di Saverio Ceri
L'immagine della quattordicesima cover del Tex Classic ha origini lontane nel tempo.
E' apparsa, in prima stesura, come copertina del numero 19 della seconda serie a strisce di Aquila della Notte, dell'aprile 1950.
Tex si trova in una posizione inconsueta per lui, pronto a tendere un'agguato, ma sorpreso a sua volta, alle spalle da un'indiano pronto a trafiggerlo con una freccia.
Questa immagine decisamente impreziosita nel disegno, viene utilizzata anche per lanciare la terza collana di raccoltine di Tex, la cosiddetta serie rossa, nel 1956.
Nel 1953, in occasione dell'uscita del 27° albo d'oro, Aurelio Galleppini, aveva già ridisegnato quella situazione con alcune varianti, tra cui la presenza di un'altro avversario, stavolta un bianco, che rende ancora più inconsueta la circostanza: passi farsi sorprendere da un pellerossa, magari esperto nel muoversi agilmente tra le rocce senza fare rumore, ma anche da un qualsiasi viso pallido... mi sembra un po' troppo (per di più con un cappello fuori moda: i cappelli blu andavano nel 1950; Tex l'ha già cambiato infatti).
Nella versione di oggi, il caucasico (tanto per usare un termine "politicamente corretto" ogni tanto), è nuovamente scomparso, ma per esigenze di grafica; avendo "zoomato" l'inquadratura per l'occasione, del poveretto sarebbe rimasto solo il cappello fuori moda.
Che il cappello blu fosse una moda passeggera lo si capisce anche dal confronto tra le copertine di una striscia e dell'altro albo d'oro, contenuti in questo Tex Classic, che narrano la stessa situazione: li vedete qui sotto. Blu nel 1950, marrone nel 1953
Saverio Ceri
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