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sabato 9 aprile 2016

ZAGOR MONSTERS - "M" (V PARTE): DA " MOSTRO DEL DARK CANAL" A "MOSTRO DI KRINHAR"

di Massimo Capalbo

Lo Zagordom è ancora scosso e allibito: il 2 aprile 2016 Gallieno Ferri, il creatore grafico dello Spirito con la Scure, ha raggiunto Guido Nolitta nella Darkwood Celeste... La vita però continua, e tornano dunque su Dime Web gli attesissimi Zagor Monsters, che Massimo Capalbo porta qui avanti con grande successo di lettori e di recensioni in Rete dal marzo 2014. Ribadiamo che la lunghezza della lettera "M" (giunta ormai alla 5a parte) è dovuta soprattutto ai vocaboli "mostro" e "mostri": nella sua carriera il Nostro ne ha dovuti infatti affrontare legioni - e ne affronta tuttora (pensate, per esempio, alla lovecraftiana creatura antartica qui analizzata, che è apparsa sulla collana due mesi dopo la partenza di questa teratoenciclopedia)! Le illustrazioni sono tutte farina del sacco di Max, con l'eccezione delle due immagini introduttive, frutto della ricerca redazionale sul Web (stavolta abbiamo puntato sul californiano di origine yugoslava Attila Juhas). Prima di lasciarvi alla lettura del trittico di nuove orripilanti voci, vi ricordiamo gli altri due nostri dizionari bonelliani - ovvero L'Atlante di Mister No e The Dark Side of Tex - le parodie del Titolo Venuto dall'Impossibile e il nuovissimo The Best of Martin Mystère - tutto Made in Maxland! (s.c. & f.m.)




LEGENDA



  • I nomi in stampatello e grassetto rimandano a una voce dell’opera. Fanno eccezione i nomi dei protagonisti della serie, ZAGOR e CICO, che sono sempre scritti in questo modo, tranne quando sono inseriti nei crediti di una storia o fanno parte del titolo di un libro (ad esempio: Speciale Zagor; Speciale Cico; Zagor 1982-1993, un senese a Darkwood ecc.).


  • Gli uomini-bestia di cui conosciamo anche nome e cognome o il nome soltanto, vengono indicati con la loro identità mostruosa e non con quella umana (ad esempio: ULTOR invece che NEZDA; UOMO TIGRE invece che KELLOG, WILFRED).


  • Gli altri mostri di cui conosciamo nome e cognome vengono indicati per cognome (per esempio, RAKOSI, BELA), e, quando vengono citati in una voce diversa dalla loro, solo il cognome è scritto in stampatello e grassetto, in modo da rimandare immediatamente alla lettera sotto la quale sono stati inseriti (ad es.: nel testo della voce RAKOSI, BELA, il personaggio della contessa Varga è citato come Ylenia VARGA). In alcuni casi, però, abbiamo optato per il soprannome (ad es.: SKULL invece che RANDAL, COLIN).


  • Per quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia alla memoria dei lettori in modo più efficace (anche se, in alcuni casi, il nostro titolo non coincide con quello usato abitualmente dai lettori). Ad esempio, la storia dei nn. 194-196 viene indicata con il titolo del n. 195, Il Signore Nero, perché esso è, per l’appunto, più rappresentativo rispetto a Il teschio di fuoco (n. 195) e L’orda del male (n. 196).


Sempre riguardo alla serie regolare, nei crediti delle storie si fa riferimento al computo reale degli albi zagoriani e non alla numerazione della collana Zenith, ossia al numero stampato sulla costa di ciascun albo mensile. Com’è noto, la suddetta numerazione è sfasata di 51 numeri rispetto a quella effettiva (ad esempio, il Zenith n. 52 corrisponde al primo numero di Zagor, il Zenith n. 53 al secondo numero e così via). Per una guida ai collegamenti ipertestuali andate su Zagor Monsters lettera "A"!



M5
MOSTRO DEL DARK CANAL
MOSTRO DELL’ANTARTIDE
MOSTRO DI KRINHAR


MOSTRO DEL DARK CANAL 

Il feroce uomo pesce dell'avventura Acque misteriose (G. Nolitta [sog.&scen.] – F. Donatelli [dis.], nn. 110-112), ambientata in una regione inesplorata del Missouri. ZAGOR e CICO vi giungono per salvare la vita a tre scienziati tedeschi – Kruger e Mayer (vecchie conoscenze dei Nostri) e il loro giovane collega Weiser –, i quali ignorano che le loro guide, Ross e Lewis, sono in realtà dei banditi e intendono, una volta giunti nella suddetta regione, rapinarli e ucciderli. Lo Spirito con la Scure arriva in tempo per impedirglielo, e poiché Kruger e compagni rifiutano di tornare indietro, si addentra assieme a loro e alle false guide nel selvaggio territorio, dove sono avvenute incredibili mutazioni. I sei, però, vengono ben presto catturati dai subdoli indiani Omaha (che prima, fingendosi amichevoli, li ospitano nel loro villaggio e poi fanno bere loro, con l'inganno, una bevanda drogata), i quali intendono sacrificarli al temutissimo Spirito della Palude, il mostro del Dark Canal per l'appunto. Legati dagli Omaha a dei pali, ZAGOR e compagni non credono ai loro occhi quando vedono emergere di notte, dalle acque della palude, la spaventosa creatura.

Zagor n. 110, settembre 1974. Disegno di Ferri

Zagor n. 111, ottobre 1974. Disegno di Ferri

I subdoli Omaha drogano i loro ospiti - ZGR 111, p. 15


Questa, dopo essersi avvicinata al palo più vicino: quello a cui è legato Lewis, stordisce costui e lo porta con sé nel Canale Oscuro. Poco dopo, ZAGOR riesce a liberarsi e, slegati gli altri, s'incammina assieme a loro verso sud, in direzione del luogo in cui si trova il battello con cui gli scienziati sono giunti nella regione. L'eroe vorrebbe far subito ritorno a Maysville, il piccolo villaggio da cui i tre tedeschi sono partiti il giorno prima, ma Weiser propone a lui e al resto del gruppo di tornare invece al Dark Canal, proprio per studiare il mostro: Vi rendete conto che ci siamo trovati di fronte al più sensazionale essere che esista sulla Terra? La posizione eretta di un uomo, la pelle squamosa di un rettile, l'apparato respiratorio di un perfetto anfibio e sicuramente molti altri particolari che potrebbero offrire materia di studio per anni e anni a un plotone di zoologi!. Le parole del giovane scienziato convincono subito i suoi due colleghi, ma non ZAGOR e lo spaventato Ross; tuttavia, Weiser non tarda a vincere le resistenze del primo – spiegandogli che la cattura del mostro solleverebbe l'intera regione da un incubo (il capo degli Omaha aveva infatti detto loro che il mostro aveva divorato già sette persone) - mentre il secondo accetta di restare sia perché l'eroe gli fa capire che da solo non avrebbe alcuna possibilità di tornare indietro, sia perché i tedeschi gli promettono una generosa ricompensa. Il giorno dopo, i Nostri giungono nel punto dove la notte prima è avvenuto il drammatico incontro con il mostro e attraccano proprio in prossimità dei pali a cui gli Omaha li avevano legati. Nei giorni seguenti non avviene alcun avvistamento, ma, una sera, mentre ZAGOR e CICO sono nella cabina con i tre scienziati, il mostro sale sul battello e aggredisce Ross, che stava facendo il suo turno di guardia.

Davanti agli occhi increduli di Zagor e dei tre scienziati tedeschi, il mostro emerge dal Dark Canal – ZGR 111, p. 30

Portando con sé la sua preda, la creatura scompare nelle acque della palude – ZGR 111, p. 34

Weiser propone ai suoi compagni di ritornare al Dark Canal - ZGR 111, p. 41
Insensibile ala scure di Zagor, grazie alla sua poderosa corazza, il mostro trascina con sé lo sventurato Ross - ZGR 111, p. 54

ZAGOR corre subito in aiuto del compagno, ormai privo di sensi, e scaglia la sua scure contro la creatura, che però, protetta dalla corazza squamosa, non subisce alcun danno e trascina con sé in acqua la sua preda umana. L'eroe si tuffa a sua volta, ma non riesce a individuare il mostro; anzi, l'eroe attacca per errore Weiser, che si era tuffato immediatamente dopo di lui. Lo Spirito con la Scure non si da comunque per vinto e, quella stessa notte, scende a terra ed esplora i dintorni, allo scopo di trovare la tana della creatura. La ricerca di ZAGOR - non più intenzionato a catturare l'uomo pesce (come vorrebbero i tedeschi), ma ad ucciderlo e basta – non dà però l'esito sperato e infatti, mentre l'eroe sta per tornare al battello, il mostro attacca di nuovo, aggredendo prima Weiser, che era di guardia assieme a CICO, poi Kruger e Mayer, i quali, armati di fucile, intervengono in difesa del collega. Uditi gli spari, ZAGOR raggiunge rapidamente l'imbarcazione e vede che la creatura sta per trascinare in acqua lo svenuto Weiser, come aveva fatto con Ross. Consapevole che l'uomo pesce è invulnerabile alla sua scure, l'eroe estrae la pistola e gli spara ripetutamente. Stavolta, i proiettili della sua Colt Navy, a differenza di quelli sparati dai suoi compagni, vanno a segno e penetrano la corazza del mostro, il quale lascia Weiser e si tuffa in acqua. ZAGOR fa altrettanto e riesce finalmente a raggiungere il mostro nella sua tana, una caverna sotterranea che è collegata al Dark Canal attraverso uno stretto cunicolo. L'eroe, che impugna un coltello, ingaggia una terribile lotta con l'uomo pesce, il quale lo ferisce con i suoi affilati artigli. Alla fine, però, ZAGOR riesce ad affondare la lama del suo pugnale in uno dei pochi punti vulnerabili del mostro, che si getta in acqua e muore.

Per salvare Weiser, Zagor spara più volte contro il mostro - ZGR 111, p. 74

L'uomo pesce, ferito e sanguinante, viene inseguito da Zagor - ZGR 111, p. 77

Giunto nella tana del mostro, Zagor viene assalito da quest'ultimo - ZGR 111, p. 80

Nei giorni successivi, Weiser tenta invano di trovare il corpo dell'uomo pesce; pertanto, ZAGOR e gli altri decidono che è giunto il momento di far ritorno a Maysville. Anche Weiser è d'accordo, ma dice loro di voler compiere un'ultima ricerca in una zona poco lontana, dove ha notato uno strano formicaio. Scende quindi a terra, promettendo ai suoi compagni che tornerà presto, ma così non è: trascorse infatti un paio d'ore, ZAGOR e il resto del gruppo cominciano a preoccuparsi (la suddetta zona è infatti piena di sabbie mobili) e vanno alla sua ricerca. Poiché questa non dà buon esito, i Nostri continuano perlustrare il territorio anche nei giorni seguenti e, un pomeriggio, scoprono una capanna disabitata (con un pozzo vicino) dove Mayer trova un diario le cui pagine sembrano essere state scritte proprio da Weiser. In quel preciso momento, però, un mostro del tutto identico al precedente irrompe nella capanna e, dopo aver tramortito CICO e Kruger, atterra l'eroe con una tremenda artigliata. Fortunatamente per ZAGOR, Meyer spara più volte alla creatura con il suo fucile, fino ad ucciderla. Pochi minuti dopo, avviene qualcosa d'incredibile: il mostro subisce una rapida metamorfosi che lo trasforma in un uomo, e quest'uomo altri non è che lo scomparso Weiser. Sconvolti dall'inaspettato colpo di scena, ZAGOR e i suoi compagni scoprono, attraverso la lettura del summenzionato diario, la terribile verità: Weiser aveva in realtà trovato il corpo del mostro ucciso dall'eroe, corpo che però era diventato ormai quello di un comune essere umano. Desideroso di tenere per sé l'eccezionale scoperta, lo scienziato aveva mentito ai suoi compagni e, con una scusa (quella del formicaio), si era allontanato dal battello per ricercare da solo le cause della mutazione subita dall'uomo pesce.

L'eroe riesce a colpire la creatura in un punto vitale - ZGR 111, p. 83

Tutto lascerebbe pensare che Weiser sia finito nelle sabbie mobili, ma Zagor non ne è convinto - ZGR 111, p. 98

Zagor n. 112, novembre 1974. Disegno di Ferri

Un altro feroce uomo pesce irrompe nella capanna scoperta dai Nostri - ZGR 112, p. 8


Aveva quindi trovato, per puro caso, la capanna abbandonata e vi si era stabilito, ma una notte era stato svegliato da atroci dolori e si era accorto, con orrore, che anche lui – com'era accaduto all'uomo del Dark Canal - si stava trasformando in mostro. Prima di perdere l'ultimo barlume di ragione, Weiser aveva intuito che, a causare le orribili mutazioni, è l'acqua del pozzo. CICO, che proprio in quell'istante ne ha bevuto un sorso, lo rigurgita immediatamente. Kruger e Mayer, invece, non vedono l'ora di scoprire quali sono i precisi elementi mutageni contenuti nell'acqua e iniziano a stilare l'elenco della strumentazione necessaria. Tuttavia, ZAGOR ritiene giustamente che la suddetta acqua sia troppo pericolosa e, volendo evitare future tragedie, fa esplodere il pozzo, dopodiché si mette sulla via del ritorno assieme ai suoi compagni.
Il mostro del Dark Canal è una delle più celebri e interessanti creature apparse nella saga zagoriana. In realtà, come abbiamo visto, di mostro non ce n'è uno solo, ma due, e il secondo è, o meglio: era, Weiser, il quale paga a carissimo prezzo la sua hybris. Abbiamo usato questo termine – che indica il delirio di onnipotenza dell'uomo, delirio che provoca la fzònos zeon, l'invidia degli dei e quindi l'inevitabile punizione – già a proposito del dottor Howenstein (vedi MOSTRI DI GREEN SHROUD), che però è un personaggio molto più negativo di Weiser.

Meyer uccide il mostro, salvando Zagor - ZGR 112, p. 12

La creatura subisce un'incredibile mutazione, trasformandosi in Weiser - ZGR 112, p. 17

Leggendo il diario di Weiser, i Nostri scoprono la tremenda verità - ZGR 112, p. 27


In effetti, quest'ultimo – per quanto affamato di gloria ed egoista al punto da mentire spudoratamente ai suoi compagni e inscenare persino la propria morte, cercando di far credere loro di essere finito nelle sabbie mobili (tutto questo per potermi presentare al mondo della scienza come l'unico trionfatore, scrive egli stesso nel diario) -, non è paragonabile al folle e malvagio scienziato di Nuova Vita, che ben si merita la fine che fa. Weiser, al pari del dottor Stubb alias l'UOMO LUPO e di Wilfred Kellog alias l'UOMO TIGRE (per citare altri due famosi personaggi zagoriani colpevoli di hybris), è una figura tragica, e la sua tragedia ha un che di beffardo: infatti, da brillante uomo di scienza qual era, Weiser finisce per diventare una creatura bestiale, un essere privo di razionalità e mosso unicamente da istinti primordiali. Insomma, la sua brama di conoscenza gli si ritorce contro a tal punto da trasformarlo nell'oggetto stesso delle sue ricerche. Insomma: una tragico, crudelissimo contrappasso.
Curiosità: Com'è noto a tutti gli zagoriani, il mostro del Dark Canal è ispirato al Gill-man, l'indimenticabile creatura che compare nel famoso film di Jack Arnold Il mostro della laguna nera (1954) e nel suo sequel La vendetta del mostro (1955), diretto sempre da Arnold (a dire il vero, ci sarebbe anche un terzo episodio, intitolato Terrore sul mondo [John Sherwood, 1956], ma in esso il Gill-Man ha un aspetto molto diverso). Sergio Bonelli nutriva un'autentica passione per Il mostro della laguna nera, come dimostra anche l'esplicito omaggio al film contenuto nel penultimo albo della serie regolare di Mister No (il n. 378), intitolato proprio Black Lagoon.

Cico rigurgita l'acqua appena raccolta nel pozzo, responsabile delle orribili mutazioni - ZGR 112, p. 28

Zagor fa esplodere il pozzo della capanna maledetta - ZGR 112, p. 33

La locandina spagnola de Il mostro della laguna nera (Jack Arnold, 1954)

La celebre scena in cui il mostro nuota sotto l'ignara Julie Adams, che nel film interpreta la scienziata Kay Lawrence


Tornando alla storia zagoriana, merita sicuramente citare la divertente sequenza finale, in cui CICO – che sta per fare ritorno al battello con ZAGOR e i due scienziati tedeschi - si dispera perché, pur avendo rigurgitato l'acqua del pozzo, è ormai convinto che si trasformerà in uomo pesce anche lui. Avanti, Cico, muoviti!, dice l'eroe al messicano, che risponde: Muovermi? Puah! Fai presto tu, a dirlo! Io, però, non riesco più a respirare… i miei polmoni non funzionano più… sto già diventando un pesce e presto mi spunteranno le branchie! Un pesce… sto diventando un pesce… è terribile! Povero me! Non riesco a immaginarmi con una lisca al posto della colonna vertebrale!... Ma la realtà è proprio questa… …che sto diventando un pesce!. Stanco di ascoltare questi piagnistei, ZAGOR afferra CICO e lo scaraventa in acqua: Se sei un pesce… fammi vedere come nuoti, dannato pancione!. Il messicano, che fatica a stare a galla in quell'acqua melmosa, chiede subito all'amico di tirarlo fuori, al che ZAGOR gli dice: Mm… così a occhio e croce, non vali un granché come nuotatore! Dì un po', sei proprio sicuro di essere un pesce?. La risposta di CICO è immediata: No, che il diavolo ti porti! Sono un uomo, accidentaccio! Un uomo come tutti voi… tiratemi fuori da questa maledettissima brodaglia!. ZAGOR lo accontenta subito, e il pancione esclama: Che faticaccia, ragazzi… nell'intento di tenermi a galla, mi sono persino slogato la pinna destra!. Irritato da quest'ultima parola, l'eroe gli domanda: Cosa ti sei slogato?, e CICO risponde: La pinna des… ehm… il braccio destro volevo dire… il braccio destro! Acc… dannaz… malediz… .


Locandina de La vendetta del mostro (Jack Arnold, 1955), primo dei due sequel de Il mostro della laguna nera

Ricou Browning, uno dei due stuntmen che interpretarono il Gill-man nei due film di Arnold e in quello di Sherwood
Mister No n. 378, novembre 2006. Disegno di Diso


MOSTRO DELL’ANTARTIDE 

Compare ne La Chiave della Conoscenza (M. Boselli [sog.&scen.] – R. Della Monica [dis.], nn. 586-588), prima e finora unica storia zagoriana che ha luogo tra i ghiacci del Polo Sud. E qui che si è diretto Dexter Green, l'archeologo che ha tradito ZAGOR (vedi MORTI VIVENTI) per impossessarsi delle quattro gemme atlantidee che costituiscono, per l'appunto, la Chiave della Conoscenza. Esse, infatti, permettono di accedere al laboratorio segreto dell'ultima colonia di Atlantide, che si trova nell'interno del continente australe.
ZAGOR e CICO, che sono giunti in Antartide a bordo della Marilena, raggiungono a piedi l'Endurance, la nave del capitano Templeton su cui viaggia il professor Green; ma, oltre a scoprire che questi è già partito verso l'interno con il fido Yambo, l'agente di Altrove Lambert e alcuni membri dell'equipaggio (tra cui lo stesso capitano), vengono catturati. Scoperta l'esistenza di una slitta e di una muta di cani di riserva, i Nostri riescono però a fuggire e si dirigono anch'essi a sud, sulle tracce dell'archeologo. Gli uomini dell'Endurance rinunciano a inseguirli e i due amici decidono quindi di fare una sosta, ma, proprio in quel momento, CICO cade in un crepaccio e, quando ZAGOR vi si cala per recuperarlo, entrambi vedono, imprigionata nel ghiaccio, la sagoma di una misteriosa creatura. Mentre il messicano è convinto di aver visto la creatura muoversi, ZAGOR ritiene che si sia trattato di un'illusione ottica e che la suddetta sagoma sia solo la carcassa di un pinguino o di un leone marino. I due si rimettono quindi in marcia e, alcune ore dopo, poco prima che scoppi una tormenta, raggiungono una zona rocciosa e montano una specie di tenda.

Zagor n. 586, maggio 2014. Disegno di Ferri

Zagor n. 587, giugno 2014. Disegno di Ferri

Cico è convinto che l'inquietante creatura imprigionata nel ghiaccio sia ancora viva - ZGR 587, p. 10

I cani avvertono una minacciosa presenza - ZGR 587, p. 16


All'improvviso, però, i cani avvertono un'inquietante presenza e ZAGOR, uscito dalla tenda, prova una sensazione identica, che trova poi conferma quando, ripresa la marcia, lui e CICO notano sulla neve delle stranissime impronte a forma di spirale. E' evidente, ormai, che nei dintorni si aggira una creatura sconosciuta e minacciosa, la quale un tempo – come scoprirà ZAGOR in seguito – era un normale essere umano. Questa creatura, avvicinatasi al campo che ospita una parte della spedizione di Dexter Green (il resto della spedizione invece, compresi l'archeologo e Yambo, ha nel frattempo quasi raggiunto la sua meta), rapisce l'uomo di guardia – Burley – e lo trascina in una caverna per divorarlo. Poco dopo, infatti, ZAGOR – che ha raggiunto il campo con CICO – entra nella suddetta grotta assieme ai compagni di Burley e trova il cadavere di quest'ultimo, privo però delle gambe, che sono state mangiate dal mostro. Seguendo le tracce di sangue lasciate dalla creatura, ZAGOR e gli altri si addentrano ancora di più nella caverna, ma scoprono che il loro misterioso nemico è irraggiungibile, essendo sceso in un profondo crepaccio. Uno degli uomini dell'Endurance, Elvin, si convince che a uccidere Burley è la stessa creatura raffigurata sulle pareti di un'altra caverna e conduce ZAGOR e CICO sul posto. Osservando il mostro tentacolato del graffito – che, dice loro Elvin, è stato tracciato, secondo il professor Green, dagli ultimi superstiti imbarbariti della colonia di Atlantide (nel disegno, infatti, vi sono anche due figure umane) – ZAGOR capisce che il pancione non si era affatto sbagliato. Quando Cico è caduto dentro un crepaccio del ghiaccio, ieri pomeriggio, ha avuto l'impressione di non solo… - dice l'eroe a Elvin - in effetti c'era una sagoma visibile attraverso il ghiaccio… […] forse il rumore che abbiamo fatto ha risvegliato la creatura dal suo lungo sonno… Ci vorrebbe Dexter Green per spiegarci se la mia ipotesi è plausibile! Il mostro dev'essere rimasto ibernato nel ghiacciaio per secoli… .


Zagor e Cico riconoscono nel mostro del graffito l'essere visto il giorno prima nel crepaccio - ZGR 587, p. 44

Zagor n. 588, luglio 2014. Disegno di Ferri

 
Il mostro lotta con i cani - ZGR 587, p. 76

Zagor vede finalmente in volto la feroce creatura - ZGR 587, p. 79


La creatura che ha ucciso e mutilato il povero Burley torna a colpire alcune ore dopo, quando ZAGOR e compagni, smontato le tende e rimessisi in marcia, si accampano presso un pendio roccioso. Sentito dai cani, che iniziano ad agitarsi, il mostro squarcia la tenda con i suoi artigli e afferra un altro uomo dell'Endurance, Willy. Per salvare l'amico, ZAGOR esce dalla tenda assieme ai cani, i quali assalgono il mostro, costringendolo a lasciare la preda e inseguendolo quando esso fugge. L'eroe corre per dar loro manforte e finalmente ha modo di vedere bene in volto la creatura: un essere davvero spaventoso, che è munito di grosse zanne e ha un groviglio di tentacoli al posto del naso, con i quali strappa via la scure a ZAGOR e gli avvolge il braccio sinistro. I suoi tentacoli bruciano come il fuoco… mi strapperà il braccio se non… - pensa l'eroe, il quale afferra la pistola appartenuta a Burley e la punta contro la testa del mostro. L'arma però s'inceppa, al che ZAGOR tenta il tutto per tutto e, con le sue gambe, riesce a far perdere l'equilibrio al proprio avversario. Afferrata quindi una pietra, ZAGOR colpisce ripetutamente la testa del mostro, il quale, prima di morire, riacquista la lucidità e comunica per via telepatica con l'eroe. Ho visto… uno dei loro antichi laboratori… - racconta ZAGOR, poco più tardi, ai suoi compagni - sono state le ricerche scientifiche a ridurlo così…non mi chiedete come… i raggi di quei macchinari, poco alla volta, hanno deformato i loro corpi… …il suo e quello di altri scienziati come lui! Per loro la scienza, la necessità di inventare nuove armi… erano obiettivi di assoluta importanza! E poi quei raggi hanno influito anche sul loro cervello, sulla loro capacità di ragionamento… ridotti in quel modo, gli scienziati dell'ultima colonia di Atlantis hanno creduto di essere diventati una casta di guerrieri invincibili, dei semidei… […] Gli scienziati hanno dominato gli ultimi imbarbariti discendenti della razza umana… a volte se ne nutrivano!.

Attaccato da Zagor, il mostro gli strappa via la scure con i suoi tentacoli - ZGR 587, p. 80

Per sottrarsi alla terribile stretta dei tentacoli, Zagor tenta di far perdere l'equilibrio al suo avversario - ZGR 587, p. 81

L'eroe sfonda la testa del mostro a colpi di pietra - ZGR 587, p. 82

Prima di morire, il mostro comunica telepaticamente con Zagor - ZGR 587, p. 83

Willy chiede pertanto a ZAGOR se il mostro gli ha detto pure se sono rimasti in vita altre creature simili a lui, e l'eroe risponde: Pensava che i suoi simili fossero tutti morti… è riuscito a sopravvivere ibernato nel ghiaccio… alla fine ha riacquistato la lucidità, come vi ho spiegato e… …e mi ha chiesto perdono!. ZAGOR poi aggiunge: Quella creatura mi ha anche detto di stare in guardia… […] esiste… o esisteva un'altra minaccia molto più terribile… avevano invaso la città… . CICO domanda all'amico di cosa si tratta precisamente, e ZAGOR risponde: Questo non ha fatto in tempo a o non ha potuto spiegarmelo… nella mia mente è solo arrivata un'informe sensazione di puro orrore.. e una parola: Shayogan!. Come vedremo appunto nella voce SHAYOGAN, il mostro cui si riferisce ZAGOR è assai più terribile della creatura tentacolata che un tempo era uno scienziato atlantideo. Quest'ultimo fornirà all'eroe, sempre per via telepatica, un aiuto decisivo contro il suddetto mostro e avrà inoltre un ruolo determinante nella riappacificazione tra ZAGOR e Dexter Green. Curiosità: Tra le creature zagoriane d'ispirazione lovecraftiana (vedi MOSTRI DI WINDY ROCK e DAGON), il mostro dell'Antartide – anch'esso divenuto tale, come il MOSTRO DEL DARK CANAL, a causa dell'hybris di uno scienziato (che ha subito l'identica, atroce sorte dei suoi colleghi atlantidei) - è indubbiamente quello più simile al celebre Cthulhu. Esso richiama inoltre lo spaventoso alieno di Who goes there?, il racconto di John W. Campbell che abbiamo già citato a proposito dei MOSTRI DI WINDY ROCK (1938). E' invece dichiaratamente ispirato al famoso esploratore britannico Ernest Henry Shackleton, il capitano Templeton: la nave di quest'ultimo, infatti, porta lo stesso nome – Endurance – di quella del primo, protagonista - nel 1914-1916 - di una delle più conosciute e drammatiche spedizioni antartiche.

Zagor scopre che il mostro, prima di diventare tale, era uno scienziato atlantideo - ZGR 587, p. 86

Zagor assiste nella sua mente all'orribile mutazione dello scienziato - ZGR 587, p. 87

Il mostruoso Cthulhu in un'illustrazione tratta dal sito Deviant Art

Sir Ernest Henry Shackleton (1874-1922), uno dei più celebri esploratori polari


MOSTRO DI KRINHAR 

Il mostro in cui – nel finale de I Sette Poteri (M. Toninelli [sog.&scen.] – M. Torricelli [dis.], nn. 271-273) - si trasforma il malvagio monaco tibetano Krinhar alias il Grande Maak. Costui, dopo aver ucciso Shu-Tze - il vecchio maestro del fachiro Ramath –, raggiunge l'America con la sua setta (i feroci Mnong) e, stabilitosi sulle Montagne Lucenti, ricostruisce la sua fortezza (quella originale, che sorgeva sull'Himalaya, era stata distrutta proprio da Shu-Tze e dagli altri saggi delle montagne), dove cerca di decifrare le formule dei Sette Poteri: se vi riuscirà, avrà in mano il potere assoluto, e il mondo intero cadrà preda della sua malvagità. Avvisato dallo spirito di Shu-Tze, Ramath si congeda temporaneamente dai suoi compagni della Golden Baby e raggiunge a sua volta le Montagne Lucenti. Qui, però, cade vittima di un agguato tesogli dai Mnong (con la complicità del subdolo trapper Joss) e riesce a salvarsi solo grazie a Tisko, capo del Piccolo Popolo (una tribù di indiani pigmei che vive sulle suddette montagne) e vecchia conoscenza dello Spirito con la Scure. Portato da Tisko al sicuro in una grotta, Ramath – che è stato ferito da un guerriero Mnong e non è quindi in grado di affrontare Krinhar – invia, con i suoi poteri extrasensoriali, una richiesta di aiuto ai suoi amici ZAGOR e CICO, che, messisi subito in viaggio, giungono sulle Montagne Lucenti qualche giorno più tardi. Dopo varie peripezie (tra cui, il terrificante incontro con lo YETI, che Krinhar è riuscito ad assoggettare e ha portato con sé nel Nuovo Mondo), i due vengono condotti da Tisko (il quale, come ha fatto con Ramath, salva i Nostri dai Mnong) nella caverna dove ha lasciato il fachiro.

Zagor n. 273, aprile 1988. Disegno di Ferri
Sfogliando il Darkwood Monitor, Zagor nota il messaggio che Ramath ha trasmesso per via telepatica a Cico - ZGR 271, p. 92


Quest'ultimo mette al corrente ZAGOR dell'enorme pericolo rappresentato da Krinhar, dopodiché sottopone l'eroe e se stesso a uno speciale rito, attraverso il quale fa entrare il suo spirito nel corpo del Nostro, che in questo modo acquisisce i suoi notevoli poteri. Impossessatisi, non senza difficoltà, del carro di Joss (che, inseguito dall'eroe, muore precipitando da una scarpata), ZAGOR e Tisko (che deve liberare i suoi compagni schiavizzati dai Mnong, tra cui Wakar), penetrano di nascosto nella fortezza di Krinhar. Grazie all'aiuto del succitato Wakar, i due amici riescono a sfuggire alle guardie della fortezza (che, accortisi della loro presenza, hanno suonato l'allarme generale) e raggiungono la sala del Grande Maak, il quale però non si fa cogliere di sorpresa. Entrato con il suo spirito nel corpo del suo braccio destro Mukul, Krinhar (il cui corpo sta immobile sul trono) prende posto in un cerchio magico che si torva in un'altra sala e ZAGOR – guidato da Ramath - fa altrettanto. All'improvviso, sulla scena piomba l'oscurità più totale e i due avversari si sentono presi da un vortice che li trasporta in una sconvolgente dimensione onirica (un luogo pieno di rocce, alberi, orologi a pendolo e specchi [che stanno a mezz'aria], e con un pavimento a scacchi), dove ciascuno di essi si ritrova in sella a una sorta di tigre dai denti a sciabola. Senza perdere tempo, Krinhar/Mukul e ZAGOR si lanciano all'attacco l'uno dell'altro, il primo armato di una spada e il secondo dell'immancabile scure. Il malvagio monaco riesce a far cadere di sella il Nostro, il quale, però, evitati i suoi fendenti, sferra un tremendo colpo di scure alla belva montata dal nemico, uccidendola.

Cico e Tisko assistono sbalorditi al rito attraverso il quale Ramath entra con il suo spirito nel corpo di Zagor - ZGR 272, p. 88

Krinhar con il suo braccio destro Mukul - ZGR 273, p. 47

Zagor/Ramath e Mukul/Krinhar si ritrovano catapultati in una sconvolgente dimensione onirica - ZGR 273, p. 57


Privato della sua cavalcatura, Krinhar non fa in tempo a reagire che ZAGOR, sempre con la scure, spezza la lama della sua spada. Riposta la scure, ZAGOR ingaggia un corpo a corpo con Krinhar/Mukul, che, colpito da un potente cazzotto dell'eroe, finisce prima contro uno dei tanti specchi lì presenti (che va in pezzi) e poi contro un albero. Uff! E' fatta!, esclama uno stremato ZAGOR, ma Ramath, parlandogli nella mente, gli dice: No, Zagor… così non basta! Devi ucciderlo! La lotta non avrà fine finché lui non sarà morto!. L'eroe risponde: No… io non posso! Non posso colpirlo mentre è privo di sensi!, ma Ramath insiste: Devi schiacciare quel verme, subito! Non lasciare che si riprenda! Eliminalo ora! Presto! Non esitare ancora… o potrebbe essere troppo tardi!. I timori del fachiro si materializzano proprio in quel momento: E' già troppo tardi, Ramath! - esclama Krinhar, trasformatosi in una specie di licantropo – Speravo di poterti sconfiggere con i miei poteri, ma visto che non è stato così, mi trovo costretto a ricorrere ad altre forze… io, per tua sfortuna, ho già decifrato una parte delle tavole dei Sette Poteri!. Detto questo, il mostro attacca ZAGOR, sputando fuoco dalla sua bocca. Purtroppo non posso aiutarti, Zagor! – dice Ramath al Nostro, che ha evitato per un soffio la fiammata di KrinharNeppure io conosco le tavole dei "Sette poteri" e non so come oppormi alle forze da esse scatenate. Abbiamo perduto, Zagor!. Anche l'eroe è convinto di non potercela fare contro un simile avversario e, dopo aver evitato nuovamente il fuoco di quest'ultimo, scivola nel tentativo di rialzarsi e si spezza la caviglia. E' la fine!, pensa ZAGOR mentre il mostro si appresta a lanciare un'altra fiammata. In un istintivo quanto disperato gesto di difesa, l'eroe si fa scudo con uno dei frammenti dello specchio rotto in precedenza da Krinhar: la lingua di fuoco rimbalza su di esso e investe il mostro, riducendolo in cenere. In quel preciso istante, ZAGOR ritorna nella realtà e ritrova Tisko.

La spaventosa trasformazione di Krinhar - ZGR 273, p. 64

Il mostro in cui si è tramutato Krinhar si avvicina minacciosamente a Zagor - ZGR 273, p. 65

Del Krinhar in carne e ossa, invece, non è rimasto che un povero essere ridotto a una vita vegetativa, come dice Ramath stesso, apparso nella sala del trono, ai Mnong, ai quali promette che li riporterà nella loro terra a bordo della Golden Baby. Due giorni più tardi, ZAGOR e CICO lasciano le Montagne Lucenti assieme al fachiro e, per l'appunto, agli ex guerrieri di Krinhar. Lungo il cammino, ZAGOR chiede a Ramath – che, non essendosi ancora ripreso del tutto, viene trasportato da due Mnong su una rudimentale barella - spiegazioni sull'inaspettato epilogo del duello con il monaco tibetano. Né tu né io sapevamo che quel vetro apparteneva a uno specchio sacro… …uno specchio che ha la proprietà non solo di riflettere le immagini ma anche le cose materiali…, dice Ramath all'eroe, il quale commenta: E così il fuoco ha distrutto colui che lo lanciava!. E il fachiro: Una fine davvero sconcertante per il Grande Maak!, al che ZAGOR esclama: Puah! La fine che si meritava quell'emerito furfante!.
Curiosità: Krinhar richiama molto, nelle fattezze fisiche, uno dei più celebri villains del fumetto: il malvagio imperatore Ming, acerrimo nemico di Flash Gordon, l'eroe creato da Alex Raymond nel 1934. D'altra parte, tanto Ming quanto Krinhar incarnano un classico topos della fiction: il pericolo giallo, che più volte ha fatto capolino nella saga zagoriana (pensiamo, per esempio, a storie come Il sigillo dell'imperatore [nn. 157-161] e I pirati del Drago [nn. 350-352]) e anche in quella di Tex, dove è presente tutto un filone di avventure in cui il ranger e i suoi pards affrontano i perfidi cinesi.

Zagor evita di un soffio il getto di fuoco sputato dal mostro - ZGR 273, p. 66

Rimbalzando sul frammento di specchio con cui l'eroe si è fatto scudo, il fuoco investe ed incenerisce il mostro - ZGR 273, p. 68

I guerrieri Mnong scoprono che Krinhar è ridotto a un vegetale - ZGR 273, p. 70

Tornando a I Sette Poteri, vale la pena di soffermarci sulla parte iniziale della storia, quando Ramath - per inviare la sua richiesta d'aiuto agli amici ZAGOR e CICO - induce telepaticamente il messicano a scrivere, sul giornale che questi ha deciso di stampare: il Darkwood Monitor, la seguente notizia: Ramath è ferito gravemente, in una grotta nei pressi del Passo dell'Orso, sulle Montagne Lucenti. Ecco cosa scrive, a proposito del quotidiano ideato dal pancione, Marcello Toninelli a p. 38 del suo interessante volumetto Zagor 1982-1993, un senese a Darkwood (Cartoon Club Editore, 2013): In quest'avventura sono tornato alla tradizione della gag di Cico che, dopo aver acquistato per pochi dollari a un'asta una macchina di stampa, si trasforma in un arrembante quanto sfortunato (e come poteva essere altrimenti?) editore di frontiera. Ho battezzato la sua creatura cartacea Darkwood Monitor, senza immaginare che un giorno quel titolo avrebbe campeggiato su una pubblicazione reale. Un gruppo di appassionati riuniti nello Zagor Club decise infatti nell'aprile del 1997 di chiamare così la propria fanzine, approdata due anni più tardi anche in rete all'interno del sito Darkwood Online. Piccole sorprese per creativi.

Il perfido Ming in un disegno di Alex Raymond

Copertina del terzo numero di Darkwood Monitor (dicembre 1997)
 
Massimo Capalbo

N.B. Trovate i link alle altre parti di Zagor Mosnters sulla Mappa!

3 commenti:

  1. "Acque misteriose" è una di quelle avventure come KLM e VSR in cui Nolitta si prende un intero albo per introdurci i personaggi e nella vicenda!
    Bello rivedere Kruger e Mayer! ^^ Chissà come mai nessuno a pensato di farli tornare!
    Le scene con il mostro (o meglio i mostri XD) sono veramente inquietanti e proprio tosta la battaglia sott' acqua. Dl periodo a mio avviso ce ne sono di migliori, ma questa non sfigura e sa ben intrattenere! L' ambientazione palustre poi è ben resa da Donatelli che ci trascina ancor di più nella vicenda!

    "ma in esso il Gill-Man ha un aspetto molto diverso"

    Ah, però!

    "Merita sicuramente citare la divertente sequenza finale, in cui CICO – che sta per fare ritorno al battello con ZAGOR e i due scienziati tedeschi - si dispera perché, pur avendo rigurgitato l'acqua del pozzo, è ormai convinto che si trasformerà in uomo pesce anche lui"

    Già! lol
    "Antartica" promette bene! XD
    "I sette poteri" è un' avventura dove Toninelli, tacciato di poca originalità XD, si è veramente sbizzarrito tra yeti, guerrieri mnong e scontri in altre dimensioni e di come riesce a fondere action, horror e magia. Interessante poi elevare Ramath a cooprotagonista (cosa che Burattini ripeterà felicemente in "Thugs") che con Nolitta era più che altro un prezioso giolli. Fa piacere, seppur per pochissime pagine, rivedere il mitico capitan Fishleg, che per un suo effettivo ritorno dovrà aspettare ancora qualche anno! Indubbiamente il personaggio più sacrificato del periodo!
    Non sarà un capolavoro, ma trovo l' avventura sempre molto divertente ed avvincente. Poteva durare anche un po di più a mio parere. Krinhar non si vede tanto. Simpatico il ritorno di Tisko! ^^
    Affascinante la dicitura "il flauto che porta l' orrore", un epiteto degno del miglior Nolitta che crea grande atmosfera e mistero e penso che se fosse stata usata in una sua storia verrebbe più ricordata XD.
    Tra le scene top l' attacco dello yeti e il combattimento sopracitato nella dimensione magica! Torricelli forse alla miglior prova su Zagor nel suo primo periodo secondo me.
    lol la gag di Cico! ^^ Tra le critiche a Toninelli ne ho lette due che mi hanno stranito! Una che l' autore sacrificasse il mitico pancione e lo rendesse una figura inutile! °_O O.K., in 5-6 avventura o lo fa comparire poco o solo per metà storia circa, ma nella maggior parte lo sa ben sfruttare e questa storia ne è un esempio visto che qui c' è sia in veste comica che di valida spalla di Zagor!
    L' altra che, ancora peggio, avesse ridotto lo spirito con la scure ad un vegetale o roba simile! O_O Beh, la citazione sopra del combattimento finale fa vedere come invece l' autore ben caratterizzasse il protagonista nelle sue doti umane e non solo!
    Chissà se l' autore si è ispirato a film del periodo come "IL bambino d' oro" e "Grosso guaio a chinatown"! ^^

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  2. Ah, esordiscono qui le chiamate di Ramath a Cico che Boselli riutilizzerà! ^^

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  3. M' ero dimenticato! Bella e simpatica l' ultima pagina che ho scoperto essere stata scritta da Sclavi! Chissà, visto il tono simile, se ha fatto anche lui quella de "Il segreto della mappa".

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