di Pierangelo Serafin
Il
tempo dell’oblio
Può
sembrare strano che uno dei generi più conosciuti del medium
fumetto come quello dei super-eroi possa aver passato un periodo
di oblio pressoché totale (a eccezione di personaggi storici quali
Superman, Batman e Wonder Woman, sempre presenti
nelle edicole) durato quasi un decennio, tra il 1947 ed il 1956.
Il Flash originale - "Flash Comics" n. 1, gennaio 1940 |
Alla
fine del secondo conflitto mondiale un autentico esercito di eroi
mascherati messo in campo dalle varie case editrici (l’esempio più
famoso ed eclatante è il Captain America della Timely
creato dai giovanissimi Joe Simon e Jack Kirby),
che nell’immaginario sforzo bellico contro le forze del Terzo Reich
aveva trovato l’ideale scenario per lo svolgimento delle proprie
avventure, perse ogni ragione di essere... Come
la storia spesso insegna, quando ci si trova tra le macerie di un
mondo da ricostruire gli eroi si mettono in disparte e lasciano
all’opera le persone comuni.
Così
maschere e costumi lasciarono il posto a poliziotti e pompieri, a
stelle del cinema e intrecci romantici, ai racconti del vecchio West
e alle mummie e i fantasmi del genere horror, nonché alla
fantascienza e alla fantapolitica, con le due nuove minacce portate
all’American Way of Life (fittizie o reali che fossero), quali gli alieni e i temutissimi comunisti.
Verso la nascita del nuovo Flash... |
Un
nuovo bolide scarlatto
Una
comunque vasta platea di lettori era rimasta affezionata a quei
personaggi dai variopinti costumi e dagli straordinari poteri e aveva provveduto, nel corso degli anni, a subissare di richieste
sotto forma di missive la redazione della National
Periodical Publications, cosicché, quasi alla
chetichella, nel quarto numero datato Settembre/Ottobre 1956 di una
rivista contenitore (“Showcase”, appunto) fece la sua apparizione
un nuovo eroe mascherato… con un vecchio nome: The Flash.
Alla
casa editrice pensarono bene di recuperare il vecchio personaggio
operandone un restyling grafico che lo mettesse al pari dei
tempi, in quanto il Flash originale, che venne creato nel 1940,
sarebbe stato decisamente anacronistico nella nuova realtà degli
anni Cinquanta. Ed
è proprio un vecchio fumetto di Flash (simbolico trait d’union
tra passato e presente) quello che Barry Allen sta leggendo nel
suo laboratorio prima che un fulmine colpisca le sostanze chimiche
contenute nell’armadietto antistante - sostanze che,
infradiciandolo, gli doneranno il potere dell’ultra velocità.
L’autore
grafico di questa riscrittura è un artista americano (nato a
Brooklyn il 24 Maggio 1925) di chiare origini italiane che lavorava
per la National da quasi una decina d’anni: il suo nome è Carmine
Infantino. The
Mystery of the Human Thunderbolt! è probabilmente uno degli episodi più ristampati della storia del fumetto americano e viene
considerata l'avventura che ha dato inizio alla Silver Age of
Comics.
"Showcase" n. 4: copertina e splash page della prima, storica storia del nuovo Flash |
I
canoni artistici della nuova era
La
parola d’ordine per gli artisti della Silver Age era “normalizzare”
l’immagine dell’eroe, che non avrebbe dunque più ostentato un "mascellone" volitivo o un torace possente, ma sarebbe stato più simile all’uomo
comune, all'uomo di tutti i giorni.
Così
è dunque anche per il Flash di Carmine Infantino, del quale la
calzamaglia non esalta alcuna muscolatura in particolare e che,
sebbene sia un velocista, non viene neppure eccessivamente stravolto
dal suo incedere a ultra velocità. In
una famosa doppia tavola intitolata How I Draw the Flash pubblicata su “Flash Annual” n. 1 l’artista rivela quale sia uno
dei trucchi visivi che determinano l’effetto velocità donato al
suo personaggio.
Importante
fu anche il taglio che seppe dare ai riquadri all’interno della
tavole, accentuando salite e discese con vignette slanciate verso
l’alto oppure evidenziando il senso di velocità della corsa con
vignette orizzontali.
Caratteristiche
furono anche le skylines futuristiche delle città
nelle quali erano ambientate le storie, sia che si trattasse di città
americane dell’epoca, sia quelle di Gorilla City, sia quelle di un lontano futuro, sia quelle di un pianeta lontano
qual era Rann, luogo nel quale erano ambientate le avventure di
Adam Strange alle quali Infantino contribuì per una trentina
di albi, dal numero 53 al numero 84 della testata “Mystery in Space”
tra il 1959 e il 1963.
Tutte
queste innovazioni si fecero man mano che l’autore prendeva
confidenza con il Bolide Scarlatto; tavola dopo tavola, numero
dopo numero e soprattutto con un consenso da parte dei lettori sempre
più crescente. I
tempi, contrariamente a quella che era la caratteristica del
personaggio, erano piuttosto lenti e prima di avere attendibili
dati di gradimento era necessario attendere mesi.
Le
prime otto storie del rinnovato Flash vennero spalmate in quattro
numeri di “Showcase” (4, 8, 13 e 14) che uscirono tra il settembre
1956 e il giugno 1958, e si dovette attendere addirittura il febbraio
del 1959 perché Flash potesse disporre di un albo tutto per sé; ma
non si trattò di una nuova partenza, quanto piuttosto di una
prosecuzione che si potrebbe interpretare come un atto di continuità.
Come
se dieci anni non fossero passati la testata riprese dal numero 105, cioè dal numero successivo a quello dove era stata interrotta nel
febbraio del 1949.
Sul
personaggio di Flash Infantino restò per due lunghe run; la
prima durò dal numero 105 al numero 174 (compresi i quattro suddetti
numeri di “Showcase” e coprendo un periodo che va dal 1956 al
1967) per poi tornarvi dal numero 296 al 350 (dal 1981 al 1985, anno
di chiusura della prima storica serie).
Una parte della pittoresca Rogue’s Gallery sulla suggestiva copertina di “Flash” n. 174 |
Durante
la prima run di Flash venne creata la più consistente, variopinta e
bizzarra schiera di oppositori del Velocista di Central City (e di
un eroe dei comic in generale, a eccezione forse di molti
strampalati antagonisti del Daredevil di casa Marvel) che
prese il più famoso nome di Rogue's Gallery e che vanta
tra i suoi membri personaggi del calibro di Mirror Master,
Captain Cold, Gorilla Grodd, Captain Boomerang,
Weather Wizard e altri ancora.
Oltre
a questi avversari - a volte solitari, altre volte coalizzati tra di loro - che si preoccupavano di rendere più colorite le avventure del Bolide Scarlatto va ricordato anche colui che di Flash sarà prima la spalla
e poi l’erede nel periodo post Crisis: quel Kid Flash
che in realtà è l’alter ego di Wally West (e che diventerà nipote
di Barry Allen dopo il matrimonio con la zia Iris West) e che compare
dal numero 110 di “Flash”.
Le origini di Kid Flash narrate nel 1975 |
Il
ritorno degli eroi
Il
successo ottenuto da Flash portò al restyling
di personaggi storici come Wonder
Woman (affidata dal numero 98 della propria collana datato maggio
1958 a Ross Andru e
Mike Esposito)
e
Superman (sul quale Curt Swan
cominciò a operare dal 1960, anche
sulle storie, dopo un discreto tirocinio con le copertine), mentre si
trattò di un vero e proprio reboot
per altri personaggi come Green
Arrow (sul quale operò Jack
Kirby) nel 1958, Green
Lantern (grazie a Gil
Kane e Joe
Giella) nel 1959, Atom
(ancora Gil Kane con Murphy
Anderson) e Hawkman
(con il maestro Joe
Kubert), entrambi nel 1961.
Gradualmente,
molto lentamente ma con una discreta progressione (per meglio tastare
il polso ai lettori), il pantheon
degli eroi D.C. si rinnovò, creando
un nuovo interesse intorno al genere super-eroistico
che portò così una nuova linfa vitale nel mondo dei comic.
Inevitabilmente
altre case editrici ritentarono la carta degli eroi mascherati, ma
quella che emerse come autentica e reale concorrente della D.C. fu la
Marvel
che, risorta dalle ceneri della defunta Timely, ufficialmente entrò
in gioco con “Fantastic Four” n. 1, datato novembre 1961.
"Flash" n. 123, 1961 |
Una
nuova continuity
In
casa D.C. l’innovazione più importante avvenne nel settembre 1961, quando uscì la seminale Flash of Two Worlds (pubblicata
su “Flash” n. 123) che sanciva la connessione e il reciproco
riconoscimento tra l’universo di quella che verrà chiamata Terra
1 (nella quale operavano i nuovi supereroi degli anni
Sessanta) e l’universo di quella che sarà definita Terra 2
(nella quale invece si trovano gli eroi della Golden Age, che avevano chiuso
il loro percorso editoriale una quindicina d’anni prima): universi paralleli divisi, affinché non collidessero tra di loro,
sul piano vibrazionale. Di
fatto questa idea fu alla base del primo rinnovamento temporale di
continuity all’interno dell’universo D.C. e pose una netta
linea di separazione tra gli eroi della prima generazione e quelli
moderni.
Da
tutte queste rigenerazioni e rinascite rimase escluso per molto tempo
un unico eroe: Batman. Quando
le vendite delle testate dedicate all’eroe di Gotham
scesero al di sotto della soglia della legittima preoccupazione la
casa editrice convinse il suo creatore Bob
Kane della necessità di un
rinnovamento per un personaggio che ormai si trovava al di fuori di
ogni contesto dell’epoca - sia a livello di testi, sia a livello
grafico. Al
capezzale dell’agonizzante Uomo Pipistrello venne chiamato ancora
una volta Carmine Infantino che con il rinnovamento di Batman chiuse
idealmente il cerchio delle rinascite in casa D.C..
Copertina di “Detective Comics” n. 327 e splash page della storia del nuovo Batman |
Il
new look di Batman
Dopo
venticinque anni di controllo sulla propria creatura (la paternità
coatta di Bill Finger verrà riconosciuta solo nel 2015;
settantasei anni dopo la creazione del personaggio!) Bob Kane deve
rassegnarsi alla nuova visione dell’editore Julius Schwartz,
dello scrittore Gardner Fox e soprattutto del disegnatore
Carmine Infantino, che opererà una cura snellente sul detective
mascherato e doterà il suo costume di un ovale giallo al centro del
petto nel quale il simbolo del pipistrello acquisterà una maggiore
evidenza (a livello di merchandising finalmente si poteva
avere qualcosa di comparabile allo scudo con la “S” di Superman e
quindi più facilmente sfruttabile). The
Mystery of the Menacing Mask! (si noti l’analogia col
titolo della storia che rilanciò Flash, ovvero la succitata The
Mystery of the Human Thunderbolt!) viene pubblicata su
“Detective Comics” n. 327 datato maggio 1964 (esattamente trecento numeri e
venticinque anni dopo la prima apparizione di Batman, avvenuta su "Detective Comics” n. 27 del maggio 1939).
Il
team creativo riporta Batman e Robin alle storie dì ambientazione
urbana degli inizi ponendo fine a improbabili giri per l’universo
su pianeti distanti dai quali arrivavano pittoreschi criminali alieni
ma dimostra di avere ben poca dimestichezza col personaggio tanto
che, nella famigerata quarta vignetta di pagina tredici, Batman si
trova a intimare ordini perentori agli avversari appena sconfitti
con una pistola in mano.
La vignetta incriminata che suscitò un certo scalpore nei lettori dell’epoca |
A
parte il piccolo passo falso iniziale il contributo di Infantino
risolleva le sorti editoriali del Detective di Gotham, ma, malgrado il successo ottenuto, l’artista non rimane affezionato al
personaggio quanto lo era stato per Flash. Tutto
il lavoro svolto sui comic book di Batman (poco più di
cinquecento tavole, tra storie e copertine) dal maestro di Brooklyn è
infatti raccolto in un unico volume cartonato intitolato Tales
of the Batman – Carmine Infantino. L’artista
lavorerà anche sulle strisce di Batman, ma solo in maniera sporadica
durante il periodo 1966/67 e in un secondo tempo in maniera più
continuativa tra il gennaio 1990 e il maggio 1991. Del
suo periodo sul personaggio del Crociato Incappucciato è da
ricordare la storia che introdusse la nuova Batgirl (che
nell’ennesimo reboot è Barbara Gordon, la figlia del
commissario Jim Gordon), The Million Dollar Debut of
Batgirl, pubblicata su “Detective Comics” n. 359 datato
Gennaio 1967.
"Detective Comics" n. 359 – copertina e splash page. In Italia verrà pubblicata su “Batman” Mondadori n. 2 |
Paradossalmente
l’immagine legata al Dinamico Duo che più viene ricordata è una
pin up che venne allegata al centro di “Detective Comics” n. 352 e
che è stata utilizzata come copertina per la celeberrima raccolta di
storie Batman from the 30’s to the 70’s pubblicata
nel 1971 dalla Crown Publisher’s Inc. (in Italia Batman
dagli anni 30 agli anni 70 pubblicato da Milano Libri
Edizioni nel 1973) e per la suddetta Tales of the Batman –
Carmine Infantino pubblicata da D.C. Comics nel 2014.
Nel
1967, al fine di rilanciare le munifiche offerte fatte da Stan Lee per
avere Infantino alla Marvel, la D.C. decise di promuovere l’artista
al ruolo di art director prima e direttore editoriale dopo; a
lui si devono l’ingaggio di Dick Giordano proveniente dalla
Charlton Comics e Jack Kirby dalla Marvel, nonché il
lancio di nuovi talenti quali Denny O’Neil e Neal Adams. Quando
venne rimpiazzato da Jenette Kahn nel 1976 Infantino tornò a
lavorare come freelance e finalmente poté andare a fare esperienza
alla Marvel, anche se lavorò con una certa continuità solo su
“Spider-Woman” e su “Star Wars”. Tornato
in D.C. nel 1981 diede il suo contributo, tra i vari lavori di quel
periodo, al celebrativo numero 500 di “Detective Comics”, alla
seconda serie di “Supergirl”, alla mini serie “Super
Powers” e alla lunga succitata seconda run su “Flash”
dal numero 296 fino al numero 350 che sancì la chiusura della serie. L’ultima
storia disegnata da Infantino fu però un tributo all’appena
scomparso storico collega Julius Schwartz, pubblicata su “D.C.
Comics presents: Batman" n.1 datato Settembre 2004 e intitolato suggestivamente Batman of Two Worlds.
La cover dell’ultimo numero della serie di Flash. |
Carmine
Infantino morì nella propria casa di Manhattan il 4 Aprile 2013.
Le
pubblicazioni in Italia relativamente a Flash e Batman
Sebbene
gli “Albi del Falco / Nembo Kid” fossero editi da
Mondadori fin dal 1954 fu soltanto sul finire del 1960 che Flash
fece la sua prima apparizione. La
storia che venne pubblicata sul numero 241 della collana non fu
precisamente la prima in ordine cronologico, ma fu Il
conquistatore preistorico (Conqueror from 8 Millions
B.C.!), originariamente pubblicata su “Flash” n. 105, contenente un breve flashback sulle origini del personaggio.
Le copertine degli “Albi del Falco / Nembo Kid” n. 241 - con la prima apparizione di Flash - e n. 438 - con la prima apparizione del new look batmaniano |
La
bruttissima copertina nostrana dell’albo è realizzata con un
fotomontaggio di un’immagine di Flash incredibilmente mal riuscita
tratta dalla cover di “Flash” n. 107 (che viene attribuita a Carmine
Infantino e Joe Giella ,ma sorge legittimo il sospetto che sia stata
realizzata esclusivamente da quest’ultimo e che Infantino più che
i disegni abbia fatto un layout) presentato da un appena poco meno
brutto ritratto di Nembo Kid. Un’immagine simile è utilizzata per
il “Superalbo Nembo Kid” n. 6 uscito lo stesso
mese e che pubblica Il mistero di Gorilla City (Menace
of the Super Gorilla!), pubblicata in origine su “Flash” n. 106.
Soltanto
su “Superalbo Nembo Kid” del 20 Dicembre 1962 si può
finalmente leggere la storia del debutto, che viene semplicemente
intitolata La prima avventura di Flash; in compenso Il mistero del fulmine umano è il titolo che venne dato al primo
volume dedicato a Flash della collana “DC Comics Story”
pubblicata da “Il Sole 24 Ore” nel 2014.
Copertine dei “Superalbo Nembo Kid” n. 20 - con la storia Flash in due mondi (Flash of Two Worlds) - e n. 31 - con la prima storia della Silver Age |
Le
storie di Flash vennero regolarmente pubblicate su entrambe le
testate fino alla loro chiusura o, come nel caso degli “Albi del
Falco / Nembo Kid”, finché non cambiarono formato e
denominazione in “Superman”. Dal 1967 in avanti (anche se
è un periodo che non riguarda più Infantino come illustratore)
appariranno sia in “Batman” che in “Superman”, seppur in maniera
saltuaria e discontinua. Le
storie del secondo periodo di Infantino su Flash sono tuttora in
buona parte inedite nel nostro Paese.
Il
Batman del new look fece invece la sua prima apparizione sul numero
438 di “Nembo Kid” datato 6 Settembre 1964 e The Mystery of
the Menacing Mask! divenne una fantasiosa Pronto
soccorso per criminali. Le
avventure di Batman e Robin verranno pubblicate nei “Nembo Kid”,
nei “Superalbo” e infine, da dicembre 1966, nella
testata “Batman”.
Copertina di “Batman” Mondadori n. 15 |
Del
Batman del secondo periodo di Infantino (che comunque fu davvero poca
cosa rispetto alla mole di lavoro svolta per Flash) rimangono inedite
in Italia le strisce quotidiane degli anni Novanta, quattro numeri di
“The Brave and the Bold” e la storia omaggio a Julius
Schwartz.
Concludendo: una pubblicazione consigliata
Fortunatamente
su Carmine Infantino si trova davvero molto in Rete, ma se c’è un
libro abbastanza esauriente sull’artista di Brooklyn questo è Carmine Infantino – Penciler. Publisher. Provocateur di
Jim Amash pubblicato dall’impareggiabile TwoMorrows. Si tratta di 224 pagine per 26,95 dollari nella versione softcover, mentre la versione
hardcover prevede 16 pagine in più stampate a colori su carta
patinata per 46,95 dollari. La
prima edizione del libro venne pubblicata nel 2010 quando il Maestro
era ancora in vita.
Copertina della versione hardcover del volume della TwoMorrows Publishing |
Pierangelo Serafin
N.B. Trovate i link agli altri articoli "storici" su Cronologie & Index!
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