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domenica 5 giugno 2016

TRILOGIA FANTASCIENTIFICA: IL VENTICINQUENNALE DI NATHAN NEVER (298, 299 E 300)

di Francesco Manetti

Perché abbiamo intitolato Trilogia fantascientifica questa breve recensione-trimurti di Nathan Never? Qualcuno potrebbe infatti obiettare: ma Nathan Never È un fumetto di fantascienza! E allora vediamo di spiegarci meglio...


La spettacolare variant cover di Bilal per Nathan Never n. 300

Di sicuro quella di Nathan Never NASCE come collana di fantascienza, anzi, come prima collana dichiaratamente SF della Sergio Bonelli Editore - anche se incursioni nel fantascientifico c'erano state un po' dappertutto nelle serie "classiche" (indimenticabili, per es., gli straordinari incontri alieni di Zagor e le avventure dove la scienza impazzisce in Tex e in Mister No). Noi ex di Collezionare ricordiamo benissimo di aver tenuto quasi "a battesimo" il personaggio di Medda, Serra e Vigna, nella tarda primavera del 1991, quando, a una mostra del fumetto a Impruneta dedicata al comic d'anticipazione (manifestazione che vedeva fra gli organizzatori la Glamour, la casa editrice fiorentina di Antonio Vianovi con la quale già eravamo in stretto contatto per la nascitura Dime Press), venne presentato in anteprima l'ormai storico Agente speciale Alfa disegnato da Castellini. Molti si riempirono la bocca, anche fra il pubblico della conferenza che si tenne sull'evento, con il termine cyberpunk - vedendovi strette relazioni con quel filone SF che da qualche anno, in letteratura e al cinema, andava per la maggiore. Città stratificate, multinazionali che impongono il dominio anche politico sul mondo, fusioni uomo-macchina, esplosione informatica, flussi di dati globali, etc. Ma Nathan Never, come chiarì il bravo Serra, non era soltanto quello. Nathan Never era anche fantascienza classica, golden age - con i suoi robot senzienti, con le sue armi avveniristiche, con le sue macchine volanti, con le previsioni sul Domani.

La "mattonella" in cotto dell'Impruneta (che riproduceva la copertina di uno degli storici cataloghi Glamour) realizzata per la mostra Futuribile, durante la quale fu presentato in anteprima il n. 1 di Nathan Never nel 1991


Purtroppo, con il passare degli anni, nella collana la SF diventò sempre più spesso un pretesto, una cornice, o al massimo uno sfondo - per raccontare storie gialle e thriller, per addentrarsi lungo i sentieri dell'avventura in giungle, deserti e distese oceaniche. O addirittura per vergare veri e propri manifesti di denuncia sociale: lo sfruttamento delle classi meno abbienti, la condizione femminile, i bambini malatrattati, il razzismo, le infiltrazioni mafiose, la corruzione della politica, e via dicendo, fino ad arrivare al n. 297 che - fin dalla (splendida) e non casuale copertina di Giardo ispirata a Pellizza Da Volpedo, dove tutti i protagonisti (eccetto Nathan) marciano vestiti secondo uno "stile" del XX-XXI secolo - tutto è fuorché fantascienza, narrando di magistrati eroi che lottano soli e indifesi contro la malavita organizzata in terre meridionali... Niente di male, figuriamoci! Diremo di più: cosa meritoria! Un lettore entusiasta, in una missiva pubblicata sulla pagina della posta del n. 298, propone perfino di far diffondere quella storia nelle scuole - quando invece basterebbe far tornare obbligatori e far studiare a fondo un Virgilio, un Dante o un Manzoni, perché quelle povere impolverate ossa avevano già capito e detto tutto, anche del Duemila. Basterebbe dire nelle classi, per esempio, che i simulacri pacchiani e dondolanti esibiti nelle processioni religiose sarebbe meglio che non tendessero a pencolare o a rallentare sempre davanti alle stesse case e villette... altro che fumetti sui banchi, al posto dei libri.


Il Quarto Stato (1901) di Pellizza Da Volpedo - fonte d'ispirazione "politicamente corretta" per la copertina del n. 297 di Nathan Never

Detto questo, e proprio per questo, ci hanno particolarmente e positivamente sorpresi i tre albi di fila usciti da marzo a maggio del 2016 nei quali la fantascienza non rimane zitta zitta buona buona nel backstage, ma torna finalmente protagonista della storia. I numeri 298 e 299, scritti da Giovanni Eccher per i disegni di Romeo Toffanetti, ruotano attorno alla simpatica figura di Mac, il robot antiquario che fin dall'inizio rappresenta nella serie la metafora incarnata nel metallo del solido legame che esiste - nonostante gli sconvolgimenti, le guerre interplanetarie, le mutazioni, le rivoluzioni del calendario, etc. - fra il futuro lontano di Nathan Never e il nostro presente: gli oggetti, le attrezzature e i libri che l'automa vende nel suo negozietto stracolmo di mirabilia come una wunderkammer sono infatti di uso comune e familiari nel continuum temporale in cui via via si colloca il lettore del fascicolo (nei primi numeri mac vendeva roba che risaliva fino agli anni Ottanta e oggi ci propone anche oggetti del 2000). Questo è davvero un monito, un "messaggio morale" ben nascosto fra le righe, ben più forte e chiaro di quelli inviati dalle sceneggiature politicamente corrette: non si può fare a meno del retaggio, degli antenati, delle tradizioni, dell'identità - perché è proprio il far strame del passato, dei "matusa", del "vecchiume" (Virgilio, Dante e Manzoni soppiantati da oscuri imbrattacarte o da dibattiti sulle "problematiche" attuali) che porta a quei problemi (sfruttamento, corruzione, infiltrazioni mafiose, etc.) che costringono poi gli autori di fumetti a continue opere di denuncia, sostituendosi obtorto collo ai giornalisti investigativi, ai cronisti di nera e ai fotoreporter. Niente è per sempre e Addio, Mac si ispirano direttamente all'opera del grande Isaac Asimov che, con le sue Tre Leggi della Robotica (alle quali successivamente aggiunse la Legge Zero), fissò un canone narrativo per quel filone SF basato su automi e androidi. Anche qui troviamo criminali, corrotti e soprusi; troviamo la Legge e la sua longa manus; troviamo i danni causati dalla peste-danaro; troviamo la Giustizia che fa il suo corso. Ma stavolta, finalmente, tutto questo è sfondo, contorno e cornice: il cuore della doppia avventura, il modo in cui si sviluppa e poi si scioglie l'intreccio narrativo... sono genuinamente fantascientifici. Qui sta il segreto del successo venticinquennale di Nathan, e dunque un meritatissimo plauso a Eccher e Toffanetti!


Isaac Asimov, il Good Doctor della fantascienza, che creò un canone letterario con i suoi robot umanizzati e con le Tre Leggi della Robotica


Stesso discorso per il n. 300 tutto a colori - Altri Mondi di Bepi Vigna e Roberto De Angelis. Lo sceneggiatore è uno dei tre "padri" della serie e, come accade anche quando rientrano in campo i suoi colleghi e conterranei, le storie di Nathan Never tornano più facilmente sui solidi binari iniziali. Vigna ci confeziona un racconto di una complessità a dir poco incredibile: per leggerlo e goderlo fino in fondo occorre non aver semplicemente sentito parlare di "meccanica quantitistica" e magari pensare, come altri, che il "salto quantico" sia qualcosa di galattico; occorre averne almeno un'infarinatura (e il Web, sotto questo aspetto, è utilissimo, con le sue possibilità di ricerca veloce di qualsiasi argomento e dovunque, grazie a smartphone e pad). Le citazioni sono innumerevoli, con i nomi dei co-protagonisti scienziati che rimandano ai cervelli che, fra la fine dell'Ottocento e gli anni Venti del XX secolo, rivoluzionarono per sempre il modo di concepire la Realtà. Divertenti anche i collegamenti alle altre serie bonelliane: Nathan Never e gli altri fanno rapide puntatine in differenti configurazioni quantistiche dell'Universo, trovandosi sbalzati nella Darkwood di Zagor, nell'Amazzonia di Mister No, nella Londra di Dylan Dog e nella New York di Martin Mystère (anche se qui ci saremmo aspettati una riflessione dell'Agente Alfa sul fatto che Martin Mystère lo conosce anche lui, essendocene una sorta di "copia cibernetica" nel suo tempo)... Il bravissimo Vigna (della cui passione per la scienza vera, sulla quale si costruiscono le più vere e profonde storie SF, abbiamo qui più volte parlato) festeggia così, insieme ai 25 anni del suo personaggio, tutta la casa editrice che ha permesso a tre geniali ragazzi sardi di mettere su carta i loro sogni!


Nathan Never n. 298, marzo 2016. Disegno di Giardo

Nathan Never 298
NIENTE È PER SEMPRE
Marzo 2016
pag. 100, € 3,20

Testi: Giovanni Eccher
Disegni: Romeo Toffanetti
Copertina: Sergio Giardo
Rubriche: Luca Del Savio



Nathan Never n. 299, aprile 2016. Disegno di Giardo

Nathan Never 299
ADDIO, MAC
Aprile 2016
pag. 100, € 3,20

Testi: Giovanni Eccher
Disegni: Romeo Toffanetti
Copertina: Sergio Giardo
Rubriche: Luca Del Savio


 

Nathan Never n. 300, maggio 2016. Disegno di Giardo

Nathan Never 300
ALTRI MONDI
Maggio 2016
pag. 100, € 3,20

Testi: Bepi Vigna
Disegni: Roberto De Angelis
Copertina: Sergio Giardo
Rubriche: Bepi Vigna
 

Francesco Manetti


N.B. Trovate le altre (seppur rare!) recensioni bonelliani sul Giorno del Giudizio!

1 commento:

  1. Ottima recensione, una delle migliori che ho letto negli ultimi tempi. Qualcuno dirà, scambio di complimenti tra sodali, a cui rispondo lo pensino pure senza problemi. Resta il fatto della soddisfazione fisica e mentale di aver letto un pezzo così.

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