di Massimo Capalbo
Procediamo a ritmo serrato con la pubblicazione di The Dark Side of Tex, l'enciclopedia dei mostri affrontati dal Ranger che Max Capalbo sta scrivendo per Dime Web: i tre nostri dizionari bonelliani (Mister No, Zagor e Tex) si stanno così portando sullo stesso "livello" di lettere affrontate! Le immagini di corredo sono tutte scelte dallo stesso Max, eccetto le tre introduttive, pescate in Rete dalla redazione, ancora una volta fra i magnifici capolavori di Pasquale Frisenda. Prima di lasciarvi alla lettura delle due illustratissime e "impressionanti" voci (con l'importante figura di Loa, dall'universo di Yama e Mefisto, prossimamente di nuovo sulle pagine di Tex grazie a Civitelli), vogliamo qui ringraziare Mauro Boselli (che ci ha personalmente porto i suoi complimenti per i nostri lavori a Lucca Comics) per aver citato questo vocabolario sulla neonata pagina Facebook dedicata a Willer! (s.c. & f.m.)
LEGENDA
- I nomi in stampatello e grassetto rimandano a una voce dell’opera. Fanno eccezione i nomi del protagonista della serie, TEX, e quelli dei suoi pards – KIT CARSON, TIGER JACK, KIT WILLER -
che sono sempre scritti in questo modo, tranne quando sono inseriti nei
crediti di una storia o fanno parte del titolo di un libro (ad
esempio: Atlante di Tex).
- Con l’unica eccezione di TÉNÈBRES, RAPHAEL, i personaggi dalla doppia identità sono stati indicati con la loro identità fittizia piuttosto che con il nome vero (ad es.:TAGLIATORE DI TESTE invece che BARRERA, JUAN; SVENTRATORE invece che BARLOW, SALLY).
- Alcuni personaggi sono stati indicati con il soprannome piuttosto che con il nome vero (ad es.: COLORADO BELLE invece che MORROW, ALICE; EL MORISCO invece che JAMAL, AHMED). Riguardo al citato EL MORISCO,
la voce a lui dedicata è stata inserita sotto l’iniziale del soprannome
vero e proprio – quindi la M -, invece che sotto la E, cioè l’iniziale
dell’articolo.
Per
quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna
storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a
nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la
trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia
alla memoria dei lettori in modo più efficace (anche se, in alcuni casi,
il nostrotitolo non coincide con quello usato abitualmente dai
lettori). Ad esempio, la storia dei nn. 265-268 viene indicata con il
titolo del n. 267, Tex contro Yama, perché esso è, per l’appunto, più rappresentativo rispetto a L’ombra di Mefisto (n. 265), La strega (n. 266) e I Figli del Sole (n. 268).
Nota sui collegamenti ipertestuali
The Dark Side of Tex è
un "lavoro in corso" che si svilupperà nei prossimi mesi, abbracciando
numerosi post - uno per ogni lettera dell'alfabeto - fino ad arrivare
alla conclusione. I collegamenti ipertestuali fra le varie voci non
saranno dunque possibili tutti e subito... e vi spieghiamo subito
perché! Collegheremo con link diretti ogni riferimento ad altre voci
dell'opera partendo necessariamente dalle voci già apparse. Ci preme
dunque ribadire e sottolineare che, non essendo possibile creare link a
post futuri, ricostruiremo tutti i link a ritroso solo quando sarà
possibile. I link saranno però sempre e soltanto fra URL diverse e non
all'interno di uno stesso post. Vorrete perdonarci (e segnalarci!)
eventuali errori e omissioni! I link - essendo come abbiamo detto sopra
fra URL diverse - porteranno sempre e comunque all'inizio di un altro
post e non esattamente alla voce di riferimento. Per
facilitare fin dall'inizio l'uso dell'opera, abbiamo creato una pagina
apposita di collegamenti alle varie voci, alla quale potete accedere
dovunque siate, andando sotto al logo Dime Web: anche in questo caso il
link vi porterà al post giusto, scorrendo il quale troverete in un
attimo la voce cercata!
L
LOA
LOUISE
LOA
Una
bellissima e astuta mambo, cioè
una sacerdotessa VUDU, che è apparsa in ben quattro storie:
Terrore sulla savana (G. L. Bonelli [sog.&scen.] –
A. Galleppini [dis.], nn. 93-95); Il figlio di Mefisto
(G. L. Bonelli [sog.&scen.] – A. Galleppini [dis.], nn.
125-128); Il ritorno di Yama (G. L. Bonelli
[sog.&scen.] – A. Galleppini [dis.], nn. 162-164); Mefisto!
(C. Nizzi [sog.&scen.] – C. Villa [dis.], nn. 501-504). In
Terrore sulla savana, come abbiamo già scritto nella
voce BARON SAMEDI, Loa e suo padre OTAMI
assecondano la pazzia del barone e, con l’aiuto di Dambo,
riescono a far evadere lui e MEFISTO dal manicomio di
Flagstaff. Oltre che alleata, la conturbante haitiana è, molto
probabilmente, anche l’amante di BARON SAMEDI, ma ciò non
le impedisce di tradire la sua fiducia e di abbandonarlo al suo
destino nel drammatico finale della storia. Assieme a OTAMI,
infatti, Loa fugge dal castello del barone (cannoneggiato dai
soldati di Fort Myers), non prima però di aver rubato i diamanti del
tempio sotterraneo.
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Tex n. 93, luglio 1968. Disegno di Galep |
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Loa
e Baron Samedi – TEX 93, p. 73
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Tex n. 94, agosto 1968. Disegno di Galep |
Tuttavia, la fuga dei due dura poco, giacché,
nella palude, i Seminole sbarrano loro la strada: OTAMI
viene ucciso, mentre Loa è fatta prigioniera. Alzati,
squaw! Yampas ti lascia la vita, ma d’ora in poi tu vivrai nella
sua capanna e gli accenderai il fuoco e sarai sua schiava!, le
dice il capo degli indiani. Pazzo e stolto. Hai pronunciato la tua
sentenza di morte!, pensa Loa, la quale poco prima ha
giurato a suo padre che lo vendicherà. Ne
Il figlio di Mefisto, la mambo, aiutata da YAMA,
scappa dal villaggio Seminole e si rifugia, assieme al
negromante, nelle rovine del castello di BARON SAMEDI. Decisa
a mantenere la promessa fatta al padre
morente, nonché a vendicarsi della condizione di schiavitù in cui
l’ha tenuta Yampas (sebbene questi, negli ultimi tempi, la
trattasse come la sua squaw preferita), Loa unisce i suoi
poteri a quelli del figlio di MEFISTO per colpire a distanza
l’odiato sakem. Dopo aver fallito una prima volta a causa
dell’intervento di HO-YAN, ma soprattutto dell’inesperienza
di YAMA (che, vedendola agitarsi e gemere durante il rito
magico, la sveglia, spezzando l’incantesimo), la mambo
riesce a uccidere Yampas al secondo tentativo. E’ davvero
diabolica la trappola architettata da Loa e YAMA ai
danni del sakem e dello stesso HO-YAN. Due
guerrieri Seminole raccontano a Yampas e allo stregone
di aver visto la mambo percorrere, a bordo di una canoa, il
piccolo fiume che scorre a poche miglia dal villaggio, per approdare
poi all’Isola degli Aironi, dove sorge una capanna
circondata da pali-totem.
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Loa
viene catturata da Yampas – TEX 95, p. 32
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Tex n. 125, marzo 1971. Disegno di Galep |
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Loa
e Yama – TEX 125, p. 54
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Ignari che è stata proprio la mambo
a farsi volutamente scoprire dai suddetti guerrieri, proiettando a
distanza – grazie a YAMA - la sua immagine, Yampas e
HO-YAN, accompagnati da altri quattro Seminole (tra cui
i due che hanno visto la fuggitiva), arrivano, poco prima del
tramonto, nei pressi dell’isolotto e attendono che Loa torni
a farsi viva. Contemporaneamente, nel tempio sotterraneo del
castello, YAMA osserva i Seminole attraverso la grande
sfera di cristallo appartenuta a MEFISTO. Scesa la notte, il
negromante getta in un bacile una manciata di grani nerastri e ordina
a Loa di gettare in un altro bacile, intorno al quale essa ha
tracciato un cerchio magico, una pietra nera. In quel medesimo
istante, la falsa Loa ricompare sul fiume e, spiata da Yampas
e gli altri, raggiunge l’Isola degli Aironi e vi
accende un fuoco. Decisi a non farsi sfuggire la mambo, i
Seminole salgono sulle loro canoe e si dirigono verso
l’isolotto, mentre, nel tempio sotterraneo, la vera Loa –
dopo aver invocato Simbi, il dio VUDU dei fiumi e delle
sorgenti - immerge le mani nell’acqua del bacile, materializzandosi
nel fiume. Quando i Seminole hanno quasi raggiunto l’isolotto,
la falsa Loa si gira verso di essi e rivela un volto
spaventoso. Nello stesso tempo, l’autentica Loa, sempre
immersa nel fiume, si mostra al sakem: Cercavi me, Yampas?
[…] – gli dice la donna - Vieni, cane Seminole!... E’ già
pronto un posto per te, nel regno di Simbi!.
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Tex n. 126, aprile 1971. Disegno di Galep |
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Yampas
viene strangolato da
Loa, materializzatasi nel fiume – TEX 126, p. 28
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Tex n. 127, maggio 1971. Disegno di Galep |
Prima che Yampas
e gli altri possano riaversi dalla sorpresa, due enormi e mostruose
mani sbucano dall’acqua e, afferrata la canoa, la rovesciano. Il
sakem finisce sott’acqua, dove viene strangolato dalla
mambo, mentre il guerriero che era assieme a lui e ad HO-YAN
sulla canoa, finisce vittima degli alligatori, dopodiché la
capanna dell’isolotto prende fuoco. Il terribile colpo
inferto ai Seminole non esaurisce la sete di vendetta di Loa,
la quale dice infatti a YAMA: La morte di Yampas non è
stata che una piccola goccia che ha lasciato le mie labbra aride come
prima. La mambo - a cui l’ormai esperto YAMA ha
insegnato molte cose, tra cui la capacità di suscitare visioni
attraverso l’ipnosi (si pensi alla scena in cui fa vedere al
nero Thomas un groviglio di serpenti nel baule che contiene il
tesoro del tempio) - vuole farla pagare non solo al resto della
tribù, a cominciare da HO-YAN, ma anche ai soldati di Fort
Myers e ai quattro pards, gli uni e gli altri responsabili della
morte di Dambo e dei suoi guerrieri.
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Tex n. 128, giugno 1971. Disegno di Galep |
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Un
cattivo presagio per la mambo
- TEX 128, p. 27
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Loa
viene immobilizzata dai suoi ex alleati vuduisti – TEX 128, p. 30
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Nel prosieguo della
storia, Loa - che stringe alleanza con i vuduisti di Tampa e
si trasferisce con YAMA a bordo di un veliero - è
protagonista di due memorabili sequenze: nella prima, la Figlia
del Serpente (così si definisce la mambo) assiste il
negromante durante il pericoloso rito attraverso il quale costui
scende nei Mondi Pietrificati per scoprire in che modo TEX
e compagni sono riusciti, sul battello che li conduce a Tampa, a
neutralizzare i suoi poteri; nella seconda, essa tenta di eliminare a
distanza TEX e CARSON – ospitati assieme agli altri
pards a Fort Meade -, facendo risorgere, attraverso un wanga
(il tipico feticcio VUDU a forma di pupazzo) fabbricato da lei
medesima, il defunto Aron, un nero che lavorava nel suddetto
forte. Lo ZOMBI viene però ucciso da TEX, e Loa,
che si trova sul veliero con YAMA, dice a quest’ultimo:
Quell’uomo comincia a farmi paura. E’ una paura ben
motivata, visto che il ranger e i suoi pards non solo escono
vincitori dallo scontro, nelle paludi, con gli alleati vuduisti della
mambo, ma scampano pure alla trappola ordita da YAMA,
uscendo incolumi dal tempio sotterraneo. Assieme ai Nostri si salva
pure il già menzionato Thomas, il quale, desideroso di
vendicarsi di YAMA – che, usandolo come esca per
intrappolare i pards, lo aveva in pratica condannato a morte –, non
esita ad allearsi con TEX.
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Tex n. 162, aprile 1974. Disegno di Galep |
Poiché il ranger vuole Loa
e il negromante vivi, Thomas, una volta calato il buio,
raggiunge con una barca il veliero, e, dopo aver informato i suoi
compagni del tradimento subito, propone loro di catturare YAMA
e la Signora dei Serpenti per consegnarli ai pards. Messa in allarme da una serie di cattivi presagi, Loa esce
dalla sua cabina per avvertire YAMA (che sta dormendo), ma
viene subito immobilizzata dai neri, i quali poi fanno lo stesso con
il suo alleato. Destino vuole, però, che la mambo e il
negromante non finiscano nelle mani dei Nostri: l’ignaro Thomas,
infatti, getta in mare la sfera di cristallo di YAMA, che,
essendo un oggetto magico, fa scatenare in breve tempo una terribile
tempesta. Enormi onde, accompagnate da un fortissimo vento, si
abbattono sul veliero, trascinandolo al largo. TEX, che dalla
costa assiste con i suoi pards al
tremendo spettacolo, è convinto che tanto il negromante quanto Loa
siano ormai condannati, ma si sbaglia. Ne Il ritorno di Yama –
precisamente nel flashback iniziale di questa storia, che si
ricollega direttamente al finale de Il figlio di Mefisto
– vediamo che dei sette neri (compreso Thomas) presenti sul
veliero, ne sono rimasti solo due, i quali, incapaci di governare la
nave, liberano Loa e YAMA con la speranza che essi,
usando i loro poteri, riescano a fermare la tempesta.
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Appena
liberata, Loa si vendica di uno dei neri che l’avevano tradita –
TEX 162, p. 36
|
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Loa
scompare in mare, maledicendo Yama - TEX 162, p. 38
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Appena
liberata, la vendicativa Loa afferra un pezzo di legno e
colpisce uno dei neri (l’altro è stato appena travolto da
un’onda), facendolo precipitare in mare. Anch’essa, però,
finisce in acqua poco dopo, perché colpita in testa dal bozzello di
uno dei pennoni. Loa chiede aiuto a YAMA, ma questi,
tenendosi aggrappato all’altro pennone, le risponde: Chiedilo al
tuo Serpente!... Io non posso muovere un dito per te!. La mambo
maledice il negromante, per poi essere inghiottita dai flutti. Sembra
davvero finita per Loa, ma in Mefisto! scopriamo
invece che essa è riuscita a salvarsi, e vive, protetta dai
vuduisti, a Tampa. Lily Dickart, la sorella di MEFISTO,
e suo marito Boris si mettono in contatto con la mambo
affinché li conduca nei sotterranei del castello di BARON SAMEDI, dove si trovano i resti del grande nemico di TEX.
Dietro un lauto compenso, Loa accompagna Lily e Boris,
assieme ai quali vi è pure il medium indiano Narbas, nel
sinistro luogo. Qui, evocato da Narbas, MEFISTO – il
cui spirito è confinato da anni nel Regno delle Ombre –
riesce a tornare materialmente nel nostro mondo (per i particolari
rimandiamo alla voce dedicata al negromante), e, dopo aver
riabbracciato sua sorella e fatto conoscenza con Boris, si
avvicina a Loa dicendole di aver ormai dimenticato il brutto
scherzo che lei e suo padre gli giocarono, ossia il furto dei
diamanti, e quindi di non serbare più alcun rancore nei suoi
confronti. Che ne farai di lei? […] La porterai con te?,
chiede, qualche pagina dopo, Lily a MEFISTO, e questi
risponde: No, Loa potrà andare libera per la sua strada. Questa
volta non mi serve. Infatti, la bella mambo esce di scena,
e non sappiamo se in futuro incrocerà nuovamente la strada dei
quattro pards.
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Tex n. 501, luglio 2002. Disegno di Villa |
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Loa
racconta a Lily Dickart come riuscì a salvarsi dopo il naufragio del
veliero
maledetto
- TEX 501, p.
91
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Loa
ritrova, dopo tanti anni, Mefisto – TEX 502, p. 12
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Curiosità:
Loa, come ogni mambo che si rispetti, è una nera. Di
questo troviamo conferma in diversi momenti di Terrore sulla
savana e Il figlio di Mefisto: basti solo
citare, ad esempio, la frase pronunciata, nella seconda avventura, da
HO-YAN quando Yampas lo informa della fuga di Loa:
Il cuore di quella donna è più nero della sua pelle.
Stranamente, però, nelle suddette storie Galep non ha disegnato la
mambo come una donna di colore, anzi: se escludiamo le labbra,
i suoi tratti somatici sembrano piùttosto quelli di una pellerossa. Più
verosimile, invece, il modo in cui l’ha disegnata Villa in
Mefisto!: qui, in effetti, il colore della pelle e i
lineamenti di Loa sono senza dubbio quelli di una tipica
donna haitiana. Insomma,
la Loa
di Galep e quella di Villa sembrano, graficamente, due
personaggi differenti. A nostro avviso, però, la prima Loa è
più affascinante e sensuale di quella
villiana, e ciò – sia chiaro - indipendentemente dal colore della
pelle. Oltre che per l’aspetto e l’eccezionale carisma, Loa
è degna di nota anche per il significativo nome che GL le ha dato. I
loa, parola di origine africana che significa spirito,
sono infatti le divinità VUDU.
Essi, come si legge nell’interessante Guida
a vudu e macumba allegata al primo Speciale Mister No ,
si distinguono generalmente in loa
rada o loa
dolci e loa
petro o loa
amari: i primi - più antichi - sono
giusti e benevoli, anche se possono castigare severamente il fedele
che non adempie ai suoi obblighi; i secondi – più recenti – sono
spietati e aggressivi, e vengono perciò invocati nei riti di magia
nera.
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Una
mambo
haitiana traccia un vevé
(disegno simbolico di un dio) nel corso di una cerimonia vudu
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Il
vevé
di Simbi,
la divinità acquatica invocata da Loa per uccidere Yampas
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Erzili-yé-rouge,
alter ego petro
della dea Erzili
(olio su tela dell’artista losangelina Saundra Elise Ziyatdinova)
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LOUISE
Compare
in Tex contro Yama (G. L. Bonelli [sog.&scen.] –
A. Galleppini [dis.], nn. 265-268) ed è anch’essa, come LOA,
una mambo. Tuttavia, il suo aspetto – come si può vedere
già nell’incisiva copertina del n.
266, intitolato per l’appunto La strega - è assai
meno piacevole: Louise, infatti, è un’orribile vecchia, una
megera ancora più brutta di ZHENDA. A lei si rivolge Tahami,
capo dei vuduisti di Tampa e alleato di YAMA, per togliere di
mezzo TEX. Un uomo di Tahami, il cameriere dell’Hotel
Sarasota Andreas, porta a Louise – che vive in una
capanna alla periferia di Tampa, con la sola compagnia di un enorme e
spaventoso ragno – una ciocca di capelli del ranger, che egli
stesso ha tagliato al Nostro, dopo aver narcotizzato lui e i suoi
pards. Con questa ciocca, della cera e altri materiali, la mambo
fabbrica un wanga, che riveste poi con
un piccolo camiciotto sul quale traccia dei segni magici.
Trafiggendo la statuina con uno spillone, Louise
procura al Nostro delle fitte dolorosissime: il suo preciso intento è
tormentare giorno per giorno TEX fino a che questi non dovrà
implorare di finire presto nella pace di una tomba!. Per
fortuna del ranger, TIGER JACK capisce subito che l’eroe è
vittima di un sortilegio: tempo prima, infatti, egli aveva sentito
parlare di uno stregone Hopi che colpiva le sue vittime
servendosi delle kacinas, le tradizionali bambole rituali.
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Tex n. 226, dicembre 1982. Disegno di Galep |
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Andreas
entra nella sinistra capanna di Louise – TEX 266, p. 48
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Si
diceva che quel vecchio stregone – racconta il Navajo a
TEX e agli altri pards – sapesse non solo fare guarire un
ammalato, ma anche storpiare o uccidere una persona, pungendo con uno
spillone una “kacina” che egli modellava come simbolo
della persona che gli veniva indicata da guarire o da uccidere.
Inizialmente scettico, TEX non tarda a convincersi che
TIGER ha visto giusto, e intuisce che le misteriose fitte sono
collegate a quanto accadutogli al Sarasota. Ritornato all’albergo,
il ranger pesta Andreas, costringendo costui a confessare e
quindi a condurre lui e i suoi pards alla capanna di Louise.
Sebbene i Nostri – accompagnati dallo sceriffo di Tampa - avanzino
in silenzio, il ragno della strega sente il pericolo e avverte
la sua padrona, che si affaccia alla soglia della capanna e vede i
pards. Avendo capito di chi si tratta, Louise afferra subito
un coltello con l’intenzione di trafiggere il wanga e
uccidere, così, TEX all’istante. Questi però, con un
preciso colpo di pistola, le fa saltare l’arma dalle mani. La
strega indietreggia e cade a terra, ma poi si rialza e cerca di
riagguantare il coltello. TEX glielo impedisce, bloccando
rapidamente la sua mossa con il piede. Il diabolico ragno, allora,
cala sul wanga per morderlo, ma, prima che possa toccarlo,
TIGER lo uccide con il suo pugnale. Poiché Louise,
nonostante le minacce del ranger, rifiuta di dire a questi come
annullare il sortilegio, è nuovamente TIGER a risolvere il
problema.
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L’enorme
ragno di Louise terrorizza Andreas – TEX 266, p. 49
|
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Louise
fabbrica il wanga
contro Tex – TEX 266, p. 50
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Seguendo le istruzioni del suo pard, TEX stacca la
ciocca attaccata al wanga e se la infila nel taschino della
camicia, poi stacca i pezzi che formano la sinistra bambolina e fa
cadere ciascuno di essi nelle buche scavate da TIGER stesso
nel terreno della capanna, ricoprendole infine tutte con le sue mani.
Terminata l’operazione, il ranger dà fuoco alla capanna e libera
la strega, che si trascina subito verso la vicina foresta, dove però
un serpente corallo la morde alla caviglia. TEX, accorso con i
pards e lo sceriffo, uccide il micidiale rettile, ma per la mambo
non resta nulla da fare. Diavolo! Non la rimpiangeremo di certo.,
dice KIT CARSON osservando il corpo senza vita della megera.
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La
perfida mambo
trafigge la statuina con uno spillone, provocando una terribile fitta
a Tex – TEX 266, p. 54
|
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Con
la sua infallibile mira, Tex riesce a fermare in tempo Louise – TEX
266, p. 68
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Brutta
quanto malvagia, Louise è tra i più inquietanti villains
femminili della saga. A farsi ricordare è anche il suo fedele ragno,
un animale da incubo, dotato di un’intelligenza luciferina, come
dimostrano sia la scena in cui sveglia la strega - toccandole la
fronte con le zampe - per avvertirla dell’imminente pericolo
rappresentato dai pards, sia il tentativo in
extremis di uccidere TEX, mordendo con i suoi
grossi uncini veleniferi la statuina. Significativa inoltre, nonché
divertente, la sequenza in cui il ragno – che Louise tratta
con affetto, chiamandolo addirittura agnellino – afferra tra
le sue zampe la ciocca di capelli di TEX dalla mano di
Andreas, il quale, un istante dopo,
fugge via terrorizzato. Degni di menzione, infine, la sinistra
capanna di Louise, in particolare i due pali – formati da
teschi umani posti uno sull’altro – a cui è appesa l’amaca
della megera, e l’altare dove essa fabbrica il wanga.
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Tex
uccide il serpente corallo che ha morsicato Louise, ma la strega è
comunque condannata – TEX 266, p. 77
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La
vecchia strega in cui si trasforma la Regina Cattiva nel capolavoro
disneyano Biancaneve
e i sette nani (1937) - © Disney
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Curiosità:
E’ interessante notare come l’aspetto della perfida Louise non
sia quello di una nera - come invece ci si aspetterebbe, essendo
costei una mambo -, bensì quello della classica strega
europea, la strega delle fiabe (si pensi alla cattiva di
Biancaneve e i sette nani) e del cinema horror (per
esempio, l’Helena Markos di Suspiria [Dario Argento, 1977]),
ovvero una vecchia laida e sdentata, con il naso adunco, i capelli
arruffati e le unghie delle mani simili ad artigli. Bisogna dire
tuttavia che, pur avendo poca attinenza con il VUDU, la
caratterizzazione grafica di Louise è comunque efficacissima
e rappresenta indubbiamente uno dei punti di forza del personaggio.
Louise e il suo mostruoso ragno sono, a nostro avviso, i
cattivi più azzeccati della storia: vincono di gran lunga,
infatti, il confronto con il villain principale, lo scialbo
YAMA, e il suo braccio destro, il pipistrello ARYMAN.
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Helena
Markos, la strega
madre
di Suspiria
(Dario Argento, 1977)
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L'inquietante
Carrefour (Darby Jones) tiene in mano un wanga
nel celebre film di Jacques Tourneur Ho
camminato con uno zombie
(1943)
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Massimo Capalbo
N.B. Trovate i link alle altre lettere di The Dark Side of Tex andando sul Navigatore!
Ragazzi innanzitutto complimenti. Poi una richiesta. Aggiornate anche l'Atlante di Mister No che sono mesi che è fermo!!!!
RispondiEliminaMassimino Fusco
Carissimo Massimino, l'Atlante di Mister No è in lavorazione sul punto focale dell'intera opera - ovvero la voce "Mister No"! I tre dizionari si stanno affiancando e poi torneranno - più o meno - a procedere insieme!
EliminaFrancesco Manetti
Confermo quanto detto dall'amico Francesco: sto scrivendo la voce "MISTER NO", che è la più lunga - di conseguenza, la più impegnativa - di tutto l'Atlante. Ti tocca quindi pazientare ancora un po', caro Massimino. Grazie per l'attenzione che ci dedichi.
RispondiEliminaBello e affascinante articolo! ^^ Le storie fantastiche di Tex mi prendono sempre un botto! Con la saga di Mefisto e Yama mi ci cognai di brutto! ^^ Belle tutte le avventure! "Il figlio di Mefisto" è una delle più belle storie horror e surreali che abbia letto! ^^
RispondiEliminaGrazie, Francesco.
RispondiEliminaConsidero "Il figlio di Mefisto" la più bella storia del filone fantastico di Tex e una delle più belle in generale.