di Francesco Manetti
Da tempo...
Da tempo non ci capitava di leggere una storia bonelliana altrettanto complessa, strutturata, raffinata e profonda, capace di evocare tangibili emozioni, come Scritti nella sabbia, lo Speciale Dylan Dog n. 28 dell'ottobre 2014 di Di Gregorio e Freghieri. Abbiamo provato lo stesso piacere che ci procurò Il lungo addio di Marcheselli, Sclavi e Ambrosini (n. 74 del novembre 1992); senzazione positiva, che riesce a farci finalmente riconciliare con una collana che nell'ultimo periodo ci aveva riservato non poche delusioni. Non sappiamo veramente, esattamente perché, ma la prima impressione, posato l'albo, era quella di aver consumato tra le mani un vecchio romanzo o racconto di Ray Bradbury degli anni '50, come The Martian Chronicles o Dandelion Wine. Forse era a causa dell'atmosfera evocata dai due autori con singolare maestria. Pacata, dolce, inafferrabile - e allo stesso tempo misteriosa, straniante...
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Una lettura pacata, ricca di fascino, sentimento, mistero... |
Ogni pagina ancora da voltare poteva nascondere segreti innominabili, oppure ancora, semplicemente, un'altra passeggiata sulle spiagge desolate della Cornovaglia o un ricordo evanescente del passato. Il tempo è il vero protagonista di questo ultimo episodio annuale dell'Old Boy, personaggio sull'orlo del cambiamento editoriale e dell'incertezza, qui mero testimone degli eventi. Nell'albergo World's End e nelle sue immediate vicinanze costiere l'entropia talvolta sembra accelerare, talaltra la freccia del tempo sembra "spuntarsi" o addirittura invertire la direzione. L'età delle persone non è mai quella che sembra. Congelati in un eterno presente, non necessariamente in un'eterna gioventù... Il presente è infatti un coacervo di attimi passati, ma il futuro arriva in fretta - con la metafora/non metafora della salsedine che consuma tutto rapidamente e con artiglio impietoso. La stessa realtà assume contorni indefiniti e si regge soltanto su una ragnatela sempre più labile di memorie e sul canovaccio di un romanzo in fieri. La locanda sul mare - che conserva nelle acque profonde e scure segreti, tristezze, consolazioni, illusioni, speranze - è l'ospizio delle reminescenze, l'anticamera della fine di ogni pensiero terreno. Nell'introduzione, quanto mai azzeccata, si avverte l'acquirente che non tutte le domande troveranno risposta alla fine dell'avventura. E nemmeno, aggiungiamo noi, l'inverso. Alcune risposte restano sospese, senza domanda. Crimini, morti, sparizioni: niente ha la certezza "scientifica" di esser tale.
Una grande prova di scrittura, con un coraggioso e innovativo soggetto (più che al consueto horror, si aggancia con intelligenza a una certa giallistica "soft" britannica) e una classica sceneggiatura. Titolo indovinato come pochi. Testi solidissimi, dunque, questi di Di Gregorio, sostenuti dal disegno di Freghieri, capace come pochi altri di visualizzare lo sfaldarsi della concretezza.
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Dylan Dog Speciale n. 28, ottobre 2014. Disegno di Stano |
Dylan Dog Speciale28
SCRITTI NELLA SABBIA
Ottobre 2014
pagg.
164,
€ 5,50
Testi: Giovanni Di Gregorio
Disegni: Giovanni Freghieri
Copertina: Angelo Stano
Francesco Manetti
Concordo pienamente! Bellissimo speciale!
RispondiEliminaPiù che altro mi ha positivamente stupito, Franco, visto che ultimamente su Dylan Dog...
RispondiEliminaFrancesco