di
Giampiero Belardinelli
Impreziosito
da una potente copertina di Giulio De Vita, artista italiano
consacrato in terra francese, questo sesto Color Tex presenta per la
seconda volta quattro brevi storie di trentadue tavole, consuetudine
destinata ad alternarsi con il volume estivo, caratterizzato invece
da avventure lunghe. Le storie brevi bonelliane non sono certo una
novità di oggi ma, lo ricordiamo ai più giovani dei nostri lettori,
tra il finire degli anni Ottanta e gli anni Novanta, sull’onda
dell’esplosione di Dylan Dog, gli eroi di Via Buonarroti
beneficiarono di molteplici pubblicazioni extra pubblicate da altri
editori. Questi racconti sono apparsi su riviste di vario genere, su
alcuni quotidiani o allegati a cataloghi di importanti mostre. Dylan
Dog e Tex sono stati i più gettonati ma anche altri personaggi, tra
cui il multimediale Martin Mystère di Alfredo Castelli, hanno avuto
l’onore della pubblicazione al di fuori delle consuete collane
edite da Sergio Bonelli. Il nostro Tex, come ho accennato, conta un
discreto numero di titoli, sceneggiati tra gli altri da Guido
Nolitta, Claudio Nizzi, l’attuale curatore della serie Mauro
Boselli e, tra i disegnatori, da artisti del calibro di Aurelio
Galleppini, Giovanni Ticci e Fabio Civitelli.
Dopo
questa breve digressione torniamo all’attualità texiana. Nel
volume appaiono ben otto firme (sceneggiatori e disegnatori) e tre
coloristi di cui, rispettivamente, troverete uno specifico commento.
Cominciamo…
Stelle di latta |
Stelle
di latta
Michele
Medda torna a scrivere Tex dopo una ventina d’anni, e quelle due
storie, senza tradire l’eroe, avevano il pregio di evidenziare la
sua specifica calligrafia narrativa. Questo racconto non è da meno
e, nell’occasione, punta i riflettori sulle ombre che possono
nascondersi dietro la maschera di imperturbabili leggende del West.
Due ex sceriffi, conosciuti da Kit Carson molti anni addietro, oggi
sono dei rispettabili uomini d’affari rifugiatisi nella cittadina
di Black Rust Town. Medda mette sul palcoscenico i personaggi e poi
rimescola le carte, ribalta le certezze e mostra il lato oscuro della
Frontiera, quello che il fiero ritratto di una vecchia fotografia non
potrà mai rivelare. Tex e Carson, loro sì autentiche leggende del
West, svelano l’ipocrisia delle apparenze e svolgono una funzione
catartica, ribaltando la memoria di un uomo ingiustamente bollato con
il marchio dell’infamia. Michele
Benevento, ai pennelli, accompagna la sceneggiatura con un segno
robusto e realizza un western credibile, in cui i personaggi recitano
in maniera appropriata come in un dramma Shakespeariano. I colori di
Oscar Celestini sono eleganti e non intaccano l’equilibrio del
racconto.
Il Tularosa Basin |
Incontro
a Tularosa
Zagor
è l'eroe dell'immaginario per eccellenza e, insieme a Tex, è il
portabandiera dell’avventura classica bonelliana. In queste due
collane l’avventura non è però rimasta ancorata ai pur gloriosi
decenni passati ma, grazie ad autori consapevoli e preparati, si è
aperta a innumerevoli novità. Uno di questi autori – scrittore di
entrambi i personaggi – è Mauro Boselli; l’altro è Moreno
Burattini, per la prima volta al lavoro su una storia del Ranger
creato da Gianluigi Bonelli e Aurelio Galleppini. Tra l’altro,
Burattini è oggi lo sceneggiatore più prolifico di Zagor, e
vanta un’apprezzata capacità narrativa. Il racconto in questione
gira intorno al tema della vendetta e della giustizia. Una differenza
che, nell’occasione, può apparire sottile e indefinibile. Tex
comprende come l’ira accecante che agita il suo amico Coronel (la
cui figlia è stata uccisa anni prima da un’infernale carogna di
nome Bullett) sia un handicap insormontabile. Con un colpo di teatro
tipico della sua scrittura, Burattini ci conduce verso un tragico
finale in cui Tex diventa un implacabile giustiziere e non un uomo di
legge con il regolamento in mano: per carogne come Bullett, dice
l'eroe, serve soltanto un biglietto di sola
andata per un Buon viaggio all’inferno! Burattini, in
conclusione, ha fatto sua la lezione del Tex "antico", a cui ha
aggiunto un ritratto drammatico e di struggente umanità. Giuseppe
Camuncoli disegna le sua tavole con un perfetto equilibrio tra
attenzione al dettaglio e dinamismo. I suoi personaggi mostrano
quanto sia dura la vita della Frontiera e lasciano trapelare i
violenti contrasti emotivi. Il Tex di Camuncoli è massiccio e
vigoroso, il suo viso è inflessibile e rassicurante allo stesso
tempo. I colori di Beniamino Del Vecchio, infine, sono acetati e
sottolineano con padronanza la tragedia che sta per incombere sul
piccolo villaggio di Tularosa.
L'oro di Alder Gulch |
Nel
buio
Atmosfere
plumbee, superstizione, cattivi della quotidianità, Mauro
Boselli presenta la faccia del western meno legata all’epopea, ma
probabilmente più vicina alla realtà. In tutte le epoche della
millenaria storia umana, gli uomini e le donne si sono confrontati
con il Bene e il Male, con delitti legati all’odio, all’invidia o
al rancore covato per un malinteso senso di inferiorità rispetto
agli altri. L’omicidio della famiglia dei Tilman rientra in questa
categoria: trucidati da bastardi di mezza tacca, a cui però i Nostri
riserveranno una paga a base di piombo caldo. Lo sceneggiatore mette
in azione i quattro pard e la loro presenza non è accessoria, ma
funzionale in quanto gli avvenimenti si svolgono sì in una sola
notte, ma in un ampio territorio coperto da una fitta foresta. Alder’s
Gulch, nel Colorado, è uno sputo di paese in cui, come molti piccoli
centri di provincia, si annidano presuntuosi, vigliacchi, "mostri"
da additare - ma anche tanta brava gente con il buio nel cuore…
Boselli, ancora una volta, evidenzia come Tex e i pard sappiano
scovare il Male andando controcorrente. I Nostri sono risolutivi, come
spesso accade, ma non possono impedire l’imprevedibile tragedia di
un padre messo di fronte alla bieca "mostruosità" del proprio
figlio. Una mostruosità che, oggi come allora, può annidarsi negli
angoli di un’apparente normalità. Luca
Rossi, apprezzata matita di Dampyr e non solo, sa raccontare le ombre
nascoste nell’animo umano. I quattro pard appaiono smilzi
nell’aspetto e i loro volti, seppur personali, centrano le
rispettive personalità. I colori sono di Romina Denti, abile ad
evidenziare l’atmosfera rarefatta del racconto. L’inizio dominato
dalla luce diurna è in apparenza rassicurante, ma la perfetta
combinazione tra disegno e colore lascia trapelare – con angoscia
crescente – l’oscurità celata in quell’angolo di mondo.
Un recente Recchioni (fotografato da Manetti a Lucca Comics 2014) |
Randy
il fortunato
Può
un personaggio come Tex essere comunque il protagonista, nonostante la
sua sia una presenza "laterale"? Questa è stata la sfida di
Roberto Recchioni (tra l’altro abituato alle sfide: Dylan Dog,
Orfani ecc.), sceneggiatore capace di mettersi al servizio di
personaggi seriali senza rinunciare al suo punto di vista. Un punto
di vista maturato da una visione a centottanta gradi
sull’immaginario - da quello classico ai video giochi… Nella
vicenda, quindi, Tex appare in poche sequenze, ma la sua forte
personalità turba la vita criminale di Randy Rogers, destinato a
veder fuggire a gambe levate la propria proverbiale fortuna dopo un
precedente scontro con il Ranger. Sta qui l’interessante nocciolo
del racconto ideato da Recchioni, capace di indagare nelle ossessioni
di un uomo quando è messo dinanzi alle proprie paure. Queste paure si
materializzano in una camicia gialla, uno sguardo duro e tagliente,
una presenza avvolgente come un serpente nell’imminenza di
stritolare la propria vittima. Lo sceneggiatore, in conclusione, ha
raccontato da una particolare angolatura la leggenda di Tex, la cui
fama travalica ogni confine fisico o metafisico. Andrea
Accardi è l’interprete ideale di questa insolita sceneggiatura. Il
suo segno si sofferma su ogni aspetto, dai volti – beffardi o
beffati, intransigenti o ironici – agli scenari degni di un film di
John Ford. I vari rimandi sono stati esaltati dai colori di Oscar
Celestini (il doppio di questo Color), con un linguaggio
cromatico evidente ma mai sopra le righe.
Color Tex n. 6, novembre 2014. Disegno di De Vita |
Color
Tex 6
STELLE
DI LATTA
INCONTRO A TULAROSA
NEL BUIO
RANDY IL FORTUNATO
Novembre
2014
pag.
132, € 5,50
Testi:
Michele Medda, Moreno Burattini, Mauro Boselli, Roberto Recchioni
Disegni:
Michele Benevento, Giuseppe Camuncoli, Luca Rossi, Andrea Accardi
Colori: Oscar Celestini, Beniamino Del Vecchio, Romina Denti
Copertina:
Giulio De Vita
Introduzione:
Mauro Boselli
Giampiero Belardinelli
N.B. trovate le altre recensioni bonelliane sul Giorno del Giudizio!
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