Pagine

domenica 28 luglio 2019

APACHE KID: SOLDATO E FUORILEGGE! L’UOMO ALTO DESTINATO A UNA FINE MISTERIOSA! - LA STORIA DEL WEST by WILSON VIEIRA (LXIX PARTE)

di Wilson Vieira

Bentornati nella Frontiera! Lo storico e fumettista, nonché grande amico, Wilson Vieira giunge alla 69a puntata della sua Storia del West con le vicende di Apache Kid, scout e combattente indiano. Ricordiamo che tutte le immagini non bonelliane sono state scelte e posizionate nel testo dallo stesso Wilson. Buona lettura! (s.c. & f.m.)



Persino il vero nome del Nativo Americano noto come “Kid”, e in seguito chiamato Apache Kid, è perso nelle nebbie della sua leggenda. Di lui, noto fuorilegge del tardo XIX secolo, hanno detto che è stato il più feroce apache dopo Geronimo. Nato nel 1860 nella Riserva di San Carlos in Arizona, il Kid era probabilmente della tribù degli Apache della Montagna Bianca; wra il nipote del capo, un uomo di nome Togodechuz (o Togo-De-Chuz). Il suo nome indiano era “Haskay-bay-nay-natyl” ("L’uomo alto destinato a una fine misteriosa"), ma la pronuncia era troppo difficile per i cittadini di Globe, che lo chiamavano semplicemente Kid. Imparato l’Inglese in tenera età, fece ogni genere di strani lavori a Globe e fu presto al fianco del famoso scout Al Sieber (1843 - 1907), un tedesco-americano che aveva combattuto nella Guerra Civile e nel vecchio West contro gli Indiani.
Divenne un cercatore d'uomini e in seguito servì come capo-scout (un soldato o un’altra persona inviata in avanscoperta in modo da raccogliere informazioni sulla posizione, sulla forza o sui movimenti del nemico) durante le guerre contro gli Apache.





Secondo un racconto popolare il Kid fu catturato dalla tribù Yuma da bambino e salvato dai soldati statunitensi, diventando un orfano cresciuto negli accampamenti dell’Esercito. Tuttavia questo sembra in contrasto con alcuni dei fatti successivi della sua vita. Un’altra storia racconta che la sua famiglia si stabilì nella città di Globe, della Contea di Gila, nel 1868; sarebbe stata un’impresa impressionante, poiché Globe non fu fondata che nel 1875! Tuttavia, Globe era nelle terre appartenenti alla Riserva Apache di San Carlos, quindi è del tutto possibile la sua famiglia vivesse lì nel 1875, quando i cercatori trovarono una grande pepita d’argento, e una città mineraria sorse intorno a loro durante la notte. A quel tempo, i primi coloni del Sud-Ovest si trovavano di fronte numerose bande di incursori apache e il generale George Crook ebbe l’idea di usare gli Apache per combattere altri Apache.






Gli esploratori Apache arruolati a San Carlos e in altre riserve potevano localizzare facilmente le tracce dagli Apache braccati. Nel 1881 il ragazzo si arruolò negli Scout Indiani e fu così bravo nel suo lavoro che fu promosso sergente nel luglio del 1882.






L’anno seguente accompagnò il generale George Crook (1828 – 1890) nella spedizione sulla Sierra Madre. Quando partì la Campagna contro Geronimo (1829 – 1909) del 1885-86 il Kid era in Messico con Sieber (inizio 1885), e quando il capo degli scout fu richiamato in autunno, Kid cavalcò con lui fino a San Carlos.







Rispondendo all’appello del tenente Crawford, furono arruolati cento esploratori indiani per la campagna messicana, e il Kid di nuovo andò a sud verso la fine del 1885. Nella città messicana di Huasabas, sul fiume Bavispe, il Kid quasi perse la vita avendo partecipato a una rissa causata dai fumi dell'alcol. Invece di mandarlo davanti a un plotone di esecuzione Messicano, il giudice lo multò di venti dollari e l’Esercito lo rispedì a San Carlos. Nel maggio 1887 Apache Kid fu lasciato a capo degli Scout Indiani e del Corpo di Guardia a San Carlos quando il capitano Pierce e Al Sieber erano via entrambi per affari. Sebbene la preparazione del tiswin fosse illegale nella Riserva, con gli ufficiali bianchi fuori sede, gli Scout Indiani decisero comunque di organizzare una festa.


Tex n. 165, luglio 1974. Disegno di Galep



Il tiswin è una bevanda alcolica prodotta dalla fermentazione del mais oppure, anche col nome di nawai, dei frutti del saguaro, il più grande cactus del mondo; tiswin viene chiamato anche il sacro vino di saguaro dei Tohono O’odham, indiani che risiedono principalmente nel deserto di Sonora dell’Arizona Sud-Orientale e nel Nord-Ovest del Messico; Tohono O’odham significa “gente del deserto.”
Mentre la birra scorreva liberamente, un uomo di nome Gon-Zizzie uccise il padre di Apache Kid, Togo-De-Chuz. Gli amici di Kid, a loro volta, uccisero Gon-Zizzie. Tuttavia, l’uccisione di Gon-Zizzie non fu sufficiente per Apache Kid, che andò a casa del fratello di Gon-Zizzie, Rip, e lo uccise. Quando Apache Kid e altri quattro esploratori tornarono a San Carlos il 1° giugno 1887, sia il capitano Pierce che Al Sieber erano lì davanti a lui. Il Capitano Pierce ordinò agli scout di posare le armi e il Kid fu il primo a obbedire. Mentre Pierce li affidava al corpo di guardia affinché fossero rinchiusi, fu sparato un colpo dalla folla che si era radunata per assistere agli eventi. In pochissimo tempo gli spari si moltiplicarono e Al Seiber fu colpito a una caviglia, finendo per paralizzarlo. Durante la mischia che seguì, Apache Kid e molti altri apache fuggirono. Anche se non è mai stato determinato chi sparò il colpo che ferì Sieber, di sicuro non fu il Kid né gli altri quattro scouts affidati alle guardie, perché erano stati tutti disarmati. L’Esercito, reagendo rapidamente, inviò due formazioni del Quarto Cavalleggeri per trovare Apache Kid e gli altri che erano fuggiti. Per due settimane la cavalleria seguì i fuggiaschi lungo le rive del fiume San Carlos, finché, con l’aiuto di altri scout indiani, localizzarono il Kid e la sua banda sulle Rincon Mountains. I soldati si impadronirono dei cavalli e delle attrezzature degli Apache mentre gli Indiani fuggivano a piedi per i canyon rocciosi.

Tutto Tex n. 165, gennaio 1994 (versione modificata). Disegno di Galep






Durante i negoziati con i soldati, Kid trasmise un messaggio al generale Nelson Appleton Miles (1839 – 1925) affermando che se l’Esercito avesse richiamato la Cavalleria lui e la sua banda si sarebbero arresi. Quando Miles accettò, il 25 giugno, Apache Kid e sette membri della sua banda si arresero.




Il Kid e altri quattro furono processati dalla corte marziale, giudicati colpevoli di ammutinamento e diserzione, e condannati a morte, destinati a essere fucilati da un plotone di esecuzione. Il generale Miles fu sconvolto dal verdetto e ordinò alla Corte di riconsiderare la sentenza. Quando il tribunale si riunì nuovamente il 3 agosto, gli indiani furono condannati all'ergastolo. Ma Miles non era ancora soddisfatto, e la pena fu allora ridotta a dieci anni. Cominciarono a scontare la pena nella prigione di San Carlos, e successivamente furono inviati ad Alcatraz. Tuttavia, la loro condanna fu presto annullata, il 13 ottobre 1888, e gli Indiani, vittime di pregiudizi da parte di alcuni ufficiali del tribunale, furono restituiti a San Carlos come uomini liberi.




Il tasso di mortalità in carcere per i Nativi Americani era estremamente alto, a causa di una combinazione di malattie e violenza alimentata dai pregiudizi, quindi i cinque uomini furono estremamente fortunati per l'annullamento della condanna nell’ottobre 1888. Il caso era stato esaminato dalla Judge Advocate General’s Corp., la quale aveva deciso che dal momento che la maggior parte degli ufficiali componenti della Corte Marziale era apertamente contro gli Indiani, era dunque impossibile considerare imparziale quella Corte. Il verdetto fu dunque dichiarato nullo e i cinque uomini liberati. I cittadini della zona furono oltraggiati da questa decisione, un nuovo mandato fu emesso nell’ottobre del 1889 nella contea di Gila per l'arresto degli apache liberati, con l'accusa di tentato omicidio di Al Sieber. Al processo, il 25 ottobre 1889, quattro apache incluso l’Apache Kid furono giudicati colpevoli e condannati a sette anni nella prigione territoriale di Yuma.


Tex Willer n. 9, luglio 2019. Disegno di Dotti


Mentre venivano condotti in prigione, Apache Kid e molti altri fuggirono. Durante i tafferugli avvenuti durante la fuga, le tre Glenn Reynolds, Eugene Middleton e W. A. ​​Holmes furono sopraffatte. Glenn Reynolds fu ucciso, Middleton fu ferito e Holmes apparentemente morì di infarto. In seguito Middleton si riprese e disse che Kid aveva impedito a un altro Apache di “finirlo” fracassandogli la testa con una pietra. Il Kid e gli altri fuggirono, e le loro tracce furono cancellate da una tempesta di neve. Questo sarebbe l’ultimo avvistamento “ufficiale” di Apache Kid, anche se notizie non confermate su dove si trovasse avrebbero continuato a filtrare per anni.




Negli anni successivi Apache Kid fu accusato di vari crimini e fu detto che aveva guidato una piccola banda di seguaci apache rinnegati, saccheggiando ranch e linee merci in tutto il Nuovo Messico, in Arizona e nel Messico settentrionale mentre si nascondeva sulle montagne della Sierra Madre. Altri insistono sul fatto che divenne un lupo solitario, disprezzato dalla sua stessa gente e terribilmente temuto dai coloni anglosassoni. Secondo alcuni racconti Apache Kid avrebbe rapito una donna apache, per poi ucciderla una volta che si era stancato di lei, prima di rapirne un’altra. Si disse che assaliva allevatori solitari, cowboy e cercatori, uccidendoli per il cibo, i fucili e i cavalli. In poco tempo, una taglia di 5.000 dollari fu messa sulla sua testa dalla Legislatura territoriale dell’Arizona, vivo o morto, ma nessuno reclamò mai la ricompensa. È impossibile determinare quanti dei crimini di cui fu accusato vennero realmente commessi.




Durante una sparatoria del 1890 fra i Rurales messicani e gli Apache, furono trovati addosso a un guerriero ucciso la pistola e l’orologio di Reynolds, ma era troppo vecchio per essere stato il Kid. Lo scout indiano Mickey Free, vecchio compagno del Kid nell’esercito, riciclatosi come cacciatore di taglie, sostenne di aver rintracciato e ucciso il ragazzo, ma senza prove non gli pagarono la taglia. In effetti, praticamente chiunque riuscisse a uccidere razziatori apache affermava che il Kid era tra quelli che aveva ucciso; qualsiasi rinnegato apache fu considerato membro della Banda di Apache Kid! Nel 1906 una squadra guidata da allevatori locali riuscì a uccidere il capo di una banda di razziatori; sebbene non sia sicuro che fosse il Kid, in ricordo dell’evento una montagna del posto fu ribattezzata Apache Kid Peak, e alla fine l’intera area montana di San Mateo fu ufficialmente chiamata Apache Kid Wilderness.





Uno dei soldati della Cavalleria statunitense che cercavano il Kid era il futuro romanziere Edgar Rice Burroughs (1875 – 1950), famoso per aver creato Tarzan, tra gli altri suoi personaggi. Nel 1933 scrisse un romanzo intitolato Apache Devil: nonostante il titolo è in realtà uno dei ritratti d'epoca più solidali con la situazione degli Apache, sfruttati e traditi fino al punto di rottura.





C’è molto del Kid nell’eroe del romanzo, il "diavoletto" Apache Devil!
Per quanto riguarda il vero Kid, nello stesso periodo circolavano notizie che fosse ancora vivo, e si diceva che fosse tornato nella contea di Gila in visita ai parenti nel 1935. Probabilmente non sapremo mai la vera fine della storia di Apache Kid, e non penso che lo si voglia davvero. Le leggende, quelle vere, non muoiono mai. Dopo il 1894 i resoconti dei suoi crimini finirono. Alcune fonti hanno affermato che morì in quell'anno, mentre altri sostengono che entrò in Messico e si ritirò nel suo rifugio di montagna. Nel 1899 il colonnello russo Emilio Kosterlitzky (1853 - 1928), capo dei Rurales, sostenne che Apache Kid era vivo e vegeto e viveva con gli Apache Tarahumara sulla Sierra Madre; Kosterlitzky era un poliglotta russo e un soldato di ventura che alla fine divenne una spia degli Stati Uniti; supervisionò la deportazione degli Yaqui sotto la presidenza di Porfirio Diaz, un evento che portò alla morte di oltre 20.000 indiani (oltre 2/3 della loro popolazione).
Nel frattempo, ci furono altri rapporti non confermati della morte del Kid per un colpo d’arma da fuoco o per la tubercolosi. Tuttavia, gli allevatori del sud dell’Arizona continuarono a denunciare raid di Apache Kid fino agli anni ‘20! Ci sono così tante varianti diverse dei crimini commessi da Apache Kid, sempre con lo scopo di vendicarsi per il modo traditore in cui gli esploratori Apache erano stati trattati dall’Esercito, che persino gli storici non sono in grado di concordare esattamente su cosa fosse stato responsabile, né quando sia morto.







Naturalmente gli scrittori di romanzi western lo amavano, e divenne un cattivo spesso presente nelle loro storie.
Non c’è un’idea precisa sul destino finale del Kid: come e quando è morto è del tutto sconosciuto. A quanto pare il suo nome indiano (“L’uomo alto destinato a una fine misteriosa”) era una profezia! Nonostante tutte le domande irrisolte sulla morte di Apache Kid, un monumento funebre è stato comunque eretto, in cima alle montagne di San Mateo, nella Foresta Nazionale di Cibola, New Mexico.





C’è un altro posto in cui si dice che Apache Kid sia stato ucciso, dopo essere stato braccato dagli allevatori locali infuriati per le sue incessanti incursioni; secondo quanto riferito, per contrassegnare il sito della fine del Kid, fu fatto saltare in aria un albero, e i resti furono sparsi li, così dicono. La tomba è a un miglio a Nord-Ovest di Apache Kid Peak a Cyclone Saddle, così dicono. Dopo il volgere del secolo le storie su Apache Kid svanirono dai giornali. C’erano ancora rari avvistamenti del Kid, sia da parte di apache, sia di bianchi, ma la maggior parte della gente pensava che fosse morto. Il 25 maggio 1907, il Tucson Daily Citizen riferì che almeno 18 eroi dell’Arizona avevano affermato di aver ucciso il temibile Apache Kid. A San Carlos il suo nome era pronunciato a bassa voce.
Molti sono quelli che parlano in segreto di Apache Kid, ha osservato Neil Goodwin, figlio del famoso etnologo Grenville Goodwin (1898 – 1951), studioso degli Apache:





"Grenville era andato alla ricerca del Kid e della “Tribù perduta” nei primi anni ‘30. Per quanto fossero spaventate le persone a parlare del Kid, c’era un sottofondo di ammirazione nelle storie che mio padre e altri registrarono su di lui. Kid era un oscuro eroe popolare, un famoso fuorilegge. Era libero in Messico, viveva lontano dalla sua terra, razziava quando ne aveva voglia. Seguiva il vecchio stile apache."
Lupena, una vecchia superstite indiana di quel gruppo di fuggiaschi, ricordava il modo di vita apache:
"Abbiamo vissuto in alto fra le rocce dove era difficile rintracciarci; quando ci siamo trasferiti, abbiamo usato bene i nostri occhi bene e ci siamo tenuti fuori dalla vista; abbiamo acceso piccoli fuochi al crepuscolo o al mattino, perché non si poteva far vedere il fuoco; non ci siamo mai sentiti al sicuro."

Tex n. 691, maggio 2018. Disegno di Villa


Quando finì di parlare, sembrò agitata, come se avesse detto troppo. Ma ben presto si rilassò.
"Sta seduta là a fissare in lontananza con grandi occhi scuri; i suoi pensieri sono probabilmente lassù tra le montagne, che una volta erano casa sua e dove vagava come una rinnegata con la sua gente", notò qualcuno.
L’esploratore Grenville non ha mai trovato la Tribù Perduta degli Apache, ma ha rintracciato la figlia perduta di Apache Kid...


Wilson Vieira

N.B. Trovate i link alle altre puntate della Storia del West in Cronologie & Index!

venerdì 26 luglio 2019

MI RICORDO DI TEX...

di Filippo Pieri

Sulla "Settimana Enigmistica" n. 4332 del 2 Aprile 2015 a pagina 38 c'è la rubrica "Chi ci ricorda?" con un quesito bonelliano: Non lo sapevi? Da quando ha sposato quella Lilyth, crede di essere diventato un'aquila della notte!



N.B. Trovate i link alle altre novità bonelliane su Interviste & News!

RISATE BONELLIANE 21

di Filippo Pieri

Anche stavolta abbiamo selezionato dalla "Settimana Enigmistica" tre nuove barzellette grafiche ambientate nel West, ovvero il mondo di Tex Willer. La prima è tratta dal n. 4189 del 7 Luglio 2012 (pag. 15), la seconda dal n. 4262 del 7 Dicembre 2013 (pag. 43) e la terza dal n. 4479 del 25 Gennaio 2018 (pag. 43).




N.B. Trovate i link alle altre Risate Bonelliane su Cronologie & Index

giovedì 25 luglio 2019

TEX WILLER, EROE VAGABONDO

di Filippo Pieri

A "Uno Mattina Estate" del 10 luglio 2019 si è parlato di Tex Willer con Corrado Mastantuono.




N.B. Trovate i link alle altre novità bonelliane su Interviste & News!

mercoledì 24 luglio 2019

BONELLI LASCIA APACHE TOMCAT!

di Francesco Manetti

Da qualche tempo digitando www.sergiobonellieditore.it o cliccando sui vari link sparsi in giro per la Rete (persino in Wikipedia) il sito ufficiale della SBE non si apre più e appare la seguente pagina "tecnica" in inglese:


Si tratta della Home Page di Tomcat, il web server della Apache Foundation.
Il nuovo indirizzo del sito SBE è infatti www.sergiobonelli.it. Peccato perché Apache ricordava molto il West, e al precedente address noi ex di "Dime Press" eravamo molto legati, avendo contribuito ai suoi primi passi. Ma al vecchio indirizzo a quanto pare sono molto affezionati anche in Bonelli, visto che nel sito è ancora presente, qua e là (per es. su questa pagina)...


La Home Page del sito ufficiale della SBE: "sergiobonelli.it" e non più "sergiobonellieditore.it"


N.B. Trovate i link alle altre novità bonelliane su Interviste & News!

BURATTINI, HOGG, MASTROIANNI E LA EKBERG!

di Filippo Pieri

Sul numero 1 di "Crucifiletti", il periodico di enigmistica della Corrado Tedeschi Editore, in copertina troviamo una divertente striscia di Burattini & Hogg ispirata alla famosa scena del film di Fellini "La dolce vita", quella dove Marcello Mastroianni e Anita Ekberg sono nella della Fontana di Trevi.




N.B.: Trovate i link alle altre novità bonelliane su Interviste & News!

martedì 23 luglio 2019

DUE DONNE PER TEX!

di Filippo Pieri

Gabriella Contu è stata la prima donna a scrivere una sceneggiatura per il fumetto più famoso e longevo della Sergio Bonelli Editore, apparendo nel numero 14 della collana "Color Tex". Sulla stessa collana, 5 anni prima, Laura Zuccheri era stata invece la prima donna a realizzare una copertina per il noto Ranger: adesso è la prima disegnatrice donna ad aver realizzato un "Texone", ovvero l'albo speciale in grande formato a cadenza annuale dedicato ad Aquila della Notte. Luca Raffaelli l'ha  intervistata nell'inserto “Robinson” di "Repubblica" del 13 Luglio 2019.




N.B. Trovate i link alle altre novità bonelliane su Interviste & News!

lunedì 22 luglio 2019

TORNANO I SOGNI DEI BONELLIANI, BY FERRETTI & PIERI!

di Tommaso Ferretti & Filippo Pieri

Dopo un lungo periodo di assenza tornano su Dime Web "I sogni dei Bonelliani" di Ferretti & Pieri, con la prima tavola (inedita!) della nuova stagione: "se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi", recitava una delle frasi più celebri del Gattopardo. "I sogni dei Bonelliani" sono un po' cambiati ma alla fine sono rimasti fedeli all'idea di base del fumetto (e del libro che troviamo su Amazon), ovvero, "è questa la vita che sognavi da bambino?". (s.c. & f.m.)





N.B.: Trovate i link alle altre puntate dei Sogni su Cronologie & Index!

venerdì 19 luglio 2019

SECRET ORIGINS: TEX CLASSIC 63

di Saverio Ceri

Bentornati a Secret Origins, la rubrica che ci porta a scoprire le origini delle varie copertine di Tex legate alla ristampa Tex Classic in edicola. 
Siamo giunti al numero 63, che, come accennavamo nello scorsa puntata ci da la possibilità di parlare nuovamente di Whisky Bill, il malcapitato oste che grazie al fatto di averle prese da Tex, è divenuto suo malgrado protagonista di due copertine del Ranger; la prima l'abbiamo vista in occasione del Classic 62; la seconda nasce dalla striscia qui sotto. 


Tex  come vediamo, continua il "trattamento speciale" iniziato nel numero scorso massaggiando la mascella dell'oste. La seconda vignetta evidentemente ispira Claudio Villa che la sceglie come riferimento per realizzare la cover del quindicesimo volume della Collezione storica a Colori di Repubblica.

La striscia in questione è tratta dal 4° numero della 11a serie della Collana del Tex uno dei sei contenuti in questa ristampa, pubblicati tra il dicembre 1955 e il gennaio 1956
Gli episodi furono ristampati nella Collana Albo d'oro nei numeri 11 e 12 della quarta serie entrambi pubblicati nell'agosto del 1957; la cover di questo classic è tratta dal primo dei due. Anche in questo caso si tratta di rissa da saloon, anche se un po' più acrobatica, col ranger che catapulta in aria l'avversario con la forza delle gambe. Qui sotto in sequenza potete vedere le due cover, quella del 1957 e quella del 2019.


Nonostante siano passati oltre sessant'anni rimane un mistero su questa cover, purtroppo anche stavolta non svelato: dove diavolo sono le altre due gambe del tavolo? 
Con questo dubbio irrisolto vi  diamo appuntamento al prossima puntata di Secret Origins

Saverio Ceri

N.B. Trovate i link alle altre Secret Origins in Cronologie & Index!

lunedì 15 luglio 2019

RISATE BONELLIANE 20

di Filippo Pieri

Continua la rubrica con vignette prese dalla "Settimana Enigmistica", gag grafiche legate in qualche modo all'universo bonelliano. Quelle di questo numero sono tratte dal n. 3670 del 27 Luglio 2002 (pag. 16), dal n. 4039 del 22 Agosto 2009 (pag. 23) e dal n. 4138 del 16 Luglio 2011 (pag. 8). Buon divertimento! 





N.B. Trovate i link alle altre Risate Bonelliane su Cronologie & Index!

giovedì 11 luglio 2019

BATMAN: 80 YEARS OF TECHNOLOGY

di Pierangelo Serafin

Dal 28 Giugno al 10 Settembre 2019 il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci a Milano (ingresso in Via San Vittore 21) ospita l'esposizione "Batman: 80 Years of Technology". Gli orari in cui è possibile visitarla: dal Martedì al Venerdì dalle 10 alle 18, il Sabato e i festivi dalle 10 alle 19; il biglietto d'ingresso costa € 10, con tutta una serie di eventuali tariffe ridotte in base alle categorie di appartenenza degli aventi diritto agli sconti.




In realtà non è una "mostra" vera e propria quella ospitata al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia, tanto che è collocata solo verso l'uscita del museo stesso, quando ormai si è compiuta buona parte del percorso obbligatorio. Conviene quindi godersi le tante proposte che si possono trovare sul cammino, come la collezione di modelli leonardeschi (dal 19 Luglio la "Da Vinci Parade"), le suggestive ricostruzioni di primordiali ambienti industriali, il padiglione ferroviario, quello aereonavale, e il sottomarino "Enrico Toti"; parcheggiato definitivamente in una città senza mare (e forse per questo tanto amato e desiderato dai suoi abitanti) qual è Milano.

Ottant'anni di tecnologia batmaniana
Per il super-eroe meno super degli altri l'utilizzo della tecnologia è a dir poco fondamentale per la sua pluridecennale lotta contro il crimine. Macchinari, marchingegni e gadgets sono apparsi spessissimo nel corso degli ottant'anni di storia del Difensore di Gotham City; alcuni di questi, come la Batmobile, sono stati comprimari fidati e indispensabili.




Sulla scorta di quanto visto in precedenza riguardo ai modelli e modellini di Leonardo realizzati dai suoi disegni ci si apetta di trovare modelli e/o modellini di quanto è stato utilizzato da Batman nel corso della sua lunga avventura non solo editoriale ma pure cinematografica e televisiva. Esistono infatti molteplici versioni della Batmobile, e poi Batcotteri, Batscafi e Batmoto... per non parlare delle innumerevoli Batcinture, dei vari Batarang e del gigantesco Batcomputer del serial televisivo degli anni Sessanta. Tutte cose realmente costruite per la bisogna filmica e delle quali esistono svariati modellini in svariate scale, ma che sono completamente assenti in questa mostra assolutamente bidimensionale e tutto sommato davvero poco tecnologica. Certamente gli albi originali esposti e le riproduzioni di copertine e splash pages sono tutte a tema ma sono un po' pochino se consideriamo il contesto generale nel quale si trova questa esposizione.

Miller come "ghost artist" di Batman! Se non ci fosse da piangere ci sarebbe da ridere!

Dick Sprang. Litografia del 1995: The Secrets of the Batcave

Non bastano a risollevarne le sorti le tredici opere originali di Simone Bianchi, Giuseppe Camuncoli, Bill Sienkiewicz, Gabriele dell'Otto e Milo Manara e la video intervista realizzata da Vincenzo Mollica a Bob Kane che dovrebbe essere del 1992 (secondo i curatori della mostra "Batman: Oscurità e luce" che si tenne a Città di Castello nel 2017) e non del 1993 come annunciato nelle note ufficiali relative alla mostra pubblicate sul sito del Museo ambrosiano. Nel link che vi abbiamo segnalato il colloquio è purtroppo ripreso con una videocamera o un telefonino dallo schermo che la proiettava ma si leggono abbastanza a lungo i sottotitoli per farsi un'idea di quanto vi venga detto. L'intervista a Bob Kane è infatti interessante tanto per conoscere le influenze che hanno portato alla genesi del personaggio quanto per rendersi conto di che genere di personaggio fosse il co-creatore di Batman, che definisce Frank Miller "un ghost artist" di Batman. Ci tengo a sottolineare il concetto di "co-creatore" perché gli autori di molti altri articoli che girano per la Rete ne parlano erroneamente come di creatore unico, ignorando il fatto che ormai da qualche anno anche allo scrittore Bill Finger sono stati riconosciuti i diritti nell'ideazione del personaggio.


"Batman" 10



In conclusione si poteva fare di meglio senza ulteriori grandi sforzi vista l'infinita gadgettistica, anche a buon prezzo, che si ha a disposizione del Cavaliere Oscuro. Ci si può comunque togliere la soddisfazione di lasciare un pensiero, un autografo o un disegno su un grande pannello dedicato appositamente ai visitatori della mostra.



Pierangelo Serafin

N.B. trovate i link alle altre novità su Interviste & News!