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giovedì 9 gennaio 2014

LA TERRA TREMA. LO SPIRITO CON LA SCURE E IL REALISMO STORICO: ZAGOR 577, 578, 579 E 580

di Francesco Manetti

Il dibattito sulla predominanza del fantastico in Zagor tiene banco sul web. A molti - la maggioranza dei lettori, com'era prevedibile - sono estremamente gradite le ambientazioni e le situazioni "impossibili" nelle avventure dello Spirito con la Scure; altri vorrebbero, al contrario, che le storie si avvicinassero di più e con più frequenza alla fumettistica western classica. Nella seconda ipotesi verrebbe però tradita la lezione e l'impostazione che Nolitta stesso, il creatore, diede originariamente alla collana. Zagor, infatti, non è un western. O almeno, non è un western "puro", ricco com'è di contaminazioni e di suggestioni provenienti da ogni angolo dell'immaginario. "Western puro" non può nemmeno essere la facile "etichetta" di Tex (che incontra ogni genere di mostro, creatura fantastica e strani popoli nella sua epopea), figuriamoci di Zagor!

Concepción, in una stampa del 1620.


L'episodio, inserito ancora nel grand tour sudamericano, che inizia con l'albo Il ponte sull'abisso (Zagor Gigante n. 577, agosto 2013, a firma Burattini/Sedioli/Verni), appartiene però al filone "realistico", ulteriore dimostrazione che Te-Nay non ha alcun limite nei suoi orizzonti romanzeschi. Anzi, lo sceneggiatore Moreno Burattini - curatore della serie ed erede letterario di Sergio Bonelli - va oltre il semplice "realismo" e confenziona per questa storia un abito storicamente corretto.
I dati rintracciabili sui libri sono essenzialmente due. Il primo è il terremoto, devastante e catastrofico, e il conseguente tsunami, che colpirono la città e le vicinanze di Concepción in Cile il 22 maggio 1835; il disastro fu preceduto da un'insolita, prolungata e insistente attività vulcanica su tutta la cordigliera delle Ande. Dalla verosimiglianza storica discende dunque un'ulteriore, precisa collocazione cronologica delle vicende zagoriane: quarto decennio del XIX secolo. Il secondo punto punto di aggancio mondano è l'inserimento della figura di Charles Darwin, il celebre naturalista inglese, che fu testimone dell'apocalittico evento durante una tappa del secondo viaggio della HMS Beagle, tragitto iniziato nel 1831 e conclusosi nel 1836: il brigantino britannico fu vera e propria "navicella dell'ingegno" umano, fra i primi vettori verso le nuove frontiere del sapere che, agli albori del '900, avrebbero rivoluzionato per sempre l'idea di realtà. Il personaggio Darwin - reale in un contesto solo parzialmente fittizio - è inoltre per Burattini l'espediente narrativo (sia detto in senso positivo) per introdurre un articolato discorso sul fanatismo religioso, sull'oscurantismo, sulla libertà di pensiero e di parola, sulla salvazione tramite la scienza - discorso lucreziano, appassionante e oltremodo interessante che raramente abbiamo visto affrontare in maniera così incisiva in un "fumetto popolare". "Incisivo" non significa però pedante, noioso, paternalistico o retorico. Tutto all'opposto. Burattini è riuscito a esplorare nell'albo Bonelli un tema così "alto" e delicato riuscendo però a non sconfinare mai nel didascalico, rimanendo sempre nei binari dell'intrattenimento (che diventa così intrattenimento "colto"). Ha guardato, per così dire, lo sceneggiatore toscano con gli occhi super partes di Patrick Wilding questo acceso scontro epocale fra l'ottusità del profeta pazzo e il soffio di vento nuovo di un precoce darwinismo. Una sorta di "partigiana neutralità", però: Zagor (quasi geneticamente) sa dove sta il giusto.
Sedioli (matite) e Verni (chine) si confermano figli fecondi della tradizione grafica del maestro Gallieno Ferri - dimostrando ancora una volta di essere perfettamente a loro agio con il teatro zagoriano. Magistrale e spettacolare la realizzazione delle sequenze finali, con l'immane devastazione che colpisce la costa del Cile.

Un giovane Charles Darwin (1809 - 1882), com'era quando fu testimone del terremoto cileno del 1835.

Il brigantino HMS Beagle nel 1834, a terra per riparazioni, nella Terra del Fuoco.


La tecnica della narrazione è quella del climax. Elementi apparentemente lontani e diversi vengono uno alla volta evocati e pestati violentemente nella larga imboccatura di un "imbuto", spinti a uscire dal tronco di cono più stretto radicalmente modificati. Burattini, con sequenze sapientemente alternate, mette in campo tutte le pedine sulla scacchiera - una scacchiera dove la partita sembra quella disputata fra il cavaliere Antonius Blok e la Morte in Det sjunde inseglet di Bergman - però su una zattera durante una procella! I "pezzi" schierati in gioco sono Zagor e il suo gruppo, i minatori assassini, il vulcanismo andino, il monaco veggente e folle Tomas con i suoi accoliti oscurantisti, gli onesti cittadini e militari di Concepción, e poi Darwin con le nascenti nuove idee sulla Creazione. I personaggi e le situazioni si incontrano, si fronteggiano, si allontanano, si ritrovano più volte - dalle sconfinate distese montane ai carrugi marinari. Come Zagor e Cico, al culmine del loro peregrinare nell'aridità delle Ande, osservano la ripida discesa della Valle del Mensa che li porterà velocemente verso il Pacifico, anche la narrazione accelera - lo fa a ritmo crecente, fin dalle prime tavole, come un corpo quando cade verso terra. L'intreccio narrativo, dalla trama fitta e serrata, si scioglie infine con il terremoto cileno che travolge tutto e tutti in un panorama urbano da incubo: è la strozzatura dell'imbuto, è il calcio alla scacchiera! La tragica scossa sembra un intervento divino (Il giorno del giudizio è infatti il titolo di Zagor n. 579) - dove il Giusto vive e il Peccatore muore - ma è solo una scrollatina di spalle di Madre Natura!


Zagor n. 577, agosto 2013. Disegno di Ferri



Zagor Gigante 577
(Zenith 628)
IL PONTE SULL'ABISSO
Agosto 2013
pag. 100, € 2,90
Testi: Moreno Burattini
Disegni: Gianni Sedioli (matite) e Marco Verni (chine)
Copertina: Gallieno Ferri
Rubriche: Moreno Burattini


Zagor n. 578, settembre 2013. Disegno di Ferri.


Zagor Gigante 578
(Zenith 629)
LA PROFEZIA
Settembre 2013
pag. 100, € 2,90
Testi: Moreno Burattini
Disegni: Gianni Sedioli (matite) e Marco Verni (chine)
Copertina: Gallieno Ferri
Rubriche: Moreno Burattini


Zagor n. 579, ottobre 2013. Disegno di Ferri.



Zagor Gigante 579
(Zenith 630)
IL GIORNO DEL GIUDIZIO
Ottobre 2013
pag. 100, € 2,90
Testi: Moreno Burattini
Disegni: Gianni Sedioli (matite) e Marco Verni (chine)
Copertina: Gallieno Ferri
Rubriche: Moreno Burattini


Zagor n. 580, novembre 2013. Disegno di Ferri.



Zagor Gigante 580
(Zenith 631)
SOTTO IL CIELO DEL SUD
Novembre 2013
pag. 100, € 2,90
Testi: Moreno Burattini
Disegni: Gianni Sedioli (matite) e Marco Verni (chine)
Copertina: Gallieno Ferri
Rubriche: Moreno Burattini



Francesco Manetti

N.B. Trovate le altre recensioni bonelliane sul Giorno del Giudizio!

1 commento:

  1. Una storia impeccabile in cui, caro Francesco, hai saputo ben evidenziare gli evidenti riferimenti di carattere "alto". Una storia, per chi conosce bene la pubblicistica burattiniana, in cui ci sono riflessioni rintracciabili soprattutto sul suo profilo Twitter: sono riflessioni magari un po' amare, in cui l'autore mostra i suoi dubbi, le sue graffiate sul senso della vita e dell'esistenza di un Dio giusto, visti i tanti lutti che colpiscono molto spesso gli innocenti. La sequenza, nell'albo Il giorno del giudizio (titolo splendido ed evocativo), in cui una donna abbraccia il bambino e aspetta l'arrivo della grande onda è, nella sua crudele drammaticità, un pugno nello stomaco ed è la summa dei dubbi burattiniani. Per fortuna c'è Zagor che, seppure scosso dagli avvenimenti, dimostra ancora una volta la sua determinazione e il suo equilibrio di giudizio, una sorta vento riparatore dei drammi umani. Insomma, un'avventura che, come spesso nella scrittura di Burattini, mostra con coraggio il lato tragico dell'esistenza, la cui catarsi è rappresentata dal vigore inesauribile dell'Eroe di Darkwood. Momenti di alta drammaticità che, per fortuna, non ritroviamo certo nei nostri salotti! ;-)

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