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giovedì 27 settembre 2012

PIOVIGGINANDO UCCIDE: UNO SGUARDO ANNEBBIATO AL SECONDO COLOR TEX

di Francesco Manetti


Qualche annetto fa, sul n. 6 del "magazzino bonelliano" Dime Press, apparve un dossier dedicato al Ranger di Gianluigi Bonelli. Moreno Burattini scrisse una ficcante introduzione, “Tre per quindici”, nella quale illustrava le modalità di scelta delle storie più belle di Tex che la redazione aveva deciso di commentare e i motivi che avevano portato lo staff a suddividerle in categorie. 


La copertina di Dime Press n. 6 (febbraio 1994) con il Dossier Tex.


Seguendo la lezione di Rudi Bargioni ed Ercole Lucotti (autori di uno dei primi libri dedicati a Willer, pubblicato addirittura nel 1979, per Gammalibri), e i consigli di Claudio Nizzi, fu deciso di estrapolare cinque canoni texiani: "città violenta", "fuorilegge", "ombre rosse", "ai confini della realtà" e "fuori registro".



Il libro su Tex di Bargioni e Lucotti (Gammalibri, 1979)



Se fosse possibile inserire, come se ci trovassimo di fronte a un ipetertesto continuamente aggiornabile come quelli che appaiono sui blog, in quel dossier del febbraio 1994 “I banditi delle nebbie”, il secondo Color Tex uscito nell'agosto 2012, con testi di Pasquale Ruju e disegni di Ugolino Cossu, in quale categoria rientrerrebbe questa nuova avventura in quadricromia? In quella dei “fuorilegge” di sicuro, in quanto la gang familiare capitanata dal brutale e repellente Uncle Bear tiranneggia per tutta la sequenza di tavole. Ma potrebbe appartenere anche a quella dedicata alle storie ambientate “ai confini della realtà”. I feroci assassini che impazzano sul lago Okanagan, nella British Columbia canadese, sfruttano infatti la nebbia per apparire all'improvvisso a poppa delle imbarcazioni, come fossero spettri o spiriti maligni.



Il lago Okanagan, British Columbia canadese, dove è ambientata la storia del Color Tex 2.



Quando i malcapitati naviganti vedono alle spalle giungere le prime ombre dei pirati sulle gelide acque dello specchio d'acqua incastonato come un gioiello prezioso nel Grande Nord è ormai troppo tardi – e non possono fare altro che recitare le ultime preghiere prima di trovarsi ad ascoltare il tintinnar di chiavi di San Pietro oppure (dipende dalle inclinazioni terreno) a spalar carbone nelle fornaci di Satanasso!


Una delle locandine americane del film "The Fog", 1980



La nebbia omicida immaginata da Ruju, per chi volesse far due passi nel fantastico mediatico, richiama quella di Carpenter nel capolavoro “Fog”, un film del 1980 in cui i fantasmi scatenati dalla bruma sono quelli di Capitan Blake, della sua ciurma e di un gruppo di lebbrosi vittime di un massacro. Di nebbie e di mostri ci parla anche Stephen King in un suo racconto (“La nebbia”, per l'appunto) apparso nella raccolta “Scheletri” del 1985: all'interno di un supermercato alcuni clienti - un campionario di varia umanità - sono costretti a convivere con l'orrore e con la follia, assediati da esseri abominevoli. Frank Darabont ha tratto dal breve scritto del Re un ottimo film, “The Mist”, apparso nelle sale nel 2007. Darabont è un fedele traspositore su pellicola di trame kinghiane: suoi sono anche “Le ali della libertà” del 1994 (tratto da “Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank”) e “Il miglio verde” del 1999 (dall'omonimo libro).


Una delle locandine italiane del film "The Myst", 2007


Tornando al Color Tex, la trama potrebbe anche trovare degna posizione nella categoria “ombre rosse”, dedicata agli Indiani d'America. Sono loro, con la prigioniera e schiava sessuale Imala della tribù Salish, la controparte positiva, perfettamente inserita nello scenario naturale boschivo del Canada, della combriccola di malvagi predatori, piombati come gli alieni devastatori di “Independence Day” nella regione dei Grandi Laghi.


Color Tex n. 2 con la copertina di Villa (C) Sergio Bonelli Editore, 2012


Color Tex 2
I BANDITI DELLE NEBBIE
Agosto 2012
pag. 164 (a colori), € 5,50
Testi: Pasquale Rujo
Disegni: Ugolino Cossu
Colori: GFB Comics (Nucci Guzzi)
Copertina: Claudio Villa


Francesco Manetti

N.B. i link alle recensioni bonelliane sono sul Giorno del Giudizio!

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