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domenica 23 settembre 2012

FUGA IMPOSSIBILE: UNA LETTURA DEL MAXI ZAGOR 18

di Francesco Manetti


Mister No a Darkwood!

A poco meno di un anno dalla scomparsa di Sergio Bonelli e del suo alter ego letterario Guido Nolitta esce il Maxi Zagor n. 18, “La prigione sul lago”. Come ben spiega il curatore della serie Moreno Burattini nell'introduzione, l'albo potrebbe essere considerato una sorta di omaggio al grande autore/editore assente ormai dal 2011. Innanzitutto in virtù degli autori del racconto, lo sceneggiatore Luigi Mignacco e i disegnatori Domenico e Stefano Di Vitto, che hanno lavorato per tanti anni alla collana di Mister No, una delle più celebri creature nolittiane. E poi l'ambientazione fluviale, che potrebbe rimandare all'intrico d'acqua che è l'Amazzonia. Infine un personaggio, il battelliere donnaiolo Rick Rogers che, come scrive ancora il Burattini, potrebbe assomigliare a Jerry Drake, in quanto a carattere e a focosità d'animo.



Mister No e il carcere. Copertina del n. 58, marzo 1980.


La storia, vista con l'occhio del lettore di romanzi di genere o d'appendice, non è soltanto una classica avventura di Darkwood, quel regno del possibile e dell'impossibile, il nodo dove si incrociano mondi alieni e realtà alternative, il soft place che abbiamo imparato a conoscere sul primo “zagorone”, ma si tinge anche di una pennellata di steampunk. La fortunata corrente fantascientifica, dove l'era vittoriana precorre i tempi con futuribili macchinari azionati a vapore, fa qui capolino – solo capolino, con i sommergibili mediante i quali viene dato l'assalto al carcere sul lago: all'epoca di Zagor i sottomarini dovevano apparire come oggi apparirebbe un aereo stealth del tutto rivoluzionario! Quando si dice “letteratura d'evasione”! Il forte militare nella prateria viene sostituito con una prigione di massima sicurezza edificata su un isolotto lacustre.

Johnson's Island, sede del carcere federale durante la Guerra di Secessione americana.



Acqua e sbarre

Nel 1862 fu aperto negli Stati Uniti il carcere federale di Johnson's Island, tre miglia al largo della cittadina di Sandusky, sul Lago Erie. Pensato per ospitare gli ufficiali di alto grado della Confederazione, catturati durante la Guerra di Secessione, accolse anche soldati di truppa. Rimase in funzione per tre anni ed entrarono nelle sue celle più di 15.000 galeotti. Più ostico è il carcere, più si scatena la fantasia del carcerato che sogna di tornare uccel di bosco, come ben potrebbero testimoniare Frank Morris e i fratelli Anglin, protagonisti nel 1962 di una spettacolare fuga da Alacatraz, narrata con maestria da Don Siegel nel celeberrimo film del 1979 interpretato da Clint Eastwood.


Frank Morris, protagonista della fuga da Alcatraz nel 1962.



La famigerata Alcatraz!



Volando verso il suolo patrio e atterrando sull'arcipelago toscano numerosi sono stati i carceri isolani, rimasti aperti e funzionanti fino in anni recenti. La Gorgona, la Capraia, Pianosa... Oppure potremmo planare sull'Asinara, nel Mar di Sardegna. Alcuni di questi si pensa addirittura di riaprirli, per dare una risposta alla crescente domanda di sicurezza che si leva dal basso. Vox populi...




Il carcere dell'Asinara.


Il carcere della Capraia.

Il carcere di Pianosa.


Il carcere della Gorgona.



E per finire, come non ricordare un'altra famosa gattabuia isolana nel mondo del fantastico? In questo caso la galera coincideva con l'intera isola, quella di Manhattan, in un 1997 alternativo, in un futuro ideato nel passato da un John Carpenter in stato di grazia. Un futuro cupo, oscuro, nero, ma che certo non avrebbe mai potuto essere immaginato – pur con tutto il pessimismo del regista – in uno scenario paragonabile alla devastazione totale dell'11 settembre...


La locandina di "Escape from New York", ovvero "1997 Fuga da Manhattan", 1981.




La copertina del Maxi Zagor n. 18, luglio 2012, disegnata da Ferri. (C) Sergio Bonelli Editore



Maxi Zagor 18
LA PRIGIONE SUL LAGO
Luglio 2012
pag. 292, € 6,50
Testi: Luigi Mignacco
Disegni: Domenico e Stefano Di Vitto
Copertina: Gallieno Ferri
Introduzione: Moreno Burattini


Francesco Manetti

N.B. i link alle recensioni bonelliane sono sul Giorno del Giudizio!

6 commenti:

  1. Mi hai fatto venire voglia di comprare questo Maxi Zagor

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    1. Allora, carissimo Giovanni, vuol dire che la recensione è riuscita a comunicare il messaggio giusto. Il fatto, cioè, che il Maxi Zagor in questione fosse un'avventura degna di essere letta.

      Francesco Manetti

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  2. (copia e incolla brutale da Facebook): Bella recensione. Non c'è che dire. In un ipotetico Maxi rivisitato nell'impostazione l'avrei benissimo visto come redazionale in coda alla storia. Ma sul maxi pare ci saranno novità prossimamente... roba da Dime Press :-) Nel frattempo, ricorderei l'iniziativa dei fratelli Di Vitto che anche con quest'albo hanno chiesto ai lettori di inviare le loro foto con il maxi in mano. "Qualcuno" ha vinto il terzo premio... ;-) http://www.lapiazzadiscanno.it/news/2012/settembre/zagor24.asp

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    1. Un saluto a Marco Grasso, che ringraziamo per i complimenti che fa alla recensione.

      Francesco Manetti

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  3. Recensione azzeccatissima, caro Francesco. Mi vien la "saudade" della Dime Press cartacea. Salutoni dalla Terra di Mister No!
    Julio Schneider

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    1. Che piacere, Julio, ritrovarti su Dime Web, e grazie per l'apprezzamento! La "saudade" di Dime Press ce l'ho avuta per dieci anni, insieme al rimpianto per tante decisioni che a suo tempo furono prese e che poi si rivelarono errate... Beh, speriamo di rifarci, adesso con Dime Web... certo che, per arrivare ai livelli di completezza bonelliano di Dime Press ce ne vorrà!

      Francesco Manetti

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