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giovedì 12 giugno 2014

I TRAPPER. GLI UOMINI DELLA MONTAGNA: IL GRANDIOSO COMMERCIO DELLE PELLICCE! LA STORIA DEL WEST by WILSON VIEIRA (XIII PARTE)

Proprio nel giorno in cui iniziano i Mondiali di Calcio in Brasile, ci arriva dal Brasile la nuova, entusiasmante puntata della Storia del West che Wilson Vieira (disegnatore del Piccolo Ranger, storico ed esperto del comic) sta scrivendo sotto il sole carioca per le colonne elettroniche di Dime Web! E' la 13a parte, dedicata all'affascinante mondo dei trapper - gli impavidi cacciatori di pellicce che tanta parte hanno avuto nelle avventure che più amiamo: basti pensare a Ken Parker e Zagor! Ricordiamo infine che la scelta e il posizionamento delle immagini non bonelliane è opera dello stesso Wilson! Buona lettura!
(s.c. & f.m.)

 




Trapper viene da trap che significa "trappola"; i trapper erano uomini che posavano trappole per acchiapare animali da pelliccia. Essi catturavano gli animali esclusivamente con le trappole, al contrario dei mountain men (Uomini della Montagna), denominazione che valeva solamente per i cacciatori di pellicce nella zona al di là della linea Mississipi-Missouri.
Ecco le date e gli eventi principali del grandioso commercio delle pellicce:
- dal 1804 al 1806 Meriwether Lewis e William Clark esplorano il Passaggio a Nord-Ovest, passando alla foce del Columbia River;
- nel 1806 John Colter, un membro della spedizione Lewis & Clark, ritorna con un piccolo gruppo di trapper dello Yellowstone River, dove sverna;
- nel 1807 Manuel Lisa, con John Colter e un altro membro della spedizione Lewis & Clark in qualità di capo, stabilisce alla foce del Big Horn River (nel territorio degli Indiani Crow) il primo punto commerciale del commercio di pellicce delle Montagne Rocciose;
- nel 1807-1808 John Colter esplora il Jackson’s Hole, lo Yellowstone Park, il Pierre’s Hole e la regione circostante;


Zagor n. 81, marzo 1972. Disegno di Ferri



- nel 1809 Manuel Lisa fonda la Compagnia di Pellicce del Missouri, per il commercio sull’alto corso del fiume Missouri; i suoi soci sono William Clark, Pierre Choteau e Andrew Henry; gruppi di trapper vengono fatti risalire il corso del fiume, per svernare in un posto chiamato Big Horn;
- nel 1810 Andrew Henry esplora col suo gruppo la zona chiamata Three Forks, nel territorio dei Piedi Neri, e stabilisce colà un posto di commercio; scacciato dagli Indiani Piedi Neri, porta i suoi uomini al di là dello spartiacque al North Fork dello Snake River, che da quel momento prende il nome di Henry River; alcuni suoi uomini esplorano da qui la Valle del Green River e da occidente il Jackson’s Hole;







- nel 1811, al comando di Wilson Price Hunt, un gruppo della Pacific Fur Company attraversa il Continente fino alla foce del Columbia River, dove una metà del gruppo si ferma nel West, mentre l’altra parte raggiunge via mare la foce del Columbia; viene fondata Astoria; la Missouri Fur Company chiude il posto di commercio al Big Horn;


 


- nel 1812-1813 Robert Stuart di Astoria si dirige verso Oriente, ed è il primo bianco ad attraversare il South Pass;
- nel 1813 Astoria viene acquisita dalla Società Anglo-Scozzese North-West Company.
Nel giro dei successivi dieci anni il commercio delle pellicce viene esercitato sul corso superiore del Missouri e dei suoi affluenti; qualche gruppo di trapper si dirige anche sulle Montagne Rocciose, ma l’interno del West non viene toccato:
- nel 1821, dopo una serie di scontri sanguinosi, e su ordine del Parlamento, le società Hudson’s Bay Company e North West Company si fondono;
- nel 1822 il generale William H. Ashley (1788-1838) si associa con Andrew Henry; la loro spedizione stabilisce un posto di commercio alla foce dello Yellowstone e manda un gruppo in esplorazione al Musselshell River;
- nel 1823 la seconda spedizione di Ashley viene fermata dagli Indiani Arikara; la spedizione punitiva del colonnello Leavenworth contro gli Arikara si estingue a poco a poco; il corso superiore del Missouri è chiuso di quando in quando al commercio delle pellicce; Henry chiude il suo posto allo Yellowstone e porta il suo gruppo di trapper al Big Horn River; da lì, alcuni dei suoi uomini, con piccole spedizioni, raggiungono le montagne del Wind River;


Ken Parker n. 1, giugno 1977. Disegno di Milazzo



- nel 1824 Ashley, Henry e i loro trapper attraversano le montagne del Wind River e la metà raggiunge la Valle del Green River, attraversando il South Pass, mentre l’altra parte aggira il passo Sud, egualmente raggiungendo il Green River; da qui fanno delle esplorazioni nell’interno, in tutte le direzioni; Jedediah Strong Smith esplora lo Snake River e il Clark’s Fork e si interessa delle attività della Hudson’s Bay Company; Henry si divide da Ashley; Ashley manda grandi quantità di pellicce dalle Montagne Rocciose ai depositi di St. Louis; secondo Etienne Provost, Jim Bridger e Jedediah Smith raggiungono il Grande Lago Salato;
- nel 1825 Ashley esplora, insieme a Tom Fitzpatrik, il corso superiore del Platter River; attraversano le montagne Uintah ed esplorano la regione che oggi forma la parte superiore dello Utah; qui ha luogo il primo incontro sulla montagna all’Henry’s Fork del Green River; Ashley acquista una grande partita di pellicce dai desertori della Hudson’s Bay Company;

Zagor n. 338, settembre 1993. Disegno di Ferri.



- nel 1826, in occasione del suo ultimo incontro nella Cache Valley e anche nella Willow Valley, Ashley vende a Smith, Jackson & Soublette, coi quali rimarrà in contatto come fornitore e finanziere; Jedediah Smith attraversa il Virgin River e i deserti del Sud-Ovest e raggiunge la California;
- nel 1827 colonne di trapper della nuova società mettono delle trappole da ambo le parti dello spartiacque e invadono la zona degli Indiani Piedi Neri; avviene un incontro di trapper al Bear Lake; Jedediah Smith ritorna dalla California; ha attraversato il Grande Deserto Salato e poi ha preso una variante della strada meridionale.; la Pratte, Choteau & Company si allea con la Columbia Fur Company di Johann Jacob Astor, come ramo operativo del Dipartimento Occidentale di Astor; Kenneth McKenzie fonda la Columbia Fur Company; McKenzie manda Samuel Tulloch a trattare con la concorrente Fur Company;






- nel 1828 Jedediah Smith si dirige verso l’Oregon, ma la maggior parte dei suoi uomini viene uccisa dagli Indiani; i sopravvissuti vengono salvati e protetti da McLoughlin, della Hudson’s Bay Company, e le loro pellicce vengono ricuperate; la American Fur Company manda molti agenti nel West con l’incarico di acquistare i soci Indiani e i trapper del gruppo Astor; incontro di trapper al Grande Lago Salato; il maggior ricavo delle trappole tese venne quell’anno conseguito sulla parte Occidentale dello spartiacque;
- nel 1829 la posa delle trappole viene concentrata nella zona dello Yellowstone Park, dello Snake River, delle Wind River Mountains, della catena montagnosa Teton, con la regione circostante, e nel territorio dei Piedi Neri; Si dà il nome alla località Jackson’s Hole; l’incontro avviene a Pierre’s Hole.; la American Fur Company costruisce Fort Floyd, più tardi Fort Union, che diventa il punto commerciale più importante alla foce dello Yellowstone River;






- nel 1830 Smith, Jackson & Soublette vendono le loro quote nella società ai loro compagni più importanti, che danno alla nuova ditta il nome di Rocky Mountain Fur Company; Jacob Berger apre il territorio dei Piedi Neri alla American Fur Company, la quale manda delle brigate di trapper sulle Montagne Rocciose; l’incontro avviene al Popo Agie River, ai piedi delle montagne Wind River;
- nel 1831 cadono i piani delle Compagnie concorrenti per un incontro; Jedediah Smith che, insieme ai suoi soci, è entrato nel commercio di Santa Fé, viene ucciso vicino a Cimarron Crossing; la American Fur Company costruisce alla foce del Marias River Fort Piegan, situato profondamente nel territorio dei Piedi Neri; essa intensifica la lotta con la Rocky Mountains Fur Company, mandando in montagna delle brigate di Trappers, al comando dei cacciatori di pellicce Fraeb, Drips e Vanderbrugh; gli Indiani Naso Forato e Flatheads mandano delle delegazioni a St. Louis;


Zagor n. 401, dicembre 1998. Disegno di Ferri.



- nel 1832 la American Fur Company abbandona Fort Piegan e poche miglia più lontano costruisce Fort McKenzie; l’ultimo anello di una catena di fortini del commercio delle pellicce sulle Montagne Rocciose è Fort Cass, nel territorio dei Crow; la American Fur Company perde terreno nei confronti della Rocky Mountains Fur Company; Wyeth e il capitano Bonneville si spingono verso Occidente e viene costruito Fort Bonneville; l’incontro avviene a Pierre’s Hole, dopo la battaglia vicino a Pierre’s Hole; il pittore George Catlin (1796 – 1872) visita la zona delle inondazioni del Missouri;







- nel 1833 il capitano Stewart, insieme a Robert Campbell, intraprende una spedizione nel West; il principe Massimiliano Wied marcia lungo la zona di inondazioni del Missouri; avvengono incontri dei trapper al Green River, a Fort Bonneville e allo Horse Creek; Wyeth ritorna dal Columbia River allo Snake River; avviene un selvaggio combattimento fra I Piedi Neri e gli Assiniboin; si contarono centinaia di morti; fu il whiskey distribuito agli Indiani da commercianti di pellicce senza scrupoli ad accendere gli animi, rinfocolando così un’antica inimicizia fra le due tribù;


Almanacco dell'Avventura 2003, ottobre 2002. Disegno di Ferri.



- nel 1834, insieme al missionario Jason Lee, Wyeth intrapende un viaggio nell’interno del West; William Soublette costruisce Fort Laramie; Wyeth costruisce Fort Hall allo Snake River; l’incontro dei trapper ha luogo ad Ham’s Fork; la Rocky Mountain Fur Company viene sciolta e viene rilevata da Fitzpatrick, Bridger e Milton Soublette; questi rinunciano alla compartecipazione alla Soublette & Campbell, fanno un contratto con la American Fur Company e vengono alla fine assorbiti da questa;
- nel 1835 Samuel Parker e Marcus Whitman, quali rappresentanti della American Board of Commissions for Foreign Missions, intrapendono un viaggio nell’interno del West; la brigata di trapper di Fontenelle sofre di un'epidemia di colera; l’incontro dei trapper avviene a Fort Bonneville; Marcus Whitman e il capitano Stewart ritornano dal West negli Stati Uniti;
- nel 1836 Whitman e Spalding vanno verso Ovest con le loro famiglie; viene fondata la Waillatpu & Lapwai Mission; l’incontro dei Trappers avviene a Horse Creek;





Nel 1837 c’è una epidemia di vaiolo nella parte superiore del Missouri; Stewart porta il pittore Alfred Jacob Miller (1810 – 1874) nel West; l’incontro dei trapper avviene fra Horse Creek e il New Fork, sulle montagne del Green River;
- nel 1838 si concreta l'ultimo viaggio di Stewart; viene ricostruita la Oregon Mission; avviene l'ultimo incontro dei Trappers, alla foce del Popo Agie River.






Retrocedendo nel tempo fino al 1803, Napoleone che aveva urgente bisogno di denaro per le sue guerre in Europa, chiese al Presidente Americano Thomas Jefferson (1743 – 1826), quanto gli Stati Uniti sarebbero stati disposti a pagare per l’acquisto del territorio della Louisiana, che apparteneva alla Francia. Jefferson offrì 15.000.000 di dollari, e Napoleone accettò: così, da un giorno all’altro, con il versamento di una somma ridicolmente esigua, gli Stati Uniti si trovarono a raddoppiare il loro territorio. La Louisiana infatti, molto più grande dell’attuale Stato omonimo, comprendeva tutto l’immenso bacino del Mississippi-Missouri; a Nord confinava con il Canada, a Ovest raggiungeva le Montagne Rocciose che la separavano dai possedimenti Spagnoli della California, a Sud giungeva fino al Golfo del Messico.
Eppure Jefferson venne aspramente criticato. Incerte erano difatti le notizie sul nuovo territorio: i pochi che vi erano stati raccontavano di un vastissimo mare d’erba, nereggiante di milioni di bisonti, ma privo di alberi, sterile, e soprattutto popolato da feroci tribù Indiane. Jefferson però sapeva di aver fato un buon affare: occorreva soltanto esplorare le nuove terre, conoscerle, valorizzarle. A questo scopo riuscì ad ottenere dal Congresso i fondi necessari a organizare una spedizione che, partendo da Saint Louis sul Missouri, attraversasse la Louisiana, disegnasse le prime mappe, aprisse le piste che in seguito avrebbero percorso i Coloni, e possibilmente raggiungesse le coste del Pacifico - i favolosi territori del Nord-Ovest.

Collana I Protagonisti n. 4, dicembre 1974. Disegno di Albertarelli



Il comando della spedizione, che avrebbe dovuto compiere la prima traversata del Continente, venne affidato a due veterani delle Guerre di Frontiera, i capitani Meriwether Lewis (1774 – 1809) e William Clark (1770 – 1838). Il 14 maggio 1804 i due capitani partirono, cominciando col risalire il Missouri. Nel corso del loro viaggio, lungo migliaia di chilometri, avrebbero dovuto incontrare i Sioux, i Corvi, i Piedi Neri, le Teste Piatte, i Nasi Forati, i Klamath... tutte tribù Indiane con le quali era venuto in contatto sino ad allora solo qualche spericolato commerciante francese di pellicce.
Circa un anno dopo, sostenuti alcuni scontri con gli Indiani, Lewis e Clark raggiunsero il crinale delle Montagne Rocciose: ai loro piedi zampillava dalle rocce la sorgente del fiume Columbia. Un indigeno si offrì di far loro da guida lungo il corso del fiume, nella sterminata foresta di cedri che digradava sui fianchi delle montagne. Lewis e Clark accettarono, raggiunsero il Pacifico e, due anni dopo la partenza, poterono così tornare da Jefferson per riferirgli del viaggio.
La pubblicazione dei loro diari ebbe un’enorme ripercussione su quella che sarebbe stata la futura Storia del West: la descrizioni della Prateria sembravano confermare che essa era davvero un grande deserto verde, buono solo per i bisonti e gli Indiani. Gli occhi degli emigranti che guardavano all’Ovest si posarono perciò piuttosto sulle terre al di là delle Montagne Rocciose, sull’Oregon, che Lewis e Clark descrivevano invece come incredibilmente fertile e ricco di risorse. Così per molti anni i coloni avrebbero considerato la Louisiana come una plaga inospitale, da attraversare il più rapidamente possibile per raggiungere il lontano Oregon; essa sarebbe invece divenuta il regno di un genere del tutto diverso di uomini: i cacciatori di castori.
Le rive del Missouri cominciavano appena a rinverdirsi nella primavera del 1807 quando i membri di una piccola spedizione salutarono i loro amici di Saint Louis e si dirissero verso le terre degli Indiani.







Il gruppo degli audaci era comandato da uno Spagnolo, Manuel Lisa (1772 – 1820), che dai racconti di Lewis e Clark aveva compreso come un’inesauribile ricchezza - le pellicce di castoro, allora ricercatissime in tutto il Mondo - attendesse chi avesse osato spingersi nell’alta valle del Missouri e dei suoi affluenti, lo Yellowstone e il Platte. La spedizione attraversò il territorio dei Dakota senza subire molestie, ma dovette sostenere diversi combattimenti con altre tribù, i Mandan e gli Assiniboin. L’inverno fu trascorso sulle rive del fiume Yellowstone, dove gli uomini di Manuel Lisa stabilirono rapporti di amicizia e di scambio con i Corvi, ignorando che ciò avrebbe suscitato contro di loro l’inimicizia dei più feroci Indiani della prateria, i Piedi Neri.


Kerry il Trapper di Sclavi, in una recente ristampa



L’estate successiva Manuel Lisa era di nuovo a Saint Louis, ricco, entusiasta per il successo e pieno di sogni per il futuro, che la fondazione di una vera e propria Compagnia per il commercio delle pelli di castoro, la Missouri Fur Company, avrebbe pienamente realizzato. Fra gli azionisti della Compagnia figurarono nomi famosi, destinati a riassumere in sé tutto il fascino dell’epopea dei cacciatori di castori: Manuel Lisa, il capitano William Ashley (1778 – 1838), Jean Pierre Chouteau (1758 – 1849), Sylvester Labadie. Dopo qualche anno di fortuna e di monopolio del commercio con gli Indiani, la Compagnia cominciò a declinare. Quando, alla morte di Manuel Lisa, seguì il massacro di 29 uomini da parte dei Piedi Neri, la Compagnia si sciolse.
Il commercio delle pelli però era un affare troppo vantaggioso per essere abbandonato definitivamente. Uno dei più famosi millionari di quegli anni, John Jacob Astor (1763 – 1848), si lanciò nell’impresa creando la American Fur Company. Per guidare le sorti della Compagnia, Astor scelse un uomo di tempra e di capacità eccezionali, lo Scozzese Kenneth Mackenzie (1797 – 1861). 






L’American Fur Company decise subito di tentare ciò che non era mai riuscito sino ad allora: stringere rapporti di scambio con le tribù ostili dei Piedi Neri. Mackenzie vi riuscì perfettamente, consolidando dapprima la sua posizione tra i Corvi e i Mandan con tutta una serie di fortini: Fort Mackenzie, Fort Union, Fort Laramie, situati nelle località strategiche del territorio, e soprattutto abbandonando ogni scrupolo e vendendo la maledetta e cosidetta "acqua di fuoco”, ovvero sia il whiskey, agli Indiani.







Il successo fu strepitoso: Mackenzie divenne il Re delle pelli di castoro, e per alcuni anni i suoi fortini furono meta di pellegrinaggio per intere tribù - che offrivano i frutti della loro caccia in cambio di pochi sorsi di whiskey contraffatto. Poco importava a Mackenzie che gli Indiani si massacrassero a vicenda sotto le mura dei fortini, che assalissero chi si spingeva nel loro territorio e morissero come mosche per effetto dell’alcol al quale non erano abituati. Gli anni di Mackenzie furono fra i più sanguinosi dell’intera Storia del West.
Tuttavia, il capitano William Clark, che era stato nominato agente del Governo Americano presso le tribù indiane, proibì la vendita di whiskey e ritirò la licenza di commercio alla American Fur Company. Il provvedimento segnò la vittoria di una piccola rivale della grande Compagnia: la Rocky Mountains Fur Company del capitano Ashley. Del resto, anche durante la sua epoca d’oro, l’American Fur Co. non era mai riuscita a monopolizzare il traffico delle pelli: soprattutto nelle montagne, dove i grandi fiumi che scorrevano nella prateria non erano che torrentelli nascosti fra i boschi, la Compagnia aveva fortunati e coraggiosi rivali nei free trapper, i "cacciatori liberi".





A differenza delle grandi Compagnie, che ottenevano le pelli di castoro commerciando con gli Indiani, i "cacciatori liberi" andavano a prendersele da sé, risalendo i fiumi, avventurandosi in regioni inesplorate, vivendo nel costante pericolo di un incontro con gli Indiani o con le belve: il terribile orso grizzly, e l’agile puma. Ma per le necessità stesse del loro pericoloso lavoro, i "cacciatori liberi" imparavano a conoscere il territorio palmo a palmo, scoprivano montagne e corsi d’acqua, tracciavano sentieri e piste. Furono gli uomini della Rocky Mountains Co. che aprirono la pista del Missouri fino alla valle del Green River, oltre le Montagne Rocciose, e di là al Pacifico. In seguito la pista sarebbe stata usata dai Missionari diretti a convertire gli Indiani dell’Oregon, dai Mormoni, dai cercatori d’oro del 1849 e infine dagli ingegneri che costruirono la Ferrovia Union Pacific.
Fu un "libero cacciatore", forse il più grande di tutti, Jim Bridger (1804 – 1881), che scoprì il Grande Lago Salato nello Utah; fu il suo amico e collega Kit Carson (1809 – 1868) che, dal 1842 al 1845, guidò le spedizioni dell’esploratore John Charles Fremont (1813 – 1890) - che per la fama acquisita, nel 1856 fu candidato alla Presidenza e per poco non prevalse su Buchanan - da Fort Bent sull’Arkansas fino alla California, attraverso il Nuovo Messico, l’Arizona e il Nevada.


Tex n. 193, novembre 1976. Disegno di Galep



Forse l’epopea della frontiera Americana non avrebbe mai più prodotto una figura pitoresca e affascinante come quella del "libero cacciatore" di castori: libero di vagabondare nella prateria e fra le montagne, bivaccando dove gli sembrasse più opportuno, libero di intrappolare o di abbattere col fucile ogni genere di animali, libero di lavorare quando ne aveva voglia e di impigrire nelle tende e fumare e chiacchierare con i guerrieri indiani durante gli inverni, libero di morir di fame, di freddo, o lottando corpo a corpo con le belve.






Nei giorni della sua gloria il cacciatore di castori viveva oltre i confini di quella civiltà di cui costituiva pure l’avanguardia, ed era al di sopra di ogni Legge, che non fosse quella naturale della sopravvivenza del più forte e del più astuto. Washington Irving (1783 – 1859), il grande romanziere americano, che trascorse qualche tempo a Fort Bonneville, descrive così il cacciatore di castori: Le proprietà del cacciatore consistono in un caratteristico berretto di pelliccia, un fucile, una libbra di polvere, quattro libbre di piombo, un calibratore per farsi i proiettili, sette trappole, una scure, un coltello, una bisaccia, una pentola, un paio di coperte e un pó di farina. Questa gente rude, più simile nell’aspetto agli Indiani che ai Bianchi, obbediva a una sola Legge: quella durissima della natura.

Rino Albertarelli: frontespizio scartato per I Protagonisti n. 4, dicembre 1974.


Il cacciatore possiede inoltre due o tre cavalli che gli servono per trasportare gli attrezzi e le pelli dei castori che cattura. Il suo è un mestiere molto rischioso, e oggi più di un tempo, perchè gli Indiani hanno cominciato a comprendere il valore delle pellicce e considerano i cacciatori alla stregua di bracconieri che li derubano della selvaggina. Gli Indiani, dunque, non esitano ad assalire i cacciatori solitari per impadronirsi del frutto delle loro fatiche. Quando un paio di cacciatori trovano un fiume ricco di castori nascondono per prima cosa i loro cavalli in un luogo dove possano pascolare inosservati; poi si costruiscono una capanna e scavano una canoa da un tronco d’albero.






Con questa canoa, durante il pomeriggio, vanno a disporre in silenzio le loro trappole che torneranno a controllare al mattino seguente. Quando prendono un castoro, lo caricano sulla canoa, lo portano alla capanna, lo spellano e mettono la preziosa pelliccia a seccare al sole. Il corpo lo mangiano gustando particolarmente la coda cotta sulle braci. Ma, pur con tutta la loro prudenza, i cacciatori non sempre riescono a sfuggire agli occhi di falco dei loro implacabili nemici. Qualche volta vengono uccisi mentre sono occupati a disporre le loro trappole; altre volte vengono destati durante la notte da selvagge grida di guerra.


Cico Speciale n. 7, maggio 1991. Disegno di Ferri.



In primavera e in autunno i cacciatori - giungendo chi dalla Brown's Hole, chi da Pierre's Hole, chi dallo Shout Pass, dalla Baion Salade, dallo Snake, dallo Yellowstone o dal Platte - si recavano ai così detti rendez-vous, raduni istituiti nel 1825 dai commercianti americani, dove cedevano le pelli dei castori catturati in cambio di un pó di denaro, di trappole, di polvere, di piombo, di zucchero, sale o caffè, e tavolta di una camicia o di un fucile nuovo. Il denaro lo spendevano subito, fino all’ultimo centesimo, giocando e ubriacandosi per abbandonarsi a gozzoviglie di ogni genere e a rischiose gare d’abilità. Gli Indiani occorrevano anch’essi ai rendez-vous, attorno ai quali alzavano le loro tende, e si mischiavano ai cacciatori in un’orgia di alcol, di chiacchiere, di balli selvaggi, in una festa che si protraeva almeno per due pazze settimane. Ai primi di autunno, quando i castori avevano la pelliccia morbida e folta per il prossimo letargo invernale, i cacciatori lasciavano il Raduno, volgendo i cavalli verso Occidente e si disperdevano di nuovo, ciascuno diretto ai suoi luoghi prediletti di caccia e di avventura. Questi erano i "liberi cacciatori", i mountain men (Uomini della Montagna), come amavano chiamarsi.
Liberi cacciatori furono Jim Bridger - che parlava tutti i dialetti indiani ed era capace di disegnare con grande esattezza mappe di ogni regione del West con un pezzo di carbone - e Jedediah Smith. Kit Carson, nel 1846, dopo aver camminato per due notti intere lungo il letto di un torrente per sfuggire agli Apache, compì una cavalcata di 4800 chilometri dalla California a Washington portando la notizia della vittoriosa insurrezione dei Californiani contro il Messico; questo leggendario cacciatore di castori, che aveva sposato una donna indiana, ottene il grado di generale dell’Esercito Americano per le sue vittorie sui Kiowa e i Navajo; morì a Fort Lyon. Infine Hugh Glass. Negli anni seguenti, quando le pelli di castoro diminuirono di prezzo, i liberi cacciatori divennero guide dell’Esercito o delle carovane di emigranti.







Ancora viventi erano già circondati da un alone di leggenda, come i mitici eroi dell’antichità. Come di Ercole o di Ulisse, di Teseo o di Achile, si narravano di loro incredibili gesta: chi aveva strangolato un orso all’età di tre anni, chi aveva messo in fuga intere tribù di Indiani con un solo grido, chi aveva ucciso un bisonte prendendolo per le corna, chi aveva visto la terra spaccarsi e lanciare verso il cielo torrenti di acqua nera che bruciava come paglia, chi aveva contemplato montagne d’oro.





La figura del cacciatore di castori restò per sempre nella Leggenda e nella Storia del West. E tutti avevano visto, esplorato, e sperimentato, tutti erano stati più forti della natura selvaggia e ostile del Wild Old West!


Wilson Vieira


N.B. trovate i link alle altre puntate della Storia del West di Wilson Vieria sulla rinnovata pagina delle Cronologie e index!

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