di Giampiero Belardinelli
L'addio di Claudio Nizzi a Tex è ormai cronaca da qualche anno e si appresta ad entrare nella storia del fumetto. Ci sarà tempo per realizzare, nei prossimi mesi, un’ampia analisi sull'opera texiana di Claudio Nizzi; tra l’altro, nel libro "Tex secondo Nizzi" anche da noi recensito, lo sceneggiatore si è soffermato, incalzato da Roberto Guarino, con ampiezza di particolari su tutte le storie a sua firma. Al momento dell’uscita del volume (ottobre 2012) mancava all’appello una sola avventura, fin lì ancora inedita, disegnata da Lucio Filippucci.
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Il libro-intervista che ripercorre la carriera texiana di Nizzi (Allagalla editore). Cover di Giovanni Ticci |
La curiosità era tanta e l’attenzione era tesa a constatare se
Nizzi ci avrebbe regalato un colpo di coda con una storia robusta. Dopo aver
riflettuto e rivisto più volte le pagine del racconto, mi sento di affermare
come lo sceneggiatore abbia inserito sia temi cari a Bonelli padre sia alcune cliché propri. Per
cominciare, fa piacere notare come lo scrittore di Fiumalbo si sia riappropriato della frizzante
ironia tra Tex e Carson. Certo, i due pard vengono coinvolti in una situazione
di notevole tensione tra gli Utes di Hierba Buena e il gruppo di spietati
affaristi decisi a farli sloggiare dalle loro terre: il motivo, la solita
bramosia di oro e potere. Quindi, Nizzi punta il dito contro la prepotenza e lo
fa con un Tex intransigente che non fa sconti a nessuno. Infatti, Tex e Carson agiscono con un coraggio che – rubando
le parole all’amico Nazzareno Giorgini – rimanda all’ottimismo bonelliano. La
situazione narrata ha un sapore di
western crepuscolare, ma i due eroi riescono da illuminarla con una fiducia
che riscalda il cuore. In alcune situazioni l’azione di Tex e Carson è meno
garibaldina rispetto a quella d’impronta bonelliana, ma non riterrei certe
prudenze strategiche dei Nostri come esempi di inettitudine. Tirando le somme,
ritengo l’avventura di Nizzi un prezioso esempio di racconto texiano per due
motivi: in primis, l’inguaribile fiducia del protagonista di portare giustizia là dove
c’è il marcio; in secondo luogo, la corroborante amicizia tra Tex e Carson, un
inno alla vita al di là degli ostacoli incontrati nel cammino. Una lezione da
non dimenticare!
Lucio Filippucci, qui alla seconda prova con Aquila della Notte,
sembra non trovare difficoltà nel raccontare il western, sebbene l’autore sia straordinario nel rappresentare
architetture o luoghi chiusi. I protagonisti, Tex e Carson, sono ben
caratterizzati e il suo segno riesce a valorizzare sia l’ironia sia la maschera di ghiaccio dei due granitici
ranger.
Tex Gigante 631
L'ORO DEI MONTI SAN JUAN
maggio 2013
pag. 116, € 2,90
Testi: Claudio Nizzi
Disegni: Lucio Filippucci
Copertina: Claudio Villa
Rubriche: Graziano Frediani
Tex Gigante 632
I VOLONTARI DI HERMANN
Giugno 2013
pag. 116, € 2,90
Testi: Claudio Nizzi
Disegni: Lucio Filippucci
Copertina: Claudio Villa
Rubriche: Graziano Frediani
Giampiero Belardinelli
Quante critiche al Nizzi fine anni 90, anni 2000! Non so quanto meritate perché a parte "Mefisto" e il 500, di quel periodo non ho letto quasi niente. Del ritorno dello stregone mi era piaciuto molto il primo albo mentre i successivi due mi avevano deluso tanto che non comprai stupidamente l' ultimo. Solo di recente ho scoperto della lunga e altalenante gestazione della storia rivalutando un po il suo operato.
RispondiEliminaMolto belle alcune sue storie anni 80 e 90 senza dimenticare quanto fatto prima. Ho letto sia le sue due storie di MN che un paio di Larry Yuma e una di Capitan Erik. Peccato per la sua crisi creativa e per aver dovuto lasciare NR. Devo recuperare "Leo Pulp". Comunque un grande del fumetto italiano che ci ha regalato grandi emozioni.
Claudio Nizzi è stato il miglior sceneggiatore di Tex, iniseme a papà Bonelli. Ancora oggi le sue storie le leggo con piacere...
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