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mercoledì 28 dicembre 2016

ZAGOR MONSTERS - "P" (II PARTE): DA "PICCOLI UOMINI" A "PISUM ALATUM"!

di Massimo Capalbo

Come un tempo non c'era un Natale senza un film di Frank Capra, adesso non c'è un Natale senza i mostri di Darkwood! Eccovi dunque una nuova puntata degli Zagor Monsters di Massimo Capalbo - la seconda parte della "P", con sei raccapriccianti voci! Come sempre sottolineiamo che le illustrazioni sono tutte farina del sacco dello stesso Max, con l'eccezione delle due immagini introduttive - entrambe di Rubini ed entrambe collegate a iniziative collaterali (il gioco da tavolo e l'edizione americana). Prima di lasciarvi alla lettura degli ultimi orrori, vi ricordiamo gli altri due nostri dizionari bonelliani - ovvero L'Atlante di Mister No e The Dark Side of Tex - le parodie del Titolo Venuto dall'Impossibile e il The Best of Martin Mystère - tutto Made in Maxland! (s.c. & f.m.)




LEGENDA

  • I nomi in stampatello e grassetto rimandano a una voce dell’opera. Fanno eccezione i nomi dei protagonisti della serie, ZAGOR CICO, che sono sempre scritti in questo modo, tranne quando sono inseriti nei crediti di una storia o fanno parte del titolo di un libro (ad esempio: Speciale ZagorSpeciale Cico; Zagor 1982-1993, un senese a Darkwood ecc.).
  • Gli uomini-bestia di cui conosciamo anche nome e cognome o il nome soltanto, vengono indicati con la loro identità mostruosa e non con quella umana (ad esempio: ULTOR invece che NEZDAUOMO TIGRE invece che KELLOG, WILFRED).
  • Gli altri mostri di cui conosciamo nome e cognome vengono indicati per cognome (per esempio, RAKOSI, BELA), e, quando vengono citati in una voce diversa dalla loro, solo il cognome è scritto in stampatello e grassetto, in modo da rimandare immediatamente alla lettera sotto la quale sono stati inseriti (ad es.: nel testo della voce RAKOSI, BELA, il personaggio della contessa Varga è citato come Ylenia VARGA). In alcuni casi, però, abbiamo optato per il soprannome (ad es.: SKULL invece che RANDAL, COLIN).
  • Per quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia alla memoria dei lettori in modo più efficace (anche se, in alcuni casi, il nostro titolo non coincide con quello usato abitualmente dai lettori). Ad esempio, la storia dei nn. 194-196 viene indicata con il titolo del n. 195, Il Signore Nero, perché esso è, per l’appunto, più rappresentativo rispetto a Il teschio di fuoco (n. 195) e L’orda del male (n. 196).

Sempre riguardo alla serie regolare, nei crediti delle storie si fa riferimento al computo reale degli albi zagoriani e non alla numerazione della collana Zenith, ossia al numero stampato sulla costa di ciascun albo mensile. Com’è noto, la suddetta numerazione è sfasata di 51 numeri rispetto a quella effettiva (ad esempio, il Zenith n. 52 corrisponde al primo numero di Zagor, il Zenith n. 53 al secondo numero e così via). Per una guida ai collegamenti ipertestuali andate su Zagor Monsters lettera "A"!


 

P (parte II)

PICCOLI UOMINI
PIETRE VIVENTI
PINK RABBIT
PIOVRA GIGANTE
PIPISTRELLI GIGANTI
PISUM ALATUM


PICCOLI UOMINI 

Chiamati anche Parvol, i Piccoli Uomini sono una delle razze che popolano il regno di Golnor, principale ambientazione della storia Il Signore Nero (T. Sclavi [sog.&scen.] – F. Donatelli [dis.], nn. 194-196). Nella parte iniziale di quest'avventura, Galad racconta a ZAGOR e CICO che, dopo la tragica fine della sua razza - i Riol - e la sconfitta del saggio Elchin (che aveva salvato lui e la coetanea Lara) da parte di Mord – sconfitta che aveva permesso al Signore Nero d'impossessarsi del Libro del Tempo -, egli era fortunatamente riuscito ad arrivare, sebbene stremato, a Namm, il villaggio dei Piccoli Uomini

 
Zagor n. 195, ottobre 1981. Disegno di Ferri

Galad, Zagor e Cico giungono a Namm, il villaggio dei Piccoli Uomini - ZGR 195, p. 15

Cico attira involontariamente l'attenzione dei Parvol - ZGR 195, p. 16


Fui soccorso dai Parvol e accolto tra loro come un figlio… - dice Galad ai Nostri - Sembrava tuttavia la fine di ogni speranza di libertà, di vita serena… …in possesso del Libro del Tempo, il Signore Nero sembrava non avere più ostacoli di fronte a sé […] La situazione era disperata… ma proprio allora successe il miracolo… I Parvol,, quel popolo pacifico creduto fino ad allora imbelle, insorse contro le potenze del male… ….I Troll furono travolti e un vero e proprio esercito di Piccoli Uomini attaccò il castello del Signore Nero… Colto di sorpresa, il Signore Nero non ebbe il tempo di organizzare una difesa efficace… e Mord, vistosi perduto, evocò i demoni della distruzione… ma, alla fine, l'intero castello crollò… I malvagi fuggirono attraverso tenebrosi passaggi segreti mentre il libro magico restò sepolto dalle pietre… A lungo i Piccoli Uomini cercarono tra le rovine… niente, nessuna traccia del libro… . Come abbiamo già scritto nella voce ELFI, il Libro del Tempo – ritrovato, molto tempo dopo, da un elfo, poi giunto nella Terra degli uomini, cioè la nostra dimensione – giunge, in seguito a numerosi passaggi, nelle mani di un amico di ZAGOR, il trapper Pierre, che viene ucciso dal capo dei TROLL, URMUR, il quale agisce al servizio del Signore Nero. Terminato il suo racconto, Galad si mette in cammino assieme all'eroe e al messicano, giungendo alla già menzionata Namm, la città dei Piccoli Uomini. Questi ultimi rimangono sorpresi nel vedere CICO e gli si avvicinano per toccare i suoi baffi.

Convinto dalle parole di Zagor, Olom decide di affiancare i Nostri nella lotta contro il Signore Nero - ZGR 195, p. 23

Per onorare i loro ospiti, i Piccoli Uomini organizzano un lauto banchetto - ZGR 195, p. 27

Appurato che la carne di drago è in realtà carne di maiale, Cico va all'attacco, ma l'arrivo della Nube del Sonno rovina tutto - ZGR 195, p. 30


Come dice infatti Galad a ZAGOR, essi credono che il pancione sia un Piccolo Uomo gigante! E con i baffi, per giunta!. CICO subisce lo stesso trattamento da parte del capo di Namm, il vecchio Olom, il quale, incuriosito dai peli che Il Nostro ha sulla faccia (curiosità legittima, visto che, come tutti i suoi simili, Olom è completamente glabro), crede anch'egli che il messicano sia un Parvol gigante. No, Olom, anche lui è un uomo!, dice Galad al capo del villaggio (cui ha già presentato ZAGOR), che esclama: Un uomo? Così brutto?!. Udendo queste parole non certo lusinghiere, CICO pensa: Sarai bello tu, sottospecie di pigmeo!!. Lo Spirito con la Scure, invece, resta sorpreso e anche imbarazzato per il modo in cui Olom saluta lui e Galad: il loro ospite, infatti, compie quello che sembra un atto di sottomissione, inginocchiandosi prima davanti al guerriero Riol e poi davanti al Nostro. Poco dopo, nella capanna di Olom, Galad mette al corrente costui di quanto sta avvenendo a Golnor, dicendosi convinto che non tutto è perduto: I troll sono lenti e la strada per il castello è lunga! Possiamo ancora raggiungerli!. Olom, però, appare rassegnato: E' un'impresa disperata… il buon Elchin non è più con noi, e tu lo sai… […] Non abbiamo scampo contro il Signore Nero!. A questo punto, interviene ZAGOR: Per tutti tamburi di Darkwood! E questo sarebbe il coraggio dei Piccoli Uomini di cui Galad mi ha tanto parlato? Cosa pensate che direbbe Elchin di voi, se fosse vivo? Direbbe che siete vili! Che meritate di essere sottomessi dal Signore Nero!.

Colpito, come tutta la sua gente, dalla malefica nube inviata da Mord, Olom sprofonda in un sonno senza fine - ZGR 195, p. 35

Zagor n. 196, novembre 1981. Disegno di Ferri
Con la sconfitta del Signore Nero, i Piccoli Uomini riprendono finalmente a vivere – ZGR 196, p. 52

Le dure parole dell'eroe scuotono Olom: Zagor, colui che forse esiste solo nella nostra fantasia, ha detto il vero! La mia mente era offuscata dagli anni, ma ora ritorna a vedere chiaramente… i Piccoli Uomini combatteranno ancora! E combatteranno decisi a vincere o a morire!. Deciso a partire l'indomani - assieme ai maschi adulti del villaggio e ai suoi tre ospiti - alla volta del castello del Signore Nero, Olom ordina alle donne Parvol di preparare un banchetto in onore dei Nostri. CICO, vorace come sempre, mangia con gusto le varie pietanze, ma quando viene portato in tavola il gur e gli viene detto che è carne di drago, egli – nonostante l'odore delizioso – non se la sente di assaggiarlo e si alza con la scusa di essersi ormai nutrito abbastanza, In realtà, CICO sospetta a ragione che gli abbiano tirato uno scherzo e, raggiunta la capanna dove si trova la cucina, scopre che il gur è fatto di carne suina, precisamente la carne di un maialino cotto allo spiedo. Ripensandoci, prenderò ancora un po' di carne di drago, bella señorita!, dice CICO a una giovane donna Parvol che tiene tra le mani un grande piatto di gur. Io non mi chiamo " bella señorita", io mi chiamo…, risponde la nanerottola, che però, prima di finire la frase, lancia un urlo di terrore e scappa via, facendo cadere a terra il suddetto piatto. Ma… si è offesa?, si chiede lo sbigottito CICO; in verità, a spaventare la Parvol è l'improvvisa apparizione di Mord, che getta nel panico l'intero villaggio. Come già sappiamo, Mord invierà poco dopo a Namm la terribile NUBE DEL SONNO, la quale farà sprofondare Olom e tutta la sua gente (eccetto PANKO) in un sonno eterno. Tuttavia, quando i Nostri, con l'aiuto di Elchin, sconfiggeranno Mord e il Signore Nero, i Piccoli Uomini finalmente si risveglieranno.

Zagor n. 615, ottobre 2016. Disegno di Piccinelli

L'accampamento Parvol - ZGR 615, p. 67

L'esercito dei Piccoli Uomini si prepara a dare battaglia - ZGR 615, p. 71
 
I simpatici nanetti di Golnor ricompaiono – con l'eccezione di Olom, stranamente assente - in Zenith 666 (L. Mignacco [sog.&scen] – L. Piccatto e R. Riccio [dis.], n. 615), dove, assieme agli ELFI, compongono l'esercito che, sotto la guida di Galad ed Elchin, combatte vittoriosamente contro i TROLL del diabolico Xabaras.


PIETRE VIVENTI

I più insospettabili mostri di Odissea americana (G. Nolitta [sog.&scen.] – G. Ferri [dis.], nn. 87-89): si tratta infatti di pinnacoli rocciosi che sorgono sulle rive del corso più avanzato del Tallapoosa, nei pressi di un vulcano in attività. ZAGOR e compagni decidono di trascorrere la notte in questo paesaggio bizzarro, del tutto privo di vegetazione. Il mattino seguente, mentre i Nostri sono intenti a bere il caffè preparato da Walter (l'unico, tra i marinai dell'Athena, a essere ancora in vita), nel cratere del vulcano hanno inizio una serie di esplosioni, le quali danno luogo a una strana pioggia di colore giallastro. Lo Spirito con la Scure e i suoi amici decidono allora di risalire a bordo del battello, ma, prima che possano farlo, i pinnacoli cominciano a crescere a vista d'occhio, spingendosi rapidamente verso il cielo.

Zagor n. 88, ottobre 1971. Disegno di Ferri

Zagor n. 89, novembre 1971. Disegno di Ferri

Zagor e compagni osservano stupefatti lo strano paesaggio roccioso – ZGR 88, p. 80


Ben presto, però, il loro equilibrio si fa precario e avvengono i primi, pericolosi crolli; non solo, ma i frammenti rocciosi, appena toccato il suolo, si trasformano a loro volta in pinnacoli, i quali iniziano anch'essi a crescere ed a crollare, avvicinandosi pericolosamente all'Athena, attraccata alla sponde del fiume. I Nostri salgono di corsa a bordo e il capitano Moreland ordina a Walter di raggiungere subito la caldaia. No… prima l'ormeggio… devo staccare l'ormeggio…, risponde il marinaio, il quale, nel fare ciò, si avvede troppo tardi del crollo di un pinnacolo posto proprio alle sue spalle. Il povero Walter viene investito dai macigni e muore sul colpo, mentre l'Athena, pur riuscendo a staccarsi dalla riva, finisce sotto un'autentica pioggia di massi: uno di essi rende inservibile la ruota di propulsione, mentre un altro, che per poco non uccide Moreland, provoca delle grosse falle nell'imbarcazione. L'abile capitano fa comunque in tempo ad allontanarsi dall'infernale luogo e, accortosi assieme agli altri che la pioggia colorata è improvvisamente cessata, ipotizza che il misterioso liquido giallo eruttato dal vulcano provochi la dilatazione degli strani minerali di cui sono composte le pietre viventi. Che ne dite, voi che avete studiato, mister Bannington?, chiede Moreland al poeta, che risponde: Beh… è una supposizione che potrebbe avere qualche serio fondamento: ne parlerò ai miei amici studiosi di chimica e mineralogia, quando rientrerò a Boston!.

 
La pietra su cui si è seduto Cico comincia, inaspettatamente, a crescere con incredibile rapidità – ZGR 88, p. 88

Ertesi a una notevole altezza, le guglie rocciose iniziano a crollare – ZGR 88, p. 90

L'avvertimento di Zagor giunge troppo tardi: il povero Walter finisce sotto i macigni – ZGR 88, p. 93

Intorno all'Athena si scatena l'inferno – ZGR 88, p. 95


In seguito, a causa proprio dei gravissimi danni causati dalle bizzarre pietre, Moreland decide, in accordo con ZAGOR, di arenare l'ormai inservibile Athena su una lingua di terra; dopodiché i Nostri costruiscono, con il fasciame del battello, una solida zattera e riprendono la navigazione. Superato un ultimo tratto del fiume, che è avvolto da una nebbia in grado di provocare potenti allucinazioni (le quali causano la morte del capitano), ZAGOR, CICO e Homerus riusciranno infine a raggiungere il Lago Cherokee, dove verranno soccorsi dai soldati di un piccolo avamposto.
Curiosità: Come si legge sulla posta di Tutto Zagor n. 93 (Vudu!), le pietre viventi sono ispirate alle rocce aliene del film La meteora infernale (John F. Sherwood, 1957). Queste rocce, che sono i frammenti di un meteorite caduto nel deserto della California meridionale, possiedono una sinistra particolarità: se bagnate, crescono a dismisura e trasformano gli uomini in pietra. A causa delle piogge abbondanti, esse si ergono ad altezze vertiginose, minacciando di coprire la cittadina di San Angelo. Per fortuna, i geologi Dave Miller (Grant Williams) e Arthur Flanders (Trevor Bardette) scoprono che l'unico mezzo per fermare l'invasione è l'acqua salata. Le rocce, pertanto, vengono distrutte con l'acqua di una diga - fatta appositamente esplodere con la dinamite - e il sale del deserto.

Un gigantesco masso colpisce in pieno il battello, facendo passare un brutto quarto d'ora al capitano Moreland – ZGR 88, p. 96

Benché gravemente danneggiata, l'Athena riesce ad allontanarsi dalle terribili pietre viventi – ZGR 88, p. 97

Locandina originale del film La meteora infernale (John F. Sherwood, 1957)



PINK RABBIT 

Compare in Zenith 666 e, al pari di Xabaras (vedi ELFI e MORTI VIVENTI), è un personaggio dell'universo dylandoghiano in trasferta nella saga zagoriana. Apparso finora in tre storie dell'Indagatore dell'Incubo (I conigli rosa uccidono [n. 24], Horror Paradise [n. 48], Il paese delle ombre colorate [107]; la prima e la terza delle quali realizzate proprio dagli autori di Zenith 666, Luigi Mignacco e Luigi Piccatto, i quali, in questo modo, hanno voluto fare una simpatica autocitazione), Pink Rabbit è un coniglio rosa antropomorfo che, nei fumetti e nei cartoni animati di cui è protagonista, uccide nei modi più vari e con i mezzi e gli strumenti più diversi (rullo compressore, incudine, motosega, dinamite, martello ecc.). Nella storia zagoriana in oggetto, Pink Rabbit non attacca lo Spirito con la Scure (un duello tra i due sarebbe stato, in effetti, una cosa troppo assurda), ma - sbucando dalla porta della sua tana, posta all'interno di una collinetta erbosa – si limita a rivolgere all'eroe – che cerca di raggiungere di corsa Lupo Solitario - le seguenti parole: Ih! Ih! Ih! Corri, casacca rossa!… Vedrai che ci si diverte un mondo, qui! Ih! Ih! Ih!. ZAGOR, vedendo lo strano personaggio, è dapprima sorpreso, ma poi pensa: A Golnor non bisogna meravigliarsi di nulla!.
Seppur breve, l'apparizione di Pink Rabbit si fa ricordare proprio perché del tutto inaspettata: mai avremmo immaginato, infatti, di vedere sulle pagine di ZAGOR il Coniglio Rosa del giovedì.

Pink Rabbit dà a Zagor il bentornato a Golnor - ZGR 615, p. 57
Dylan Dog n. 24, settembre 1988. Disegno di Villa

Dylan Dog n. 107, agosto 1995. Disegno di Stano


PIOVRA GIGANTE 

Compare ne La Strega Rossa (G. Nolitta [sog.&scen.] – G. Ferri [dis.], nn. 41-43), storia ambientata a Little Africa, un isolotto vulcanico dei Mari del Sud. ZAGOR e CICO vi giungono a bordo della Strega Rossa, il brigantino del malvagio capitano Nilsen, il quale ha imbarcato con la forza i due. Nilsen e il suo equipaggio sono stati ingaggiati dal professor Lookford, un eccentrico naturalista inglese che vuole catturare a ogni costo il PISUM ALATUM, uno strano insetto che vive solo nella succitata isola. A Little Africa vive anche una tribù di neri, il cui capo, il corpulento Akasa, si mostra assai ospitale con i visitatori. Una sera, questi ultimi - accampatisi nei pressi di una laguna, al cui centro sorge un sinistro totem - assistono a un rito d'iniziazione, nel quale uno dei giovani della tribù, che aspira a diventare un nuovo pescatore, s'immerge nello specchio d'acqua per offrire al Dio Pescecane una collana di perle. Dovete sapere che se Antico Custode non approva, giovane che si tuffa per deporre collana non ritorna più in superficie!, dice Akasa agli uomini della Strega Rossa. L'Antico Custode? E chi sarebbe mai?, gli chiede Nilsen, e il capotribù risponde: E' grande spirito che vive in fondo di laguna e decide se muore o vive nuovo pescatore!. Questa volta il rito si conclude con un esito positivo e, mentre il giovane viene festeggiato dagli altri membri della tribù, Gitanillo, braccio destro di Nilsen, dice a costui: Ci pensate, capitano?... Supponiamo che questa faccenda si ripeta cinque o sei volte l'anno, e poi calcoliamo che ciascuna di quelle collane valga duemila dollari… …bene, la mia domanda è questa: quanti dollari credete che ci siano sul fondo di questa specie di pozzanghera?.

Zagor n. 42, dicembre 1968. Disegno di Ferri

I marinai della Strega Rossa assistono al rito d'iniziazione degli indigeni di Little Africa - ZGR 42, p. 28

Nilsen risponde: Non dire nient'altro, Gitanillo… ci siamo capiti al volo!. A questo punto, lo zingaro chiede ai suoi compagni chi è disposto a tuffarsi per recuperare le perle, e due di essi, il cinese Wang e Polansky, si fanno subito avanti. Akasa, allora, tenta di opporsi a quello che è, ai suoi occhi, un grave sacrilegio, ma, prima che possa chiamare in aiuto la sua tribù, viene ucciso da Nilsen, cosa che scatena la rabbia di ZAGOR, il quale però, bloccato da Gitanillo con una corda, viene stordito dagli altri marinai e legato assieme a CICO. Molte ore dopo, quando il sole è ormai sorto, Wang si tuffa in acqua, ma poiché, trascorsi ben quattro minuti, non dà più segni di sé, Nilsen fa tuffare Polansky, a cui Gitanillo, per sicurezza, lega una fune intorno alla vita. Qualsiasi pericolo ti minacci, una forte corrente o un malore… [Nilsen pensa infatti che l'Antico Custode menzionato da Akasa sia in realtà un vortice subacqueo, nda] non dovrai far altro che dare due strattoni alla corda!, dice lo zingaro a Polansky (inizialmente titubante), e il capitano aggiunge: E noi ti tireremo su! Ottima idea, Gitanillo!. Polansky, pertanto, si tuffa nella laguna, ma, dopo solo un minuto, i suoi compagni sentono i due strattoni e, come stabilito, lo tirano in superficie. Polansky, cosa ti è successo? Come ti sei ridotto così? Dov'è Wang? Cosa è successo là sotto?, domandano i soccorritori al moribondo marinaio. Wang è morto… l'ho visto… era orribile… il mostro l'aveva ridotto come un sacco vuoto… […] E' una gigantesca piovra… mi ha avvinghiato… con uno dei tentacoli… prima che voi… mi tiraste verso l'alto… è stato terribile… mi stringeva… forte… sempre più forte… e io che mi sentivo scoppiare il torace… .

Il moribondo Polansky rivela ai suoi compagni e all'avido capitano Nilsen che a guardia delle perle c'è una terribile piovra gigante - ZGR 42, p. 48

Pronto ad affrontare la mostruosa piovra, Zagor si fabbrica una rudimentale lancia - ZGR 42, p. 53


Prima di spirare, Polansky fa in tempo a dire a Nilsen - il quale gli chiede, con incredibile cinismo, se sul fondo della laguna ci sono davvero le perle - che queste ultime sono presenti in abbondanza. Udito ciò, il capitano costringe ZAGOR, minacciando di gettare in acqua CICO, ad affrontare la piovra gigante. Durante il viaggio verso Little Africa, infatti, Nilsen è rimasto impressionato, al pari dei suoi uomini, nel vedere l'eroe lottare vittoriosamente con due grossi squali, e pensa quindi che il Nostro possa farcela anche contro l'Antico Custode. Fabbricatasi una rudimentale lancia con il tronco di un piccolo albero e raccolto un grosso sasso per scendere più rapidamente, ZAGOR s'immerge, raggiungendo in breve tempo la colonna dove sono appese le preziose collane. L'eroe nota, nei pressi della colonna, una caverna che ha tutta l'aria di essere la tana di quel simpaticone dell' "Antico Custode"!. Infatti, proprio in quel momento, la piovra gigante sbuca dalla grotta e tenta di afferrare ZAGOR con i suoi tentacoli. Per tutti i bisonti della prateria!... – esclama l'eroe, vedendo il colossale cefalopode – Quel poveraccio di Polansky non aveva esagerato… è l'animale più mostruoso che io abbia mai incontrato. ZAGOR non si perde d'animo e, avvicinatosi velocemente alla piovra, le conficca tra gli occhi la sua rozza lancia, e lo fa con tale forza che questa si spezza. La parte della punta rimane comunque piantata nel corpo della spaventosa creatura, che reagisce avvinghiando ZAGOR con un tentacolo. L'eroe riesce però ad afferrare il pugnale che Nilsen gli aveva dato e, tagliato il tentacolo, colpisce più volte la testa della piovra con l'affilata lama, fino a quando il mostro della laguna non muore.

La piovra gigante sbuca dalla grotta e tenta di afferrare Zagor con i suoi tentacoli - ZGR 42, p. 55

L'eroe trafigge il mostro della laguna con la sua rozza ma efficace arma - ZGR 42, p. 56


Compiuta la sua missione, ZAGOR risale in superficie; Nilsen può così recuperare le perle, ma, subito dopo, lui e gli altri devono vedersela con i guerrieri di Akasa, decisi a punire la profanazione. Per respingerli, Nilsen fa ricorso alla dinamite, ma ciò scatena un terribile cataclisma che fa sprofondare Little Africa (Akasa, infatti, aveva predetto: Se profanerete nostre acque di Antico Custode, grande ira di Dio del Mare colpirà mia tribù e intera isola!). Nilsen, ZAGOR, CICO e Lookford fanno in tempo a raggiungere la Strega Rossa, che viene però investita da una gigantesca onda provocata dall'inabissamento dell'isola. La valanga d'acqua danneggia irreparabilmente il fasciame del brigantino; pertanto, gli uomini a bordo, consapevoli che l'affondamento della nave è imminente, si costruiscono in fretta una zattera. Per essere sicuro di sopravvivere con le poche scorte di cibo rimaste, l'infido Nilsen uccide gli unici due marinai superstiti e tenta di fare lo stesso con i Nostri e Lookford. A morire invece, per mano di ZAGOR, è proprio lui: al termine di una dura lotta, infatti, l'eroe lo strangola, facendogli pagare, una volta per sempre, tutti i suoi crimini. 

La piovra avvinghia Zagor, che però riesce a liberarsi - ZGR 42, p. 57

Lo Spirito con la Scure dà il colpo di grazia al mostro - ZGR 42, p. 58

 
Curiosità: Sulla posta del n. 294 (Gli uomini puma), in risposta a una lettrice che gli chiede se la piovra gigante esista davvero, o se – al pari del PISUM ALATUM – sia un prodotto della sua fantasia, Sergio Bonelli scrive: La piovra gigante non l'ho inventata io, ma che esista o no è ancora da stabilire. Non l'ho inventata io perché compare in molte opere di fantasia che mi affascinarono da ragazzo (e che mi affascinano ancora), come Ventimila leghe sotto i mari di Jules Verne e i classici del fumetto Mandrake e il mistero della casa da gioco […] e Paperino e il fantasma della grotta, di Carl Barks. In questa storia scritta e disegnata dal "maestro dei paperi", compare in grande stile la tipica scena della piovra gigante che avvolge tra le sue spire un intero vascello. […] Nel 1878, un mostro fu catturato al largo di Terranova. Il corpo era lungo sette metri, i tentacoli dodici metri. Ma non era una piovra. Era un gigantesco calamaro, o seppia. L'esistenza della seppia gigante [in realtà, calamaro e seppia non sono affatto sinonimi: si tratta infatti di specie diverse, e quello trovato a Terranova era, per l'appunto, un calamaro gigante, non una seppia gigante, nda] fu dunque accettata dalla scienza, che, per così dire, l'autenticò, dandole un nome latino: Architeuthis. Questo mostro dal corpo affusolato, che nuota in cerca di prede spingendosi con i tentacoli, è il vero, reale Kraken [il mostro marino delle antiche leggende scandinave, nda], la cui esistenza fu documentata per la prima volta nel Cinquecento dal vescovo svedese Olaus Magnus.

Florida, 1896. Il dottor DeWitt Webb posa accanto alla carcassa del Mostro di St. Augustine, una presunta piovra gigante

La colossale piovra della famosa storia di Carl Barks Paperino e il fantasma della grotta (1947)


La piovra, va detto, è molto diversa. Ha il corpo a forma di bulbo, e sta sul fondo in attesa delle prede. Ma oltre ai piccoli polipetti che si mangiano nel fritto misto, […] esiste la versione gigante? Non si sa, non ci sono prove. Il lato bizzarro della faccenda è che il mostro vero, la seppia gigante, non compare mai nei romanzi, fumetti, film di terrore marinaro [fa eccezione il film televisivo Beast – Abissi di paura, che però è del 1996, mentre Bonelli scriveva quanto riportato nel gennaio 1990, nda] che invece ospitano quello improbabile: la piovra gigante, detta anche Octopus giganteus. Forse, provo indovinare, è più inquietante e terribile l'idea del mostro in agguato sul fondo. Io, già spaventato all'idea del "seppione" citato che se ne va in giro per i mari, spero proprio che gli esperti di animali misteriosi (i cosiddetti "criptozoologi") si sbaglino. Che l'enorme piovra non esista negli oceani veri, ma solo in quelli della fantasia. Quelli di Mongo, per esempio, dove l'affronta Flash Gordon […] per strappare alle sue spire il dottor Zarro. O nello spaventoso Mare del Silenzio del più bel romanzo di orrore marinaro che io conosca, Naufragio nell'Ignoto di William Hope Hodgson [vedi a questo proposito DAGON, nda].
Bisogna aggiungere che la storia, come si evince dal titolo stesso e come si legge sulla posta di Tutto Zagor n. 46 (Il Fante di Picche), è in parte ispirata al film La Strega Rossa (Edward Ludwig, 1948), dove, a lottare contro una colossale piovra, è John Wayne, alias capitano Ralls. Servendosi prima di un arpione e poi di un pugnale, Wayne/Ralls riesce, ovviamente, ad avere la meglio sul mostro tentacolato.

Poster originale del film La Strega Rossa (Edward Ludwig, 1948)


PIPISTRELLI GIGANTI

Compaiono sia ne Il popolo delle caverne (D. Canzio [sog.&scen.] – F. Donatelli [dis.], nn. 209-212) che ne La progenie del male (M. Burattini [sog.&scen.] – Pesce [dis.], nn. 549-550), due storie ambientate nel sottosuolo. I primi, che vivono – assieme ad altri esseri mostruosi - nel mondo ipogeo di Inaccessible Point, attaccano ZAGOR e CICO, impegnati ad attraversare, sul tronco di un albero abissale (vedi appunto ALBERI ABISSALI) un grande lago. L'eroe fa fuoco, ma non riesce a impedire ad uno di essi di rapire CICO. Per tutti i tamburi di Darkwood! Non posso darmi per vinto così facilmente! – pensa ZAGOR mentre raggiunge la riva – Chissà… forse una volta messo piede a terra mi sarà più facile scovare il nido di quel dannato pipistrello! Di solito quel genere di animali vive in colonie tanto numerose da appestare l'aria con il loro fetore… …e perciò non è escluso che questa volta sia il mio olfatto a permettermi di rintracciare il mio amico!. Lo Spirito con la Scure – il quale spera che i pipistrelli giganti non appartengano alla specie dei vampiri, famigerati succhiatori di sangue - s'incammina nell'affascinante paesaggio sotterraneo, ma viene quasi subito catturato dai SIKKIM.

Zagor n. 210, gennaio 1983. Disegno di Ferri
Nel lago ipogeo, Zagor e Cico vengono attaccati dai pipistrelli giganti- ZGR 210, p. 70

Uno dei pipistrelli ghermisce Cico - ZGR 210, p. 71

Per liberare il messicano, Zagor pensa di sparare alle ali del pipistrello, ma quest'ultimo non gliene lascia il tempo - ZGR 210, p. 72


A liberarlo, poche ore dopo, è Kainaka, uno dei pellerossa che, nei giorni precedenti, erano stati rapiti dai sopracitati umanoidi. Grazie all'aiuto del giovane indiano, l'eroe riesce a ricongiungersi a CICO, salvandolo dal TRITONE GIGANTE. Il messicano racconta quindi all'amico cosa gli è accaduto dopo che il pipistrello gigante l'aveva rapito: Quel mostro alato mi ha fatto fare un breve volo… …per poi depositarmi in un'indescrivibile, le cui pareti e la cui volta erano letteralmente coperte di pipistrelli! Lo spettacolo era talmente orrendo che credo di aver perso conoscenza per alcune ore… Quando sono rinvenuto, poi, mi sono trovato nelle mani di quei mostriciattoli bipedi guerci, che forse mi avevano scoperto per caso nella grotta dei pipistrelli… …e ho capito subito di essere finito dalla padella nella brace!. A differenza dei pipistrelli giganti della storia di Canzio e Donatelli, quelli de La progenie del male sono il risultato degli esperimenti genetici degli scienziati lemuriani (vedi DINOSAURI DELL'ABISSOVERDE, PULCI GIGANTI, SERPENTI GIGANTI). Sono due le scene che vedono protagonisti questi mostri, ed entrambe hanno luogo nel primo dei due albi che compongono l'avventura, intitolato A volte ritornano. Nella prima scena, tre pipistrelli giganti attaccano, nella caverna che conduce all'Abisso Verde, due guerrieri Oneida, Kiab e Sapaw. Quest'ultimo viene catturato da uno dei pipistrelli, mentre Kiab, sebbene inseguito dagli altri mostri alati, riesce a fuggire e, raggiunto il suo villaggio, racconta quanto accadutogli al sakem Umapai, il quale decide di rivolgersi al vecchio amico ZAGOR.

Zagor n. 211, febbraio 1983. Disegno di Ferri
Cico racconta a Zagor cosa gli è successo dopo che il pipistrello l'ha rapito - ZGR 211, p. 43

Zagor n. 549, aprile 2011. Disegno di Ferri
 
L'indiano Sapaw cade preda di uno dei pipistrelli giganti che popolano l'Abisso Verde - ZGR 549, p. 38

Nella seconda scena, infatti, l'eroe e CICO s'inoltrano, assieme a Umapai e sei guerrieri (il povero Kiab, invece, non partecipa alla spedizione perché ciò che ha visto gli ha sconvolto la mente), nella succitata caverna e, giunti alla terrazza che si affaccia sull'Abisso Verde, vengono anch'essi aggrediti da un enorme pipistrello. Colpito da numerosi proiettili, esplosi dai fucili degli Oneida e dalle pistole di ZAGOR e CICO, la feroce creatura dimostra un'eccezionale resistenza e tenta persino di ghermire l'eroe, ma alla fine si abbatte al suolo, dove viene uccisa dai pellerossa con la collaborazione del messicano. In quello stesso momento, arriva un secondo pipistrello: stavolta, però, ad affrontarlo è il solo ZAGOR, il quale, dopo averlo fatto cadere a terra a colpi di scure, gli balza addosso e lo colpisce nuovamente, più e più volte. Il mostro riesce tuttavia ad alzarsi in volo (provocando così la caduta, fortunatamente priva di conseguenze, dell'eroe) ed a fuggire, ma, colpito – a fucilate - anche dagli Oneida, muore di lì a poco. La sua carcassa viene infatti trovata dai Nostri sul fondo dell'abisso, a non molta distanza dai resti del povero Sapaw.

Zagor e i guerrieri Oneida scaricano un'autentica pioggia di piombo sull'enorme pipistrello - ZGR 549, p. 40

Il mostro alato si abbatte finalmente al suolo - ZGR 549, p. 88

Aggrappato al dorso del pipistrello, Zagor colpisce quest'ultimo con la sua scure, ma la bestia riesce a liberarsi di lui - ZGR 549, p. 89

Zagor e compagni trovano, sul fondo dell'abisso, la carcassa del pipistrello e, a poca distanza, il cadavere di Sapaw - ZGR 550, p. 17



PISUM ALATUM 

L'altro mostro de La Strega Rossa: un bizzarro e rarissimo insetto, la sola specie di coleottero che manca alla ricca collezione del professor Lookford. Costui ne dà a ZAGOR la seguente descrizione: Il "Pisum Alatum", ovvero "Pisello Volante" è di forma perfettamente sferica e, come dice il suo nome, ha le dimensioni e l'aspetto di un pisello, munito però di ali, zampe e antenne! Una creatura del tutto unica nel mondo animale!. Quando la Strega Rossa giunge a Little Africa, Lookford mostra ad Akasa, salito a bordo della nave, un libro su cui è raffigurato il coleottero in questione, e gli chiede: Hai già veduto questo insetto?. Akasa risponde: Mm… fammi vedere meglio, amico bianco! Sì… certo… io visto! Noi chiamiamo lui N'gambi!. Queste parole scatenano l'entusiasmo di Lookford: Evviva!!! Scommetto che l'isola ne è piena, non è vero? Ce ne devono essere migliaia… anzi milioni!. L'indigeno, però, gli dice che in realtà non ce ne sono molti, e aggiunge: Io anzi visto solo uno o due, intorno a laguna in centro isola… loro stanno vicino acque ferme. Pertanto, una volta sceso a terra, l'equipaggio della Strega Rossa sistema il campo vicino alla suddetta laguna. Lookford si mette subito alla ricerca del Pisum Alatum, ma, trascorsi tre giorni, non ottiene alcun risultato e, stanco e avvilito, fa ritorno all'accampamento. Proprio in quel momento, il cuoco della nave, Ciang-Ly, porta la cena al naturalista e al capitano Nilsen.

Akasa conferma a Lookford la presenza del Pisum Alatum sull'isola, ma gli dice anche di averne visti pochissimi esemplari - ZGR 42, p. 17

Dopo giorni di infruttuose ricerche, Lookford trova, in maniera inaspettata, il buffo coleottero - ZGR 42, p. 22


Quando il cinese - che si lamenta degli insetti attirati dalle sue pietanze - solleva il coperchio del piatto, da esso fuoriesce un bacherozzo volante. Ciang-Ly tenta di ucciderlo, ma Lookford glielo impedisce: Noo! Fermo, non toccarlo, per carità del cielo!... E' lui… è lui!... …E' il "Pisum Alatum"!. Davanti agli occhi divertiti dei presenti, il professore insegue con il suo retino il buffo coleottero, riuscendo infine a catturarlo. Ah! Ah! Guardate quanto è bello con le sue alucce e le sue antenne! – esclama Lookford, osservando la bestiola nel vasetto di vetro in cui l'ha imprigionata – Ah! Ah! Ah! Tra un paio di mesi tutti i vecchi tromboni delle università faranno a pugni per vederti, animaletto mio!. Sfortunatamente per il fanatico naturalista, i vecchi tromboni non avranno mai modo di vedere il singolare insetto. Una prima avvisaglia della tragedia si ha la sera stessa della cattura, quando CICO, entrato nella tenda di Lookford per chiedere a questi di far cessare lo scontro tra ZAGOR e gli uomini di Nilsen, urta inavvertitamente il vaso con il Pisum Alatum, rischiando di romperlo e di liberare quindi il coleottero. A causa di ciò, il messicano riceve dall'infuriato naturalista un pugno in un occhio. Nel finale della storia, dopo l'inabissamento di Little Africa e l'affondamento della Strega Rossa, ZAGOR, CICO e Lookford – unici superstiti della spedizione – affrontano l'oceano a bordo di una zattera (vedi PIOVRA GIGANTE). Le provviste di acqua e viveri finiscono presto, portando a uno stato di estrema debolezza gli sventurati naufraghi.

Il naturalista inglese riesce finalmente a catturare il tanto desiderato Pisum Alatum - ZGR 42, p. 24

Lookford scazzotta Cico, che per poco non gli ha rotto vasetto con il Pisum Alatum - ZGR 42, p. 37


Quando tutto sembra perduto, CICO riesce a pescare un grosso tonno, che permette ai tre di sopravvivere fino all'arrivo di un vascello, la Lady Jane del capitano Rainbow, che presta loro soccorso. Davanti a tutto l'equipaggio della nave, Lookford rende pubblico omaggio al messicano: Quest'uomo, con il solo aiuto del suo ingegno e soprattutto della sua fede, ha pescato senza neppure disporre dell'esca il tonno che ci ha concesso di vincere i morsi di una terribile fame… un applauso, prego!. Rainbow e i marinai si complimentano con il pancione e gli domandano, inoltre, come ha fatto a pescare un tonno senza esca. Ehm… ehm… insomma… per dire la verità… una piccola esca l'ho usata […] era …era un insetto… […] era un "Pisum Alatum"!, … risponde CICO. Un "Pisum Alatum"?!, esclama Lookford, il quale, ancora incredulo, apre subito la sua borsa e, afferrato il vasetto, scopre con orrore che è vuoto. Il mio "Pisum Alatum", l'unico "Pisum Alatum" esistente al mondo… usato come esca per uno schifosissimo pesce…, si dispera il naturalista. Uh… dalla velocità con cui lo avete mangiato non mi sembrava che voi lo trovaste schifosissimo, quel pesce., gli fa notare CICO. Taci! Come hai potuto farmi una cosa simile? – dice Lookford al messicano - Tu, piccolo insignificante ammasso di carne… tu, vile oscurantista… tu, sporco nemico della scienza!. In preda a una furia incontenibile (tu morirai, e per mano mia!), il naturalista insegue il povero pancione, che, per salvare la pelle, è costretto ad arrampicarsi su uno dei pennoni del vascello.


Più che la salvezza dei suoi compagni, al fanatico Lookford interessa la sua e soprattutto quello del bizzarro insetto - ZGR 42, p. 95

Il naturalista scopre con sgomento che Cico ha effettivamente usato come esca il Pisum Alatum - ZGR 43, p. 14
 
Due giorni dopo, la Lady Jane raggiunge le coste della Florida e ZAGOR e CICO lasciano la nave per incamminarsi verso la lontana Darkwood. Saliti sulla scialuppa che li condurrà sulla terraferma, i Nostri chiedono a Rainbow come sta Lookford. Beh… per la verità si trova ancora in preda alla crisi nervosa che lo prese quando saliste a bordo, ma le sue condizioni non sono preoccupanti!, è la risposta del capitano. Volete dire che migliora rapidamente?, gli chiede CICO, e Rainbow risponde: Eccome! Se continua così, domani potremo cominciare a slegarlo!.
Lookford e il Pisum Alatum ritornano in Cico esploratore (M. Burattini [sog. & scen.] – F. Gamba [dis.], Speciale Cico n. 22), storia che vede il primo alla ricerca di un'altra rara e bizzarra animale, il GOING-GOING. Nel finale dell'avventura, mentre quest'ultimo sta riposando, il naturalista inglese (che in precedenza ha impedito a CICO di uccidere il GOING-GOING) gli si avvicina in silenzio, assieme alla sua guida Haddock - che ha già pronta la corda per catturare l'animale – ed al messicano. I tre sono nascosti dietro un cespuglio, dal quale, all'improvviso, spunta un insetto volante. Per tutti i lepidotteri!... Non ci posso credere! Ma quello… quello è un Pisum Alatum! Ne esiste ancora un esemplare vivente allora… probabilmente l'ultimo!. A Lookford si presenta la seconda, irripetibile possibilità di catturare l'ambito coleottero, ma il destino vuole che l'insetto abbia la cattiva idea di ronzare troppo vicino al GOING-GOING, che lo inghiotte in un batter d'occhio. Nooo! Non è possibile… ma io lo stermino! Raaah! Io lo estinguo!, urla l'inferocito naturalista, che, afferrato un randello, si mette a inseguire il simpatico mangia-tutto di Darkwood.

Furioso come una belva, Lookford insegue il povero Cico - ZGR 43, p. 15

Lookford si appresta a catturare il Going-Going, ma da un cespuglio spunta inaspettatamente una vecchia conoscenza: il Pisum Alatum - Speciale Cico n. 22, p. 129

 
Curiosità: Come si legge a p. 47 dello Zagor Index Illustrato 1-100 (Paolo Ferriani Editore, 2005), Tiziano Sclavi ha omaggiato il Pisum Alatum nel secondo team-up tra Dylan Dog e Martin Mystère, La fine del mondo. In questo albo speciale, pubblicato nel 1992 e disegnato da Giovanni Freghieri, compare infatti un insetto che porta lo stesso nome del coleottero nolittiano (pur avendo un aspetto diverso) e che vive nel deserto di Atacama (Cile), il luogo più arido del globo. E' proprio quest'aridità estrema a consentire al Pisum Alatum sclaviano di sopravvivere, dato che anche una sola goccia d'acqua è in grado di ucciderlo all'istante. Accade però l'imprevisto: sulla Terra si scatena un vero e proprio diluvio universale che, in quanto tale, non risparmia nemmeno Atacama, condannando quindi alla totale estinzione i già rari Pisum Alatum
 
L'inferocito Lookford insegue il Going-Going, reo di essersi mangiato l'ultimo esemplare di Pisum Alatum esistente - Speciale Cico n. 22, p. 130
Martin Mystère One Shot n. 2, ottobre 1992. Disegno di Stano

Il raro e fragile Pisum Alatum del deserto di Atacama, "cugino" di quello zagoriano - Dylan Dog & Martin Mystère n. 2, p. 23


Massimo Capalbo

N.B. Trovate i link alle altre puntate e voci degli Zagor Monsters sulla Mappa!

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