a cura di Franco Lana
Stavolta "giochiamo in casa" con la nuova intervista raccolta dall'inviato sul fronte della china Frank Wool, perché il rapporto di amicizia (e di lavoro) che lega i curatori di Dime Web a Moreno "Zagor" Burattini è davvero di antica data! Come al solito foto e tavole d'anteprima vengono direttamente dal tortura... ehm... dall'intervistato! (s.c. & f.m.)
Moreno nel 2013. |
Dime Web - Zagor
è un personaggio ancor oggi ben saldo nelle edicole italiane, e non
solo. Quanto può pesare il fatto di essere un eroe positivo, sempre
alla ricerca di verità e giustizia, rispetto ai tempi bui che
viviamo? E secondo te, se Zagor fosse un uomo dei giorni nostri, cosa
farebbe... insomma, che ruolo rivestirebbe?
Moreno Burattini - I
campioni del bene, esempi positivi, non hanno non hanno età, non
hanno epoca, non hanno né latitudini né longitudini. La figura
dell’uomo giusto e valoroso è un archetipo universale. Non mi
sento neppure di ritenere i nostri tempi particolarmente bui. Ce ne
sono stati di peggiori, nonostante tutto. Ma certamente oggi, come
ieri, abbiamo bisogno di eroi. Se Zagor vivesse ai nostri giorni
sarebbe il sindaco di una piccola città in una terra di mafia, che
si oppone non solo alla malavita ma anche alla mentalità di
asservimento ai malavitosi, o di rassegnazione, o di supposizione
fatalistica che il mondo sia dei furbi, dei violenti, dei corruttori
e dei corrotti, dei raccomandati e degli amici degli amici. Un
sindaco che a volte può contare sull’aiuto delle forze
dell’ordine, ma che a volte capisce che deve arrangiarsi, e che
ogni volta deve anche convincere i suoi concittadini a seguirlo nelle
sue battaglie.
Zagor sotto ai Ferri! |
DW - Sei
il curatore, responsabile e principale sceneggiatore della testata,
ormai una cosa a sé stante. Si vocifera della presenza di un
passaggio segreto, che da casa tua porti direttamente al nuovo
ufficio. Cosa c’è di vero in questo?
MB - La
mia casa e il mio ufficio sono la mia testa, da cui non esco mai e in
cui non smetto mai di lavorare. Anche quando sembro steso a prendere
il sole sulla spiaggia in realtà penso a ciò che, appena avrò una
testiera di computer a disposizione, scriverò. Scrivere è il mio
lavoro e il mio lavoro è la mia vita. Confesso, però, che talvolta
faccio qualche pausa caffé.
Anteprima zagoriana: Nella Terra di Baffin... (disegni di Roberto Piere). |
DW - Sei
impegnato nella realizzazione di testi per Dampyr e per Tex. Cosa
puoi dirci di questi tuoi “excursus” su altre serie?
MB - Si
tratta appunto di “excursus”. Non ho nessuna intenzione, salvo
diversa decisione della Casa editrice (sempre possibile), di lasciare
Zagor. In entrambi i casi è stato Mauro Boselli, che a forza di
lavorarci insieme ha imparato (bontà sua) ad apprezzare quel che
sono e quel che faccio, a propormi di scrivere per Aquila della Notte
e Harlan Draka. Altre proposte per altre testate non ne ho avute, se
le avrò ci farò un pensierino. Nel caso di Dampyr, sto realizzando
una storia ambientata a Firenze e che riguarda Dante Alighieri (c’è
anche un cameo di Desdy Metus). Per Tex, dopo un primo racconto breve
di 32 pagine a colori, arriveranno forse altre prove.
DW - Qualche
sana anticipazione sul futuro del nostro amato Zagor.
MB - Zagor
ha la caratteristica di passare da una ambientazione all’altra, in
un caleidoscopico e rocambolesco susseguirsi di idee sempre diverse,
per cui continueremo a sorprendere i lettori che non sanno mai che
cosa aspettarsi per l’avventura successiva. Terminato il viaggio in
Sud America, lo Spirito con la Scure torna a Darkwood e trova ad
attenderlo il diabolico Mortimer, in cerca di vendetta. Poi giungerà
il numero 600, numero assolutamente speciale che prelude al ritorno
di Hellingen. Ma di seguito torneranno anche altri amici e nemici: il
Barone Rakosi, Ylenia la Vampira, Takeda il samurai, il principe
Alexis, Blondie la banditessa, eccetera eccetera. Restate
sintonizzati.
DW - Zagor
può ancora vantare una folta schiera di fan in tutto il mondo,
agguerriti Forum, iniziative di ogni genere, persino un tizio che ti invia
bizzarre battute fotografiche... Che idea ti sei fatto, nel corso degli
anni, del pubblico zagoriano?
MB - I
lettori vogliono tutto e il contrario di tutto. Ognuno ha una visione
del personaggio fatta su misura per se stesso. Ci sono persino
quelli, molto agguerriti, che ritengono Zagor un personaggio western
e si arrabbiano se in qualche storia invece dei soldati e degli
indiani ci sono dei mostri. Altri non vogliono i riferimenti alla
Storia con la “s” maiuscola, altri ancora non vogliono il
fantasy, e via dicendo. Questo succede perché, da sempre, le storie
dello Spirito con la Scure possono spaziare in tutti i generi: così,
ciascuno finisce per avere il suo tipo di racconto favorito. Io,
personalmente, amo proprio il passaggio tra avventure molto diverse
fra loro. Il tizio che mi invia bizzarre battute fotografiche è un
vero stalker!
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