un noce, tuttora esistente a Triora e
considerato tradizionalmente l’albero preferito dalle streghe, come
quello leggendario di Benevento che si dice attirasse streghe da
tutta Italia. In questo noce, nel fumetto tentano invece di
manifestarsi i Cardi, i nemici vegetali di Lilith, e, anche se non ci
riescono, i residui delle loro forme basteranno poi per convincere
gli inquisitori della presenza del maligno.
Dopo
aver assistito alle pantomime delle donne in estasi, Lilith non tarda
a scoprire che hanno usato un unguento contenente un allucinogeno.
L’uso di tali sostanze, assunte attraverso i pori o in altro modo,
è in effetti ampiamente documentato negli scritti lasciati dai
persecutori delle streghe, che li consideravano veri intrugli magici.
Oltre alla belladonna, come in questo caso, tali unguenti potevano
contenere tra l’altro anche aconito, solano, oppio, cicuta,
papavero, stramonio e mandragora - tutte droghe con effetti
intossicanti e allucinatori (come si nota nella storia, le droghe per
indurre trance e visioni sono usate anche dagli sciamani
eurasiatici). Ce n'era quindi abbastanza per immaginare di volare
chissà dove e di assistere a ogni sorta di prodigi, oltre che di
trovarsi tra le braccia di qualche spasimante, per poi abbandonarsi
esauste al sonno.
Al
risveglio, le donne scambiano Lilith per un’entità che di solito
vedono in sogno e che chiamano madonna Oriente. È un appellativo che
realmente certe imputate di stregoneria dissero di usare per
rivolgersi a colei che presiedeva un rito notturno detto Gioco di
Diana, nei primi processi italiani del genere, tenutisi a Milano nel
1384 e 1390. Madonna nel Medioevo significava mia
signora,
quindi il termine va tradotto signora
Oriente.
Com’è detto anche nell’albo, il primo documento che cita una
simile società di Diana, o Erodiade, in cui le donne si riunivano
per i loro riti notturni è il Canon Episcopi di Reginone di Prüm,
risalente al X secolo.
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Supplizio della corda. Incisione di Hans Burgkmair, XVI sec. |
Diana,
identificata con Artemide ed Ecate, nel mondo classico era la dea
lunare della magia, dei sogni, dei morti, della natura selvaggia e
dei cicli femminili, presiedeva alle cacce sfrenate, guidava le ninfe
dei boschi, e, come la sua versione celtica Dana, univa elementi
inferi a quelli di dea dell’abbondanza. Erodiade invece, nella
tradizione cristiana era la moglie di Erode (o anche sua figlia
Salomé, dedita a danze sensuali come le streghe) e nelle leggende
medievali fu condannata a girare il mondo con diavoli e spiriti,
quindi sovrapposta a Diana come guida della caccia selvaggia delle
anime dei morti. Erodiade in fondo poteva anche essere una
trasposizione di Herda, la dea della Terra germanica, anch’essa
equiparabile alla dea dei morti, chiamata dai Normanni Hela o Hel.
Nei paesi germanici questa Diana-Erodiade, la regina delle donne che
vagano di notte, era infatti detta anche Helt, oltre che Hilde,
Holde, Verelde, Berthe e Perchta. Tra l’altro Holda, o Holle, è il
nome originale della Befana, il vero e proprio archetipo della strega
benefattrice anziché malefica.
In
ogni caso Lilith, con la sua pelle chiara e splendente, viene
scambiata per una dea legata alla Luna e agli spiriti dei trapassati,
spiriti che appaiono anche a lei all’inizio della storia, coi volti
di coloro che ha incontrato e ucciso in altre epoche e che ora
sembrano correre senza meta attraverso il tempo, seguendo il suo
stesso percorso. La loro apparizione è il solo evento davvero nuovo
della storia che potrà avere ripercussioni nel proseguo della saga,
l’unico vero interrogativo irrisolto dell’episodio, che per il
resto, mancando il conflitto coi Cardi, scorre in modo abbastanza
prevedibile, con Lilith che, senza nessuno che possa contrastarla,
presto diventa il deus ex-machina degli eventi. È comunque
encomiabile e pienamente riuscito l’intento della storia di
mostrare la violenza a cui può giungere il fanatismo
dell’intolleranza religiosa, descrivendo obiettivamente come si
svolsero nella realtà tali spietate persecuzioni, pur in un fumetto
ricco di elementi fantastici.
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Triora (Imperia): Monumento alla Strega. |
Il
procedimento del processo che inevitabilmente Lilith subisce con le
altre donne, colpevoli più che altro d’aver passato le notti a
divertirsi, è ricostruito infatti in modo preciso, con forme e
torture dell’epoca, come quella terribile della corda, che legando
all’accusata le mani dietro la schiena e tirandola su, provocava
una dolorosissima lussazione degli arti. Ovviamente si era poi
disposti a confessare qualsiasi cosa. La ricerca del signum
diaboli,
il marchio di Satana, che si riteneva ogni strega avesse sul corpo e
a cui si assiste anche qui, era un’altra prassi abituale. Si
pretendeva di riconoscerlo in qualunque imperfezione o irregolarità
della pelle, nei o porri che in persone di una certa età, come gran
parte delle donne accusate, erano in pratica la norma.
In
tutta la plausibile ricostruzione del racconto, l’unica cosa che si
può mettere in dubbio è che le presunte streghe, durante le loro
riunioni, non avessero veri rapporti sessuali se non in sogno. In
fondo era verosimile che i ludi agresti di quella che in Italia era
chiamata la vecchia religione, comprendessero anche riti sessuali,
che dovevano essere considerati di buon auspicio per la fertilità
del bestiame e la crescita dei raccolti.
Era
normale anche che il processo non fosse condotto da autorità
religiose, ma da un commissario e un giudice secolari. Dopo aver
spinto perché si procedesse a persecuzioni contro eretici e streghe,
in molti paesi il clero, pur premendo perché la strage continuasse,
cominciò a tirarsi indietro dall’esporsi in prima persona in una
crociata tanto spietata e sanguinaria, lasciando per così dire il
lavoro sporco agli altri. Perfino in Italia e Spagna, in cui era più
presente e attiva la Chiesa Cattolica, all’inquisizione venivano
affidati direttamente più i casi di eresia che non quelli di
stregoneria, considerati spesso come inerenti invece all’ordine
pubblico.
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Frontespizio di un'edizione cinquecentesca del Malleus Maleficarum, sorta di "manuale giuridico" di procedura penale contro le presunte streghe. |
Il
commissario civile Giulio Scribani, che nell’albo è giustamente il
cattivo della storia, fu realmente il pubblico ufficiale incaricato
dell’inchiesta, a cui si può imputare la ricerca di altre streghe
da condannare oltre a quelle già denunciate e l’ulteriore
inasprimento del clima di terrore, i cui metodi duri, come sottolinea
il racconto, non erano graditi al Consiglio degli Anziani del paese,
poiché coinvolgevano anche delle nobildonne.
D’altra
parte, può anche sorgere il sospetto che nell’albo si sia
preferito non calcare la mano sulle altrettanto gravi responsabilità
degli ecclesiastici, per non inimicarsi la consistente fetta di
lettori che continua tuttora a credere a tante autorità religiose e
concezioni cristiane. Infatti nel fumetto non si fa alcun cenno al
sacerdote Girolamo del Pozzo che, convinto della presenza del
maligno, ancor prima dell’arrivo dello Scribani fu colui che esortò
i parrocchiani a denunciare le streghe. Invece l’altro inviato
della Chiesa sul posto, il vicario dell’inquisitore di Genova, è
descritto qui come un frate illuminato, convinto quanto i suoi
predecessori di sei secoli prima, che le magie attribuite alle
streghe siano visioni immaginarie che non meritano pene estreme.
In
effetti era una posizione che nel XVI secolo alcuni ricominciavano
con prudenza a sostenere. Erano per lo più scrittori laici come il
medico Johan Wier, il giudice Reginald Scot o il filosofo Montaigne,
che se non misuravano le parole rischiavano a loro volta l’accusa
d’eresia e il rogo. Ma poteva avere simili idee razionali anche un
inquisitore ecclesiastico, come lo spagnolo Alonso de Salazar Frìas,
che riuscì a salvare dallo zelo religioso dei giudici oltre
millecinquecento vittime. Per il resto la realtà dei malefici e la
necessità di eliminare le streghe era generalmente accettata,
essendo sancita da autorevoli opinioni, ma va riconosciuto che, se le
imputate non erano recidive, i tribunali religiosi tendevano a dare
condanne un po’ più miti di quelli secolari.
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Persecuzione religiosa nei Paesi Bassi del Cinquecento. |
Purtroppo
pare che gli inquisitori di questo racconto a fumetti, benché
superstiziosi, non credano a tutte le leggende sulle streghe, o
vedendo le loro vittime piangere disperate dal dolore avrebbero
dovuto lasciarle libere, visto che una nota credenza sosteneva che le
streghe non fossero minimamente in grado di versare lacrime. Anche la
morte di una delle accusate più anziane a seguito delle torture
subite, a cui assistiamo nel fumetto, corrisponde a un fatto reale,
benché il nome e l’estrazione sociale della vittima fossero
diversi. L’autore è quindi molto preciso su tanti dettagli, ma si
prende alcune comprensibili libertà narrative su altri.
Lilith
dunque ha modo di assistere a un bel campionario di violenze fisiche
e psicologiche ai danni di una categoria che nella Storia è stata
tra le più discriminate, oppresse e violentate, non solo in epoche
passate deliranti e malvagie, ma anche oggi in luoghi vicini a noi,
quella delle donne. Poiché Lilith, dati i suoi poteri non ne è
toccata, anzi si diverte a prendere in giro e malmenare gli uomini
che tentano di torturarla, non può fare a meno di prendere le difese
delle sue compagne di sventura ed escogitare un modo per salvar loro
la vita. Lei che si può considerare l’unica vera strega della
situazione, si rivela quindi sempre più come una strega “buona”,
capace di compassione verso persone che, dal punto di vista di chi
come lei viene dal futuro, potrebbe considerare già morte. Così
finisce ancora una volta per modificare in parte gli eventi storici,
anche se nell’ambito di eventi locali circoscritti che non
dovrebbero avere troppe ripercussioni sulla Storia futura.
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Lilith n. 12, giugno 2014. Disegno di Enoch |
Lilith 12
STORIA NOTTURNA
Giugno 2014
pag.
132, € 4,00
Testi: Luca Enoch
Disegni: Luca Enoch
Copertina: Luca Enoch
Rubriche: Luca Enoch
Andrea Cantucci
Volevo personalmente (sottolineo che lo sto facendo a nome mio e non di Dime Web) ringraziare Andrea per questa recensione, soprattutto per le considerazioni (che faccio mie in toto) sui danni apportati dal "cristianesimo" alle nostre millenarie tradizioni. La "caccia alle streghe" è stata solo uno dei passi.
RispondiEliminaFrancesco Manetti