a cura di Franco Lana
Dopo un paio di interviste extra-bonelliane il nostro inviato Franco "Frank Wool" Lana ritorna ad occuparsi di un illustratore in forza all'editore di Via Buonarroti, anzi di una illustratrice, la messinese Valentina Romeo, classe 1977, che dopo aver frequentato la scuola di comix di Napoli, si è fatta le ossa in casa Star Comics sulla seconda serie di Jonathan Steele e per Rourke, entrambi personaggi di Federico Memola, per poi passare nel 2010 alla Bonelli, per la quale ha realizzato due brevi avventure di Dylan Dog e 166 tavole per Nathan Never, prima di entrare nella scuderia di Morgan Lost, per il quale ha realizzato il quarto albo della serie, in questi giorni nelle edicole. (s.c. & f.m.)
DIME WEB - Parlaci della tua
collaborazione con la Star Comics.
Dopo un paio di interviste extra-bonelliane il nostro inviato Franco "Frank Wool" Lana ritorna ad occuparsi di un illustratore in forza all'editore di Via Buonarroti, anzi di una illustratrice, la messinese Valentina Romeo, classe 1977, che dopo aver frequentato la scuola di comix di Napoli, si è fatta le ossa in casa Star Comics sulla seconda serie di Jonathan Steele e per Rourke, entrambi personaggi di Federico Memola, per poi passare nel 2010 alla Bonelli, per la quale ha realizzato due brevi avventure di Dylan Dog e 166 tavole per Nathan Never, prima di entrare nella scuderia di Morgan Lost, per il quale ha realizzato il quarto albo della serie, in questi giorni nelle edicole. (s.c. & f.m.)
VAL ROMEO - La Star Comics è stata la
prima casa editrice con cui ho collaborato, ma i miei riferimenti erano prima
Ade Capone, grande professionista, gentile e disponibile, che rimase molto
colpito dai miei disegni all'esame dell'ultimo anno della scuola italiana di
Comix, e poi Federico Memola.
Avrei dovuto collaborare con
Lazarus Ledd, ma in quell'anno si decise di chiuderlo, purtroppo.
Ade consigliò a Federico
Memola di assumermi per disegnare Jonathan Steele, all'epoca edito da Star
Comics, e grazie alla fiducia di entrambi, ho cominciato la mia carriera da
fumettista professionista.
Stimo moltissimo Federico
Memola, autore talentuoso e mosso da una grande passione per la scrittura e per
il disegno. Insieme abbiamo pubblicato varie storie di Jonathan Steele e due episodi della
miniserie Rourke, quest'ultima è stata una delle esperienze più belle vissute,
e se ci fossero state le occasioni giuste avrei sicuramente fatto parte anche
di un possibile seguito.
Sono stati degli anni di
gavetta insoliti, perché con Federico c'è
stato un rapporto bellissimo, pieno di entusiasmo e di stima reciproca. E' fondamentale che ci
sia armonia tra collaboratori per avere dei buoni risultati, ed io sono stata
molto fortunata, in tal senso.
DW - Quali sono i tuoi modelli, per
quanto riguarda le tue illustrazioni?
Rourke 7, l'ultimo albo della Star Comics illustrato da Val. Copertina di Sergio Gerasi. |
VR - Una volta avrei saputo
rispondere a questa domanda con molta più semplicità. Oggi non so focalizzare
il punto. L'illustrazione libera nasce da un'emozione, un
messaggio che vuoi trasmettere. Poi ci sono le illustrazioni
commissionate, emozioni che devi prima fare tue e dopo devi tradurre in immagini.
Ci sono molti artisti che stimolano la composizione artistica, la musica che
scegli ti mantiene alta l'emozione che vuoi trasmettere, tantissimi riferimenti
visivi, tra cinema e serie tv, ma quando ho il foglio bianco davanti non so mai
cosa ne nascerà, la mia mano va libera e le illustrazioni nascono da sole. Un
po' come dice quella bella canzone di Vasco Rossi: "vengon da sole son
come i sogni..."
DW - Prima Nathan Never e Dylan
Dog, e ora Morgan Lost. Cosa ti affascina di
quest'ultimo misterioso personaggio?
VR - Nathan Never e Dylan Dog sono
stati il mio esordio in casa Bonelli, non è stato facile convincermi di
meritarmelo, per me è stato un grande privilegio e anche una grande sfida.
Ho dovuto rapportarmi con dei
personaggi che, dopo tanti anni di pubblicazione, risultano così ben definiti da avere una propria identità.
Questo può aiutare da una
parte, ma dall'altra un po' ti costringe a correre su binari ben saldi. Quando
ho cominciato la mia avventura su Morgan Lost ho rivissuto quell'emozione che
sentivo quando lavoravo su Rourke.
Lavorare a un personaggio è bellissimo perché cresce con te, diviene anche una tua creatura. Riesci a trasmettere
molte più emozioni quando lasci correre la tua creatività come un cavallo in
una prateria. ( Ovviamente nel rispetto dell'autore e della sceneggiatura).
DW - Una curiosità: è vero che sei
stata, campionessa di Biliardo? Ci narri qualcosa, su questo?
Val Romeo disegna Haiku, su testi di Alberto Ostini, una delle più belle storie di Nathan Never degli ultimi anni. |
Il Morgan Lost di Val Romeo |
VR - Sì è verissimo. Ho giocato a
Biliardo dai 18 ai 28, sono stata 9 anni nella nazionale Femminile di Pool.
Ho partecipato a parecchi
campionati italiani, Femminili e misti, 8 Europei e 3 Mondiali. Il risultato
più bello che ricordo è stato il primo podio europeo nella storia del pool
Femminile italiano.
E' uno sport molto complesso,
ma anche molto ipnotico e quando impari a giocarci non riesci a smettere.
E' stato doloroso dover
smettere ma necessita di molte ore di allenamento e non era compatibile con il
lavoro di fumettista, che comunque è la mia più grande passione. a cura di Franco Lana
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