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domenica 10 settembre 2017

FAKE COVERS 10: SUPERMAN VS. HULK! THE MISTERY OF THE VANISHING SUPERGLASSES!

di Roberto Coltro

È più forte Superman o Hulk? Cerchiamo di risolvere questa vexata quaestio insieme a Roberto Coltro che, dopo alcuni mesi di assenza, torna alla grande su Dime Web con le sue spassose fake covers e con la prima parte di una carrellata dedicata all'Uomo d'Acciaio! (s.c. & f.m.)




In casa DC l'Incredibile Hulk, del quale seguivano sempre le imprese sul Daily Bugle, era sempre stato considerato un personaggio di peso... Ma quando Superman e Batman lo invitarono per un periodo di vacanza a Metropolis e a Gotham City si accorsero che era semplicemente pesante, pesantissimo... praticamente insopportabile! L'Uomo Pipistrello si defilò subito, bat-sostenendo che aveva da bat-fare dei bat-lavori di bat-tinteggiatura nella Bat Caverna, e sbolognò il golia verde a Clark Kent. Banner si vantava sempre della sua intelligenza, del suo genio nucleare e del bel tono smeraldo della pelle del suo alter ego. A Superman quel colore ricordava più che altro la kryptonite, a dire il vero, e quel genio gli andava sempre meno a genio ogni giorno che passava. Ma ciò che faceva sbavare di rabbia il Figlio di Krypton era quando Hulk sosteneva di essere più forte di lui.



Ah ah ah! Tu riesci a trascinare decine di pianeti in fila tirandoli per una catena?, chiese Superman a bruciapelo a Hulk, mentre usciva dalla sede del Daily Planet. No, rispose Hulk, ma posso cominciare a sfasciare dalle fondamenta la sede di questo giornalaccio per cui lavori, buono solo per incartare il pesce anche prima del giorno dopo! Dal crollo del quotidiano si salvò per un pelo Bucky, il giovane alleato di Capitan America durante la Seconda Guerra Mondiale, che era rimasto ibernato nei sotterranei del palazzo per decenni in un laboratorio segreto sotto la sala rotative per sfuggire a Hitler.

Rimesso nel freezer il dubbio Bucky, i due supereroi decisero di risolvere la questione con una disfida fra gentiluomini sul ring, e affittarono un'intera palestra nel Bronx di Metropolis per lo scontro. Quello che Superman non sapeva è che quella mattina, nel cappuccino, gli era caduto un piccolissimo frammento di kryptonite, che si trovava casualmente nella zuccheriera del bar, insieme a ciglia, capelli, pellicine delle unghie, polvere, forfora, acari e altre prelibatezze. Com'era finita la kryptonite in quella bettola? Era un po' come il paradosso di quelle scimmie che, messe davanti a macchine per scrivere con un tempo infinito a disposizione, dopo eoni avevano battuto infinite volte tutte le commedie di Shakespeare: i nemici di Superman avevano usato contro di lui la kryptonite così tante volte, che frammenti di quel minerale si trovavano ormai un po' dovunque nel Sistema Solare. E così, avvelenatosi leggermente e inconsapevolmente con quella scheggia di roccia del suo pianeta natale, quando Superman venne colpito in faccia da Hulk con un pugno che aveva l'inerzia di un TIR a 100 all'ora, piombò immediatamente al tappeto. 




Dopo un paio d'ore Superman si riprese e, senza ammettere la sconfitta, si mise a scavare fra le macerie del Daily Planet. Tirò fuori il cadavere di Jimmy Olsen... estrasse il corpo senza vita di Perry White... trovò morta anche Lois Lane... la prese in braccio, la rigirò mille volte, la scosse per la testa e per le gambe, ma... niente! Gli occhiali di Clark Kent, per lui preziosissimi (perché le lenti gli permettevano di operare un super-ipnotismo tale da convincere anche i sassi che Superman e il giornalista, pur essendo identici come due gocce d'acqua, non erano la stessa persona), non ne volevano sapere di saltar fuori! 




Infuriato, il profugo interplanetario comincio a ribaltare cassonetti dell'immondizia, a scoperchiare le fogne, a sfondare porte, a sballottare furgoni e macchine in sosta. Trovò di tutto: soldi, armi, gazzose, calzini sporchi... Ma dei suoi occhiali in finta tartaruga finta non c'era traccia!




Oh, no! Non trovo i miei super-occhiali da nessuna parte! Sigh, sob, super-sigh e super-sob!, piangeva l'Uomo d'Acciaio sugli sporchi detriti di quello che era il più prestigioso quotidiano newyorkese di Metropolis... E adesso che gli racconto a mamma Martha? Me li aveva costruiti lei usando una vecchia montatura per la visione a raggi X comprata per posta su Wonderwomon e pezzi dell'oblò della mia navicella kryptoniana! Uaaaaahh! Stufatosi della penosa super-geremiade Hulk pesticciò ancora di più quei blocchi di cemento finché dalla finissima polvere venne fuori la tuta blu di una tuta blu del giornale, che gli permise finalmente di liberarsi dei suoi pantaloni viola, stracciati e trisunti! E se ne ritornò in Disney, lasciando irrisolta la domanda di partenza...


Roberto Coltro

N.B. Trovate i link alle altre Fake Covers su Cronologie & Index!

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