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sabato 15 aprile 2017

DIME WEB INTERVISTA FRANCO SAUDELLI (LE INTERVISTE XL)!

a cura di Elio Marracci

Nato a Latina il 4 agosto 1952, Franco Saudelli inizia a lavorare nel mondo del fumetto all'inizio degli anni '70 presso vari studi di Roma ed esordisce come autore disegnando per Lanciostory la fantascientifica avventura a puntate Giorno senza fine su testi di Michele Gazzarri. Successivamente, sempre per l'Eura Editoriale, realizza L'uomo di Wolfland e il suo seguito, La figlia di Wolfland (che appare su Orient Express e verrà riproposto in volume da L'Isola Trovata), entrambe su testi dell'argentino Ricardo Barreiro; ecco poi Iberland, su testi di Ottavio De Angelis, e La fonte dell'anima. Nel 1984 crea Porfiri, suo sia per i testi sia per i disegni, un detective, ricalcato sulle fattezze di Orson Welles, grande e grosso, apparentemente bonario e pasticcione, ma in realtà un segugio deciso e affidabile che non molla mai la sua preda; di questo personaggio ha disegnato sette storie, pubblicate dal 1984 al 1994 sulle riviste Orient Express, Comic Art, Nova Express, Diva e Nero. Nella seconda metà degli anni Ottanta Saudelli crea il suo personaggio più noto, La Bionda, protagonista di ironiche storie sado-maso; La Bionda appare inizialmente sulla rivista Comic Art, per poi diventare protagonista di una collana di albi editi mensilmente da Granata Press. Nel 1986 Saudelli riceve il premio Yellow Kid come migliore disegnatore italiano e dieci anni dopo nel 1996, esordisce su Dylan Dog, di cui da allora è uno dei disegnatori ufficiali. Negli anni Novanta indimenticabili i suoi lavori nel campo dell'erotismo - per le riviste fiorentine Glamour e Diva e per la romana Blue.


Franco Saudelli in azione!








DIME PRESS - Hai iniziato la tua attività di disegnatore negli anni Ottanta proprio durante il periodo del boom delle riviste a fumetti. Che cosa ricordi di quei tempi?

FRANCO SAUDELLI - No, ho cominciato prima, come aiuto di Romano Mangiarano, un disegnatore dell'Intrepido che aveva una vastissima conoscenza del passato e del presente del mondo dei comic. Inoltre era un grande fan di Elvis, che io allora non capivo, tutto preso dalle melensaggini di Neil Young.


DP - Tra i vari periodici con cui hai collaborato, figura Orient Express, una rivista dalla vita editoriale piuttosto breve e dalla forte attenzione verso il fumetto italiano - non solo riguardo ad autori già affermati ma anche con ampio spazio dedicato alle nuove leve...

FS - Orient Express me la ricordo eccome. È stata una rivista epocale. E Luigi Bernardi è stato un espertissimo conoscitore e innovatore del linguaggio dei fumetti. Il clima di quel periodo era molto vivo. C’era la Francia, dove il fumetto era davvero un enorme fenomeno di costume. Da noi c’erano solo Bonelli, Diabolik e Luciano Secchi con Magnus... che non è poco. Bonelli c’è ancora, ultimo baluardo. E gli ultimi numeri di Orient Express furono pubblicati grazie all’ala protettrice del grande Sergio, che gli Dei l’abbiano in gloria.

Orient Express n. 4, settembre 1982. Disegno di Saudelli


DP - Come si svolgeva la vita in redazione e cosa pensi che abbia lasciato alle generazioni future di fumettisti?

FS - Ma che cavolo ne so io, abbiate pazienza! E chi ha mai frequentato la redazione? Anzi, forse una volta mi ci sono trovato e mi ricordo solo di una donna che ce l’aveva a morte con uno dei redattori, di cui adesso mi sfugge il nome, e che lo ha svillaneggiato per tutto il tempo.


La Bionda (Granata Press, 1994)

DP - La rivista è stata fondata e diretta da Luigi Bernardi, un gigante della cultura a fumetti italiana al pari di figure come, per citare le più importanti, Umberto Eco e Oreste Del Buono. Tu che l'hai conosciuto può raccontarci un aneddoto su questo personaggio?

FS - Sono pienamente d’accordo, Luigi è stato un grande. Andavo a Bologna praticamente ogni mese. Non era più il periodo di Orient Express però: era il periodo di La Bionda Pocket. Luigi si era impegolato in questa avventura editoriale, che gli costò parecchio, e io andavo semplicemente a riscuotere il mio “stipendio”. Luigi un giorno ce l’aveva con me e io cadevo dalle nuvole. Il fatto era che lui faceva il filo a una delle sue redattrici e mi disse che questa invece non pensava che a me. Non sapevo niente di questo. Finché un giorno telefono in redazione e mi risponde proprio la tipa. Le chiedo di passarmi Luigi e lei e poi Ti voglio bene e io Grazie e fine della storia. Mi dispiace per Luigi, ma io allora ero davvero un bel pezzo di Marcantonio e le donne lo notavano.

Edizione francese di Porfiri


DP - Su Orient Express hai pubblicato sia un racconto di fantascienza, su testi di di Ottavio De Angelis, sia un personaggio tutto tuo dai toni gialli.

FS - Sì: Iberland di De Angelis e Porfiri, scritto da me.


DP - A questo proposito vorrei che spendessi due parole su De Angelis e dicessi con quale dei due generi hai più familiarità.

FS - Avevo familiarità con tutti e due. Proposi a Ottavio di pensare a una serie imperniata su un mondo futuribile. Era il periodo in cui avevamo visto al cinema Quintet di Robert Altman che ci aveva colpito entrambi. Così Ottavio scrisse Iberland che a me piacque moltissimo. Contemporaneamente amavo le detective stories, passione che condividevo con Luigi Bernardi. Da questo amore è nato Porfiri, che ancora adesso mi piace e mi piacerebbe riprendere.




Sopra: Franco Saudelli e il bondage (copertine per Blue  e i suoi supplementi, anni Novanta)


DP - Anche se sappiamo che i figli so' pezzi 'e core, vorrei che tra le numerose storie che hai scritto per i vari periodici con cui hai collaborato, menzionassi le tre che preferisci.

FS- Non ci sono. Tutte e nessuna.


DP - Nel corso della tua carriera ti sei dedicato al fumetto erotico con predilezione per i sottogeneri fetish e bondage. Emblematico a tale proposito è il personaggio La Bionda. Cosa significa per te disegnare scene di sesso?

FS - La Bionda nasceva da una forte pulsione che avevo per aspetti sessuali non convenzionali. Odio il sesso convenzionale. Mentre facevo Iberland e Porfiri, tenevo nel cassetto La Bionda. Ho tirato fuori le prime 23 pagine e le ho mostrate a Rinaldo Traini, sudando freddo. Traini, con mia sorpresa, accolse il mio personaggio con entusiasmo!


La Bionda su Comic Art n. 38 (1987)



DP - Sei un disegnatore metodico che lavora a orari stabiliti, oppure sei uno di quelli che si alza di notte a disegnare perché ti è venuta l’ispirazione?

FS - Ho lavorato per anni di notte, fumando come un turco, e coricandomi alle 5 di mattina. Quando ho fatto 15 giorni di ospedale ho capito che forse era una cosa poco prudente.


DP - Quali fonti usi per documentarti?

FS - La mia testa. E quando serve, per Dylan Dog soprattutto, c’è Internet, dove trovi ormai TUTTO.


DP - C'è infine una domanda che non ti è stata fatta alla quale vorrebbe rispondere?

FS - Per carità! Anche troppe queste. Grazie comunque.

Il Dylan Dog di Franco Saudelli


a cura di Elio Marracci

N.B. Trovate i link agli altri colloqui con gli autori su Interviste & News!

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