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mercoledì 5 dicembre 2018

DALLAS STOUDENMIRE: QUATTRO MORTI IN CINQUE SECONDI! “HELL PASO” E I SUOI BORDELLI! LA FAIDA DI STOUDENMIRE CONTRO I MANNING! - LA STORIA DEL WEST by WILSON VIEIRA (LXIII PARTE)

di Wilson Vieira

Dopo il post "presidenziale" dello scorso mese Wilson ci riporta a terra, a un livello più "umano", fra i pistoleros e le "donnine allegre" della Frontiera. E anche per quest'anno il nostro carissimo amico e collaboratore carioca ci saluta per un po' - in Brasile è tempo di vacanze estive: la Storia del West torna fra una sessantina di giorni. Vi ricordiamo che le immagini non bonelliane sono state tutte selezionate e posizionate nel testo dallo stesso Vieira. Buona lettura! (s.c. & f.m.)






Dallas Stoudenmire (1845 – 1882) è stato uno dei più pittoreschi e interessanti tra i pistoleri del vecchio West, anche se oggi è molto meno conosciuto di Bat Masterson (1853 – 1921) e Wyatt di Earp (1848 – 1929). Sarebbe adatto come protagonista di un grande romanzo o di una serie TV sullo stile di "Deadwood". Tempi disperati richiedono misure disperate e nell’aprile del 1881, El Paso, in Texas, era "disperatamente disperata" come città. Quattro linee ferroviarie vi erano confluite, trascinandosi dietro giocatori d’azzardo, uomini armati, violenti e tante “donne di dubbia virtù”. Fra di loro Etta Clark: arrivò in treno, era alta solo un metro e mezzo e portò con sé un temperamento meschino e una bocca infuocata. Doveva comunque avere qualche fascino, perché si diceva che avesse incantato alcuni dei più danarosi uomini di El Paso. 
El Paso aveva il solito assortimento cittadino di queste "signore della notte", a partire dalle passeggiatrici, che pubblicizzavano le loro "mercanzie" affacciandosi dalle finestre dei loro monolocali, detti cribC'erano poi le donne da saloon che lavoravano nei loft dietro il bar o al piano di sopra. A capo dell'organizzazione c’erano le “Madam”. Le case di tolleranza a El Paso fiancheggiavano Utah Street (ora Mesa Street). In questi edifici lavoravano solo le donne più belle, con le vesti più belle possibili. Queste strutture si rivolgevano solo agli uomini più ricchi della città.


Tex n. 117, luglio 1970. Disegno di Galep



Gli uomini di El Paso avevano una grande varietà di ragazze tra cui scegliere; le passeggiatrici prendevano dai cinquanta centesimi a un dollaro, mentre le ragazze dei bordelli chiedevano dai 3 ai 5 dollari: ricordiamoci che siamo intorno al 1880! Le Madam erano esperte nel far soldi con le loro ragazze. Alle ragazze veniva fatto pagare tutto: le stanze, i pasti, il bucato e tutti gli indumenti forniti. Dal momento che le ragazze spesso avevano problemi nel far fronte alle loro spese, le Madam permettevano loro di tenere un conto aperto. Spesso una ragazza diventava così indebitata da non riuscire mai a pareggiare, e allora la Madam le avrebbe inflitto una severa punizione. Pratica comune era quella di confiscare gli indumenti delle ragazze fino a quando gli arretrati non fossero stati saldati. Parecchie delle ragazze di Etta Clark si trovarono in questo stato, e nel 1882 le fecero causa otto volte, da dicembre 1881 ad aprile 1882, affermando che si appropriava ingiustamente delle loro coseClark perse la causa e dovette pagare le ragazze che l'avevano citata in giudizio. 
Le Madam pubblicizzavano la loro attività in vari modi. Nel 1901, nella Worley's Directory della città di El Paso, la Clark registrò la sua occupazione come "proprietaria di stanze ammobiliate" e mise in elenco il suo nome come “Madam Etta Clark”. La maggior parte degli uomini che scorrevano la Directory sapevano che affittava le sue stanze a ore e che il “mobilio” includeva una ragazza. Sono stati utilizzati biglietti da visita stampati su pelle e pubblicità in opuscoli di grandi eventi cittadini. Le Madam erano davvero astute donne d’affari.



Conosciuta come “Fat Alice”, Alice Abbot era la rivale di Etta Clark e aveva la sua casa d'appuntamenti proprio di fronte all'attività della Clark. Alice arrivò a El Paso nel 1880: con il suo metro e ottanta abbondante di altezza e i suoi formidabili cento e passa chili di peso, Alice era una forza da non sottovalutare. Nessuno sembra sapere perché le due diventarono così acerrime rivali. Una volta Alice disse che Etta Clark era una puttana per i negri. In quell'epoca ricca di pregiudizi era l’insulto definitivo.
Il primo ufficiale di polizia ucciso in servizio fu il vice-marshall Thomas Mode. Mode, recatosi al bordello della Abbott per una rissa, fu centrato da diversi colpi di pistola e rotolò nel fango di Utah Street, dove morì. Non si hanno ulteriori dettagli diq uesto incidente avvenuto il 19 luglio 1883. Il 18 aprile 1886 scoppiò una lite tra la Abbot e una delle sue ragazze, Bessie Colvin, che voleva andare a lavorare per Etta Clark. Bessie cercò rifugio nel salotto di Etta, con Fat Alice all’inseguimento.  Alice bussò alla porta di Etta con i suoi pugni simili a prosciutti. Quando finalmente Etta aprì la porta, Alice la colpì in pieno viso. Sconvolta dal dolore e dalla rabbia, Etta si voltò e corse a prendere una pistola. L’incidente fu riportato dalla stampa come segue: 
L’arma ha ruggito la sua autorità, inviando un proiettile nell’arco pubico di Alice. Stringendosi all’inguine, Alice urlò: “Mio Dio, mi hanno sparato.” Alice barcollò fuori dal salone e si schiantò giù in strada.

Tex n. 216, ottobre 1978. Disegno di Galep


Etta Clark le sparò di nuovo ma la mancò. Quando Alice alzò lo sguardo, colse Clark con un sorriso sul viso mentre rientrava in casa. Alice sopravvisse alla sparatoria, nonostante il rischio di avvelenamento del sangue, e una probabilità di morire del 50%. I giornali chiamarono questo caso Public Arch Shooting (con "public" al posto di "pubic"), ma tutti quelli che leggevano la notizia sapevano a che cosa si riferisse effettivamente. La storia fu ampiamente diffusa e indusse il pubblico a canzonare Alice, aumentando così la sua rabbia e il suo odio. Per aggiungere al danno la beffa, bastò un quarto d’ora alla giuria per dichiarare Etta Clark non colpevole per legittima difesa. L’umiliazione di Fat Alice era ora completa. Nelle prime ore del 12 luglio 1888, il salone di Etta Clark prese fuoco mentre lei e tutte le ragazze dormivano. Riuscirono tutte a scappare, ma la casa e tutti gli arredi furono distrutti. Più tardi si disse che Alice aveva ingaggiato un paio di ubriaconi per appiccare l'incendio, ma la mancanza di prove portarono all’assoluzione di Alice e dei suoi uomini. 
Etta Clark e le sue ragazze retrocessero al livello di passeggiatrici. La fortuna di Etta cambiò con l’apparizione di J. P. Dieter, un cliente che l'adorava, che le costruì un nuovo, enorme salone. Sua moglie divorziò da lui e portò i loro figli a Est. Etta e Dieter vissero come marito e moglie senza mai sposarsi. Nel febbraio 1890 Fat Alice affittò il suo bordello a una donna più giovane, Tillie Howard. Alice trascorse diversi anni solitari e infelici e il 7 aprile 1896, alla soglia dei 40, morì di un infarto. Fu sepolta nel cimitero di Evergreen. La Clark si ammalò nel 1904 e cambiò sede del suo bordello; questo andò a fuoco nel 1905 ed Etta soffrì di complicazioni causate dall'aver respirato il fumo fino alla sua morte, avvenuta nel 1908.




Le multe inflitte alle prostitute di strada e alle donne dei bordelli pagavano gli stipendi della polizia e dei vigili del fuoco, così i padri della città chiudevano un occhio sulle denunce relative alle "case chiuse". Tuttavia, nel 1882 iniziarono a far rispettare le sezioni 49 e 73 della Carta della città, ordinando l’arresto di tutte le prostitute e di chi dava loro lavoro. Ovviamente il termine "arresto" era usato in senso improprio, visto che le "donnine" venivano rilasciate appena pagata la multa. Era a tutti gli effetti una licenza per praticare il loro "commercio".
A un tiro di sputo dal Messico e dai senza legge dei territori Occidentali, El Paso divenne un paradiso per vagabondi, ladri, assassini e altri criminali, una vera Hell Paso. La città non era completamente priva di un rappresentante della Legge e dell'Ordine. L’ufficio dello sceriffo della contea era a sole quindici miglia di distanza: un viaggio di mezza giornata a cavallo. Fort Bliss era più vicino, ma l’esercito era già troppo impegnato nel difendere i coloni dagli Indiani e dai predoni stranieri.




C’era poi un’intera compagnia del Texas Rangers Frontier Battalion, con sede proprio lì in città. Una forza di quaranta temibili uomini che pochi anni dopo avrebbe adottato il motto One Riot, One RangerNon poteva però essere ovunque contemporaneamente, soprattutto quando avevano da controllare un indisciplinato confine 2000 chilometri con il Messico. A quel tempo, El Paso, chiamata appunto “Hell Paso”, aveva una reputazione di città violenta e sperava di assumere qualcuno dall’esterno che avesse una reputazione altrettanto “dura”. El Paso, negli anni ‘70 e ‘80 dell'800, era una città aperta che chiedeva semplicemente di essere “occidentalizzata” e la storia di Stoudenmire ha molti degli ingredienti di un vero, classico spaghetti westernIn effetti potremmo chiamare la serie "El Paso" e presentare al pubblico Stoudenmire insieme ai malviventi John Selman (1839 – 1896) e John Wesley Hardin (1853 – 1895); Oppure potrei semplicemente concentrarmi su Stoudenmire e chiamarla "Dallas", che potrebbe essere un buon nome per una serie TV western.

Zagor n. 363, ottobre 1995. Disegno di Ferri


Pistolero e uomo della legge, Dallas Stoudenmire nacque ad Aberfoil, in Alabama, l'11 dicembre 1845, uno dei nove figli nati da Lewis (1806 – 1852) ed Elizabeth Stoudenmire (1811 – 1861). Nel 1862, si arruolò nell’Esercito Confederato al servizio del 45° Fanteria dell’Alabama. Durante la ferma fu ferito diverse volte e portò dentro di sé due pallottole per il resto della sua vita. Quando la guerra finì, si trasferì a Columbus, in Texas, intorno al 1867, dove si diceva avesse ucciso un certo numero di uomini. Sebbene fosse decisamente pericoloso, era considerato un gentiluomo in presenza delle signore, che trovavano il suo bel viso e il suo vestito ben curato piuttosto attraenti. Tuttavia, Dallas aveva un brutto carattere, specialmente quand'era ubriaco. Continuando a perfezionare le proprie capacità di tiro, diventò ugualmente preciso con entrambe le mani e portava sempre due pistole. Durante questi anni lavorò come allevatore di pecore, falegname, costruttore di carri e commerciante. Qualche tempo dopo si unì ai Texas Rangers e nel 1874 servì come secondo sergente nella compagnia di J. R. Waller. In seguito, visse brevemente nel Texas Panhandle e in Messico; poi prestò servizio per un breve periodo come Marshal a Socorro, nel New Mexico. Mentre era a Socorro, suo cognato, Samuel M. “Doc” Cummings, che viveva a El Paso, lo convinse a raggiungerlo per occupare il posto vacante di Marshall. Anche Doc Cummings servì come Marshal a Socorro, nel 1878. Un uomo grande e grosso, questo Doc, gran bevitore e incline alla rabbia esplosiva: aveva molto in comune con Dallas.




Anche se Marshal Stoudenmire aveva un vice, l’ex Ranger James Gillett, era Doc Cummings il sostegno più fidato di suo cognato. Nel febbraio del 1882 Doc fu ufficialmente incaricato di andare con uno sceriffo del Kansas in Messico in cerca di uno stupratore (anche se il risultato di questo inseguimento è sconosciuto). Al suo ritorno, Doc scoprì che sia Stoudenmire sia il suo vice avevano contratto l’influenza. Quando si riprese Dallas si diresse verso Columbus dove avrebbe dovuto sposare Miss Isabella Sherrington. Con Gillett ancora bloccato a letto, restò Doc a incarnare la legge a El Paso in quel periodo. Nonostante il suo soprannome, non ci sono prove che abbia mai praticato la medicina. Era un albergatore e a El Paso aprì un ristorante, The Globe, che pubblicizzava così: Niente polvere, niente rumore, niente moscheIl che, se era vero, era un bel risultato nel Far West! Doc aveva sposato la sorella di Dallas nel 1874 e avevano avuto una figlia.
All’inizio di aprile del 1881 Stoudenmire si era dunque recato a El Paso e fu assunto quasi subito, iniziando a operare come Marshal l’11 aprile. Veloce nell'estrarre la pistola, dal brutto carattere, si dice che abbia fatto più di ogni altro uomo per frenare l’illegalità che dominava “Hell Paso” nei suoi giorni più violenti. Fu il sesto Marshal della città in soli otto mesi. Il suo primo compito fu quello di ottenere le chiavi della prigione della città da un vice Marshal ubriaco. Quando Stoudenmire andò dal vice Bill Johnson per prendere le chiavi, questi, completamente ubriaco, borbottò che avrebbe dovuto tornare a casa per cercarle. Tuttavia, Stoudenmire perse la pazienza e chiese di avere immediatamente quelle chiavi. Quando Johnson continuava a cercare scuse, Dallas ribaltò fisicamente l’uomo a testa in giù, prese le chiavi e lo gettò a terra. 
Solo tre giorni dopo Stoudenmire fu coinvolto in uno dei più famosi scontri a fuoco in Texas, definito dagli storici come il “Combattimento dei quattro morti in cinque secondi”. Uno dei bagni di sangue più famosi dell’epoca fu provocato dall'omicidio di due giovani vaqueros messicani che erano sulla pista di un branco di bestiame rubato.




In questo esplosivo mix aggiungiamo dunque i Messicani, arrabbiati per il presunto omicidio di due dei loro connazionali da parte di un ex Texas Ranger, Chris Peveler, e di Frank Stephenson, un ladro di maiali. I Ranger erano odiati dai Messicani, ma anche tra molti Anglosassoni di El Paso avevano fama di ubriaconi, e anche il Marshal Stoudenmire, nonostante il suo passato di Ranger, non ne aveva affatto una buona opinione. Se aggiungiamo al calderone il calore del Texas, la polvere, le prostitute, il "machismo", i banditi, gli ubriachi, le armi da fuoco che erano ovunque e, soprattutto, l'alcol, otteniamo un’atmosfera veramente esplosiva. Settantacinque messicani, armati e pronti a combattere, cavalcarono su El Paso il 14 aprile 1881. I Ranger erano di base a Ysleta, dieci miglia a sud-est. La ricerca dei corpi dei braccianti scomparsi condusse la compagnia nel ranch di Johnny Hale, un noto ladro di bestiame. Ciò portò a un’inchiesta, con l'agente di El Paso Gus Krempkau (1856 – 1881) che faceva da interprete.







Il 14 aprile, mentre Krempkau era al Keating’s Saloon, uno dei peggiori ritrovi di El Paso, litigò con l’ex Marshal della città, George Campbell. Il rancher John Hale, un alleato dei fratelli Manning (dei quali parleremo più avanti), difendeva Peveler e Stephenson. Molti pensavano che Krempkau, con la sua traduzione, avesse favorito la parte messicana. Le tensioni aumentarono. L’inchiesta fu rinviata. Fuori dal saloon, un Campbell ubriaco ringhiò: Qualsiasi americano che è amico di un messicano dovrebbe essere impiccato!
Quando Krempkau disse a Campbell di sperare che non lo intendesse per davvero, Campbell replicò: A buon intenditor, poche parole! Hale, che aveva bevuto molto, chiamò Campbell e disse: L’ho preso George, l’ho preso! E sparò, colpendo Krempkau proprio sotto il cuore, che cadde ferito contro la porta del saloon. Rendendosi conto di quello che aveva fatto, Hale corse dietro un palo di fronte al saloon proprio mentre il Marshal Dallas Stoudenmire appariva con le pistole alzate. Stoudenmire sparò a sua volta, ma il proiettile non andò a segno, colpendo un innocente spettatore messicano. Quando Hale sbirciò da dietro il palo, Stoudenmire sparò di nuovo, colpendolo in mezzo agli occhi e uccidendolo all’istante. Quando Campbell vide Hale cadere, uscì dal saloon agitando la pistola e urlò: Signori, questa non è la mia battaglia! Tuttavia Krempkau non era d’accordo e, anche se ferito gravemente, sparò a Campbell, colpendolo nella mano che reggeva la pistola e in un piede. Allo stesso tempo, Stoudenmire si girò e sparò anche lui a Campbell, spedendogli tre proiettili nello stomaco. Mentre Campbell si schiantava sulla strada polverosa, gridò: Mi hai ucciso! Quando la polvere si posò, sia George Campbell sia l’agente Krempkau erano morti. 
In meno di cinque secondi di scontri furiosi quattro uomini erano morti. 
Questo scontro a fuoco fu ben pubblicizzato sui giornali di città lontane come San Francisco e New York City e fece di Stoudenmire una vera leggenda. La città si divise fra chi era a favore e chi contro Stoudenmire. I Manning, amici di Hale e Campbell, mantennero alto il risentimento dell’ex-vice Bill Johnson per l'umiliazione subita con le chiavi della prigione, alimentandolo con numerose bevute gratuite e armandolo per uccidere Stoudenmire.



Tex n. 285, novembre 1987. Disegno di Galep

Tre giorni dopo lo scontro a fuoco in strada strada Stoudenmire e Doc Cummings erano di ronda e, all’incrocio tra le vie El Paso e San Antonio, Johnson li aspettava nascosto dietro una pila di mattoni (il legno americano e gli edifici di mattoni stavano gradualmente sostituendo il vecchio adobe nelle costruzioni) con una doppietta e, ovviamente, una bottiglia di whisky. Quando arrivarono i cognati, Johnson si alzò e sparò, ma era troppo ubriaco per colpirli entrambi. Stoudenmire e Cummings tirarono fuori le pistole e lo fecero a pezzi. Altri iniziarono a sparare e qualcuno colpì Stoudenmire nel tallone, ma il Marshal diede loro addosso e fuggirono. Le cose si placarono. Ma tutti sapevano che un altro attacco di violenza a El Paso era solo questione di tempo, perché la morte di Johnson fece ulteriormente infuriare i fratelli Manning che alla fine si sarebbero vendicati. 
Nel frattempo, Stoudenmire continuò con la sua linea dura contro la città senza legge di El Paso. Tra l'agguato di Johnson in aprile di Johnson e il successivo febbraio, Dallas uccise altri sei uomini durante sparatorie o arresti in flagranza. Il tasso di criminalità violenta della città cominciò a calare quando la leggenda di Stoudenmire crebbe.






Nel febbraio del 1882 Dallas tornò brevemente a Columbus, in Texas, dove sposò Isabella Sherrington. Durante la sua assenza, il 14 febbraio, James Manning uccise il cognato di Stoudenmire, il suo grande amico Stanley Doc Cummings. Mentre Manning e Cummings erano al Coliseum Saloon, di proprietà di Manning, i due cominciarono a litigare. La disputa si intensificò finché il fumo della pistola non riempì la stanza. Quando l’aria si schiarì, Cummings era inciampato fuori dalla porta del saloon dove era caduto morto. Manning fu arrestato ma, al suo processo, fu sentenziato che aveva agito per legittima difesa. La giuria piena di residenti locali, molti amici dei Manning, e Stoudenmire era infuriato. 
Le persone più in vista della città erano i fratelli Manning: George Felix (1837 – 1925), noto anche come “Doc”, perché era un medico, Frank e James. Doc Manning era un uomo istruito che suonava il violino; aveva un brutto carattere e sapeva come usare una pistola. Il fratello Frank aveva aperto sotto un tendone il saloon Infernal quando la ferrovia si avvicinava a El Paso e quando vi arrivò, aprì il Manning Saloon (dove adesso sorge l'Hotel Paso Del Norte).







James aspirava a entrare in politica: fu tra i co-fondatori del giornale “El Paso Times” e si candidò (senza successo) come sindaco. Erano tutti forti bevitori e pericolosi. Sfortunatamente, l’unico uomo che era stato in grado di tenere testa al Marshal era l’ormai defunto Cummings. Anche Stoudenmire, sempre più arrabbiato, cominciò a bere pesantemente e spesso affrontò quelle persone che riteneva fossero responsabili dell’assoluzione di Manning. Divenne così pericoloso, che molte persone evitavano di venire in città o di entrare nei saloon per paura di imbattersi in lui. Sebbene avesse dimostrato la sua efficacia come uomo di legge, le sue azioni iniziarono ad allontanare la gente da lui. Da considerare anche che lui era un nuovo arrivato, in una città dove i Manning avevano molti amici. I maggiorenti della città cercarono di controllare Stoudenmire, la sua propensione al bere e le sue azioni approvando una norma che impediva ai tutori della legge di bere pubblicamente, sottoponendoli a multe e all'arresto. Tuttavia, essendo lo stesso Stoudenmire a riscuotere le multe, la legge cadde nel nulla e il Marshal continuò a bere. Nel frattempo, le sue azioni diventarono sempre più bizzarre. Era noto per usare la campana della Chiesa di San Clemente come bersaglio pattugliava le strade, era sospettato di spendere fondi non autorizzati e litigava costantemente con i funzionari della città. La sua lista di nemici crebbe, incluso il direttore di “El Paso Times”, George Washington Carrico, il quale sostenne che il tasso di criminalità della città variava inversamente con la sobrietà del suo Marshal. Il 27 maggio 1882, la città ne aveva finalmente avuto abbastanza e il consiglio annunciò che avrebbero licenziato il Marshal.



Tuttavia, quando Stoudenmire li affrontò, ubriaco, e li sfidò a prendere i suoi fucili o a portargli via il suo lavoro, fecero un passo indietro. Due giorni dopo, un sobrio Stoudenmire si dimise volontariamente. Iniziò quindi a dirigere il “Globe Restaurant”, che in precedenza era appartenuto a suo cognato. Stoudenmire avrebbe dovuto lasciare El Paso, ma il 13 luglio accettò l'incarico di vice US Marshal, con base in città. Per alcuni mesi tutto fu tranquillo. Ma il 17 settembre uno Stoudenmire molto ubriaco entrò nel “Manning Saloon” all'inseguimento di un ricercato che pensava potesse essere lì. Soddisfatto che il fuggiasco non fosse presente, Stoudenmire barcollò fino al più vicino bordello. Il mattino seguente, dal piano di sopra, Stoudenmire sentì che i Manning erano entrati armati e lo cercavano per aver violato i patti ed essere entrato armato nel loro saloon.
Di nuovo, gli emissari della pace cercarono di sistemare le cose. Tutte le parti dichiararono che volevano la pace, ma se l’altro voleva combattere, avrebbero risposto. Tutti concordarono di incontrarsi più tardi quel giorno, il 18 settembre alle 17:30, e firmare un trattato. Questo, tuttavia, non impedì a Stoudenmire di usare la pistola per risolvere le liti e la sua faida in corso con i fratelli Manning continuò. In effetti, la faida era così incancrenita che gli abitanti locali scavalcarono Stoudenmire e i Mannings per firmare un cosiddetto “Trattato di Pace”, che fu pubblicato su giornale "El Paso Herald": 
Noi, le parti qui sottoscritte, che in questo giorno hanno appianato tutte le differenze e i sentimenti ostili che esistono tra noi, con la presente concordiamo che in seguito ci incontreremo regolarmente e ci scambieremo opinioni a vicenda in termini amichevoli, e che il passato sarà passato.
Ma, Dallas continuava a fare minacce ogni volta che beveva. Stoudenmire entrò nel “Manning Saloon” (forse una posizione neutrale sarebbe stata meglio) e vi trovò Doc e Jim Manning, ma non Frank. Jim uscì per andare a cercare Frank e lasciò soli Doc e Dallas. Quasi immediatamente si presero a brutte parole e entrambi gli uomini estrassero le pistole. Uno tipo coraggioso si mise tra loro, ma potrebbe aver causato la morte di uno dei duellanti, perché Stoudenmire fu sbilanciato e il proiettile di Doc si schiantò nel suo braccio sinistro, recidendo un’arteria, e poi rimbalzò nel suo petto. Un secondo colpo centrò Stoudenmire, ma fu fermato da alcuni documenti e una foto che portava in tasca. Tuttavia, l’impatto fu sufficiente a far cadere l'uomo attraverso le porte del saloon giù strada. Fuori, Stoudenmire estrasse l’altra pistola e sparò a Doc Manning mentre usciva dal saloon, colpendolo a un braccio e facendogli volare via l'arma. I due si accapigliarono a terra. Nel frattempo Jim era tornato di corsa e aveva estratto una vecchia Colt. Tirò indietro il cane e sparò, ma mancò il bersaglio, spaccando l'insegna di un barbiere. Un secondo colpo, comunque, prese Dallas appena sopra l’orecchio. Era tutto finito. 

Julia n. 69, giugno 2004. Disegno di Soldi


Sia Doc che Jim Manning furono assolto da Ysleta in processi separati per omicidio. 
Nell’aprile del 1883 Frank Manning (che non era presente alla morte di Stoudenmire) sostituì James Gillett come Marshal della città. Non durò a lungo; fu licenziato per aver percosso un negoziante. Fece fortuna in Arizona. Nel 1922 fu internato in un ospedale psichiatrico, dove morì nel 1925. Doc Manning si trasferì a Flagstaff e praticò la professione medica, nonostante un braccio paralizzato. Morì anche lui nel 1925. Jim si trasferì nello stato di Washington e morì di cancro nel 1915. 
Prima che morisse, Stuart N. Lake (1889 – 1964) si offrì di scrivere la sua biografia, ma Jim declinò e suggerì a Lake di contattare invece Wyatt Earp. Il risultato fu Frontier Marshal e una grande fama per Earp. Jim morì invece da sconosciuto. Non era giunta però la fine delle uccisioni nei saloon di El Paso, come sapranno tutti gli studiosi della vita e della morte di John Selman e John Wesley Hardin (1853 – 1895). 
I funerali di Stoudenmire si svolsero presso la Loggia Massonica 130 di El Paso prima che la sua salma fosse portata da sua moglie a Columbus, in Texas, per la sepoltura - nello stesso luogo dove pochi mesi prima si erano sposati. La Loggia 130 avrebbe pagato anche tutte le spese inclusi 4,50 dollari per la bara e 11,55 dollari per il suo vestito funebre. È sepolto nel cimitero di Alleyton, nel Texas. Stoudenmire aveva avuto una breve carriera come uomo di legge, guadagnando pochi soldi. I suoi compagni Massoni fecero una colletta per le sue spese di sepoltura. 



In quei giorni, le bare erano fatte in casa oppure dai proprietari dei mobilifici, che fungevano anche da direttori delle pompe funebri. I familiari e i vicini si raduvano prima della sepoltura e mangiavano cibi tradizionali dei funeral party - come pollo fritto, gnocchi, torta e insalata di patate. Tutti si scambiavano pettegolezzi e raccontavano aneddoti sul defunto. Alla fine, giunto il momento, si radunavano tutti attorno alla bara, che di solito veniva appoggiata su un paio di cavalletti di legno. L'addetto alle pompe funebri avrebbe tenuto un sermone e letto il servizio funebre, quindi i becchini caricavano la bara su un carro agricolo, per condurla al cimitero locale. Le persone in lutto camminavano o cavalcavano in processione fino al cimitero, e una volta lì, tutti si radunavano intorno alla tomba mentre il responsabile pronunciava le preghiere finali per il defunto. Molte delle persone in lutto si lamentavano e piangevano ad alta voce; se la famiglia avesse a sua volta implorato a voce alta, la gente si chiedeva se alla famiglia interessasse davvero molto del defunto. Eppure, anche nella sua morte, Dallas Stoudenmire aveva lasciato un segno su El Paso. Si disse che la città si stava allontanando dai suoi giorni di illegalità, grazie allo spirito del coraggioso Marshal. Durante la sua vita, Stoudenmire fu coinvolto in più sparatorie di gran parte delle sue controparti più conosciute - come Wyatt Earp (1848 – 1929), Bat Masterson (1853 – 1921), Elfego Baca (1865 – 1945), Luke L. Short (1854 – 1893), John Henry “Doc” Holliday (1851 – 1887) e John Selman (1839 – 1896). È accreditato come colui che con successo riuscì ad addomesticare una delle città più violente nel Vecchio West, la notoriamente selvaggia “Hell Paso”!
La maggiore autorità sulla vita di Dallas Stoudenmire (come per Hardin, Selman e Pat Garrett) è lo storico di El Paso Leon Claire Metz (n. 1930). Il suo Dallas Stoudenmire: El Paso Marshal (The Pemberton Press, 1969) è la biografia definitiva del pistolero. Metz ha incluso un capitolo su Stoudenmire nel suo famoso libro The Shooters (Publishing House Berkley, 1976), che, come tutti i suoi scritti, è ben documentato e perfettamente godibile...





Wilson Vieira


N.B. Trovate il link alle altre puntate della "Storia del West" su Cronologie & Index!

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