di Francesco Manetti
Salt River e Una donna in ostaggio - rispettivamente Tex n. 627 e 628 del gennaio e febbraio 2013 - confermano Mauro Boselli uno dei maggiori soggettisti e, soprattutto, sceneggiatori del fumetto italiano (senza aggiungere altro, la vecchia divisione fra "popolare" e "d'autore" essendo ormai caduta in disuso, con la sempre rimpianta morte delle riviste-contenitore). Non ci sono personaggi lasciati indietro in quanto a caratterizzazione. Perfino l'indiano che in poche vignette schiatta sotto il piombo dei banditi, dopo un lugubre presagio di morte, è una figura tratteggiata per durare. Come Boselli ci ha insegnato la novità in Tex - rispetto alla lezione classica di G. L. Bonelli e di Nizzi - può risiedere nella coralità. Ecco dunque, con l'imprescindibile aiuto di un divino Andreucci, sfilare una sequenza impressionante di attori, ognuno intento a giocare il proprio ruolo, incastrandosi perfettamente nella recitazione degli altri, senza che nemmeno un granello di sabbia cada fuori dalla clessidra, cada a inceppare il complicato meccanismo dell'affabulazione.
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Stazione di posta e ufficio telegrafico americano nel 1909... pochi decenni dopo Tex! |
Coralità dei personaggi e coralità dei luoghi. Nella loro missione di giustizia i tre pard - Tex, Carson e Kit senza Tiger - si spostano di cittadina in cittadina, insieme, in coppie incrociate o in solitario. Si separano, si ritrovano, si lasciano di nuovo, si incontrano ancora, si tengono in contatto col passaparola e col telegrafo. Come nella partita fra la Morte e il Cavaliere nell'Ultimo Sigillo di Bergman, il Boselli demiurgo muove le sue pedine; fa perdere loro alcune battaglie, ma l'obiettivo è chiaro. Lo scacco matto.
Il punto focale dell'azione, il motivo, il carburante che porta a più riprese avanti la narrazione, è l'infatuamento di Piccolo Falco per un'affascinante dottoressa di frontiera, che spande sudore per curare e assistere nelle riserve le tribù autoctone sempre più impoverite dalla voracità yankee. L'amore rende ciechi, recita l'adagio... Le indagini procedono con un ritmo sincopato. C'è qualcosa che ostacola. I ranger sembrano muoversi più nelle sabbie mobili che nelle polveri dell'Ovest americano...
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L'attrice americana Theda Bara (al secolo Theodosia Burr Goodman, 1885-1955), la prima femme fatale del cinema. Qui nelle vesti di Cleopatra (J. Gordon Edwards, 1917). |
Piano piano - anche se il lettore più scafato aveva comunque percepito qualcosa - l'arcano di svela. La faccia d'angelo D.ssa Sarah Wyatt, bella single in un mondo di uomini, è in realtà una dark lady, infida a traditrice. E' più falsa di Giuda: non si chiama Wyatt, non è un medico e non è sola. E' addirittura la moglie del capo (Jack Curtiss, una serpe come poche) e di mestiere fa la basista della feroce banda di rapinatori-trasformisti che insanguina le piste del West. Raccattata chissà dove, con i suoi occhi da donna fatale, Sarah incanta il sesso forte come il fachiro il cobra. Ma in fondo, secondo il Vangelo di Carson, deve pur esserci in lei qualcosa di buono... e la storia si chiude all'insegna della speranza di una redenzione, seppur attraverso le sofferenze carcerarie. Sarah Wyatt: come i tutti characters più azzeccati del comic, anche questo di Boselli riflette e incarna la filosofia dello yin e dello yang: una goccia di divino anche nell'animo più nero e una stilla demoniaca anche nello spirito più candido.
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Tex n. 627, gennaio 2013. Copertina di Villa |
Tex Gigante 627
SALT RIVER
Gennaio 2013
pag. 116, € 2,90
Testi: Mauro Boselli
Disegni: Stefano Andreucci
Copertina: Claudio
Villa
Rubriche: Graziano
Frediani
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Tex n. 628, febbraio 2013. Copertina di Villa |
Tex Gigante 628
UNA DONNA IN OSTAGGIO
Febbraio 2013
pag. 116, € 2,90
Testi: Mauro Boselli
Disegni: Stefano Andreucci
Copertina: Claudio
Villa
Rubriche: Graziano
Frediani
Francesco Manetti
Mario?
RispondiEliminaBos
Grazie, Mauro (ovviamente Mauro e non Mario!), per la segnalazione del lapsus calami (nelle schede tecniche degli albi il tuo none era però riportato correttamente, e questo mi ha rassicurato sul fatto che non mi sono ancora del tutto bevuto il cervello). A chi aveva magari pensato a un nuovo autore del ranger, precisiamo che "Mario Boselli" non esiste e che l'autore dei due Tex sopra recensiti resta l'inimitabile, l'impareggiabile Mauro Boselli!
EliminaFrancesco Manetti
Mi spiace correggere i compilatori di un blog che amo frequentare, ma si tratta proprio di Mario Boselli e non del celeberrimo Boss Boselli. Quasi omonimo. Pensate solo al fatto che negli USA esistono un Frank Miller ed un Mike Miller, un Philip Tan ed Billy Tan. Noi abbiamo due Boselli. SBE sta pensando di far lavorare Mario sotto un nickname come i Galep e Fergal d'antan. Io ho proposto " Mario Bar " che richiama i song di Ligabue ( che ha qualcosa di indio nei tratti, ma potrebbe essere anche Tiger Jack in un dagherrotipo ). Vedremo. Mario ci sta dando un sacco di soddisfazioni: quella cosa della finta dottoressa che è in realtà una birba fa tanto soffiata di Zingales su Giannino.
RispondiEliminaBoss Boselli stava pensando di intitolare uno degli albi " a nord di Zingales " per richiamare lo storico " a sud di Nogales ", ma SBE ricorda ancora il momento in cui è stato necessario ridisegnare la faccia del cattivo di Canale 666 ( uno dei primi Dyd ) nelle ristampe, perchè nella prima versione pre discesa in campo del '94 era un clone di Berlusconi ( per tacere di un altro albo sempre di Dyd in cui " agiva " un politico estremista con le sembianze di Bossi sr - sempre nella prima versione ) e si è scelto qualcosa di meno vulnerabile agli strali di questa stampa elettrica. Pazienza.
Grande Crepascolo!
EliminaFranco Manetti
Teatranti! ;-)
RispondiEliminaGiangiacomo Belardinelli
E' la nostra natura!
EliminaFrancesco Zanetti