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venerdì 3 agosto 2018

UN’INFERMIERA OGNI GIORNO… TOGLIE LA VECCHIAIA DI TORNO! VIVIANE L'INFERMIERA

di Andrea Cantucci



Nella seconda metà degli anni ’70 del ‘900, anni di piombo e di tensioni politiche, al cinema ci si rilassava con pellicole di serie C del filone comico-sexy italiano, come “L’Infermiera” di Nello Rosati, “La Dottoressa del Distretto Militare” di Nando Cicero, “L’Infermiera di Notte” e “L’Infermiera nella Corsia dei Militari” di Mariano Laurenti, film dove paramediche e dottoresse avevano le provocanti fattezze di Ursula Andress, Edwige Fenech, Gloria Guida o Nadia Cassini (crocerossine da cui ogni maschietto avrebbe voluto farsi curare…), film volgarotti dall’erotismo contenuto oggi rivalutati per il talento più evidente di cotante attrici, la bellezza del loro cul… pardon, la loro bellezza cult. La formula fissa era mettere l’affascinante infermiera di turno in situazioni in cui, anziché essere lei a far spogliare i pazienti, erano loro a voler vedere spogliata lei, che le fossero affidati soldati di leva dagli ormoni sull’attenti o anziani incapaci di rassegnarsi alla pace dei sensi. 

Giovannona Coscialunga di Sergio Martino (1973)


Il fumetto di cui parliamo oggi è ambientato in una casa di riposo dove di arzilli anziani a cui badare ce ne sono tanti e, come suggerisce il primo episodio in cui l’anziana e formosa infermiera Giovannona (citazione di un’altra famosa interpretazione della Fenech) se ne va in pensione per essere sostituita da una protagonista più giovane e snella, è in quei film che si può rintracciare l’ispirazione principale della serie a fumetti “Viviane l’Infermiera”, scritta con goliardico spirito toscano da Filippo Pieri e disegnata con precisa sintesi moderna da Cristiano “Cryx” Corsani, una serie composta da una trentina di brevi episodi solo in parte scaricabili dal sito omonimo e ora raccolti integralmente in versione cartacea in un agile volumetto della collana Sbam! Libri. 


Le caricature di Cryx e Filippo Pieri visti da Cryx


Per paradosso, mentre in quei film sexy del secolo scorso appariva qualche nudo femminile più o meno integrale, questo fumetto di un terzo millennio in cui il sesso è accessibile in Rete in tutte le salse mostra molto meno. È vero che le prorompenti forme della giovane Viviane sono contenute a malapena dal succinto camice da infermiera e che spesso si disfa dei pochi abiti che indossa, ma le parti intime sono sempre celate alla vista dietro elementi strategici, con una castigatezza che oggi potrebbe apparire perfino eccessiva se non fosse una serie che punta molto più sulla comicità che sull’erotismo. Non è insomma un fumetto per veri e propri voyeur, come certi manga in cui si assiste ad acrobazie erotiche di infermiere sexy ben più disinibite. 


Jane nella versione di Mike Hubbard


Sembra di tornare agli involontari spogliarelli parziali della Jane creata da Norman Pett, che oltre ottant’anni fa, coi primi innocenti strip-tease della Storia del Fumetto, diede il via a quella che nel clima ancora puritano d’allora fu considerata la prima strip erotica. La bruna Viviane è simile alla bionda Jane nel carattere candido e ingenuo, che la rende provocante e allusiva suo malgrado, ricordando le belle svampite interpretate da Marilyn Monroe in film del dopoguerra come “A Qualcuno Piace Caldo” o “Quando la Moglie è in Vacanza”, più che le smaliziate eroine erotiche dei decenni successivi. Ma nel rigurgito moralista dei nostri giorni, ciò non ha impedito a un’associazione del settore infermieristico di protestare per una presunta mancanza di rispetto verso la categoria paramedica, che di certo non passava neanche per la testa a Filippo e Cristiano (è come se i fotografi si indignassero perché la Valentina di Crepax è una fotografa dall’intensa vita sessuale…). 

La misteriosa infermiera di notte Linda Carter, da Daredevil 58 (2004)


È naturale che un fumetto goliardico come questo prenda in giro tutti e non faccia far belle figure a nessuno dei personaggi, lo scopo delle cui disavventure è farci ridere di loro e per riflesso di noi stessi, ma si poteva almeno apprezzare l’aver promosso un’infermiera a titolare di una serie, cosa rara nei fumetti occidentali. Uno dei pochi precedenti è il personaggio di Linda Carter, protagonista di due albi Marvel di genere rosa, “Linda Carter, Student Nurse” (L’Infermiera Studentessa) del 1961 e “Night Nurse” (L’Infermiera di Notte) del 1972. Le sue storie non erano comiche né sexy ma, soprattutto nell’ultima versione apparsa dal 2004 in storie di altri eroi, era una prosperosa brunetta in tacchi alti e camice a mezza coscia di cui Viviane potrebbe benissimo essere la caricatura, a parte il fatto che alla Marvel nel 2006 hanno avuto l’accortezza di rimuovere dall’uniforme della loro infermiera il simbolo della Croce Rossa, sicuramente per evitare troppe polemiche. 


La fatiscente Casa Nova sul retro del libro


Come ovvio, le storie di Viviane non sono incentrate solo su di lei, ma su un variegato cast di personaggi gravitanti attorno alla fatiscente residenza per anziani Casa Nova, nome ironico e plausibile per un ospizio ma anche azzeccato gioco di parole che evoca scherzose atmosfere libertine. Essendo gli autori fiorentini, hanno ambientato le storie nella loro città (infatti nomi e dialoghi contengono vari toscanismi e a un certo punto si vede anche la tramvia di Firenze), di conseguenza è naturale che molti personaggi siano chiamati per soprannome, cosa comunissima in Toscana soprattutto tra chi ha una certa età, per quel caustico spirito locale che non può evitare di prender in giro i difetti altrui, a dispetto di tutte le correttezze politiche di oggi. 

Le vecchiette sedute e Jesus

Il vecchietto più religioso è quindi detto Jesus. Un altro che, come il conte Mascetti di “Amici Miei”, non si rassegna a rinunciare alle donne a costo d’ingozzarsi di pasticche, è chiamato il Principe. Un terzo è detto Macao, probabilmente perché amante dell’omonimo gioco di carte o dei giochi d’azzardo in genere, mentre un mafioso in carrozzella, zio e protettore di Viviane che risolve tutto a rivoltellate, è semplicemente il Don. 

L'eterna partita a carte di Jesus, Principe e Macao

La soluzione universale del Don


Completano il gruppo degli ospiti l’azzimato Prof, un vecchio imbroglione che tenta con qualunque trucco di insidiare le grazie di Viviane, e due vecchiette molto sedentarie di cui una, Lea, ha col vecchio Jesus una storia d’amore che, data l’età di entrambi, è soprattutto platonica… ma fuori campo forse anche un po’ fisica. 
Invece lo staff dell’ospizio comprende la corrotta direttrice Kaputt (coi suoi intrallazzi simbolo del malaffare in ambito sanitario), il cuoco Italo (italiano d’altri tempi con abitudini ben poco igieniche), il robusto inserviente straniero Paco (personaggio positivo relegato ai lavori più umili), la mascolina fisioterapista Diamante e il giovane dottor Noè, di cui Viviane è innamorata senza essere ricambiata, diciamo per differenze di gusti… 

Lo staff di Casa Nova: Macao, Noè, Italo e Diamante


Personaggi esterni all’ospizio sono poi il prete fanatico padre Salvo (fedele al più becero fondamentalismo religioso), il muscoloso e geloso Raulo (ex boyfriend spagnolo di Viviane che sembra uscito da un film di Almodovar), il turpe e senza scrupoli dottor Frank Estine (al servizio delle multinazionali e complice della dottoressa Kaputt nelle peggiori scorrettezze) e la giovane e molto formosa Vesna (amica di Viviane nonché nipote di Giovannona, regolarmente vittima di ricatti sessuali sul lavoro). Anche se gli ultimi due non sono stati molto sviluppati, essendo presenti in pochi episodi, tutti incarnano temi e problematiche attuali. 
L’intero ciclo di Viviane raccolto nel libro è di ventinove storie di due pagine l’una. La breve lunghezza degli episodi, in parte apparsi on line uno alla volta, non è dovuta a pigrizia ma al poco tempo a disposizione degli autori, due dopolavoristi del fumetto che per vivere devono fare altro (nel quindicesimo episodio ne vediamo le caricature nelle vesti di due sfortunati ladri, attività a cui si spera non debbano mai dedicarsi…). 


L'esuberante Chiara di Notte, da Euramaster 2 (1994)


Del resto quello su due pagine è un formato già usato in passato per delle storie comiche con protagoniste sexy, in particolare per due serie scritte dal grande Carlos Trillo, l’una intitolata alla prostituta Chiara di Notte e l’altra alla giornalista Flopi di Giorno. La differenza principale è che gli episodi di Viviane non terminano necessariamente con una battuta finale. Va detto che creare battute sempre sulla stessa lunghezza è meno facile di quanto sembri, richiedendo la padronanza di precisi ritmi narrativi, tanto che anche Trillo per i testi delle due serie suddette dovette collaborare con un esperto di strisce comiche come Eduardo Maicas. 
I ventinove raccontini di Viviane quindi non ricordano tanto delle strip quanto delle brevi situation comedy, collegate insieme come certi telefilm in un’ideale saga a puntate, con le battute più forti (azzardati giochi di parole, poco velate allusioni sessuali o momenti imbarazzanti vari) che sono sparse qua e là e non collocate per forza nell’ultima vignetta. Nonostante ciò il risultato è a tratti divertente, in qualche punto veramente spassoso e comunque sempre simpatico. Lo si deve anche all’aver rievocato il tipico spirito di certi vecchi toscanacci, il cui udito difettoso potrà spesso creare ogni sorta di equivoci, ma che, anche mentre giocano all’irrinunciabile briscola e hanno ormai più d’un piede nella fossa, non rinunciano mai a sfottere tutto e tutti. 

I rischi di Viviane sotto la doccia

Il logo della serie di Viviane


Come dice nell’introduzione un altro toscano, l’umorista e sceneggiatore Moreno Burattini, il gruppo di arzilli vecchietti all’ospizio ricorda il film “Amici Miei – atto III”, solo che qui ci sono meno scherzi e più satira verso certe situazioni di abbandono e incuria. Probabilmente il merito principale dei nostri Pieri e Cryx è proprio l’aver dedicato una volta tanto un fumetto a quella terza età con cui, vista la scarsa natalità interna del paese, nei prossimi anni si ritroverà sempre di più a fare i conti la maggioranza degli italiani. Nonostante ciò gli ultrasettantenni non hanno molto spazio tra i protagonisti dei fumetti, in cui si celebra più che altro l’esuberanza giovanile. Forse quando si accorgeranno che ormai a comprare gli albi sono rimasti soprattutto lettori anziani, gli editori si decideranno a varare anche serie con eroi più in là con gli anni (tra i protagonisti anziani di fumetti si può ricordare la Nonna Abelarda di Carpi, il Mr. Natural di Crumb, il Numero Uno di Alan Ford, il Vecchio Eligio di Clod, i Vecchietti di Lunari, il Pertini di Andrea Pazienza, ma non moltissimi altri). 


Pertini disegnato da Pazienza, da il Male anno II n°34 (1979)

Viviane e i vecchietti

Altro merito della serie di Viviane, è aver evidenziato come l’essere anziani non significa dover rinunciare del tutto alla propria sessualità, né alla voglia di vivere e divertirsi. Mettendo da parte ipocrisie e pregiudizi, non si può negare che, quando saremo ormai molto stagionati e più di là che di qua, a tutti noi uomini etero non dispiacerebbe essere accuditi prima della fine da una crocerossina come Viviane (mentre le vecchie signore probabilmente gradirebbero di più la compagnia d’un altrettanto giovane e aitante infermiere). In fondo l’aver ancora per la testa certe cose, anche senza essere più in grado di farle al meglio, è uno dei modi migliori per continuare a sorridere a oltranza alla vita e scacciare ogni giorno la vecchiaia un po’ più in là…





VIVIANE L’INFERMIERA 
Testi: Filippo Pieri 
Disegni: Cryx 
Introduzione: Moreno Burattini 
Formato: 64 pagine in bianco e nero 
Rilegatura: brossurata con bandelle 
Editore: Sbam! 
Prezzo: € 9,50


Andrea Cantucci

N.B. trovate i link alle novità su Interviste & News!

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