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giovedì 25 settembre 2014

DIME WEB INTERVISTA MAURO BOSELLI! (LE INTERVISTE IX)

a cura di Franco Lana

Beh, con Boselli noi di Dime Web "giochiamo in casa" - essendo di lunghissima data il rapporto di stima, amicizia e affetto che ci lega al grande sceneggiatore. Un rapporto iniziato nell'era leggendaria di Collezionare - ai tempi in cui Moreno Burattini aveva appena iniziato a scrivere sceneggiature zagoriane. A dimostrazione di ciò, al termine dell'intervista, riproduciamo in scansione un articolo del grande Mauro che pubblicammo sul n. 15 della nostra fanzine, datato ottobre 1989 - un quarto di secolo fa (gasp!). Si tratta di un divertentissimo "dietro le quinte" della SBE di fine anni Ottanta! Un intervento che con il tempo ha assunto tinte commoventi, visto che alcuni personaggi ritratti se ne sono andati... Infine, come corredo iconografico all'interessante chiacchierata, troverete ricchissime anticipazioni grafiche di Dampyr (dal n. 177) e di Tex (dall'albo di novembre 2014)! (s.c. & f.m.) 
 

Mauro Boselli


DIME WEB - Gentile Mauro, non sei più giovanissimo, ma scrivi ancora a ritmi infernali (come direbbe Tex!). Dove trovi tutte queste energie?

MAURO BOSELLI - Il fatto è che di energie ne ho sempre avute da sprecare e negli ultimi vent’anni o giù di lì ho dedicato alla scrittura più o meno quelle che dedicavo, tra le altre cose, alle scalate e ai trekking. Tra le altre cose, perché sono sempre stato, diciamo così, un “curioso onnivoro”, di persone, luoghi, libri, notizie ecc... ecc... Di recente, sto sempre in guardia riguardo a un possibile calo di questa misteriosa fonte di energia... Getto insomma lo scandaglio nel mio personale Mare del Nord per scoprire quanto petrolio mi rimane... Mi pare che ce ne sia ancora tanto, forse più di quanto riesca fisicamente a estrarne: Ars longa, vita brevis! E qualche avvisaglia dell’eventuale calo l’ho avuta, forse, ma si dice che, dopo i 60, sia di natura psicologica: Oh, mio Dio, sto discendendo la china!, cose così. Si tratta solo di non farci caso e di trovare sempre nuove motivazioni. Intendo lavorarci sopra.




Da Tex, novembre 2014. La stirpe dell'abisso, di Boselli & Piccinelli.

Da Tex, novembre 2014. La stirpe dell'Abisso, di Boselli & Piccinelli



DW - Ci indichi qualche lettura recente che ti ha colpito e che hai apprezzato, fumetti o libri che siano? 

MB - Ah, beh, da che parte comincio? Ho letto l’ultima favola di Neil Gaiman, The Ocean at the End of the Line, e anche un bel libro su di lui. Sto seguendo le meravigliose integrali americane di Rip Kirby e Prince Valiant. Ho tardivamente scoperto la meravigliosa ironia e razionalità di Jane Austen. Rileggo Dickens, cosa che faccio periodicamente, e stavolta tocca a Pickwick. Ho iniziato The tenant of Wilfdeld Hall, di Anne Bronte e un libro dell’umorista Irving Brecher, regalatomi da Dotti, su Groucho, Berle e gli altri comedians yiddish di Hollywood. E una biografia di Aleister Crowley. E The Grey Ghost Book, un vecchio volume vittoriano scovato in una libreria antiquaria. Mi fermo qui.

Da Dampyr n. 177,  Scomparsi!, di Boselli e Bocci



DW - Sei soddisfatto dell’andamento di Tex e Dampyr?

MB - Andavano meglio prima, quando la gente leggeva di più e non solo gli schermi dei telefonini. Tex tiene ancora meravigliosamente: è l’eroe per eccellenza, solare come Apollo e Thor (e come GL Bonelli!). Se ti dicessi che sono soddisfatto di quanto vende oggi Dampyr, mentirei, ma essere arrivato sin qui, alla vigilia del n. 200, è un gran traguardo, oggigiorno.



Da Dampyr n. 177, Scomparsi!, di Boselli e Bocci



DW - Cosa ci riserverà il futuro di questi due amati personaggi? Ci sono novità in arrivo per la serie dell’ammazza-vampiri? E Aquila della notte proseguirà imperterrito il suo cammino?

MB - Harlan Draka invaderà la Dimensione Nera e parteciperà a una guerra civile contro le Armate dell’Inferno. Insieme a Kurjak e altri amici e nemici sarà rapito nella Casa ai Confini del Mondo che vagherà nel Multiverso. Affronterà i Grandi Antichi e il mistero celato nel passato di Ann Jurging. Aiuterà Kurjak a svelare il mistero di suo figlio... anzi, dei suoi figli. Finalmente incontreremo il Dampyr del passato e assisteremo alle sue imprese contro Mordha, Marsden, Amber e altri Maestri della Notte delle Isole Britanniche. Sho-Huan, Madame Bobash. Black Annis e Maitre Abel si riveleranno alleati... eccetera eccetera. Tex ritroverà El Morisco, Lupe Velasco, Il Maestro, Pat Mac Ryan, la sua giovinezza da fuorilegge e, naturalmente, affronterà di nuovo Yama, in una storia disegnata da Civitelli.

Da Dampyr n. 177, Scomparsi!, di Boselli e Bocci



DW - Per concludere: quale personaggio dei comics vorresti essere, se fosse possibile?

MB - Flash, l’uomo più veloce del mondo.



Mauro Boselli!







 

a cura di Franco Lana

N.B. trovate i link alle altre Interviste di Dime Web sulla pagina Interviste & news!

P.S. del 7 ottobre 2014: L'intervista a Boselli sta riscuotendo un notevole successo in Rete; vi consigliamo, tra gli altri, di dare uno sguardo al Tex Willer Forum!

domenica 21 settembre 2014

L’ANGOLO DEL BONELLIDE (XIII): THRILLER À LA FRANÇAISE! SECONDA E ULTIMA PARTE: 1960 - OGGI

di Andrea Cantucci

Dalle spy-stories francofone agli attuali polar a fumetti

L’attività di spionaggio si basa sull’analisi e la manipolazione psicologica degli esseri umani.”
Dal primo episodio di Alpha, di Renard e Jigounov (1996)


XIII per il XIII articolo sui "bonellidi"!


1960-1980: Spie, Detective e Parodie 

Dagli anni ‘60, anche i fumetti franco-belgi furono influenzati dall’evoluzione dei thriller letterari verso la spy-story, risentendo del successo dei film di 007. Ma, come abbiamo visto nei primi capitoli, in Francia sono esistiti molti avventurieri protagonisti di analoghi cicli narrativi ben prima di James Bond. Tra i veri e propri precursori ed epigoni del famoso agente segreto ideati da autori francesi, si possono citare l’agente della CIA Hubert Bonisseur de la Bath, alias OSS 117, protagonista di circa ottanta racconti creato da Jean Bruce nel 1949 (tre anni prima che uscisse il primo racconto di 007), e l’agente S.A.S., ovvero Sua Altezza Serenissima Malko Linge, principe austriaco e spia indipendente creato da Gérard de Villers nel 1965, un personaggio decisamente reazionario ma a suo modo affascinante, protagonista di storie piene di sesso e violenza, come del resto lo stesso 007. Infatti sia il Bond dei racconti che S.A.S., nelle loro missioni evidenziano l’assoluto cinismo e mancanza di scrupoli che caratterizzano le spie occidentali come quelle di oltrecortina.
Una delle conseguenze dell’influenza dei romanzi e film spionistici anglo-americani fu il calo di protagonisti francesi anche nei fumetti. Il tipico nazionalismo locale finora aveva fatto sì che, anche nel dopoguerra, i fumetti franco-belgi avessero quasi sempre eroi francesi (lo era anche Bob Morane pur avendo militato nella RAF), ora anche questi iniziarono sempre più ad avere protagonisti originari degli USA o là residenti, a eccezione delle serie comiche, che spesso continuarono a essere ambientate in Francia e ad avere eroi locali.

Bernard Prince vol. 1, Grandi Eroi n. 11. Comic Art, 1987


Hanno per esempio un respiro internazionale le storie dello scrittore Michel Régnier, alias Greg, a metà anni ’60. Nel 1966, col disegnatore Hermann Huppen, creò su Tintin l’avventuriero Bernard Prince, un eroe il cui nome potrebbe essere sia francese che inglese. Inizialmente ispettore dell’Interpol protagonista di brevi storie poliziesche, Prince eredita poi un battello e se ne va per mare con due compagni, l’orfano indiano Djinn e l’anziano marinaio australiano Barney Jordan, continuando a incappare in criminali, signori della guerra o aspiranti dittatori, finché la serie, su richiesta di Hermann, non si caratterizza sempre più per le situazioni al limite della sopravvivenza, dovute a catastrofi naturali o ambienti ostili. Proseguite poi da altri disegnatori come Dany e Édouard Aidans e raccolte in diciannove album tra il 1969 e il 2010, le avventure di Bernard Prince sono state pubblicate in Italia soltanto in piccola parte, nel 1967 sui Classici Audacia, negli anni ‘70 sugli Albi Ardimento e sul Corriere dei Ragazzi e nel 1987 sulla collana Grandi Eroi della Comic Art.


Bruno Brazil Intégrale n. 1 - Le Lombard, 2013

Nel 1967 Régnier, che usava vari pseudonimi, e il disegnatore William Vance, sempre su Tintin, crearono invece Bruno Brazil, un altro agente dal nome abbastanza internazionale che lavora per i servizi segreti e il controspionaggio americani e che, dopo aver agito per un po’ di tempo da solo, riunisce in seguito degli avventurieri di varia provenienza diventando il capo del Commando Caimano, un gruppo pronto a intervenire in situazioni limite in stile Missione Impossibile. Tra l’altro Brazil ha i capelli bianchi come l’attore Peter Graves protagonista di quel telefilm, ma potrebbe essere un caso, poiché li aveva anche Bernard Prince.
Bruno Brazil apparve poco dopo anche in Italia, sull’albo Vitt e su Il Corriere dei Piccoli. I dodici album usciti in patria dal 1969 e il 1995 sono stati raccolti nella ristampa in tre volumi Bruno Brazil l’Intégrale, pubblicata in Francia e Belgio dalle edizioni Le Lombard dal 2013 e ora tradotta in Italia dall’editrice Renoir.

Harry Chase, Enquête en 7 jours, Dargaud

Nel 1969 il concorrente Spirou rispose con un altro eroe governativo, l’agente dell’FBI Jess Long, scritto da Maurice Tilleux e disegnato da Arthur Piroton, che la Dupuis raccolse poi in volumi dal 1976. Alla fine degli anni ’60 anche i piloti Tanguy e Laverdure, creati da Charlier e Uderzo nel 1959 su Pilote e in quel periodo disegnati da Jijé, furono reclutati dai servizi segreti francesi per delle missioni di controspionaggio.
Nel 1970, sempre lo scrittore Michel Régnier, ma con i disegni questa volta di Walter Fahrer, creò su Tintin la serie Cobalt, su un agente di un servizio speciale che si occupa di rintracciare le persone scomparse. Cobalt però non piacque molto ai lettori e fu sospeso poco tempo dopo. Un altro agente dell’FBI, Joe Fast, disegnato dallo spagnolo José Bielsa, uscì invece in Francia nel 1974, ma anche lui ebbe vita breve.
Tipicamente chandleriano è invece Harry Chase, un investigatore squattrinato e donnaiolo di Los Angeles, che deve fare i conti con la dura realtà di un mondo molto meno onesto e coerente di quello ideale della letteratura. Creato nel 1975 dallo scrittore Claude Moliterni e dal disegnatore Walter Fahrer per il quotidiano France Soir e distribuito poi dalla Dargaud, Harry Chase apparve in Italia nel 1976 sulla rivista Alter Linus e negli anni ‘80 ne furono pubblicati alcuni album nella collana Gli Albi di Pilot dell’editrice L’Isola Trovata

Ténèbrax di Georges Pichard - Milano Libri, 1976
 

Altri disegnatori si sbizzarrirono invece nel parodiare gli schemi dei vecchi drammi ormai smitizzati, ma anche le nuove tendenze. In attesa che i canoni polizieschi fossero definitivamente rinnovati, si prendevano in giro le forzature su cui erano basati tanto i feuilleton e i poliziotti del passato quanto i superagenti del presente.
Il francese Georges Pichard disegnò quindi su testi di Jacques Lob due storie, entrambe ambientate a Parigi, che satireggiavano gli ormai logori e abusati schemi narrativi dei romanzi d’appendice di inizi ‘900.
In Tenebrax, del 1964, gli autori tratteggiarono una parodia del genio del Male alla Fantômas, che qui, invece di comandare schiere di criminali, parte alla conquista del mondo dai cunicoli delle fogne e della metropolitana, con un esercito di ratti giganti antropomorfi. A ostacolarlo ci sono il baffuto commissario Bougon (che in francese significa brontolone), evidente parodia del commissario Bourdon apparso nelle storie di Ric Hochet, e soprattutto il giovane scrittore di gialli Edgar Dunor, tipica figura di detective dilettante alla Rouletabille (o alla Ellery Queen) e vero protagonista della storia. Poiché un genio del Male non può arrendersi al primo tentativo fallito, questa ha poi anche un seguito ambientato a Milano.


Blanche Epiphanie di Georges Pichard

In Blanche Epiphanie, opera uscita nel 1967 e ambientata ai primi del ‘900, gli stessi autori rivisitarono invece in chiave comico-erotica i feuilleton stile I Misteri di Parigi, con una povera fanciulla in pericolo quasi sempre nuda e un giovane ingenuo filantropo che indossa una calzamaglia da giustiziere e si fa chiamare Defendar. Questi costituisce un’ideale unione tra il superuomo letterario di ieri e quello fumettistico di oggi, evidenziando il modo un po’ troppo semplicistico con cui tutti e due vorrebbero affrontare i problemi reali.
Entrambi i racconti furono pubblicati in Italia pochi anni dopo la loro edizione francese, sulla rivista Linus e i suoi supplementi e su Alter Linus, e ristampati in volume rispettivamente dalla Milano Libri e dalla Comic Art.

Jack Palmer di Pétillon. Da L'Affaire du Voile, Albin Michel


Sulla rivista Pilote dal 1968 apparve per breve tempo L’Espion Chaméléon (La Spia Camaleonte), bonaria presa in giro degli agenti segreti scritta da Othon Aristides, in arte Fred, e disegnata Bob De Groot, in cui la spia 4x8=32 assume assurdamente le forme più disparate per mimetizzarsi con l’ambiente circostante.
Da parte sua il disegnatore satirico Marcel Gotlieb, in arte Gotlib, creò il Commissario Bougret, il cui nome è la fusione dei due commissari più famosi del fumetto e della letteratura belgi, Bourdon e Maigret. Bougret, assistito in modo servile dall’ispettore Charolles, non vede minimamente le cose più evidenti e perviene a conclusioni banali e ridicole attraverso discutibili ragionamenti cervellotici, eppure i fatti gli danno ragione.
Di questi due effimeri personaggi, in Italia sono apparsi solo pochissimi episodi. La Spia Camaleonte si è vista sul Superalbo Audacia di Mondadori e il Commissario Bougret sulla rivista Sorry, all’inizio degli anni ’70.
Naturalmente anche i classici detective americani, insieme a tutti i luoghi comuni dei racconti hard boiled alla Philip Marlowe, furono presi di mira dagli autori umoristici francesi. Sempre su Pilote, esordì nel 1974 il piccolo e maldestro investigatore Jack Palmer di René Pétillon, poi protagonista anche di lunghi episodi dai contenuti satirici sociali, come L’Affaire du Voile (Il Caso del Velo, o La Questione del Velo), in cui l’autore ironizza sui rapporti culturali tra Francesi e minoranze musulmane, mostrando paradossalmente delle giovani francesi che si convertono all’Islam e degli immigrati arabi che difendono le libertà democratiche occidentali.


Adèle Blanc-Sec di Jacques Tardi


Negli anni ’70 furono vittime di satire a fumetti tanto i feuilleton che le storie di spie. Su Pilote apparve nel 1974 una feroce parodia degli agenti segreti di Gérard Lauzier intitolata Lili Fatale, nome che ricorderebbe la belle epoque se non appartenesse a una femmina letale esperta nella guerriglia. Nel 1976 uscì invece sulla rivista A Suivre un’ironica imitazione dei feuilleton realizzata da Jacques Tardi, dal titolo Les Avèntures Extraordinaires d’Adèle Blanc-Sec, da cui è stato tratto nel 2010 il riuscito e divertente film di Luc Besson Adèle e l’Enigma del Faraone. Pur vivendo in periodi e contesti molto diversi, la spia internazionale Lili Fatale e la scrittrice di romanzi Adèle Blanc-Sec hanno in comune, oltre a uno stile di disegno sintetico ed efficace, il fatto di essere due eroine particolarmente forti e volitive, attraverso cui gli autori ironizzano sul diffuso, e a volte estremo, femminismo degli anni ’70, ma anche sull’inconsistenza del maschilismo nel mondo moderno. 

Lili Fatale - Bonelli/Dargaud, 1985

Tra i provocatori paradossi di Lauzier, si può citare l’arma segreta di Lili, che consiste in una tecnica mortale di “solletico da combattimento”. Mentre poi Adèle indaga cocciutamente su misteri d’altri tempi, rivisitati ironicamente in chiave postmoderna, Lili Fatale è impegnata in rivolte politiche nei paesi del terzo mondo, opponendosi a insicuri e spietati dittatori locali e alle manipolazioni di agenti senza scrupoli di varie potenze.
Se la raffinata rievocazione di Tardi prende in giro certi luoghi comuni letterari, con uno pterodattilo che vola su Parigi come nel romanzo Il Mondo Perduto e scienziati pazzi che resuscitano pitecantropi e mummie, la feroce satira di Lauzier non risparmia oppressori né rivoluzionari, con quasi tutti i maschi coinvolti che, più che perseguire i propri tanto sbandierati ideali e interessi, desiderano possedere carnalmente la disinibita Lili. 
Lili Fatale in Italia fu pubblicato a puntate tra il 1982 e il 1983, sulla prima serie nostrana della rivista Pilot, e raccolto in volume dalla Bonelli-Dargaud nel 1985. Le Straordinarie Avventure di Adèle Blanc-Sec uscirono in Italia a puntate sulla rivista Alter Alter nel 1980 e furono ristampate già l’anno dopo nel volume della Milano Libri Adèle Blanc-Sec - I Nuovi Misteri di Parigi, mentre attualmente sono edite dalla Rizzoli-Lizard.


Griffu di Jacques Tardi


Sulla rivista L’Echo des Savanes apparve intanto Harry Mickson, parodia del detective letterario inglese Harry Dickson creata nel 1976 da Florence Cestac, con uno stile antropomorfo un po’ underground.
Seguì nel 1978 il papero investigatore Canardo, creato da Benoit Sokal sulla rivista A Suivre, che nelle sue prime brevi storie muore alla fine di ogni avventura. In genere cerca disperatamente di risolvere casi in cui sono coinvolti altri animali antropomorfi come lui, ma i fallimenti lo portano spesso a ubriacarsi. Visto che in francese canard significa appunto anatra, Canardo fu poi tradotto in Italia col nome di Ispettore Anatroni. 


Thelma Ritter di Pierre Nedjar

Sempre su A Suivre apparve nel 1980 la serie relativamente più realistica del detective Ray Banana di Ted Benoît, realizzata con stile raffinato e minuzioso tipicamente belga e ambientata in un vicino futuro, che per scenografie e abbigliamenti ricorda gli anni ’30 del ‘900. Ray Banana è un’ironica caricatura del tipico eroe americano reazionario, con gli occhiali neri Ray-Ban, da cui deriva il suo soprannome, che ne nascondono sempre gli occhi. Dello stesso periodo è anche il cinico e disilluso detective Griffu, realizzato da Manchette e Tardi e protagonista di una storia decisamente noir, tanto è vero che si conclude con la sua morte.
Canardo, Ray Banana e Griffu uscirono tutti e tre in Italia sulla rivista Alter Alter, poco dopo la pubblicazione in francese, mentre Ray Banana apparve anche in un album della Alessandro Editore. Nel 1987 uscì poi un ciclo introdotto dai ricordi della ragazza di Ray, scritto sempre da Benoît ma disegnato dall’allievo Pierre Nedjar, Le Memorie di Thelma Ritter, che in Italia fu pubblicato a puntate sulla rivista Comic Art nel 1991. L’edizione in volume di Griffu, di Manchette e Tardi, è stata pubblicata in Italia nel 2006 dall’editrice Alta Fedeltà.


Kelly Green n. 1, Dargaud, 1982





1980-1995: Intrighi internazionali


Tra i polizieschi francesi a fumetti degli anni ’80, ce n’è uno realizzato da due americani, Kelly Green, serie commissionata dalla Dargaud ai cartoonist statunitensi Stan Drake e Leonard Starr e pubblicata dal 1981. L’eroina è la giovane e bella vedova di un poliziotto che lavora come intermediaria con la malavita, in casi di rapimenti, riscatti e recuperi di refurtive, situazioni delicate e complesse che in seguito si faranno sempre più comuni nei polar fumettistici. Come in certi telefilm americani di quel periodo, la bella Kelly è anche coinvolta in casi che si svolgono negli ambienti di mass media, come musica rock e fumetti. Negli anni ’80, i cinque album di Kelly Green sono usciti anche in Italia, nella collana Gli Albi di Pilot dell’editrice L’Isola Trovata.

Pharaon n. 3, copertina di Daniel Hulet (ristampa 1995)

Un’altro thriller pubblicato dal 1981, ma completamente diverso, è la serie belga di Pharaon, scritta dall’inossidabile André-Paul Duchâteau e disegnata da Daniel Hulet. Il protagonista in questo caso è un agente dell’organizzazione Cobra che indaga su casi misteriosi in giro per il mondo, in concorrenza con l’avversario gruppo Anti. Come i classici album di Jacobs o gli albi di Martin Mystère, le storie di Pharaon, nonostante l’impostazione spionistica, rientrano più che altro nella fantascienza o nella fanta-archeologia.
Nel 1982 apparve invece, sempre in Belgio, l’ironica serie Jérome K. Jérome Bloche, creata da Pierre Makyo e Alain Dodier con la collaborazione dello sceneggiatore Serge Le Tendre. L’eroe è un giovanissimo investigatore diplomato per corrispondenza, che ha il nome dell’autore del romanzo comico Tre Uomini in Barca, tanto per dare subito un tono non troppo serio alle storie. In effetti, essendo un adolescente timido e distratto con gli occhiali, il cappello e l’impermeabile che indossa lo rendono simile a un ragazzino travestito da investigatore. 

Largo Winch, 1° romanzo - Mondadori, 1981
 



Alla base di quello che è oggi il moderno Polar a fumetti, c’è però soprattutto un autore, lo scrittore belga Jean Van Hamme (noto anche per la famosa saga fantasy di Thorgal), e l’ispirazione nata con due romanzi.
Il primo, pubblicato nel 1977 e scritto proprio da Van Hamme, è Largo Winch et Group W (in italiano Assalto al Gruppo W), che oltre ai suoi successivi romanzi con protagonista l’inquieto e anticonformista miliardario slavo Largo Winch, ha dato origine a una serie di album a fumetti iniziata nel 1990, sceneggiata da Van Hamme e disegnata da Philippe Francq, che ha venduto tre milioni di copie. Dallo stesso soggetto sono stati anche tratti una serie di telefilm del 2001, in cui Largo Winch è interpretato dall’italiano Paolo Seganti, e due film per il grande schermo diretti tra il 2008 e il 2011 da Jérôme Salle, Largo Winch e The Burma Conspiracy.
L’altro romanzo è uscito nel 1980 ed è The Bourne Identity di Robert Ludlum (il titolo francese del libro è La Mémoire dans la Peau e quello italiano Un Nome senza Volto), il primo di una trilogia da cui in anni recenti è stato tratto un ciclo di film con Matt Damon e da cui già nel 1984 Van Hamme prese lo spunto iniziale per quello che, con quattordici milioni di copie vendute e traduzioni in quattordici lingue, sarebbe diventato il thriller a fumetti francofono di maggior successo degli ultimi trenta anni, la serie XIII (in francese si legge Treize, in italiano Tredici), disegnata da William Vance e pubblicata sulla rivista Spirou e poi in volumi dalla Dargaud. Da questo fumetto, incentrato su un uomo colpito da amnesia coinvolto in un complesso complotto internazionale a lui ignoto, dal 2008 è stata tratta anche una serie TV di produzione franco-canadese.



Largo Winch di Philippe Francq, cover del 2° volume - Dupuis, 1991


Il fatto che, prima di dedicarsi completamente alla scrittura di romanzi, fumetti e film, Van Hamme fosse stato ingegnere commerciale, professore di economia politica e manager di varie multinazionali, gli ha certo reso più facile ambientare i suoi complotti letterari e fumettistici nel mondo dell’alta finanza e dello scacchiere politico internazionale. Non solo l’autore conosce benissimo gli ambienti altolocati e i meccanismi economico-legali che descrive nei suoi racconti, ma a partire da essi costruisce thriller appassionanti e ricchi di colpi di scena, in cui i dati tecnici essenziali alla narrazione non risultano mai pesanti o noiosi per i lettori e in cui viene da chiedersi quanto siano fantasiose le storie narrate e quanto ci sia di possibile nella realtà.
Mentre XIII evidenzia l’assoluta mancanza di scrupoli degli oscuri complotti che, attraverso manipolazioni e ricatti d’ogni genere, hanno per oggetto la ricerca del potere politico, in Largo Winch assistiamo alla lotta senza esclusione di colpi, combattuta ai massimi livelli finanziari, da chi vive immerso nella concorrenza priva di etica del capitalismo più sfrenato, inseguendo e rispettando solo il continuo arricchimento senza limiti.
Si tratta di due ambiti strettamente intrecciati, complementari e altrettanto cinici, dai quali non c’è da stupirsi che l’autore abbia preferito allontanarsi, in cambio del piacere di poter vivere raccontando storie incentrate su eroi che tentano almeno di opporsi a tale stato di cose. Sia Largo Winch che XIII infatti, come dei corpi estranei, entrano in quegli ambienti di potere scardinandone le logiche e portando la sfida di un singolo individuo a un intero sistema basato soltanto sul denaro, sull’opportunismo e sulla sopraffazione violenta.


XIII vol. 1 - Dargaud, 1984



XIII è un uomo misterioso e senza memoria ritrovato ferito privo di sensi su una scogliera, che ha, come unico segno di riconoscimento, il numero romano che dà il titolo alla serie tatuato su una spalla. Una volta guarito, la ferita alla testa gli ha lasciato solo una scia di capelli bianchi su una tempia, ma coloro che già avevano tentato di ucciderlo non gli danno tregua. Dopo aver eliminato alcuni killer che lo minacciavano meravigliandosi lui stesso dei suoi riflessi, deve scoprirne i mandanti prima che siano loro a rintracciare lui.
Si trova così coinvolto in un complotto relativo all’assassinio appena avvenuto di un presidente degli Stati Uniti, delitto di cui è accusato come esecutore materiale. La trama, che a questo punto diverge da quella del romanzo di Ludlum, si ispira praticamente all’omicidio di John F. Kennedy, trasferendolo negli anni ’80.
Nei successivi episodi, a XIII sono attribuite molte identità diverse. Ogni volta che crede d’aver ricostruito il proprio passato, scopre che si trattava di un’identità fittizia che aveva assunto e che ne nascondeva un’altra. Questo continuo gioco, come una versione aggiornata della miglior tradizione del feuilleton, albo dopo albo tiene i lettori sulla corda, procrastinando sempre più in là la scoperta della verità e la fine della serie, anche dopo che il complotto iniziale su chi avesse commissionato l’omicidio del presidente è ormai stato svelato.

XIII vol. 19 - Dargaud, 2007



Nonostante tutto, dopo il 18° album di XIII, contenente un flashback disegnato da Jean Giraud su quello che dovrebbe essere il vero passato del personaggio, il ciclo di Van Hamme e Vance arriva a conclusione nel 2007 col 19° album, in realtà il 18° a fumetti. Infatti il 13° volume non contiene una storia disegnata, ma una sorta di enciclopedia della saga, corrispondente a un dossier segreto che compare nella serie stessa.
Visto l’enorme successo di vendite, la fine del ciclo degli autori originali non ha però potuto impedirne la prosecuzione a opera di altri. Oltre alla serie parallela XIII Mystery, realizzata da autori sempre diversi sotto la supervisione di Van Hamme, che dal 2008 sviluppa i retroscena della saga esplorando il passato dei vari personaggi, è così iniziato dal 2011 anche un secondo ciclo della serie principale tuttora in corso, realizzato da Yves Sente per i testi e da Youri Jigounov per i disegni, che prende l’avvio dalla storia del Mayflower.
La serie XIII è stata pubblicata in Italia dall’Eura Editoriale dal 1990, sul settimanale Lanciostory, e poi raccolta dal 1992 negli album cartonati della collana Euracomix. La serie cartonata a colori è stata poi ristampata e proseguita dalla Panini Comics dal 1999. I primi cinque episodi sono stati ristampati nel 2005, nel n°54 de I Classici del Fumetto di Repubblica Serie Oro. Invece l’Aurea Editoriale erede dell’Eura, tra il 2012 e il 2013, ha ristampato in dieci albi dal formato ridotto in bianco e nero, con due episodi per numero, tutto il primo ciclo di Van Hamme e Vance (a eccezione del vol. 13) e i primi due episodi del secondo ciclo.


XIII, edizione mensile n. 3 - Aurea, 2013


L’idea iniziale di Largo Winch, la storia di un uomo che eredita suo malgrado un’enorme multinazionale e deve difendersi da chi vuole impadronirsi della sua fortuna, venne a Jean Van Hamme nel 1973, quando non aveva ancora lasciato il lavoro di manager e insieme al redattore capo di Tintin, Michel Régnier, cercava spunti per fumetti da proporre ad autori ed editori statunitensi. Una prima versione cominciò anche a essere disegnata da John Prentice (l’allora ultrasessantenne disegnatore di Rip Kirby) ma il progetto fu accantonato.
Cinque anni dopo, la storia fu rielaborata da Van Hamme nel primo romanzo della serie di Largo Winch, pubblicato dall’editrice Mercure de France. Le spasmodiche scene di sesso e violenza che si alternano freneticamente nel libro ricordano i già citati romanzi di spionaggio di Gérard De Villers con l’agente segreto Malko Linge, detto S.A.S., personaggio con cui Largo Winch condivide anche una certa assonanza nel nome.
Passarono altri tredici anni prima che Van Hamme traesse dai propri romanzi gli album a fumetti di Largo Winch disegnati da Francq, di cui i primi due corrispondono al primo romanzo con una sostanziale fedeltà e varie differenze, così come ci sono state altre modifiche nella successiva versione cinematografica.

SAS, I Capolavori di Segretissimo n. 34 - Mondadori, 1977


Il romanzo inizia col suicidio del paralitico Nerio Winch, re della finanza che anni prima ha segretamente adottato in Jugoslavia il piccolo orfano Largo e che, dopo aver saputo d’avere un cancro al cervello, si uccide lasciandogli in eredità il suo impero economico del valore di cinque miliardi di dollari, insieme al costante rischio di essere assassinato da chi mira a impossessarsene. Nel fumetto invece Nerio è ucciso da qualcuno che lo fa precipitare dall’alto del suo grattacielo di ventiquattro piani, un inizio che ricorda Watchmen di Alan Moore (che, essendo uscito quattro anni prima, potrebbe in effetti aver ispirato la modifica), mentre, dato il tempo trascorso e l’inflazione galoppante, il valore dell’eredità di Largo sale nei fumetti a dieci miliardi.
Questi piccoli cambiamenti non modificano l’andamento della storia. Colui che nel romanzo aveva provocato indirettamente il suicidio di Nerio, alla fine risulterà essere lo stesso che lo ha assassinato di persona nel fumetto e per gli stessi motivi. Nella versione cinematografica si scoprirà invece che il colpevole è un’altra persona del tutto diversa, forse allo scopo di mantenere la suspense anche per chi aveva già letto la storia.



Largo Winch di Philippe Francq - Dupuis, 2010



La principale modifica nei fumetti di Largo Winch (in cui le prime duecento pagine del primo romanzo sono condensate in quarantasei pagine disegnate) è il taglio di varie parti del racconto. È eliminata per esempio la storia di come la famiglia Winczlav dal Montenegro emigrò in America, cambiando nome in Winch, e sono sparite anche molte altre scene, insieme a una gran quantità di dettagli più o meno scabrosi e truculenti.
In compenso, nel secondo episodio a fumetti, sono stati aggiunti alcuni flashback, che non erano presenti nel libro, sull’infanzia e la gioventù di Largo in Jugoslavia e sui suoi problematici rapporti col padre adottivo.
Inoltre vari personaggi del fumetto hanno nomi e nazionalità diverse dalla versione letteraria, a cominciare dall’amico che Largo conosce nel primo libro, in una prigione turca. Nel romanzo è un ladro israeliano di nome Simon Ben Chaïm, mentre nel fumetto e nei telefilm diventa il ladro svizzero Simon Ovronnaz. Nel film invece il personaggio di Simon è completamente assente e le sue caratteristiche di simpatica canaglia senza troppi scrupoli sono fatte confluire nella personalità del protagonista, che sullo schermo diventa così ancor più scapestrato, aggressivo e spericolato di quanto non fosse già nelle pagine scritte e disegnate.
Del Largo Winch letterario, tra il 1977 e il 1980 Jean Van Hamme ha scritto sei romanzi, che in Italia sono stati pubblicati da Mondadori dal 1981 e nella collana Segretissimo tra il 1996 e il 1998.
Del Largo Winch a fumetti sono usciti diciotto album editi in patria dalla Dupuis, in parte ispirati ai romanzi ma con tutte le storie suddivise in due volumi e pubblicate in ordine diverso. In Italia li ha tradotti l’Eura Editoriale a poca distanza dagli originali, prima a puntate su Lanciostory e poi in volumi, quindici episodi sulla collana Euramaster e tre sulla collana Aureacomix. I primi quattro sono anche stati ristampati nel quattordicesimo volume della serie I Maestri del Fumetto, allegata a Panorama e a Il Sole 24 Ore nel 2009.

 

Colby di Greg



Nel 1991, l’esperto sceneggiatore Greg (Michel Régnier) scrive invece i testi di una breve serie poliziesca dallo stile un po’ più classico e ambientata infatti negli anni ’40, Colby, disegnata dal meticoloso Michel Blanc-Dumont, un artista più noto per le sue storie western. Il protagonista è il pilota di aerei Philip Colby, che, congedato dopo la fine della guerra, apre un’agenzia investigativa insieme a due suoi compagni di volo.
Nonostante l’impostazione un po’ convenzionale, che ricorda molto i fumetti di eroi americani di quell’epoca come Steve Canyon e Johnny Hazard, gli autori si rendono conto che il tempo è trascorso e affrontano il genere poliziesco con un taglio post-moderno, analogo a quello dei western disegnati da Blanc-Dumont.
I tre membri dell’Agenzia Blue Sky (Colby, Taxi e Warsow) agiscono cioè in un mondo ormai meno ingenuo e con uno spirito più ironico e progressista degli eroi del passato. Infatti nei vari episodi hanno a che fare anche con temi un po’ scomodi, come il bisogno di integrazione dei Nativi Americani, le persecuzioni contro i cittadini d’origine giapponese nel corso del conflitto, la costruzione fittizia dei miti hollywoodiani attraverso i film di propaganda bellica, o i rapporti tra l’Esercito americano e la Mafia italiana stretti durante la guerra.
Di Colby sono usciti tre album, editi da Dargaud tra il ’91 e il ’97. In Italia i primi due sono usciti subito dopo sulla rivista L’Eternauta, mentre nel 2013 l’intera serie è stata raccolta dalla Cosmo in albo formato bonellide.

Alpha di Youri Jigounov



Tornando allo spionaggio, dopo la fine della Guerra Fredda le serie di Van Hamme hanno dimostrato che, anche in una situazione internazionale confusa e incerta come l’attuale, non solo è possibile continuare a raccontare storie appassionanti, ma perfino con situazioni più originali e interessanti di quelle del passato. 
XIII e Largo Winch sono così stati seguiti da altri fumetti di taglio simile, tra cui il migliore è forse Alpha, nome in codice dell’agente della CIA Dwight Tyler creato nel 1995 da Pascal Renard e Youri Jigounov per le concorrenti Editions du Lombard. La prematura scomparsa di Renard dopo i primi due episodi, fece sì che i testi fossero poi affidati a Mythic. Jigounov invece, per il meticoloso realismo dei suoi disegni una quindicina d’anni dopo è stato scelto per proseguire la serie XIII. Il suo lavoro su Alpha a quel punto diventa quello di sceneggiatore, mentre i disegni della serie dell’agente Tyler sono attualmente affidati a Chris Lamquet.
Alpha è un agente che opera dal quartier generale della CIA che si trova a Langley, in Virginia, di solito collaborando con la collega d’origine vietnamita Sheena Ferguson, che è chiaramente innamorata di lui. L’impostazione accurata e plausibile della serie, oltre al XIII di Van Hamme, ricorda i romanzi con l’agente della CIA Condor scritti da James Grady tra il 1974 e il 1975 (dal primo dei quali fu tratto il film I Tre Giorni del Condor), in cui il protagonista non affronta i soliti agenti sovietici ma delle deviazioni interne alla sua stessa organizzazione, dovendo diffidare di tutti, compresi i suoi superiori. Anche Alpha ha spesso dei contrasti coi suoi capi e fa in segreto delle scelte personali simili a quelle attribuite all’agente Condor nel film. 


Alpha, vol. I. Euramaster n. 1. Eura, 2000
 


Come i romanzi di Grady e le storie di XIII, la serie Alpha evidenzia la cinica indifferenza e il marciume che sembrano essere parte integrante del mestiere di spie o agenti governativi in genere. Il principale problema del protagonista, lavorando in tale ambiente, è quello di essere invece uno che crede ancora nella giustizia.
Nel primo episodio Alpha è a Parigi, dove si innamora di una agente russa occasionale, il ché, nonostante i recenti cambiamenti, continua a non essere ritenuto opportuno per un agente americano. L’azione si sposta quindi in Russia, per un intricato scontro tra vari gruppi locali, e poi in altri paesi. Gli eventi scatenanti delle storie nascono a volte proprio dai mutamenti politici sopravvenuti a Est, che spingono ex-agenti e militari sia dell’Est che dell’Ovest a sfruttare diversamente i loro talenti e conoscenze. Ma non tutte le missioni hanno successo, anche perché a volte l’obiettivo del governo USA differisce da ciò che Alpha considera giusto fare.
Di Alpha è uscita finora una dozzina di album (l’uscita del tredicesimo è prevista per novembre 2014). A parte il decimo che contiene un dossier come quello della serie XIII, sono stati tutti editi in Italia dall’Eura, che dal 2000 a oggi ne ha pubblicati nove volumi della collana Euramaster e due nella collana Aureacomix.
Nel 2010 è iniziata una serie parallela sul passato del personaggio intitolata Alpha Prime Armi, realizzata da Eric Loutte e Emmanuel Herzet e ambientata quando Dwight Tyler era sottufficiale di una squadra speciale dell’aeronautica USA. Anche il primo album di questa serie è uscito in Italia nella collana Aureacomix.


Gil St André n. 3 - Glénat, 1999





1995-2000: Persone scomparse e amori ritrovati


A metà anni ’90, l’autore completo Jean-Charles Krahen reintrodusse un tema già usato in fumetti polizieschi come Cobalt e Kelly Green, quello della persona scomparsa. Ma invece di concentrare i vari episodi della sua serie su diversi casi di sparizioni da risolversi rapidamente, fece tesoro anche lui della grande lezione di sceneggiatura di Van Hamme in una serie lunga come XIII e per vari volumi impostò il suo fumetto su un unico presunto rapimento da risolvere, la cui soluzione veniva ogni volta procrastinata agli episodi successivi.
Così nella sua serie Gil Saint André iniziata nel 1996, all’improvvisa scomparsa di Sylvia, la bella moglie del protagonista, avvenuta nel primo episodio, segue una lunga serie di investigazioni del marito, assistito fin dall’inizio dalla bella ispettrice d’origini algerine Djida Feshaoui, in cui ogni volta la traccia seguita porta a una soluzione parziale del caso, ma senza riuscire ancora a ritrovare veramente la donna.
In pratica, a ogni episodio, mistero si aggiunge a mistero e anche se, alla fine del quinto album, la moglie di Gil viene riportata finalmente a casa, non ritornerà definitivamente accanto al marito fino alla fine di un secondo ciclo, nell’ottavo album. Le sceneggiature di Krahen in questa serie sono un po’ come un gioco di destrezza, in cui a volte sembra che l’azione si sia ormai fermata ma poi il giocoliere la rimette in movimento con un gesto. Il sospetto che viene è che alla fine del primo ciclo l’autore avesse avuto davvero l’intenzione di porre fine alla vicenda, ma che poi si sia deciso a proseguirla, ricorrendo peraltro a un tipico escamotage da feuilleton, che non si può anticipare qui per non rovinare la sorpresa a chi volesse leggere la storia.

Gil St André. 2010



A complicare l’intreccio contribuisce anche un dilemma sentimentale, visto che, in assenza della moglie, che pure ha sempre continuato a cercare freneticamente, Gil Saint André non riesce a evitare di intrecciare una relazione anche con la bella poliziotta Djida, chiaramente innamorata di lui. Tutte queste belle ragazze che si innamorano dei protagonisti in queste serie, servono certo ad alimentare l’ego maschile degli autori e forse anche dei lettori maschi che si immedesimano nell’eroe, ma possono anche svolgere, come in questo caso, una precisa funzione narrativa. Nel secondo ciclo infatti, Gil si trova combattuto tra due situazioni altrettanto gravi, se proteggere la sua famiglia che è ancora minacciata da pericolosi criminali, o aiutare Djida a sventare il matrimonio a cui sua sorella minorenne sta per essere obbligata con la forza in Algeria.
Nonostante i suoi buoni risultati anche come disegnatore, la bravura di Jean-Charles Krahen come sceneggiatore, che si fa sempre più evidente in questa serie thriller, giustifica il fatto che dal terzo all'ottavo episodio abbia preferito concentrarsi solo sui testi, lasciando i disegni a Sylvain Vallée.
Di Gil St André sono usciti finora undici album editi in Francia dalla Glénat. I primi otto sono stati pubblicati in Italia in volumi dall’Eura Editoriale, nella collana Euramaster, e ristampati in formato bonellide in bianco e nero dalla GP Publishing in una serie di tre albi iniziata nel 2012, di cui l’ultimo, col doppio delle pagine e contrassegnato come n°3+4, è stato pubblicato l’anno dopo in collaborazione con le Edizioni BD.
Nel settembre 2014 (in contemporanea con questo articolo) esce un quarto albo in formato bonellide di Gil St André, edito dall’Editoriale Cosmo e contrassegnato come n°5, con gli ultimi tre episodi finora realizzati.


Il Canto delle Strigi - Planeta, 2008

Un altro filone di thriller francesi a fumetti che si impone nuovamente dalla fine degli anni ’90, è quello delle storie legati a temi dell’occulto e del mistero soprannaturale. Pur ricollegandosi idealmente a fumetti del passato come Bob Morane e Pharaon, incentrati su un singolo eroe che indaga sui casi in questione, le storie simili hanno oggi maggiori legami col genere spionistico e una struttura narrativa più corale e complessa.
È il caso della serie Les Chant des Stryges (Il Canto delle Strigi), iniziata nel 1997 con i testi di Corbeyran e i disegni di Richard Guerineau. Questa inizia con un attentato contro una base militare segreta, durante una visita del presidente degli Stati Uniti. L’intervento di un’atletica donna misteriosa, evidentemente un agente di qualche organizzazione segreta, evita il peggio, mentre il responsabile della sicurezza, Kevin Nivek, viene scelto come capro espiatorio e sospeso dal servizio. Sul luogo dell’attentato viene trovato un apparente cadavere non umano, che poco dopo scompare. Da qui prendono l’avvio le indagini di Kevin e la sua pista converge con quella della donna, che durante l’attentato aveva intravisto la creatura. L’espressione “Il Canto delle Strigi” appare per la prima volta in un messaggio enigmatico lasciato a Kevin da un vecchio amico, alla fine del primo episodio. Mentre il gruppo si andrà via via arricchendo di nuovi membri (anche qui finirà per ritornare il solito triangolo con due donne innamorate del protagonista maschile), ciò che si scoprirà negli episodi successivi non si può ovviamente svelare, ma non è esattamente qualcosa di questo mondo.
Come si vede l’impostazione non è più quella dei classici eroi aitanti e solitari alla Brick Bradford, che risolvevano tutto affibbiando quattro sganassoni ai cattivi o ai mostri di turno, ma anche se l’azione e la violenza non manca, si rifà piuttosto a moderni telefilm come X-Files, mentre il look dark della protagonista potrebbe benissimo aver ispirato quello dei protagonisti del film Matrix, uscito nelle sale pochi anni dopo.
Le convincenti sceneggiature di Corbeyran, di episodio in episodio, svelano col contagocce la soluzione del mistero, che ha anche “qualcosa a che vedere col mistero della vita” e gli efficaci disegni di Guerineau, arricchiti dai colori ad acquerello di Isabelle Merlet, contribuiscono all’atmosfera cupa e oscura dell’opera.
La prima stagione della serie Il Canto delle Strigi, composta originariamente da sei album editi in Francia dalla Delcourt, in Italia è stata raccolta in un unico volume pubblicato nel 2008 dalla Planeta DeAgostini.

I Ribelli, edizione originale


Di impostazione molto diversa è invece la serie in tre album Les Révoltés (I Ribelli), pubblicata dal 1998 dalla Glénat, con i testi di Jean Dufaux e i disegni di Marc Malés. La storia si svolge nell’America del 1951 e inizia col suicidio del ricco rampollo dell’alta borghesia James Sterling. Intanto nella mente di sua sorella Blanche e in quella dell’amico produttore Waldo Harlang, si avvicendano i flashback su come quindici anni prima lei lo avesse raccolto quando era solo un giovane vagabondo, intrecciando una relazione con lui, mentre la madre di lei, la signora Sterling, presentando Waldo alle persone giuste dell’ambiente cinematografico, gli aveva permesso di iniziare dal nulla la carriera di scrittore di film e produttore, per cui scoprì di avere del talento.
Le prime complicazioni vennero dal fatto che Blanche restò incinta mentre, oltre alla relazione con Waldo, ne aveva una anche col proprio fratello. Solo la liberazione di Blanche dalla clinica in cui il padre l’ha fatta rinchiudere, permetterà a Waldo di conoscere i tasselli mancanti e di prender parte alla prosecuzione di una storia complessa in cui agiscono personaggi meschini e corrotti dell’ambiente del cinema e della malavita, in cui seguono altre morti, in cui le ribellioni contro lo strapotere della ricchezza sono sia esterne che interne alla famiglia Sterling e in cui forse alla fine i colpevoli di quanto accade sono tutti e nessuno, come nella vita.
Mentre i testi di Dufaux sono spietati e stringenti, come una tela di ragno che si avviluppa inesorabilmente attorno ai personaggi, i disegni di Malés, dettagliati negli sfondi e negli scenari, hanno qualche rigidità e incertezza nell’espressività e nel dinamismo dei personaggi, ma il loro stile un po’ datato è perfettamente adeguato al contesto dell’epoca in cui è ambientata la storia. I tre album della serie I Ribelli in Italia sono stati raccolti un unico albo, in formato bonellide e in bianco e nero, edito dall’Editoriale Cosmo nel 2013.


Frank Lincoln n. 4 - Glénat, 2005



Nel 2000, dopo il Gil Saint André di Jean-Charles Krahen, tocca a un altro autore completo come Marc Bourgne sviluppare un tema simile nella serie Frank Lincoln, ambientata in Alaska e altri paesi, che guarda caso è pubblicata dalla stessa casa editrice, forse per bissare il successo della serie precedente. Anche qui il tema principale presente in tutti gli episodi è la sparizione della moglie del protagonista. Ma insieme a tante similitudini (come una vaga somiglianza tra i due eroi o il fatto che entrambi hanno un figlia), la nuova serie presenta anche molte differenze rispetto a quella ideata da Krahen e, per certi versi, risulta più plausibile.
Mentre Gil Saint André è un giovane uomo d’affari che si improvvisa investigatore, Frank Lincoln è un maturo ex-poliziotto che ha lasciato il lavoro e aperto un’agenzia di investigazione per poter indagare liberamente sulla scomparsa della moglie. Mentre Gil trova rapidamente degli indizi che gli permettono di avvicinarsi al ritrovamento di sua moglie (o almeno di farglielo sperare), Frank ha indagato per anni senza risultati, ma non si arrende e continua a cercarla e a lavorare come investigatore, sperando che qualche caso su cui indaga possa aiutarlo a far luce sulla sparizione della moglie, cosa che accadrà alla fine del primo episodio. Mentre la moglie di Gil è una casalinga, quella di Frank era un’agente dell’FBI, il ché può aver a che fare con la sua scomparsa. Mentre la figlia di Gil è molto piccola e non ha un ruolo attivo nelle storie, quella di Frank è adolescente, perciò ha una funzione più importante nei racconti e un rapporto un po’ conflittuale col padre.



I.R.$. All Watcher di Marc Bourgne

Inoltre in Frank Lincoln le presenze femminili sono di più rispetto alla serie di Krahen. Quasi a ogni episodio Frank ha accanto una diversa partner nelle indagini, a volte lasciandosi andare e a volte resistendo di fronte alle loro grazie. Anche lui così finirà per innamorarsi di una delle investigatrici che ha conosciuto, quella di una compagnia assicurativa apparsa nel secondo episodio, l’unica a rimanere nella serie come presenza fissa, perché l’eroe ha bisogno di qualcuno che resti vicino a sua figlia in sua assenza. Anche se non se rende conto, in questo modo è un po’ come se, inconsciamente, l’avesse scelta per prendere il posto di sua moglie.
Riguardo a quest’ultima, dopo un accurato lavoro di indagine che fa compiere a Lincoln un passo avanti a ogni episodio, sarà ritrovata nel sesto album e il motivo della sua sparizione risulterà essere completamente diverso rispetto a quello della moglie di Gil Saint André. L’autore, pur nelle affinità, è riuscito a differenziare molto bene la sua serie dalla precedente, creando un personaggio forse meno simpatico, ma più verosimile.
Rispetto a Krahen inoltre, Bourgne dimostra una maggiore sicurezza e precisione anche nei disegni, oltre che nelle sceneggiature, che gli permette di realizzare da solo tutti e sei gli album finora usciti del suo Frank Lincoln, anche se con una pausa di sei anni tra il quarto e il quinto dovuta ad altri suoi impegni. In quel periodo infatti stava lavorando ai disegni della serie di fantascienza Voyager e poi anche a quelli di un’altra serie thriller scritta da Stephen Desberg intitolata IR$ All Watcher, con protagonista l’agente Larry Max. 
In Italia Frank Lincoln è stato pubblicato sul settimanale Lanciostory dal 2003, mentre nel 2014 l’intero ciclo è stato raccolto dall’Editoriale Cosmo in una miniserie di tre numeri in formato bonellide e in bianco e nero.

Blacksad di Juanjo Guarnido



Tra tanti thriller realistici moderni, si inserì nel 2000 una serie dalle atmosfere più classiche ambientata nella New York degli anni '50, ma a suo modo anch’essa originale, che nel 2004 vinse il premio per il miglior disegnatore al festival di Angoulême. Si tratta del fumetto hard boiled Blacksad, creato da due autori spagnoli e pubblicato dalla Dargaud, in cui i testi polizieschi di Juan Dìaz Canales, già collaboratore di Carlos Sampayo nelle storie del detective Alack Sinner, si uniscono alle stilizzazioni antropomorfe dell’ex-animatore Juanjo Guarnido, che con questo primo fumetto ottenne un grande successo personale dopo aver lavorato in precedenza presso la filiale parigina della Disney.
Il risultato è una serie decisamente drammatica, ma i cui protagonisti invece che esseri umani sono felini e animali di varie specie, a seconda del carattere dei diversi personaggi, il ché rientra dopotutto nella storica tradizione franco-belga di far vivere dei racconti avventurosi anche a eroi in stile cartoon. Va detto comunque che, nonostante i personaggi siano animali umanizzati, gli sfondi, gli abiti e anche certi tipi femminili sono estremamente dettagliati e realistici, accrescendo così la verosimiglianza e la serietà delle storie.
In Italia, i cinque album cartonati del gatto detective Blacksad sono stati pubblicati dalla Lizard, poco dopo le edizioni originali.


James Healer di Giulio De Vita



2000-2010: Investigatori paranormali e thriller dell’occulto 

È l’italiano Giulio De Vita a disegnare nel 2001 col suo bel segno tondeggiante il primo episodio di un altro thriller un po’ anomalo, anche se non proprio soprannaturale, la serie James Healer (Healer in inglese significa Guaritore), scritta da Yves Swolfs e pubblicata in volume dall’anno seguente dalle Editions du Lombard. Il protagonista è uno sciamano bianco allevato dagli indiani Shoshones, un eroe quindi ecologista e pacifista, che infatti non usa armi e che mette la sua capacità di leggere le anime al servizio della polizia, per aiutarla a risolvere dei casi difficili. Nonostante le premesse, a parte qualche rapida visione interiore, la serie si mantiene su un piano del tutto realistico, con un andamento simile a un telefilm. Essendo ambientata negli Stati Uniti di oggi, James Healer non cavalca un mustang ma un cavallo d’acciaio a due ruote. È in groppa alla sua Harley-Davidson che giunge al paese di Camden Rock, per indagare sull’assassinio di tre ragazze. Risolvendo il caso, durante i primi due episodi, Healer finirà per mettere a nudo, usando le doti di un buon psicologo, le ipocrisie e le meschinità nascoste dietro il perbenismo dei cittadini altolocati del posto.
Nel terzo episodio invece, Healer risponde alla richiesta di aiuto di un amico indiano, la cui figlia è fuggita di casa con un ricco ragazzo viziato mettendosi in guai molto seri. Lo sciamano bianco cerca di intercettarla prima delle pallottole della polizia, in un inseguimento disperato che ricorda un po’ il film Thelma & Louise. 
Lo stile di De Vita, realistico e dettagliato eppure anche ricco di deformazioni grottesche, in questo caso risulta perfetto per rendere certe scene un po’ visionarie, anche quando non rappresentano nulla di irreale.
I tre album di James Healer, usciti nell’arco di tre anni fino al 2004, in Italia sono stati raccolti in un numero unico, di formato bonellide in bianco e nero, pubblicato dalla GP Publishing nel 2012.


Le Décalogue vol. 1 - Glénat, 2001

Sempre nel 2001 esce anche il primo capitolo di un thriller più ambizioso, che tocca temi molto delicati, scomodi e attuali, come il fanatismo religioso e il rapporto difficilmente dimostrabile tra le fedi monoteiste e i cosiddetti fatti storici su cui pretendono di basarsi, viste anche le tante versioni alternative e leggende non ortodosse sui loro presunti fondatori e profeti. Il titolo della serie è Le Décalogue (Il Decalogo) e la sceneggiatura dei dieci album di cui l’opera si compone è di Frank Giroud, mentre le belle copertine sono di Gilles Scheid e i disegni interni vedono avvicendarsi Joseph Behé, Giulio De Vita, Jean-François Charles, Tomaz Lavric, Bruno Rocco, Alain Mounier, Paul Gillon, Lucien Rollen, Michel Faure e Franz Drappier, una squadra di artisti europei che comprende almeno due o tre autentici maestri del fumetto internazionale.
Al centro del complesso intreccio della serie sta un libro rarissimo, per possedere o per distruggere il quale molti sono disposti a uccidere o morire. Il sibillino titolo del testo è Nahik e al suo interno sarebbe riprodotto fedelmente un decalogo di precetti morali attribuiti al profeta Maometto. Secondo alcuni, tali comandamenti perduti, se fossero resi noti, potrebbero modificare l’atteggiamento dei fondamentalisti rispetto ad altre fedi e credenze, poiché condannano esplicitamente ogni forma di intolleranza e violenza con frasi semplici e dirette come “Perdonerai i tuoi nemici” , oppure“Farai amare Dio con l’esempio e non con la forza.” 
La questione se simili frasi avrebbero potuto essere scritte da Maometto è spinosa, poiché se è vero che, a quanto si tramanda, il Profeta rimproverava aspramente coloro che compivano azioni crudeli e massacri in nome della sua religione, è anche vero che fu lui il primo a guidare degli eserciti per imporla con la forza.

Le Décalogue vol. 8 - Glénat, 2002

L’ingenuità dei personaggi de Il Decalogo sta comunque nell’illudersi che la follia del fanatismo, alimentata dagli arroganti giudizi moralisti su cui il monoteismo si basa, possa essere influenzata da poche frasi che invitino alla tolleranza. Nella Bibbia e nel Corano frasi simili già esistono, ma ciò non ha mai impedito ai fanatici religiosi di massacrare chi la pensi diversamente in nome del loro dio. Il problema deriva dalle certezze inamovibili di chi è condizionato a credere ciecamente a verità calate dall’alto. Questi aspetti della questione sono trattati nel secondo episodio, di cui è protagonista un membro di un gruppo islamico armato.
Altri personaggi entrano in contatto col libro perduto nei vari capitoli della serie, ognuno opera di un diverso disegnatore e ambientato in una diversa epoca. Ai complessi ed elevati temi trattati, pur con la leggerezza di una storia d’azione, si accompagna quindi un’elaborata struttura narrativa, che vede l’ordine dei vari capitoli procedere a ritroso, dal presente fino all’epoca in cui l’immaginario Decalogo sarebbe stato scritto.
Così si chiarisce poco a poco come il testo sia stato tramandato passando di mano in mano, mentre il thriller contemporaneo lascia sempre di più il posto a un racconto storico. La rivelazione finale, su come il Decalogo sia stato redatto, coniuga l’esigenza di non offendere troppo la sensibilità religiosa dei Musulmani con quella di fornire un monito a coloro che si fidano ciecamente delle leggende scambiandole per realtà.
I dieci album originali de Il Decalogo, ognuno dedicato a un diverso comandamento, furono pubblicati in Francia dalla Glénat nell’arco di soli tre anni, grazie al lavoro contemporaneo dei dieci artisti coinvolti. In Italia apparvero immediatamente dopo, in dieci volumi cartonati analoghi all’edizione francese pubblicati dalla Panini Comics, e sono stati ristampati a distanza di dieci anni in una miniserie di quatto numeri in formato bonellide in bianco e nero, edita dall’Editoriale Cosmo tra il 2013 e il 2014. In queste edizioni italiane purtroppo manca il volume di cento pagine intitolato L’Undicesimo Comandamento e pubblicato dalla Glénat nel 2003 a completamento dell’opera, in cui sono contenuti, oltre a un esauriente dossier sui retroscena della saga esposti in forma di documenti storici, anche cinque brevi racconti a fumetti che chiariscono il successivo destino di alcuni personaggi e il modo in cui si erano svolti determinati avvenimenti chiave della storia.


Lés Demons d'Alexia n. 1 - Dupuis, 2004


Dal 2004 la Dupuis pubblicò invece in Belgio una serie thriller dallo stile cartoon tipicamente francofono dedicata al mondo dell’occulto, Le Démons d’Alexia (I Demoni di Alessia), scritta da Dugomier e disegnata da Ers, la cui eroina è una giovane esorcista che lavora per il Centro di Ricerca sui Fenomeni Soprannaturali e che quando libera i propri poteri per affrontare delle minacce arcane, rischia di esserne sopraffatta lei stessa.
In questo periodo la diffusione dei thriller esoterici, anche in Francia, fu evidentemente dovuta al successo di un best seller come Il Codice Da Vinci di Dan Brown, a cui deve forse qualcosa anche l’impostazione degli album di Alexia, che è in pratica una studiosa dell’occulto, solo che in fumetti come questo la fantasia è lasciata più libera e all’andamento da romanzo investigativo si accompagnano molti elementi soprannaturali.


Je Suis Légion n. 2 - Humanoids, 2006

Ancora più inquietante e tenebrosa è la serie in tre album Je Suis Légion (Io Sono Legione), scritta da Fabien Nury e disegnata dall’americano John Cassaday, un thriller spionistico dai contenuti soprannaturali tendenti all’horror pubblicato dalla Humanoids Inc. tra il 2004 e il 2007. La storia si svolge nel 1942, in piena Seconda Guerra Mondiale, e ha un andamento corale, con azioni parallele in paesi diversi. C’è l’indagine dell’agente segreto britannico Stanley Pilgrim sul misterioso omicidio di un ricco industriale, c’è la missione del partigiano rumeno Karel Ricek per eliminare un gerarca nazista, c’è lo sforzo dell’agente del controspionaggio tedesco Hermann von Kleist per sabotare un progetto segreto di quel gerarca, c’è l’esperimento del suddetto gerarca Rudolf Heyzig che dovrebbe procurare al Terzo Reich l’arma finale e soprattutto c’è colei che dovrebbe fornire quell’arma finale, una bambina rumena di dieci anni di nome Ana Anslea, dotata di ricordi che risalgono a molti secoli prima e di un potere che le permette di controllare le altre persone a piacimento.
È una storia che fonde in modo molto originale i miti delle possessioni e dei vampiri, riuscendo a farlo senza che nel racconto ci sia nessuna creatura che si possa identificare con un demone o un vampiro classico.

Le Cronache di Legione n. 2 - Panini, 2012

A Je Suis Légion ha fatto seguito il prequel in quattro album Les Croniques de Légion (Le Cronache di Legione), pubblicato dalla Glénat tra il 2011 e il 2012, in cui i testi di Nury sono illustrati da vari artisti internazionali, Mathieu Laufrey, Zang Xiaoyu, Tirso e anche l’ex-disegnatore di Nathan Never Mario Alberti, che si fa onore a sua volta con sequenze di grande fascino e impatto visivo ambientate nel Sud-America del 1500. In questo prequel infatti, le scene disegnate dai vari autori sono ambientate in luoghi e epoche diversi.
Il thriller spionistico della serie madre, di cui sono conservati i contenuti inquietanti e soprannaturali, lascia il posto a un fumetto storico altrettanto cupo e violento. Le entità immortali che poi staranno dietro gli eventi della serie precedente, sono qui mostrate mentre vivono vari eventi passati, anche reali, dalla morte cruenta del voivoda rumeno Vlad Dracula Tepes alla ritirata di Russia dell’armata napoleonica, fino a ricollegarsi alla vita del personaggio che veniva apparentemente ucciso, ormai anziano, all’inizio di Je Suis Légion.
In Italia entrambe le opere sono edite dalla Panini Comics, che ha pubblicato Io Sono Legione nel 2008, in un unico volume poi ristampato nel 2012, e Le Cronache di Legione in due volumi usciti entrambi nel 2012.

Freak Agency n. 1 - Albin Michel, 2005


Investigazioni altrettanto arcane sono al centro degli album della serie Freaks Agency, scritta e dipinta con un affascinante stile iperrealista da François Baranger e pubblicata dall’editore Albin Michel dal 2005.
I protagonisti sono June Hackett, una giovane storica alla ricerca delle proprie origini, e il sedicente detective Caleb Vaughan, ma nessuno dei due è esattamente quello che sembra. Le loro ricerche nel sottosuolo del Maine condurranno alla scoperta di creature mostruose direttamente ispirate ai racconti di Howard Phillips Lovecraft, cosicché il thriller sfocia a tutti gli effetti in un racconto horror. Bisogna dire che, data l’iniziale impostazione realistica, i colpi di scena fantastici che dal secondo episodio si accavallano rapidamente e la cui spiegazione è ogni volta rinviata all’album successivo, finiscono per risultare un po’ forzati.

La Sindrome di Caino vol. 1 - Panini, 2008


Rientra nel filone dell’occulto anche la serie in sei album iniziata nel 2007 Le Syndrome de Cain (La Sindrome di Caino), dello sceneggiatore fumettistico e televisivo Nicolas Tackian e dell’ex-disegnatore di Nathan Never Andrea Mutti, un’inquietante spy-story che fa parte del progetto Terres Secrètes, le cui atmosfere non sono ispirate tanto ai romanzi gotici e horror quanto ai best sellers di Robert Ludlum e di Dan Brown.
Anche questa storia inizia durante la Seconda Guerra Mondiale, quando il piccolo Victor viene salvato da un eccidio nazista da un misterioso personaggio, che non muore benché colpito da una raffica di mitra. La ricerca di questo invulnerabile individuo, è l’elemento su cui verterà il complesso intreccio della serie. L’uomo misterioso sarebbe infatti un certo Andrea Balgani, apparso in varie epoche incontrando personaggi storici come Leonardo da Vinci. Balgani sarebbe immortale e alcuni pensano che sia nientemeno che biblico Caino.
L’uomo che un tempo era il bambino da lui salvato, Victor Granger, ha creato la Fondazione Fratelli di Enoch dedicando la vita a studiare appunto il mito di Caino. In seguito, continuano a cercarlo per svelarne il segreto la figlia giornalista di Granger, Myriam, lo storico Pierre Mongiot e l’investigatore Zed Pazakian.
La serie condivide col romanzo Il Codice Da Vinci la scelta narrativa di voler intravedere dei fatti reali dietro i miti religiosi, pur di confezionare una trama con un certo fascino esoterico. Ma qui l’impossibilità di un essere immortale che attraversa i secoli non permette di equivocare sul fatto che il racconto sia immaginario e quindi, a differenza del noto romanzo di Brown, non si presta ad alimentare discutibili teorie pseudostoriche.
In Italia i sei album de La Sindrome di Caino sono stati pubblicati dalla Panini Comics raccolti in due volumi a colori usciti rispettivamente nel 2008 e nel 2010. Sono stati poi ristampati dalla GP Publishing in tre albi formato bonellide in bianco e nero, usciti in edicola nel 2012 col titolo Caino. La mancanza dei colori di Luca Malisan, che nell’originale arricchivano le immagini con sfumature e tonalità di un certo fascino, rende però quest’ultima edizione economica in bianco e nero abbastanza incompleta dal punto di vista grafico.

Milan K n. 3 (edizione USA) - Humanoids, 2013

Nel 2009 si torna a un intrigo internazionale di taglio molto più realistico, con la complessa serie Milan K., scritta da Sam Timel e disegnata da Corentin Rouge, che ha qualche punto di contatto con Largo Winch per gli intrecci tra finanza e politica e di cui è uscito finora un primo ciclo di tre album dedicato agli anni giovanili del protagonista. Questi è Micha Khodorov, il figlio di un oligarca russo caduto in disgrazia e incarcerato, di cui alcuni anni dopo viene sterminata l’intera famiglia. L’unico superstite è appunto Micha che, insieme alla guardia del corpo Igor, ha vissuto in un collegio svizzero per poi rifugiarsi negli Stati Uniti, mentre lui e il suo protettore cambiano continuamente nome per non farsi rintracciare dai nemici di suo padre. Questi coincidono soprattutto con l’attuale padrone del Cremlino, una figura dittatoriale senza scrupoli in cui, dietro il nome del presidente Vladimir Paline, non è per niente difficile intravedere il volto di Vladimir Putin. 
Milan K. è quindi una serie che, attraverso un thriller d’azione pieno di attentati e inseguimenti, porta avanti una precisa critica politica all’attuale stato autoritario della Russia, una nazione che del resto nel corso dei secoli ha conosciuto solo molto raramente dei brevi spiragli di democrazia, fino alla situazione attuale in cui la vecchia dittatura cosiddetta di sinistra ha lasciato il posto a un’altrettanto spietata dittatura di destra.
Ma dai presupposti del primo ciclo, sembra che Micha, con l’attuale nome di Milan King, dopo essere entrato in possesso in modo rocambolesco di una società di grande valore lasciatagli dal padre, non abbia intenzione di limitare la sua lotta contro la sola dittatura russa, ma di opporsi in qualche modo a tutti i totalitarismi.
Editi in Francia da Les Humanoids Associés e negli USA dalla Humanoids Inc., i primi tre album di Milan K. nel 2014 sono stati raccolti in Italia dalla Cosmo in un numero unico in formato bonellide in bianco e nero. 


Catacombes vol. 3 - Glénat, 2013


I misteri di Parigi a cui sono stati dedicati tanti feuilleton ottocenteschi sembrano infine rivivere in un’altra serie in tre album iniziata nel 2010, Catacombe, scritta da Jack Manini e disegnata da Michel Chevereau.
La storia inizia anche questa volta negli anni della Seconda Guerra Mondiale, durante l’occupazione tedesca della Francia, per poi concludersi nel periodo della contestazione alla fine degli anni ’60. La protagonista è la giovane Jeanne Chiavarino, la figlia di un custode delle catacombe che, indagando sulla sparizione del padre, affronta i tenebrosi misteri del sottosuolo parigino. Ad aiutarla nelle ricerche giunge il giovane antifascista Lucien Carco, che diventa il suo amante. Ma come in ogni feuilleton che si rispetti, le cose non stanno come sembrano e mentre Lucien resta imprigionato nelle catacombe Jeanne è portata in salvo presso l’amico giornalista Henry, che per salvarla dai tedeschi la nasconde sotto falsa identità nell’ambiente del cinema.
Il successivo impegno della ragazza come agente della Resistenza, la distrae solo provvisoriamente dalle sue ricerche nel sottosuolo. Il principale spauracchio la cui ombra si agita nei meandri delle catacombe è il cosiddetto Diavolo Verde, che minatori e custodi evitano come la peste, perché si dice che tutti quelli che l’hanno visto siano morti. Nei difficili anni della guerra, mentre gli adoratori del Diavolo Verde sbranano letteralmente gli sfortunati che cadono nelle loro mani, in superficie le leggi razziali provocano altri tipi di persecuzioni ma non meno cruente. Tutto sommato è come se gli ossari e le ombre che si celano nel sottosuolo fossero in relazione con i sommovimenti storici, politici e sociali che negli anni sopravvengono in superficie, come se le catacombe rappresentassero un po’ l’inconscio collettivo della città di Parigi.
I tre album di Catacombe, pubblicati in Francia dalla Glénat fino al 2013, in Italia sono stati raccolti in quello stesso anno dall’Editoriale Cosmo in un numero unico in formato bonellide e in bianco e nero.




Dominò n. 1, di Andrea Lavezzolo - Edizioni Erregi, 1967


Due polar italiani 

In Italia, nonostante qualche produzione autarchica nel periodo bellico e qualche precursore come Gadda, non si può dire esistesse una vera e propria tradizione di thriller nostrani finché non sono apparsi i romanzi dei vari Giorgio Scerbanenco, Loriano Machiavelli, Andrea Camilleri, Carlo Lucarelli, o Giorgio Faletti, per citare solo qualche autore. Oggi dunque questa tradizione del thriller all’italiana esiste e ce ne sono anche esempi fumettistici, prime tra tutte le opere di Vittorio Giardino. In passato però i modelli inevitabili per i fumetti polizieschi nostrani, così come per i romanzi, erano ovviamente i gialli anglosassoni e statunitensi.
Più raramente ci potevano essere spunti tratti dai polar, i polizieschi noir francesi, soprattutto quando il protagonista non era un detective ma un criminale. Il caso più eclatante è quello di Diabolik, di cui la trama del primo numero fu ripresa pedissequamente dal primo romanzo della serie di Fantômas, per cui tutti i successivi fumetti neri italiani si possono considerare derivati direttamente dai più cupi noir letterari francesi.
Altri protagonisti di fumetti italiani affini invece ai ladri gentiluomini della tradizione francese furono Dominò, uscito nel 1967 coi testi di Andrea Lavezzolo, Milord, creato nel 1968 da Luciano Secchi e Paolo Piffarerio, e Ghibli, scritto da Antonino Mancuso e disegnato da Lino Jeva sulle pagine de Il Monello dal 1971. Il debito narrativo e iconografico di queste tre serie nei confronti dei romanzi popolari francesi è abbastanza evidente fin dall’abbigliamento dei personaggi, anche se le ultime due sono ambientate negli Stati Uniti e la presunta genialità e destrezza dei loro protagonisti non è sempre comparabile con quella dei precursori letterari.
In anni più recenti poi, sono apparsi quelli che si possono considerare due veri e propri polar italiani.


Napoleone n. 1, copertina di Carlo Ambrosini - SBE, 1997

Direttamente ispirata ai noir, non solo francesi ma comunque di matrice europea, è la serie Napoleone, creata da Carlo Ambrosini nel 1997 e ambientata a Ginevra, il cui protagonista è l’albergatore, ex-poliziotto e investigatore dilettante Napoleone Di Carlo, mentre tra gli amici e collaboratori del protagonista, troviamo l’ispettore Dumas e la signora Simenon, evidenti omaggi ai due omonimi scrittori francesi. La particolarità della serie è quella di alternare ai casi realistici su cui Napoleone indaga degli intermezzi onirici in cui agiscono, per così dire all’interno del regno delle idee, quelli che vengono definiti come tre “prodotti psichici” della mente del protagonista, l’unico a poterli vedere e sentire. Mentre l’eroe affronta i vari criminali o minacce che gli si presentano nel mondo reale, queste piccole apparizioni buffonesche chiamate Caliendo, Lucrezia e Scintillone interagiscono così parallelamente, oltre che con l’io interiore di Napoleone stesso, anche con altre entità oniriche o con i prodotti psichici di altri personaggi coinvolti nelle storie.
A volerne tentare un’interpretazione simbolica, Caliendo, che ha un portamento sussiegoso, l’abito da sera e le scarpe da donna, potrebbe rappresentare il lato più intellettuale di Napoleone, che si diletta anche di entomologia, la sua parte più razionale e raffinata insomma. Lucrezia, la signora dei veleni, che è quasi nuda a parte una ghirlanda attorno ai fianchi e alla fronte e che appare piuttosto gelosa di Napoleone, potrebbe esserne la parte più passionale, quella che lo porta a essere attratto anche da donne pericolose, giungendo qualche volta a innamorarsi, benché molto meno spesso di altri eroi fumettistici o romanzeschi. Scintillone infine, che ha un aspetto animalesco simile a un ranocchio quadrumane e un abito da gangster d’altri tempi, potrebbe incarnare l’aspetto più duro, selvaggio e istintivo di Napoleone, che nonostante faccia ora un mestiere teoricamente pacifico, quando c’è da menar le mani o da sparare non si tira indietro.
Il peggior nemico di Napoleone, benché non appaia spesso, è invece il Cardinale, un pericoloso criminale che l’eroe della serie conobbe quando era poliziotto in Etiopia e il cui nome richiama quello di un coleottero, quasi a indicare una certa affinità parallela tra l’attività investigativa di chi va alla ricerca dei colpevoli e quella dello studioso di insetti che cerca sempre nuovi e rari esemplari per la sua collezione.
La serie Napoleone, per spessore psicologico e complessità narrativa tra le più mature e originali del fumetto italiano degli ultimi decenni, è stata pubblicata dalla Bonelli fino al numero cinquantaquattro del 2006. Un paio di episodi scritti e disegnati da Carlo Ambrosini sono anche stati ristampati nel 2009 sul volume n°16 della collana I Maestri del Fumetto allegata a Panorama e Il Sole 24 Ore. Il personaggio ha poi fatto una breve apparizione nel 2014, in versione giovanile, sull’albo a colori Dylan Dog Color Fest


Demian n. 1 - SBE, 2006


Ancora più legato per ispirazione e ambientazione ai polizieschi francofoni, è il thriller d’azione Demian, una miniserie in diciotto numeri, creata nel 2006 dallo sceneggiatore Pasquale Ruju e anch’essa pubblicata dalla Bonelli, che si svolge nella zona di Marsiglia ma anche in altri paesi. Il protagonista è una sorta di giustiziere, legato a un misterioso gruppo segreto chiamato La Fraternité. Nel primo episodio vediamo come la sua compagna Virginie muore per salvargli la vita, cosa che per un anno lo spinge a sottrarsi alla propria missione, fino a ché non riprende la propria lotta contro la malavita per salvare degli amici in pericolo.
Il personaggio ha certi lati oscuri, nella sua vita e nella sua personalità, che almeno in parte si chiariranno nel corso della serie. Duro e sensibile al tempo stesso, è capace di appassionarsi ai libri di poesie, naturalmente di autori francesi, ma anche di usare con abilità e precisione letale le armi da fuoco contro bersagli umani, senza farsi grandi scrupoli per la loro morte. Il principale compagno di Demian nella sua crociata è l’ex-contrabbandiere franco-spagnolo Gaston Velasco, a cui il protagonista un giorno salvò la vita e di cui in seguito sposerà la figlia, l’ispettrice di polizia Marie Velasco, da cui avrà poi un figlio.
Sugli albi di Demian appariva anche una rubrica dedicata specificatamente ai romanzi e film noir francesi. Dopo la fine della serie, nel 2007, la Bonelli ha inaugurato nel 2010 degli speciali semestrali che proseguono le avventure di Demian da dove si erano interrotte, rubrica sul Noir compresa.





Albi citati nell’articolo pubblicati in Italia in formato bonellide:




Napoleone n. 54, l'ultimo della serie - SBE, 2006



NAPOLEONE 
Serie di 54 numeri
Testi: Carlo Ambrosini, Diego Cajelli, Paolo Bacilieri
Disegni: Autori Vari
Formato: 96 pag. in bianco e nero
Editore: Bonelli
Periodicità: bimestrale
Date di uscita: dal Settembre 1997 al Luglio 2006
Prezzi di copertina: da £ 3.000 a € 2,50


Demian n. 18, l'ultimo della collana regolare - SBE, 2007






DEMIAN 
Miniserie di 18 numeri
Testi: Pasquale Ruju
Disegni: Autori Vari
Formato: 130 pag. in bianco e nero
Editore: Bonelli
Periodicità: Mensile
Date di uscita: Maggio 2006 – Ottobre 2007
Prezzo: € 3,00 ad albo




James Healer, GP Comics n. 5 - GP Pusblishing, 2012




JAMES HEALER 
Numero unico
Titolo: Camden Rock
Testi: Yves Swolfs
Disegni: Giulio De Vita
Collana: GP Comics n°5
Formato: 144 pag. in bianco e nero
Editore: GP Publishing
Data di uscita: Maggio 2012
Prezzo: € 4,50


Caino n. 3, GP Comics n. 8 - GP Publishing, 2012






CAINO 
Miniserie di tre numeri
Testi: Nicolas Tackian
Disegni: Andrea Mutti
Collana: GP Comics n°6-8
Formato: 96 pag. in bianco e nero
Editore: GP Publishing
Periodicità: Mensile
Date di uscita: Giugno-Agosto 2012
Prezzo: € 2,90 ad albo



Gil St André n. 1, GP Pocket n. 8 - GP Publishing, 2012






GIL ST ANDRÉ 
Miniserie di 3 numeri
(il terzo è doppio ed è contrassegnato come 3+4) 
Testi: Jean-Charles Krahen
Disegni: Jean-Charles Krahen, Sylvain Vallée 
Collana: GP Pocket n°8-9 per i primi due
Formato: 96 pag. i primi due - 192 pag. il terzo - tutti in bianco e nero
Editore: GP Publishing – Edizioni BD
Periodicità: Mensile per i primi due
Date di uscita: Ottobre-Novembre 2012 i primi due – Giugno 2013 il terzo
Prezzo: € 2,90 i primi due - € 5,80 il terzo


Colby, Serie Nera n. 3 - Cosmo, 2013






COLBY 
Numero unico
Titolo: Altitudine Meno Trenta
Testi: Greg (Michel Régnier)
Disegni: Michel Blanc-Dumont
Collana: Cosmo Serie Nera n°3
Formato: 160 pag. in bianco e nero
Editore: Cosmo
Data di uscita: Luglio 2013
Prezzo: € 4,90




Catacombe, Serie Nera n. 4 - Cosmo, 2013




CATACOMBE 
Numero unico
Titolo: Il Diavolo Verde
Testi: Jack Manini
Disegni: Michel Chevereau
Collana: Cosmo Serie Nera n°4
Formato: 160 pag. in bianco e nero
Editore: Cosmo
Data di uscita: Settembre 2013
Prezzo: € 5,00



Il Decalogo n. 3, Serie Blu n. 15 - Cosmo, 2013



IL DECALOGO 
Miniserie di quattro numeri (di cui il quarto doppio)
Testi: Frank Giroud
Disegni: Autori Vari
Collana: Cosmo Serie Blu n°13-16
Formato: 112 pag. i primi tre - 224 pag. il quarto – in bianco e nero
Editore: Cosmo
Periodicità: Mensile
Date di uscita: Ottobre 2013 - Gennaio 2014
Prezzo: € 3,20 i primi tre - € 5,90 il quarto



I Ribelli, Serie Nera n. 5 - Cosmo, 2013




I RIBELLI 
Numero unico
Titolo: La Perfezione del Male
Testi: Jean Dufaux 
Disegni: Marc Malés 
Collana: Cosmo Serie Nera n°5
Formato: 160 pag. in bianco e nero
Editore: Cosmo
Data di uscita: Novembre 2013
Prezzo: € 5,00

Frank Lincoln n. 1, Serie Blu n. 21 - Cosmo, 2014






FRANK LINCOLN 
Miniserie di tre numeri
Testi e disegni: Marc Bourgne
Collana: Cosmo Serie Blu n°21-23
Formato: 96 pag. in bianco e nero
Editore: Cosmo
Periodicità: Mensile
Date di uscita: Giugno-Agosto 2014
Prezzo: € 3,00 ad albo


Milan K., Serie Nera n. 9 - Cosmo 2014






MILAN K. 
Numero unico
Titolo: Il Prezzo della Sopravvivenza
Testi: Sam Timel
Disegni: Corentin Rouge
Collana: Cosmo Serie Nera n°9
Formato: 160 pag. in bianco e nero
Editore: Cosmo
Data di uscita: Luglio 2014
Prezzo: € 5,00





Gil St André n. 5 -



GIL ST ANDRÉ n°5 
(prosecuzione della miniserie della GP) 
Titolo: Eredità di Sangue
Testi e disegni: Jean-Charles Krahen 
Collana: Cosmo Serie Blu n°24
Formato: 144 pag. in bianco e nero
Editore: Cosmo
Data di uscita: Settembre 2014
Prezzo: € 4,90 


Andrea Cantucci
(fine 2a e ultima parte)


N.B. Trovate i link alle altre puntate sui "bonellidi" andando su Cronologie & Index! Nella stessa pagina trovate anche i link agli altri articoli che Dime Web ha dedicato al fumetto franco-belga.

P.S. Ho provato un enorme interesse e piacere nel leggere e "montare" questo splendido e approfondito articolo di Andrea Cantucci - che, tra l'altro, è uno dei più illustrati in assoluto di Dime Web, con le sue 55 immagini! Credo che il nostro Kant sia riuscito perfettamente a comunicare al lettore italiano - con la sua accuratezza storica e filologica - la straordinaria varietà, quantità e qualità del fumetto francofono contemporaneo (e pensare che qui parliamo solo del genere "polar", ovvero di "gialli", di "polizieschi" e di "thriller"), che, ricordiamo, esce nelle sue Patrie d'origine (la Francia e il Belgio) in prestigiosi volumi cartonati a colori di grande formato (partendo dalla classica tavola a quattro strisce, nata sulle riviste). Il paragone con l'editoria indigena e autoctona fumettistico-libraria italiana nemmeno si pone, purtroppo, anche se chez nous siamo "forti" e "imbattibili" nella produzione seriale da edicola - a serrata peiodicità, "popolare", "a basso costo", pocket (o giù di lì, con l'impostazione-base della tavola a due vignette, come Diabolik, o a sei vignette su tre strisce, come Tex) e tradizionalmente in bianco-e-nero. (f.m.)