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lunedì 30 settembre 2013

NELLA TANA DEI LUPI: SAGUARO 16

di Filippo Pieri

Capita spesso di leggere - sui forum o sui social network - commenti su fumetti come Tex o Zagor in cui si afferma che una determinata storia, pur essendo bella, sarebbe stata scritta in maniera totalmente diversa dal creatore del personaggio. Secondo noi questi commenti sono fuori luogo perché non tengono conto, banalmente, di un fattore: i tempi sono cambiati.
Negli "anni d’oro" del fumetto italiano c’era un certo tipo di linguaggio e oggi ce n’è, inevitabilmente, un altro. Le storie di Zagor di oggi, per esempio, non possono più iniziare con gag di Cico che durano anche metà albo come ai tempi di Nolitta - nonostante Burattini, che di speciali di Cico ne ha scritti 19, potrebbe benissimo farlo.


 
Luigi Siniscalchi visto dal bravissimo Bira Dantas per il portoghese Tex Willer Blog, grandi amici di DW.


Tutto questo per dire che Bruno Enna scrive con mano davvero felice il suo personaggio, perfettamente calato - come tempi narrativi - ai giorni nostri, anche se la serie è ambientata negli anni Settanta. Saguaro cambia e muta esattamente come fa una persona reale nella sua vita. Non gli si può chiedere di rimanere sempre uguale a se stessa come accadeva appunto ai fumetti di una volta. Le cose cambiano velocemente e noi con loro.
Nell’albo di agosto 2013, disegnato da Siniscalchi, Thorn è stato rintegrato nell’FBI, ma deve fare obbligatoriamente alcune sedute dalla psicologa. Qui ci narra, di nuovo, il suo rapporto con Cobra Ray. E speriamo non faccia come Nathan Never che per anni ci ha raccontato un’infinità di volte di com’era morta sua moglie Laura Lorring per mano del pazzo Nad Mace, che gli aveva poi rapito la figlia Ann...


Il fenomeno delle "radio libere" in Italia: Alice negli anni Settanta.



Nell'episodio Enna affronta la questione della talpa all’interno del Bureau. Lionel Scott, l’agente che stava indagando sul caso, finisce all’ospedale in gravi condizioni e sulla scena del crimine viene visto fuggire un nativo americano. Per questo l’FBI fa un’azione di forza al campo indiano in cerca di indizi nella casa del sospettato. I due agenti incaricati usano le maniere forti perché considerano queste persone spazzatura.
Thorn si comporta "alla Tex" arrivando sul posto e prendendo a pugni gli agenti senza pensarci troppo. Così facendo conquista la fiducia del Popolo Rosso e in particolare della famiglia del sospettato. 
Grazie alle loro informazioni scoprirà che suo fratello di sangue Nastas è vivo e lavora a Radio Aquila Libera, una voce clandestina che trasmette in sovramodulazione (ovvero il loro segnale sovrasta quello delle radio che trasmettono sulla stessa frequenza) e che si occupa di denunciare i continui soprusi verso gli indiani. Alla fine dell’albo la talpa verrà catturata e Nastas lancia attraverso l'etere un messaggio all’uomo con le spine, dicendogli che un giorno dovrà abbandonare l’ambiguità in cui si trova adesso e scegliere da che parte stare.
Da notare che il rapporto tra Kai e Thorn sembra aver fatto dei passi avanti; a pag. 12 vediamo la bella agente a letto nella camera del nostro eroe.


Saguaro n. 16, settembre 2013. Copertina di Furnò.



Saguaro 16
IL NIDO DELL’AQUILA
Settembre 2013
Pagg. 100 - € 2,90
Testi: Bruno Enna
Disegni: Luigi Siniscalchi
Rubriche: Gianmaria Contro
Copertina: Davide Furnò


Filippo Pieri

N.B. trovate le altre recensioni bonelliani sul Giorno del Giudizio!

2 commenti:

  1. Sono sostanzialmente d'accordo con l'opinione espressa, mi permetto solo di dire che, a mio avviso, Zagor è un personaggio statico e rimasto praticamente uguale dagli albori. Se c'è un fossile fra i fumetti targati Bonelli il posto d'onore spetta a lui.

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    1. I lettori di Zagor sono ancor più "tradizionalisti" di quelli di Tex e credo che a loro piaccia soprattutto un personaggio il più fedele possibile alla lezione nolittiana. Burattini ha apportato dei cambiamenti (Zagor è più duro, maggiori sono gli elementi fantastici, horror e fantascientifici, etc.), secondo me molto positivi seppur "in linea", ma ha ricevuto numerose critiche (soverchiate dagli apprezzamenti, questo è vero). Personalmente non sono d'accordo con i cambiamenti radicali nel fumetto bonelliano: il mio pensiero va sempre a Mister No e alla rivoluzione di "Vento rosso" che, secondo me, arrivò quasi a snaturare il personaggio, peggiorando oltetutto la resa economica della testata.

      Grazie, carissimo Mort Cinder, per il tuo commento.

      Francesco Manetti

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