di Elio Marracci
La parola chambara,
che in lingua nipponica significa combattimento con la spada, indica
l'insieme di opere cinematografiche e televisive, i cui maggiori
specialisti sono, solo per citarne alcuni, registi del calibro di
Akira Kurosawa, Kenji Misumi e Hiroshi Inagaki, note in occidente
come Samurai movie. Ambientati nel Giappone
feudale, in periodi di guerre e di disordini sia a livello sociale che
politico, questi lavori, in cui abbondano scene d'azione concitate,
scontri, uccisioni e sangue, hanno spesso protagonisti dal passato
tormentato e sono incentrati su temi ricorrenti quali il vigore
fisico, il coraggio, la lealtà al Signore, la spada, l’onore, la
vendetta, il suicidio rituale e il contrasto fra dovere e sentimento.
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Chambara. Un fotogramma di Shichinin no Samurai, diretto nel 1954 da Akira Kurosawa, con Toshiro Mifune. |
La redenzione del
samurai, secondo volume della collana Le Storie, serie
antologica a fumetti pubblicata da Sergio Bonelli Editore a partire
dal mese di ottobre del 2012, può essere ritenuto a tutti gli
effetti uno chambara a fumetti. L'albo, sceneggiato dal
romano Roberto Recchioni e disegnato dal palermitano Andrea Accardi,
narra infatti le gesta del giovane samurai Tetsuo Kogawa che, dopo la
diserzione del suo maestro Jubei Shimada, viene incaricato dal
signore del feudo di trovarlo e condurlo al suo cospetto o di morire
nel tentativo di farlo. Nel corso della storia,
che avrà un epilogo duro e inaspettato, Tetsuo, oltre al
ritrovato Jubei, incontrerà Ichi, un simpatico, anziano samurai
cieco, che molta importanza assumerà nel dipanarsi della vicenda.
Per quanto riguarda
la sceneggiatura e i disegni, a una trama molto semplice e immediata - che
ricalca quella dei film di samurai più famosi - i cui artifici vengono
usati per conferire ritmo cinematografico alla lettura (si
trovano dialoghi estremamente efficaci e funzionali alla narrazione e
riferimenti al codice del bushido), sono affiancate tavole realizzate
con un segno lineare eppure incline al grottesco, in cui i primi
piani e i giochi di luce, l'uso di linee cinetiche nelle scene di
combattimento e il ricorrere a retini e a diverse tonalità di grigio
per i flashback rimandano inevitabilmente al linguaggio visivo dei
manga. Una cura maniacale
inoltre è posta dai due autori nel ricreare l'ambientazione
dell'opera, ispirata alle più evocative rappresentazioni pittoriche
dell'arte giapponese, nella ricostruzione scenografica e nei costumi
dei personaggi.
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Roberto Recchioni. |
Un'altra curiosità da
mettere in evidenza sono le citazioni, che riguardano i personaggi,
presenti all'interno di questo volume arricchito da una bella
copertina dipinta del maestro Aldo Di Gennaro. Il volto di uno dei due
protagonisti della vicenda, il samurai ribelle Jubei Shimada, è
ricalcato su quello dell'attore feticcio di Akira Kurosawa, Toshiro
Mifune, mentre la figura di Ichi è incentrata su quella del
massaggiatore cieco Zatōichi creata dallo scrittore giapponese Kan
Shimozawa e protagonista, oltre che di vari romanzi, di ventisette
lungometraggi.
Alla luce di quanto
scritto, si può quindi affermare che la lettura di questo volume,
che pur senza velleità autoriali accompagna il lettore in un viaggio
all'interno dell'immaginario giapponese con la messa in scena di
tutti quegli elementi e personaggi presenti nelle storie di samurai,
sia consigliata non solo agli appassionati di chambara ma anche a
chi in un albo a fumetti cerchi vicende avvincenti. Non ci resta che fare un applauso
al duo Recchioni Accardi perché, sopratutto ai giorni nostri, non è
facile raccontare qualcosa senza cadere nella noia o nel deja vù e
augurarci, visto che centodieci tavole risultano poche per un
racconto che poteva essere sviluppato con un respiro maggiormente
ampio, che Tetsuo Kogawa torni al più presto a comparire in un
prodotto della Bonelli.
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Le Storie n. 2. Copertina di Di gennaro. Novembre 2012 |
Le Storie 2
LA REDENZIONE DEL SAMURAI
novembre 2012
pagg. 116, € 3,50
Testi: Roberto Recchioni
Disegni: Andrea Accardi
Rubriche: Gianmaria
Contro
Copertina: Aldo Di
Gennaro
Elio Marracci
Bellissimo albo, non sono d'accordo con l'affermazione che non abbia velleità autoriali, anzi mi pare un piccolo capolavoro del fumetto. Apparente semplice, ma ricca di chiaroscuri, la trama. Disegno stupendo. Mi associo nello sperare in un qualche proseguimento.
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