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sabato 20 settembre 2014

DIME WEB INTERVISTA MASSIMO ROTUNDO! (LE INTERVISTE VIII)

a cura di Franco Lana

Massimo Rotundo è uno dei nostri autori preferiti fin dall'era delle riviste-contenitore e del "fumetto d'autore" (quando in edicola, alle mostre e nelle librerie specializzate trionfavano le testate di Orient Express, di Comic Art, dell'Eternauta, di Bhang e via dicendo) ed è un immenso piacere averlo nostro prezioso ospite nella serie di interviste che l'inviato speciale Frank Wool sta conducendo per i Quaderni Bonelliani (ricordiamo che abbiamo parlato di Rotundo anche in Diamo i numeri 30, come artista di Volto Nascosto). E, come leggerete, torniamo pure a conversare di cinema, dopo l'incontro con il fumettista e attore Michele Franco! Ci teniamo infine a precisare che le immagini di corredo, rare oppure inedite, sono state fornite dal disegnatore stesso. (s.c. & f.m.)

Massimo Rotundo


DIME WEB - Ciao Massimo! Tu eri già molto attivo negli anni Ottanta, il periodo del boom delle riviste d’autore. Che cosa ricordi di quei tempi? 


MASSIMO ROTUNDO - Le riviste avevano cambiato gli equilibri... intanto i disegnatori erano considerati degli autori al pari degli sceneggiatori; basandosi sulla sperimentazione e sullo stile, l'immagine aveva un'importanza fondamentale. Non sempre la qualità delle proposte era degna della definizione "d'autore ": la rivista era un contenitore patinato con risultati alterni. Mi piaceva molto, però, la libertà espressiva concessa dagli editori, che, secondo me, ha portato dei risultati, anche per il fumetto seriale. Quel decennio è stato importante per gli scambi con altri Paesi e per la consapevolezza che si potevano intraprendere altre strade raccontando e illustrando con i mezzi del fumetto. Poi, il proliferare d troppi prodotti dello stesso genere - in un periodo ho contato dieci riviste che uscivano contemporaneamente - e l'impazienza del lettore (aspettare un mese per leggere il seguito della storia) ha fatto finire tutto.



Indiani



DW - Ci racconti qualcosa del tuo approdo in Bonelli?

MR - Avevo già lavorato con la Bonelli, tramite Luigi Bernardi (figura fondamentale per l'editoria alternativa italiana), realizzando alcuni degli albi di Orient Express. Conoscevo Sergio, con cui, le volte che c'incontravamo (specialmente nelle fiere e nelle mostre di settore) parlavamo di progetti da realizzare... poi, è capitata l'occasione (la serie fantasy Brendon, di Claudio Chiaverotti) ed è iniziata una collaborazione, fin qui, per me felice.


DW - Oltre a essere un bravissimo e versatile illustratore, sei anche un ottimo autore di cover (Brendon, Volto Nascosto, Il Piccolo Ranger, etc.). Come ti rapporti verso questo tipo di lavoro?

MR - Tralasciando il problema tecnico (pittorico o grafico è un'evoluzione continua), sul soggetto cerco conforto dalla redazione, per un problema oggettivo: hanno il tema della storia sotto gli occhi e io no. Se fosse per me, oserei al limite dello sperimentalismo, quindi mi piace stare dentro dei binari.



Brendon



DW - Sappiamo che sei al lavoro su un texone. Puoi darci qualche anticipazione? A che punto sei? 

MR - Se lo paragoniamo ad una corsa ciclistica , sono arrivato all'inizio della discesa, vedo l'arrivo ma devo stare attento perché le insidie non sono finite. 



Un Tex a carboncino

Da Gangs of New York di Scorsese: il Macellaio


DW - Per concludere, una curiosità: hai partecipato al film Gangs of New York di Martin Scorsese, con il compianto Paolo Morales. Ci narri di questa tua esperienza?

MR - Paolo nel film ha avuto un ruolo più importante del mio: ha realizzato tutta la parte illustrativa, facendo un lavoro splendido. Io ho fatto lo sketch artist in scena (ci vediamo entrambi con un costume dell'epoca in qualche frame) ma è stato comunque un lavoro impegnativo... Dovevo disegnare dal vivo mentre la troupe girava. Nelle soste continuavo a disegnare: matita, stiratore ottocentesco e cilindro in testa; una volta ho alzato lo sguardo dal foglio e c'era Di Caprio che mi stava fotografando… è stata una situazione alquanto bizzarra.


Da sx verso dx: Giancarlo Caracuzzo, Paolo Morales e Massimo Rotundo in costume sul set di Gangs of New York (2002)
  

a cura di Franco Lana


N.B. trovate i link alle altre Interviste di Dime Web sulla pagina Interviste & news!

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