di Massimo Capalbo
Come era lecito aspettarsi la prima puntata di Zagor Monsters - ovvero la lettera "A" dell'enciclopedia dei mostri zagoriani che il vulcanico Max Capalbo sta scrivendo per Dime Web - ha avuto un grande successo nella Rete, piazzandosi velocemente nella Top Ten di sempre degli interventi ospitati dai Quaderni Bonelliani! Abbiamo deciso di pubblicare la lettera "B" degli ZM il giorno esatto dell'85° compleanno del maestro Gallieno Ferri, nato a Genova il 21 marzo 1929: questa seconda parte di Zagor Monsters diventa dunque parte integrante dei festeggiamenti ferriani di Dime Web. Il primo post di questa "serie" è stato Buon compleanno, Mr. Fergal! (s.c. & f.m.)
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Gallieno Ferri nel 2010, dall'imperdibile blog di Moreno Burattini. Auguri, Maestro! |
LEGENDA
- I
nomi in stampatello e
grassetto rimandano
a una voce dell’opera. Fanno eccezione i nomi dei protagonisti
della serie, ZAGOR e
CICO, che sono sempre
scritti in questo modo, tranne quando sono inseriti nei crediti di
una storia o fanno parte del titolo di un libro (ad esempio:
Speciale Zagor;
Speciale Cico; Zagor 1982-1993, un senese a
Darkwood ecc.).
- Gli
uomini-bestia di cui conosciamo anche nome e cognome o il nome
soltanto, vengono indicati con la loro identità mostruosa e non con
quella umana (ad esempio: ULTOR
invece che NEZDA;
UOMO TIGRE invece che
KELLOG, WILFRED).
- Gli
altri mostri di cui conosciamo nome e cognome vengono indicati per
cognome (per esempio, RAKOSI, BELA),
e, quando vengono citati in una voce diversa dalla loro, solo
il cognome è scritto in stampatello e grassetto, in modo da
rimandare immediatamente alla lettera sotto la quale sono stati
inseriti (ad es.: nel testo della voce
RAKOSI, BELA, il
personaggio della contessa Varga
è citato come Ylenia VARGA).
In alcuni casi, però, abbiamo optato per il soprannome (ad es.:
SKULL invece che
RANDAL, COLIN).
- Per
quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna
storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a
nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la
trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia
alla memoria dei lettori in modo più efficace (anche se, in alcuni casi, il nostro titolo non coincide con quello usato abitualmente dai lettori). Ad esempio, la
storia dei nn. 194-196 viene indicata con il titolo del n. 195, Il
Signore Nero,
perché esso è, per l’appunto, più rappresentativo rispetto a Il
teschio di fuoco (n. 195) e L’orda
del male (n. 196).
Sempre
riguardo alla serie regolare, nei crediti delle storie si fa
riferimento al computo reale degli albi zagoriani e non alla
numerazione della collana Zenith, ossia al numero stampato sulla
costa di ciascun albo mensile. Com’è noto, la suddetta
numerazione è sfasata di 51 numeri rispetto a
quella effettiva (ad esempio, il Zenith
n. 52 corrisponde al primo numero di Zagor, il Zenith n. 53 al
secondo numero e così via).
Per una guida ai collegamenti ipertestuali andate su Zagor Monsters lettera "A"!
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Un irriverente e divertentissimo Zagor all'attacco del mostro giapponese detto Fantasma dell'Ombrello (Karakasa Obake) in un disegno di Federico Rossi Edrighi (John Doe, etc.) e pubblicato nel 2010 sul suo consigliatissimo blog Cabaret Fledermaus! |
B
BAFOMETTO
BALOR
BANSHEE
BELVA DI WALLOCK
BESTIA
BIRGIT-DUE-FACCE
BISONTE BIANCO
BAFOMETTO
Idolo
raffigurante un demone ermafrodito e barbuto con corna e zampe
caprine che era venerato dalla Setta
degli Assassini, un ordine esoterico
islamico nato in Siria nell’XI secolo. Nel 1307, il re di Francia
Filippo IV (detto Filippo il Bello) accusò i Templari di venerare a
loro volta il Bafometto:
ciò portò, grazie anche alla complicità del papa avignonese
Clemente V, allo scioglimento di questo ordine
religioso-cavalleresco, quindi all’arresto di tutti i suoi membri e
alla confisca dei suoi beni.
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Zagor Speciale n. 10, aprile 1998. Disegno di Ferri. |
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Rosencrantz
parla a Zagor del Bafometto – Speciale ZGR 10 p. 38
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Il
Bafometto
compare ne I cavalieri del Graal
(M. Burattini [sog.&scen.] –
G. Ferri [dis.], Speciale n. 10), appassionante storia che vede ZAGOR
scontrarsi con gli ultimi, sanguinari eredi dei Templari, comandati
dal Maestro
Graham Rosencrantz.
Costui ha scoperto che la flotta templare salpata il 13 ottobre 1307
dal porto francese di La Rochelle per sfuggire ai soldati di Filippo
il Bello (tesi, questa, sostenuta dall’antropologo franco-argentino
Jacques de Mahieu nel libro I
Templari in America, nda),
approdò nel Nuovo Mondo e, risalito il Mississippi, giunse nel
territorio degli indiani Mandan.
Qui i Templari fuggiaschi costruirono una fortezza allo scopo di
custodirvi sia quella parte del tesoro della confraternita che erano
riusciti a mettere in salvo, sia il Santo Graal, ovvero la coppa che
– secondo la leggenda – fu usata da Gesù nell’Ultima Cena e in
cui Giuseppe d’Arimatea avrebbe raccolto il sangue dello stesso
Gesù crocifisso: un oggetto dagli immensi poteri. A Darkwood vive
l’unica persona che conosce l’ubicazione della fortezza templare:
Kee-Noah,
la principessa Mandan
che ha sposato l’aristocratico inglese Beau
Whyndam,
grande amico di ZAGOR.
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Evocato
da Percy Knight, il Bafometto si materializza davanti a Rosencrantz –
Speciale ZGR 10, p. 127
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Pertanto, Rosencratz
e i suoi uomini rapiscono lei e suo marito e, grazie alle indicazioni
che la donna è costretta a fornirgli, raggiungono la terra dove un
tempo abitavano i Mandan.
ZAGOR, CICO
e il trapper russo Bezukoff
(zio di Kee-Noah)
si gettano all’inseguimento dei Templari e riescono a precederli.
Alleatisi con un misterioso trapper, Percy
Knight, i Nostri uccidono gran parte
dei loro avversari, liberando Beau.
Nel frattempo, Rosencratz e
il suo braccio destro Norbert Wolfram
penetrano, assieme a Kee-Noah
e ai restanti Templari,
nella fortezza (ridotta ormai a un rudere e prossima a crollare) e
scoprono che il tesoro c’è davvero. Esso, infatti, è l’unica
cosa che interessa veramente a Rosencratz,
il quale – al pari di Wolfram
– non crede nell’esistenza del Graal. Per non dividere con i loro
compagni il tesoro, i due si sbarazzano di essi e poi cercano di
eliminare anche Kee-Noah,
la quale non gli serve più. La principessa indiana viene però
salvata da ZAGOR
e Percy Knight,
che uccide Wolfram.
A causa dei crolli, Percy
rimane intrappolato nella stanza del tesoro con Rosencratz,
mentre ZAGOR
– che non può fare più nulla per aiutarlo – si mette in salvo
con Kee-Noah.
Prima che la fortezza collassi definitivamente, Percy
– il quale è in realtà, come suggerisce il nome e come intuisce
alla fine ZAGOR
stesso, il leggendario cavaliere Perceval o Re Pescatore, cioè il
guardiano del Graal - rivela a Rosencratz
che il Sacro Calice esiste davvero e
che il demone Bafometto
è una creatura al servizio del Graal. Il
Bafometto è un’invenzione… come il Graal!
ribatte Rosencratz,
ma proprio in quel momento il demone sbuca dalle tenebre e ghermisce
il perfido templare trascinandolo all’Inferno.
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Il
malvagio Rosencrantz tra le grinfie del Bafometto - Speciale ZGR 10,
p. 128
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La
tradizionale raffigurazione del Bafometto
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Curiosità:
Prima di comparire ne I cavalieri
del Graal,
il Bafometto
– parola nata probabilmente come storpiatura parodistica del nome
Maometto – era apparso in una bellissima avventura di Martin
Mystère intitolata La Setta degli
Assassini (A. Castelli
[sog.&scen.] – C. Roi [dis.], nn. 88-89). In essa, il demone
barbuto e il Graal
dei Templari
(nella saga mysteriana i Graal sono più di uno) si trovano nei
sotterranei del castello francese di Gisors.
BALOR
Il
temutissimo re dei FOMHOIR,
i demoni che compaiono ne Il ritorno di Kandrax (M.
Boselli [sog.&scen.] – G.Ferri-M. Torricelli-C.Marcello [dis.],
nn. 431-435). Massiccio e barbuto, Balor è chiamato pure
Balor dal malocchio per via del potere pietrificante del suo
occhio destro (che è coperto da un lembo di pelle).
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Zagor n. 433, agosto 2001. Disegno di Ferri. |
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Il
possente Balor, re dei Fomhoir – ZGR 433, p. 81
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Balor
pietrifica i Fianna – ZGR 434, p. 34
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Egli, infatti,
trasforma in statue di pietra sia Fergus, figlio maggiore del
capitano Finn, sia quest’ultimo e alcuni dei suoi guerrieri,
come Mac Morna e Kelta. Le loro statue vengono portate
nella Torre Nera di DONN L’OSCURO Inoltre, Balor
pietrifica Bran e Sceolan, i cani di Finn, e sta
per riservare lo stesso trattamento a Oisin, Tonka e
ZAGOR, i quali vengono sorpresi mentre si
accingono a scalare la Torre Nera. Per loro fortuna, il
grido fatale (glam dicinn) del druido Finegas
investe Balor e i suoi FOMHOIR, abbattendoli.
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Zagor,
Tonka e Oisin vengono sorpresi da Balor – ZGR 434, p. 50
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Il
grido
fatale
di Finegas si abbatte su Balor – ZGR 434, p. 54
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BANSHEE
Come
si legge a p. 139 dell’Almanacco della Paura 1992 (Sergio
Bonelli Editore), le banshee sono spettri legati a certe
antiche famiglie. In Irlanda […] si manifestano con un lungo
e straziante gemito notturno che mette i brividi. Se viste, il che
accade di rado, le banshee prendono l’aspetto di una donna
scarmigliata con occhi verdi e capelli rossi. Vengono udite solo dai
componenti della famiglia e in genere annunciano la morte imminente
di uno di loro.
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Zagor Speciale n. 11, aprile 1999. Disegno di Ferri. |
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La
banshee sbuca alle spalle di Cico - Speciale ZGR 11, p. 86
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Per
salvare i suoi compagni, Auberon chiede alla banshee di prendere la
sua vita – Speciale ZGR 11, p. 87
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Davvero spaventosa la banshee (dal
gaelico bean si:
donna fatata)
che compare ne Il principe degli Elfi (M. Boselli
[sog.&scen.] – M. Torricelli [dis.], Speciale n. 11), storia
ambientata a Tir-Nan-Og, la dimensione magica in cui vivono le
creature fatate chiamate appunto ELFI, i quali hanno la particolarità
di essere molto più longevi degli esseri umani (Tir-Nan-Og
significa infatti Terra dei Giovani). ZAGOR e CICO,
assieme ai loro alleati Auberon e Alienor -
rispettivamente principe e principessa dei Tuatha De Danann,
l’aristocrazia guerriera degli ELFI - e ai GOBLIN REDCAP e RED JACKET, devono attraversare la Foresta di Mord per
giungere a Tara (la capitale di Tir-Nan-Og), che è
stata occupata dal negromante Zondar e dalla banda di
criminali umani guidata dal pellerossa Sarek. Preceduta dal
suo raccapricciante lamento e dai mostruosi SLUAGH, la banshee
sbuca alle spalle di CICO, il quale, avvisato in tempo da
Alienor, resta immobile: infatti, chi guarda negli occhi
questa creatura – ma anche chi viene toccato da essa - muore
all’istante. Poiché si dice che alla banshee possa bastare
una sola vita alla volta, Auberon e lo stesso ZAGOR
sono pronti a sacrificarsi per i loro
compagni, ma i due GOBLIN trovano una soluzione migliore e offrono al
terribile spettro il loro prigioniero, il corsaro Lesueur, uno
dei criminali umani citati in precedenza. La banshee uccide
con il suo tocco Lesueur (la cui anima viene arruolata
tra gli SLUAGH) e si allontana, permettendo così ai Nostri di
proseguire il viaggio
verso Tara.
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La
banshee uccide il corsaro Lesueur - Speciale ZGR 11, p. 88
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La
banshee nell’interpretazione popolare – Almanacco della Paura
1992, p. 139
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BELVA
DI WALLOCK
Compare
ne La maledizione di Tonka (M. Toninelli [sog.&scen.]
– M. Pepe [dis.], nn. 282-284) ed è un mostruoso essere scimmiesco
che, a causa di un incendio nella foresta di Wallock, si
spinge a Darkwood, nella zona abitata
dagli indiani Mohawk. Qui la Belva uccide due guerrieri
della tribù e ferisce Tonka, per poi venire a sua volta
uccisa da ZAGOR. Tonka non tarda a riprendersi, ma una
notte, nel suo villaggio, fa uno strano incubo, nel quale sente il
suo corpo bruciare e gonfiarsi sempre di più, fino a esplodere. Il
giorno seguente, quattro cacciatori di scalpi uccidono alcune donne
Mohawk; Tonka e i suoi guerrieri, affiancati da ZAGOR,
si gettano al loro inseguimento e ne ammazzano due. Gli altri due –
Jock e Luke – vengono invece risparmiati perché
ZAGOR intende consegnarli ai soldati di Fort Tragg. Mentre i
Mohawk si fermano nella foresta per riposare, lo Spirito con
la Scure si mette in cammino con i prigionieri. Durante la sosta
notturna, però, Jock e Luke si liberano, tramortiscono
ZAGOR e si danno alla fuga. Questa, tuttavia, è destinata a
durare poco: i due, infatti, vengono assaliti e uccisi da una seconda
Belva di Wallock. Il mostro viene poi affrontato
da ZAGOR (intervenuto per salvare Luke), ma riesce a
fuggire, infilandosi rapidamente nella vegetazione. L’eroe ritorna
dai suoi amici indiani e, assieme a loro, esplora la foresta alla
ricerca del mostro, senza ottenere però alcun risultato.
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Zagor n. 283, febbraio 1989. Disegno di Ferri. |
Alcuni
giorni dopo, la Belva ricompare proprio nel villaggio dei
Mohawk, ma stavolta ZAGOR e i guerrieri riescono a
immobilizzarla. L’apparizione del mostro coincide con la misteriosa
sparizione di Tonka, che viene cercato invano dai suoi
guerrieri. ZAGOR sospetta che i due avvenimenti siano
collegati, e poco dopo, infatti, la Belva cambia aspetto,
trasformandosi in Tonka. Un vecchio Mohawk capisce che
quest’ultimo è stato colpito dalla maledizione di Kohron,
di cui aveva sentito parlare quando era ancora un bambino. Gli
dei – racconta il vecchio – decisero di punire Kohron, un
guerriero feroce come una belva, facendo sì che il suo aspetto
esteriore diventasse lo specchio del suo aspetto mostruoso… …e
condannandolo a trasmettere la sua maledizione a chiunque cadesse
vittima del suo morso, perché il monito degli dei non andasse
dimenticato!. L’unica speranza per Tonka – dice
Sharam, lo stregone del villaggio - è costituita dall’eremita
Hogal, che vive sul lontano Monte Mekel. Senza perdere
tempo, ZAGOR e Tonka si mettono in viaggio, ma una
sera, quando i due sono ancora lontani dalla meta, si verifica un
incidente: il pellerossa, com’era prevedibile, si trasforma
nuovamente nella Belva e, sebbene l’amico lo abbia legato
con delle robuste corde, si libera e fugge. Prima che ZAGOR lo
riacciuffi, il mostro penetra in un villaggio di pionieri seminandovi
il terrore. A questo inconveniente se ne aggiungono in seguito altri:
Tonka, preso dalla disperazione, tenta di suicidarsi prima con
la pistola di ZAGOR (ma questi gli fa saltare via l’arma con
la scure), poi gettandosi da un burrone, ma l’eroe lo blocca e gli
insegna una cura brevettata contro gli istinti suicidi, cioè
gli sferra tre cazzotti e lo mette k.o.; la Belva viene
rapita - per essere esibita nelle piazze – da una coppia di
saltimbanchi, Mike e Todd, i quali vengono poi uccisi
ZAGOR; un colossale grizzly attacca l’eroe, ma Tonka
– trasformatosi nel mostro proprio in quel momento - lo uccide dopo
una furiosa lotta. I due amici riescono alla fine a raggiungere
Hogal, che prepara subito una pozione: Tonka la beve,
si trasforma ancora una volta nella Belva, per poi ritornare,
alcuni minuti dopo, definitivamente umano.
|
La
Belva di Wallock morde Tonka – ZGR 283, p. 68
|
|
L’impressionante
trasformazione di Tonka – ZGR 284, p. 45
|
La
Belva di Wallock è senza dubbio un mostro
memorabile, ma bisogna dire che tutto l’episodio si fa ricordare.
Come rivela lo stesso Marcello Toninelli nel suo libro Zagor
1982-1993, un senese a Darkwood (Cartoon Club Editore, 2013), una
parte del merito va a al compianto Decio Canzio, per trent’anni
Direttore generale della Sergio Bonelli Editore nonché valente
sceneggiatore del Piccolo Ranger e di altre serie, compresa quella
zagoriana (vedi ALBERI ABISSALI). Fu infatti grazie a un suggerimento di Canzio che
l’autore senese riuscì a trasformare La maledizione di Tonka
da una banale storia di licantropi in un’avventura epica
che esalta l’amicizia, il coraggio e l’abnegazione.
|
Zagor n. 284, marzo 1989. Disegno di Ferri. |
|
In
viaggio verso il Monte Mekel,
Zagor trasporta l’amico, tramutatosi nella Belva – ZGR 284, p.
47
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Nel soggetto
che avevo presentato […] – racconta Toninelli - dopo la
scoperta dell’identità della mostruosa creatura, lo stregone del
villaggio faceva una qualche magia e Tonka tornava normale. Decio,
dopo aver letto il mio riassuntivo, mi guardò con aria quasi
scandalizzata […]: “Ma come, quando mi aspettavo che la
storia finalmente decollasse, tu me la fai finire? Qui ci voleva un
lungo viaggio per portare l’amico indiano in cima a una montagna
dall’unico stregone in grado di guarirlo!” […] Folgorato
dal giusto appunto di Canzio, ripresi in mano il soggetto e aggiunsi
la piccola, entusiasmante odissea dei due amici in lotta con il
tempo, gli effetti della “maledizione”, la cupidigia umana e i
pericoli della selvaggia natura del Nord America. Fu un vero piacere
scriverla […]; e ancor di più vederla realizzata da
Michele Pepe che, col suo disegno morbido ma muscolare che richiama a
tratti quello di John Buscema, seppe dare un’interpretazione
davvero minacciosa del “mostro” e ricca e coinvolgente di tutti
gli altri elementi della vicenda. La sua creatura, tutto sommato poco
più d’uno scimmione, ha però qualche carattere di animalità
“altra” che lo rende grandemente terrificante, e il modo in cui
lo fa muovere ne suggerisce la straordinaria, annichilente violenza.
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La
Belva lotta con un feroce grizzly – ZGR 284, p. 60
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Tonka
beve la pozione di Hogal – ZGR 284, p. 74
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BESTIA
Gigantesco
lucertolone che compare ne Il
Signore Nero (T.
Sclavi [sog.&scen.] – F. Donatelli [dis.], nn. 194-196),
avventura ambientata a Golnor,
una terra collocata in un universo parallelo. ZAGOR
e CICO
vi giungono mentre cercano di rintracciare un libro dai poteri magici
– il Libro del Tempo
- che è costato la vita a un amico del primo, il trapper canadese
Pierre.
A Golnor,
i Nostri si alleano con il guerriero Galad,
che è in lotta con il malvagio Signore Nero e lo stregone Mord,
i quali hanno al loro servizio i mostruosi TROLL.
A un certo punto della storia, ZAGOR
e CICO
partono con Galad alla
volta della Grotta di Dornel,
dove Mord
ha imprigionato, in un sonno eterno, il mago buono Elchin.
A guardia della grotta, Mord
ha posto la Bestia,
una creatura ritenuta invincibile. I tre amici vengono poi raggiunti
da PANKO,
ultimo sopravvissuto tra i Parvol o PICCOLI UOMINI,
una delle tre razze di Golnor
(le altre due sono gli scomparsi Riol,
cui appartiene Galad,
e i citati TROLL).
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Zagor n. 195, ottobre 1981. Disegno di Ferri. |
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La
Bestia atterra Galad con una possente zampata – ZGR 195, p. 70
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Grazie
all’amuleto di Panko, Zagor si avvicina senza pericolo al mostro –
ZGR 195, p. 73
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Il coraggioso Galad
affronta per primo la Bestia,
ma la sua spada non riesce nemmeno a scalfire la robusta pelle del
mostro, che con una zampata atterra il guerriero e si accinge a
divorarlo. CICO
però, su ordine di ZAGOR,
distoglie l’attenzione della Bestia,
avvicinandosi a essa e sparandole: i proiettili rimbalzano sul corpo
della creatura, ma l’azione del messicano salva Galad.
ZAGOR,
intanto, strappa a PANKO
l’amuleto che questi aveva ricevuto anni prima da Elchin
e grazie al quale può rendersi
immateriale. Diventato tale a sua volta, l’eroe riesce a balzare
sul dorso della Bestia;
poi, riacquistata la sua consistenza corporea, colpisce ripetutamente
con la scure la testa del mostro. Nel contempo, CICO
spara agli occhi del lucertolone e Galad
scaglia con forza la sua spada, che si conficca nella gola della
creatura. In preda al dolore, la Bestia
si libera di ZAGOR
con un scatto improvviso e, dopo aver lanciato un grido spaventoso,
si abbatte a terra priva di vita. I Nostri possono così entrare
nella grotta e liberare Elchin.
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Zagor,
Cico e Galad attaccano contemporaneamente la Bestia – ZGR 195, p. 75
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La
morte della Bestia – ZGR 195, p. 77
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BIRGIT-DUE-FACCE
La
terribile figlia di BALOR. Ne Il
ritorno di Kandrax (M. Boselli [sog.&scen.] –
G.Ferri-M. Torricelli-C.Marcello [dis.], nn. 431-435),
Birgit-Due-Facce – la quale deve il suo nome al fatto di
avere appunto due volti: uno bellissimo e l’altro, collocato sul
lato opposto, mostruoso – è protagonista, oltre che di una
sequenza in cui combatte a Teamhair (la capitale di Erin)
a fianco di suo padre e degli altri FOMHOIR, di una scena
divertente, che ha luogo nell’Isola delle Ombre.
|
Zagor n. 433, settembre 2001. Disegno di Ferri. |
Mostrando
il suo volto bello e fingendosi una delle dame di compagnia della
principessa Grainne, l’astuta Birgit chiede aiuto a
Conan Mac Morna, il più goffo e fifone tra i guerrieri
Fianna. Quando Mac Morna le si avvicina, Birgit
gli afferra il braccio e, ruotando completamente la testa, rivela il
suo volto mostruoso; poi, ferisce il guerriero con i suoi artigli,
facendogli volare via la spada. Mac Morna si dà subito alla
fuga e Birgit, impossessatasi della sua spada, lo insegue. Il
panciuto guerriero inciampa e, ruzzolando, arriva nel luogo dove due
dei suoi compagni - il capitano Finn e Geena Mac
Lugha - stanno lottando da soli contro decine di FOMHOIR.
Pur di non affrontare la feroce Birgit, Mac Morna si
lancia contro i FOMHOIR, facendo ricredere Finn e
Geena, i quali non si aspettavano nessun aiuto da un fifone
come lui.
|
Mac
Morna cade nella trappola di Birgit-Due-Facce – ZGR 434, p. 31
|
|
Pur
di sfuggire alla terribile Birgit, Mac Morna si scaglia contro i
Fomhoir – ZGR 434, p. 33
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BISONTE
BIANCO
Spirito
maligno che compare ne La fiamma
nera (M. Boselli [sog.&scen.]
– G. Ferri [dis.], Speciale Zagor n. 4), avventura ambientata nella
Terra Wakan.
Questo luogo, irto di pericoli, si trova in una
dimensione parallela ed è una sorta di
Darkwood alternativa. ZAGOR
e CICO
vi giungono assieme a sei prescelti
che rappresentano altrettante nazioni indiane. Essi sono: Natan,
guerriero Apache;
Nuvola,
stregone Hopi;
Heyoka,
guerriero contrario
Mandan;
Ohiyesa,
guerriero Sioux;
e infine due grandi amici dello
Spirito con la Scure:
Tonka,
che come sappiamo è il capo dei Mohawk;
Satko,
avvocato Seminole.
Come si legge in seconda di copertina dello Speciale, Wakan
è la parola con cui i Sioux
chiamano lo spirito universale che, secondo i pellerossa in genere,
anima tutte le cose, viventi e non. Insomma, il Wakan
è la forza della vita. Nella storia, la sacra
fiamma del Wakan
si sta spegnendo a causa del demone WENDIGO,
e al suo posto è sorta la fiamma
nera, simbolo del male.
|
Zagor Speciale n. 4, giugno 1991. Disegno di Ferri. |
|
Con
la sua enorme mandria, il bisonte bianco va alla carica degli eroi
del Wakan
– Speciale ZGR 4, p. 94
|
Per
rigenerare la sacra fiamma,
ZAGOR
e i suoi compagni pellerossa dovranno versare il loro sangue,
superando diverse prove. Il bisonte
bianco è appunto una di queste,
precisamente la quarta. Bisogna aggiungere che questo spirito, al
pari degli altri mostri presenti nella storia, era in origine un
protettore del popolo rosso, ma l’influsso di WENDIGO
lo ha fatto diventare malvagio. In un’immensa prateria, il bisonte
bianco
guida la carica della sua enorme mandria contro i Nostri, i quali non
dispongono di alcun riparo. ZAGOR,
che vuole tentare di deviare l’assalto dei bisonti a colpi di
fucile, ordina ai suoi amici di fuggire. Questi obbediscono, con
l’eccezione di Ohiyesa:
[…] Io resto!
- dice il guerriero Sioux
allo Spirito con la Scure
- Un bisonte bianco guida quel
branco, e il bisonte bianco è il protettore dei Dakota! Perciò
tocca a me affrontare quel suo malvagio simulacro!.
Impugnando la sua lancia, Ohiyesa
si scaglia contro la mandria e, con una spettacolare acrobazia, salta
in groppa al capobranco, mentre ZAGOR
abbatte a fucilate i bisonti vicini. Il coraggioso Sioux, conficcando
la sua lancia nel corpo del bisonte
bianco, lo costringe a cambiare
direzione e a guidare il branco verso un dirupo. Sotto gli occhi dei
suoi compagni, Ohiyesa
precipita nell’abisso assieme a tutti i bisonti. Il
Sioux era un valoroso! – commenta
Tonka –
Mentre noi fuggivamo, lui andava
all’attacco, e per noi ha sacrificato la sua vita… .
|
Il
valoroso Ohiyesa si lancia contro i bisonti – Speciale ZGR, p. 95
|
|
Ohiyesa
balza in groppa al bisonte bianco e lo costringe a cambiare direzione
– Speciale ZGR 4, p. 96
|
Curiosità:
Nel vecchio West, i rari esemplari albini di bisonte erano
circondati, sia tra i pellerossa che tra i bianchi, da un alone di
leggenda. Non stupisce quindi che, oltre a comparire ne La
fiamma nera, il bisonte
bianco sia apparso, in precedenza,
in un film - Sfida a White Buffalo
(J. Lee Thompson, 1977) – e in una storia di Tex intitolata, per
l’appunto, Il bisonte bianco (C.
Nizzi [sog.&scen.] – F. Fusco [dis.], nn. 314-316).
|
Il
guerriero Sioux precipita nell’abisso con tutti i bisonti -
Speciale ZGR, p. 98
|
Massimo Capalbo
N.B. trovate i link alle altre lettere di Zagor Monsters andando sulla Mappa!
Tanti auguri, Gallieno!
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Altre grandi emozioni! ^^ Sono affascinato dalle vicende di re Artù e co. e leggere un' avventura come ICDG mi ha coinvolto ed emozionato! ^^ Avventura all' inizio misteriosa, poi d' azione e sempre più coinvolgente nello svelare il mistero intorno alla figura del graal e dei templari.
RispondiEliminaBen caratterizzato Percy così come i characters creati da Toninelli: Beau, Ke-no-ah e Piotr che non mi pare da lì non si siano più rivisti!
E stato il primo speciale di Zagor che ho comprato e per questo lo ricordo con affetto. ^^
Dopo questo un altro speciale proprio speciale: IPDE. Un' altra avventura fantasy per Zagor che non vuole essere un doppione di quella di Sclavi coinvolgente e piacevole che sa anche mischiare abilmente personaggi del nostro mondo. Una delle migliori prove di Torricelli!
"La maledizione di Tonka" è un albo cui sono molto affezionato perché la storia mi colpì e coinvolse. Solo dovetti aspettare un po per leggere la fine e rileggendola mi ha molto coinvolto soprattutto il rapporto d' amicizia che c' è tra i due e dell' altruismo di Tonka e di quello di Zagor verso l' amico.
SPOILER Mentre poi il capo indiano ormai è sicuro che rimarrà per sempre un mostro e vuole con un gesto di altruismo suicidarsi, Zagor mostra tutta la sua predisposizione a non arrendersi e a lottare fino all' ultimo per la sorte dell' amico! FINE SPOILER
Belli anche i disegni di Pepe. Solo di recente ho appreso che la spinta per un maggior approfondimento della storia si deve a Canzio. Ma veramente Toninelli voleva concluderla in maniera così svelta e banale? °_O Oh, mamma! Meno male che c' è pensato lui ad indirizzarla nel modo giusto e così si è trasformata in una delle migliori degli anni 80 secondo me. Fossero stati tutti così gli interventi redazionali non staremmo a parlare di medioevo a mio parere! Bravo poi Toninelli a far tesoro della direttiva e creare una storia bella e coinvolgente.
Passiamo ad un' altra memorabile storia degli anni 80, "Il signore nero" in uci quel mattacchione di Sclavi trasporta Zagor e Cico a Golnor! Una storia che inizia in maniera misteriosa e orrorifica e si trasforma in un fantasy con gnomi, goblin, draghi, maghi, stregoni... insomma tutti gli ingredienti del genere per creare un piccolo gioiellino sui generis! ^^ Unico appunto, la parte con l' armata immortale poteva durare di più. Notare come l' autore anticipi di dieci anni la scena de "L' armata delle tenebre" di Raim! °_O Pazzesco! Lui che cita, stavolta viene "citato"! XD
"La fiamma nera" l' ho letta solo di recente ed è una bella storia corale giocata in stile videogioco coinvolgente e ben strutturata dove Boselli si è sbizzarrito a far tesoro della sua cultura sulla mitologia indiana! Insomma segue l' esempio di Nolitta: scrivere divertendosi! Che poi di solito si divertono anche i lettori! ^^ Bell' esordio!