a cura di Elio Marracci
Aneddoti
sull'arte del Vivere e del Sopravvivere: due chiacchiere con PV alias Pietro
Vanessi
Quest'oggi
risponde ad alcune domande che gli ho posto il disegnatore e illustratore Pietro Vanessi, noto al grande pubblico con lo
pseudonimo PV, nato a Verona nel 1964 e residente a Roma da qualche
anno. Vignettista
per varie riviste e diversi quotidiani locali e nazionali,
pubblicitario e docente di Art Direction e Comunicazione all'Istituto
Europeo di Design, nell'universo di PV si spazia dalla filosofia Zen
alla critica sociale, dalla cronaca quotidiana alla vita di coppia,
dalla morte e la malattia alle scorribande erotico/sentimentali di
organi sessuali. Per chi
fosse interessato all'acquisto dei numerosi volumi che raccolgono i
suoi lavori, sono disponibili nel circuito delle fumetterie, delle
librerie oppure online. Per chi
volesse invece maggiori informazioni sull'autore, sulle sue attività
e sulle sue pubblicazioni può consultare il suo sito personale o la sua pagina Facebook.
DIME WEB - Per
i lettori che non la conoscono potrebbe presentarsi in due parole?
PV - Sono un vignettista “inquieto” ma fondamentalmente “positivo”
e aperto. Un autore di tipo “esistenziale”, giusto per
distinguermi da quelli prettamente politici. Faccio satira “diversa”
che si occupa di Zen, della Morte, delle Coppie, del Sesso, di Dio e
di altre cose da molti considerate ancora tabù. Un po’ per
provocare e un po’ come spunto per riflettere assieme ai miei
lettori.
DW - Pubblicitario,
umorista, vignettista, illustratore, docente di Art Direction e
Comunicazione all'Istituto Europeo di Design di Roma... Come
riesce a trovare il tempo per dedicarsi a tutte queste attività? Quali
analogie e quali differenze esistono tra queste occupazioni?
PV - L’ambito è quello della creatività tout court, che esprimo con
diverse sfaccettature: nella docenza coi ragazzi, nella pubblicità
per dei prodotti o nelle vignette, dove ho il totale controllo del
risultato finale.
DW - Come
è nata in lei la passione per la vignetta?
PV - Fin da piccolo piccolo. Non le dico dove ho disegnato il mio
primo scarabocchio per decenza e un po’ per vergogna…
DW - Da
dove prende gli spunti?
PV - Dalle chiacchiere con la gente, dai portali di informazione, da una
battuta fatta col fruttivendolo, da un litigio con mia moglie. Il mio
subconscio prende tutto, rielabora e poi mi forgia una battuta che io
poi penso a disegnare e rendere “umoristica”. Se e quando ci
riesco.
DW - Tra
i vari periodici con cui ha collaborato, figura “Cuore”, inserto del giornale "l'Unità", rimasto
nella memoria di numerosi lettori e professionisti del settore. Se
l'ha vissuta può raccontarci come si svolgeva la vita in redazione?
PV - Non facevo una vera vita di redazione allora. Io stavo a Milano e
la redazione a Bologna. Mandavo le mie 4/5 vignette via FAX e loro me
ne pubblicavano 1 o 2 a seconda. A volte nessuna, con mio grande
dispiacere…
DW - Cosa
pensa che abbia lasciato alle generazioni di disegnatori satirici che
sono venute?
PV - Ha
lasciato un grande spirito di intraprendenza e la voglia di osare e
rilanciare sempre OLTRE il luogo comune. Penso.
DW - Nato
nella provincia veronese, da qualche anno ormai vive a Roma. Come
mai ha sentito l'esigenza di lasciare il nord per la capitale?
PV - È stata solo una bella opportunità di lavoro offertami nel 1990
e la voglia di “lanciarmi” oltre le terre lombarde. Una cosa
abbastanza comune che sento spesso fare da amici vari, nordici, che
conosco a Roma.
DW - Quanto
è presente la città eterna nella sua opera?
PV - Credo “poco” se non in una certa indolenza dei miei personaggi e
qualche battuta gergale che ogni tanto sbuca fuori. Non amo
molto né i dialetti né i regionalismi e la cosa che più mi
avvilisce è ritrovarmi le vignette storpiate da battute in pugliese
o napoletano, per altro quasi impossibili da capire.
DW - Quali
sono i suoi artisti di riferimento?
PV - Il
mio tratto è stato ispirato da Reiser e da Edika, il tipo di
umorismo invece da Altan e Quino, più da altri illustri sconosciuti
che mi hanno più o meno formato. Autori che a distanza di anni non
riesco nemmeno io a capire bene “quali”.
DW - È
un disegnatore metodico che lavora a orari stabiliti, oppure è uno
di quelli che si alza di notte a disegnare perché le è venuta
l’ispirazione? Come si svolge la sua giornata tipo? Quali fonti usa
per documentarsi?
PV - Non
ho orari, non ho regole, non ho strumenti-feticcio. Pennarelli, Bic,
matite, pennelli, tutto fa brodo. Disegno quando mi viene l’idea e
su qualsiasi supporto e in qualsiasi situazione che mi dia un minimo
di stabilità. Non sul treno, per intenderci…
DW - Oltre
ai libri e ai fumetti che sicuramente userà per documentarsi, quali
altre letture fa?
PV - Sono un lettore onnivoro che, paradossalmente, legge sempre meno
fumetti. Adoro le Graphic Novel, forse per una questione di età,
mentre NON riesco più a finire un albo Bonelli. E la cosa un po’
mi preoccupa. Leggo
però fantascienza, volumi di psicologia, umorismo, aforismi, saggi
di antropologia, libri sul coaching, tomi astrusi e adoro scoprire
“chicche” di autori sconosciuti e stralunati. AMO tutto ciò che
mi sorprende e mi stranisce. Non rinnego di essere, in fondo, un Art
Director pubblicitario…
DW - Nella
sua produzione è presente in ugual misura satira politica ed
esistenziale. Quale
la diverte di più e in base a cosa si dedica all'una piuttosto che
all'altra?
PV - Preferisco la satira esistenziale. Quella politica però, se coglie
il giusto attimo, fa più audience e riceve molti più like.
DW - Tra
i personaggi ricorrenti nelle sue vignette figurano una morte con un
grosso naso, un fallo maschile dotato di bocca e braccia, un
Dio-femmina disincantata e dissoluta e varie coppie in perenne
incomunicabilità. A
cosa o a chi si è ispirato per crearli?
PV - Ai
miei incubi, alle mie ossessioni, alle mie frustrazioni… Hai
dimenticato però anche un Guru strampalato che spara massime e
sentenze pseudo-zen. E dico questo perché è appena uscito il libro
su di lui l’IdioTAO in tiratura limitata, ordinabile
scrivendo a idiotazen@gmail.com. Grazie dell’assist, eh?
DW - Non
pensa che il tema delle coppie in crisi e l'incomunicabilità tra
maschi e femmine, l'ineluttabilità della Morte, i suggerimenti
d'Amore e gli aforismi Zen siano argomenti più adatti a saggi
filosofici piuttosto che a vignette divertenti?
PV - Qui
sta la sfida. E sono fiero del fatto che i miei lavori sono presi,
copiati, usati e citati da psicologi, teologi, medici e mi hanno
permesso di partecipare a convegni e seminari della AISPA, per la
Conferenza Nazionale degli Psicologi sessuologi a Milano, a novembre 2017, per il secondo anno di fila. Disegnare
il mio “Picio”, un fallo maschile dotato di bocca e braccia, dal
vivo davanti a 300 medici, ginecologi, ostetriche è stata
un’esperienza indimenticabile. È un modo anche questo per
distinguermi dai miei colleghi, troppo fossilizzati sulla politica.
DW - Quanto
di lei è presente nel suo lavoro?
PV - Un buon 60%.
DW - Quanto
di fatti di cronaca e di attualità?
PV - Un buon 40%.
DW - Quanto
di inventato?
PV - Un
buon 40%…. Lo so lo so, i conti non tornano ma nessuno ci impone
che dobbiamo fare per forza 100, no?
DW - È
noto che per il suo lavoro si avvale dell'aiuto del computer. Quali
vantaggi le porta?
PV - Il
tratto è fatto in nero su carta. Adoro ancora lo skreetch che
fa il pennarello sul foglio ruvido, mi fa tanto sentire “uomo del
secolo scorso”. Molto comodo il resto, dalla colorazione alla
scrittura della battuta, che spesso cambio più e più volte prima di
arrivare alla formula editata.
DW - È
innegabile il grande successo di autori come Sio e Zerocalcare che
hanno cominciato a farsi conoscere diffondendo i proprio lavori su
internet. Alla luce di questa considerazione, da disegnatore ma
sopratutto da pubblicitario, le chiedo: cosa ne pensa e come vede
l’utilizzo della Rete nel campo dei fumetti?
PV - Beh, senza la Rete non sarei riuscito a pubblicare i miei lavori e
ottenere un discreto riconoscimento dal popolo del web. Ode al web,
ora et sempre.
DW - Da
professionista ormai affermato che consigli darebbe a chi si volesse
affacciare al mondo del fumetto e dell'illustrazione?
PV - Sull’ormai affermato, non credo di essere così “affermato”
quindi non ho davvero consigli da elargire. E
comunque è sempre una questione di determinazione, di volontà, un
pizzico di fortuna e di saper “esserci” nel momento giusto e col
contatto giusto. I contatti sono qualcosa di fondamentale per fare
rete e far circolare i propri disegni. Insistere,
insistere e mai mollare.
DW - Quali sono i suoi progetti?
PV - Ho completato un libro di racconti SENZA disegni e sto valutando un editore. So di poter offrire anche altro OLTRE l’ambito vignettistico/umoristico.
DW - C'è
una domanda che non le è stata fatta alla quale vorrebbe rispondere?
PV: Ne
ho una alla quale vorrei NON rispondere: Ma adesso può ritenersi
finanziariamente soddisfatto grazie alla sua professione di
vignettista? Bella
eh? Lasciamola così, una domanda aperta da riprendere alla prossima
intervista, tra qualche anno…. che dici?
a cura di Elio Marracci
Grazie della bella intervista!!! :)
RispondiEliminaGrazie a te, PV! E grazie alla tua arte!
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