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giovedì 19 novembre 2015

DOPPIA VIRGINIA CITY! NEL MONTANA E NEL NEVADA... UNA COSA SOLTANTO IN COMUNE TRA LE DUE... L’ORO! STORIA DEL WEST by WILSON VIEIRA (XXX PARTE)

di Wilson Vieira 
Siamo dunque giunti alla trentesima puntata della nostra avvincente Storia del West, scritta appositamente da Wilson Vieira per Dime Web, dove leggerete le appassionanti vicende che legano due città sinonimo stesso di Frontiera! Vi ricordiamo che le immagini non bonelliane sono state scelte e posizionate nel testo dallo stesso Wilson. Buon divertimento! (s.c. & f.m.) 




1 – Virginia City nel Montana.

Fu fondata nel gennaio 1864. Una parte degli Americani, provenienti dal meridione, voleva chiamare la città Varina - in onore della moglie Varina Howell Davis (1826 – 1889) del Presidente degli Stati del Sud, Jefferson Davis (1808 – 1889).








Nella disputa però vinsero gli Americani provenienti dal Nord e la città venne chiamata Virginia City. Il 27 agosto 1864, il giornale “Montana Post” scriveva:

Quello che sempre meraviglia il forestiero che viene nella nostra città è la sua grandeza e la sua estensione e il fatto che, sebbene la città abbia solo un anno, ci siano molte case, grandi, belle e solide. Ogni settimana vengono costruite 100 case. È vero che Nevada City e Central City nella gola Alder stanno prosperando in modo similare, ma qui tutto sembra essere un miacolo, un sogno. L’oro sembra essere inestinguibile. Molti cercatori ne ricavano giornalmente per 150 dollari. Le paghe sono alte, da 6 a 12 dollari al giorno. Alloggio e vitto costano, in media, un dollaro al giorno. Le banconote sono scarse, le monete d’oro ancora di più. I mezzi di pagamento sono rappresentati da polvere d’oro e da pepite, dalla grandezza di un pisello fino alla grandezza di un uovo di colomba. I baristi, che per ogni drink mettono due dita in un sacchetto di polvere d’oro per trattenersi la polvere che si ferma fra i due polpastrelli, si lasciano crescere le unghie molto lunghe. I Cinesi setacciano l’acqua nella quale sono stati lavati i vestiti dei cercatori d’oro e non guadagnano mica male con questo lavoro! Come appare dalla nostra pubblicità, il commercio della città ha andatura cosmopolita.





Dozzine di saloon, bische, ristoranti, alberghi e stabilimenti balneari provvedevano a fare circolare rapidamente l’oro. Nel dicembre 1864 si aprì il Teatro Montana con la première di Faint Heart Never Won Fair Lady. Incontri di boxe e di lotta, corse di cavalli, concorsi a premio, spettacoli di danze: tutto provvedeva a far passare il tempo in divertimenti costosi. Un contemporaneo di New York, dubitava, nel gennaio del 1865, che a Virginia City ci fossero più case di abitazione che non case di piacere.
Il 7 febbraio 1865, la città venne creata capoluogo del Territorio del Montana e diede il cambio alla vecchia Bannack. A partire al 1868, i ritrovamenti di oro si fecero più rari e anche la popolazione cominciò a scemare. Nel 1870 si contavano ancora 2.555 abitanti. Fra il 1880 ed il 1900 si ridussero a 380, che vivevano principalmente sul turismo.
Oggi Virginia City è una “Città di fantasmi di professione”; la Wallace Street è stata rinnovata, in stretta osservanza al vecchio modello; nell’Ufficio Wells & Fargo, nelle botteghe dei parrucchieri e nei saloon si vedono statue di cera a grandezza naturale vestite coi costumi dell’epoca.

Tex n. 408, ottobre 1994. Copertina di Villa


In una vecchia rimessa in muratura, durante i mesi estivi, la Compagnia dei Virginia City Players organizza recite popolari di argomento storico-melodramatico. Gli attori, che sono studenti della Montana State’s University, mettono tutto il loro impegno nel recitare Miriam’s Crime o Innocent Sin, cercando di far rivivere i vecchi tempi selvaggi.
Il Memorial Museum contiene un'eccellente raccolta di documenti storici e nel Beer Garden viene servita una fresca bevanda a base di luppolo, secondo la ricetta di una vecchia ditta della Svevia.







Sulla boot-hill si trovano le tombe della famigerata banda Plummer che il 14 gennaio 1864 venne impiccata dai Vigilantes.





John Xavier Bleider (1831 – 1890) era Vigilante Capo di un Comitato di Vigilanza - cioè di un gruppo di uomini che, quando l’Autorità statale si domostrava carente, si valeva del diritto del più forte per proteggersi da criminali, per procedere contro delinquenti, per dare la caccia a questi e arrestarli, giudicarli ed eseguire le sentenze sul momento. Di regola, questi Comitati di Vigilanza si attenevano strettamente alla Legge. Un arrestato veniva condotto davanti a un Tribunale di Vigilanza, composto dai giurati, dall’accusatore, dal difensore e dal giudice. L’accusato aveva la possibilità di difendersi, o di lasciarsi difendere, di tenere discorsi in pubblico e di addurre prove della sua innocenza.

Tex n. 63, gennaio 1966. Disegno di Galep


Si ascoltavano testimoni di accusa e di difesa. L’esatta procedura, che è stata redatta e conservata, di questi casi di giustizia a opera dei Vigilantes, permette a noi storici di arguire come questo tipo di giustizia costituisse una misura perfettamente legale e quanto mai necessaria da un punto di vista sociale. Questo valeva specialmente per i delitti criminosi. Se si trattava di cause politiche o di argomenti di politica comunale, non era raro che i Vigilantes si discostassero dal retto sentiero della Legge e della virtù, per servire i loro scopi egoistici. Molte volte le azioni di tali Vigilantes fanatici erano addirittura criminali e perciò la popolazione intimorita non tardò a creare dei Contro-vigilantes che spesso si scontrarono coi Vigilantes in lotte sanguinose. Anche il fanatismo razziale o religioso poteva portare alla Giustizia dei Vigilantes. L’esempio peggiore è dato dall’Associazione Texana del Ku-Klux-Klan che, dal 1881, per vendetta, non esitava a mettere in croce schiavi negri liberati dopo la Guerra Civile che si erano resi colpevoli di misfatti. 

Tex n. 350, dicembre 1989. Disegno di Galep

Tex n. 351, gennaio 1990. Disegno di Galep






2 – Virginia City nel Nevada.


Fu la più famosa città per le miniere d’oro e d’argento della regione chiamata Comstock Lode. Dopo che queste ricche miniere di argento vennero scoperte nei primi anni del 1850, una sera del novembre 1859 avvenne che al cercatore James Finney detto “Old Virginny”, nella miniera Orphir, si rompesse la bottiglia di whiskey e che il liquore si disperdesse per terra...






Il cercatore ubriaco bestimmiò gridando forte: ...e così battezzai questa miniera Virginny City. Questo divenne il giorno natale della città.








Nel 1860 aveva più di 10.000 abitanti, due macine per il quarzo, 8 alberghi, 9 ristoranti, 10 stalle da noleggio, 38 saloon, 25 depositi di merci, officine di fabbri, case commerciali, un teatro e 37 grandi case minerarie, che rappresentavano un capitale di 30.000.000 di dollari. Nel novembre del 1860 uscì il primo giornale locale, il “Territorial Enterprise”.







Sotto lo pseudonimo di “Josh” il venticinquenne giornalista Samuel Langhorne Clemens (1835 – 1910) scriveva delle storielle divertenti sulle vicine miniere Aurora e Bodie, dopo aver avuto poca fortuna come cercatore. Negli anni 1860/62 nei quali scriveva per il giornale, abbandonò il vecchio pseudonimo in favore di quello nuovo, “Mark Twain”, derivato da un grido che si lanciano i battellieri del Mississippi scandagliando il fiume. Mark Twain significa infatti “marca due”, con riferimento alle tacche della pertica usata come scandaglio. Samuel Langhorne Clemens, dopo aver costretto il colonnello Sellers (un vecchio pilota del Mississippi) con le sue parodie a smettere di scrivere, gli ruba pure il nome.

Storie da Altrove n.4, ottobre 2001. Disegno di Alessandrini


Sam Clemens nato nel Missouri, è il più grande scrittore umorista americano. Insegna ai compatrioti a ridere di loro stessi, facendo la satira delle usanze importate dal vecchio mondo. Fu cercatore d’oro, battelliere e poi giornalista, scrittore di numerosi racconti. Mark Twain diventarà noto in tutto il mondo quale autore delle Avventure di Tom Sawyer e di Huckleberry Finn. Il suo famoso romanzo Roughing it rese celebre non solamente lui ma anche Virginia City molto al di là delle frontiere del boom minerario. Con il trascorrere degli anni il suo umorismo acquista una vena amara.
Scrive in Wilson lo Zuccone: Adamo e Eva ebbero molti vantaggi, ma il principale fu quello di sottrarsi alla dentizione. E ancora: Perchè l’uomo si rallegra a una nascita e si rattrista a un funerale? Perchè non è lui la persona in questione.






Il 55% di tutto il minerale era ricco di argento, il resto d’oro. Nel periodo compresso tra il 1861 e il 1863 le società minerarie Ophir, Chollar, Curry, Gould, Mexican e Potosi crebbero fino a diventare imprese gigantesce, con profitti di milioni, e la città in rapida espansione finì per includere anche la Gold Hill che prima si trovava alla distanza di circa un miglio. Le grandi strade di comunicazione verso Placerville, California, Sacramento, Nevada City e Downieville vennero allargate e in parte lastricate. Le tariffe di trasporto da Virginia City a Sacramento erano di 6 cent per libbra. Gli appaltatori di dazi guadagnavano fortune, fintanto che le carovane di merci trasportarono minerale verso la California.







I carri ritornavano dalla California portando prodotti alimentari, o di lusso, legname da costruzione, macchine... e tutto quello che poteva servire nel deserto del Nevada, ivi compresi gemelli d’argento, champagne e caviale. Ogni anno, con la spesa di 27 dollari a testa, si trasportavano in California, con tre carrozze, almeno 30.000 persone. Nel 1864 i filoni delle grandi imprese minerarie si erano esauriti. La Banca di California rilevò la maggior parte delle imprese e investì svariati milioni nell’industria mineraria. Ben presto ci furono 700 miglia di gallerie sotto la città e le case tremavano per le esplosioni sotterranee. Ma via via un maggior numero di gente abbandonnò la città che una volta contava 15.000 anime. I cercatori rinunciavano e le case di interi quartieri finirono in decadenza.












All’inizio del 1870 John William Mackay (1831 – 1902), James Graham Fair (1831 – 184), James Clair Flood (1826 – 189) e William S. O’Brien (1825 – 1878) scoprirono il più grande filone di argento di Comstock Lode, a una profodintà di 15 metri, dello spessore da 50 a 108 metri. Era la “Gande Bonanza”, il “Cuore del Comstock”. Durante i successivi quattro anni, Virginia City si estese i tutte le direzioni. Sembrava che ognuno dovesse avere colà una sede, tanto le Banche della Costa del Pacifico quanto il Dipartamento del Tesoro, che doveva battere moneta. Le due grandi imprese minerarie - la Consolidated Virginia e la Consolidated California - aumentarono il loro capitale sociale a 159.000.000 di dollari e pagarono ogni mese un dividendo di 1.000.000 di dollari.








Ancora nel 1877, lavorando 8 ore al giorno, si portava alla luce un valore di 1.110.000 dollari. Virginia City divenne la Babele del divertimento della zona montagnosa Occidentale, nella quale, col denaro, si poteva vedere e godere tutto; vi si trovava tutto quello che in America aveva fama di qualità.






Le scene dell’Opera Piper registrarono trionfali apparizioni di celebrità mondiali come Lillian Russel (1860 – 1922), Edwin Thomas Booth (1833 – 1893) - il fratello di John Wilkes Booth (1838 – 1865) -, Maude Adams (1872 – 1953), Lola Montez (1821 – 1861) e Lotta Crabtree (1847 – 1924).










Tex n. 358, agosto 1990. Disegno di Galep


Brutali lotte di tori erano altrettanto popolari delle rappresentazioni di cori religiosi. Improvvisamente, nel 1878, la “Grande Bonanza” si esaurì, la popolazione si disperse fino a diventare nel 1880 insignificante; le case crollarono e le gallerie furono sommerse dall’acqua.







Zagor n. 281, dicembre 1988. Disegno di Ferri

Zagor n. 282, gennaio 1989. Disegno di Ferri


Oggi Virginia City è una città fantasma, di fantasmi, il cui storico passato serve a fare vivere, bene o male, i pochi rimasti... beh, ma questo è il Vecchio Selvaggio West, no?



Wilson Vieira


N.B. Trovate i link alle altre puntate della Storia del West su Cronologie & Index!

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