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martedì 30 maggio 2023

IL RECORD DI DISO

Diamo i numeri 79 

di Saverio Ceri


Avevamo già parlato quattro anni or sono dei "pennelli d'argento", ovvero degli illustratori bonelliani che hanno realizzato e pubblicato tavole a fumetti in età più avanzata. In quell'occasione parlammo del record appena stabilito da Roberto Diso, ma subito battuto da Miguel Angel Repetto
Torniamo sull'argomento per aggiornare quella puntata con gli sviluppi degli ultimi quattro anni, in particolare con un importante sviluppo al vertice di questa particolare graduatoria, registrato recentemente. 
Un breve riepilogo di quanto spiegato nel post del 2019: Non potendo conoscere caso per caso, le vicissitudini editoriali di ogni storia, ne quelle personali di ogni disegnatore, stabiliamo due semplici, ma ragionate, "regole del gioco", ovvero quali sono i riferimenti oggettivi, che possiamo tenere in considerazione per stilare la graduatoria che troverete più sotto. In caso di autori viventi si considera la data di pubblicazione; in caso di pubblicazione postuma la data del passaggio a miglior vita.

La copertina dell'albo del record, illustrazione di Piccinelli

Ripassate le regole, festeggiamo e rendiamo omaggio al grande Roberto Diso che con 50 tavole dello Zagor+ appena pubblicato diventa l'illustratore più maturo ad aver disegnato e pubblicato un fumetto Bonelli, e non solo, probabilmente è il disegnatore italiano in generale ad aver realizzato un fumetto in età più avanzata.
Una delle cinquanta tavole di Diso, che lo consacrano il decano degli illustratori bonelliani

Anche Alessandro Piccinelli, disegnatore della cover del maxi, ormai ribattezzato Zagor+, sembra rendere omaggio al Maestro romano, grande illustratore della natura e degli animali, rappresentando il lupo in copertina nella stessa posizione utilizzata da Diso all'interno della storia. 


Diso oltre a essere il decano dei bonelliani, diventa con le cinquanta tavole scritte per lui da Burattini sia l'esordiente più anziano di Zagor, sia il disegnatore più maturo dello Spirito con la Scure. Rimane a Repetto lo stesso primato di longevità artistica su Tex.  
Aggiorniamo nella tabella seguente, quindi, al 31 maggio 2023 la classifica dei Pennelli d'Argento, i decani dei disegnatori bonelliani.


Oltre al fantastico record di Diso, segnaliamo come appartiene a Gianluigi Coppola il record della matita più anziana di Dylan Dog e a Enrico Bagnoli lo stesso primato su Martin Mystère. Rispetto alla precedente puntata segnaliamo un passo in avanti del sempre attivissimo Giuseppe Montanari, oggi anche copertinista del Dylan Dog Old Boy insieme a Bacilieri. Grazie a storie brevi di Tex avanza anche Giorgio Trevisan, ed entra della Top Ten Aldo Di Gennaro. Esordio su Tex e ingresso in classifica, anche per il compianto Germano Ferri, approdato alla "fabbrica dei sogni" dopo una vita dedicata a Phantom. 

La più recente cover firmata da Roberto Diso è per il volume bonelliano che ristampa il settimo speciale di Mister No

Tornando a Roberto Diso, segnaliamo che probabilmente, se la cover del volume Avventura a Manaus appena uscito, è stata realizzata ex novo per questa occasione, il Maestro romano è anche il copertinista più agée della Sergio Bonelli Editore. 

Appuntamento alla prossima puntata, tra una ventina di giorni, dedicata a un altro fantastico record assoluto bonelliano che sta per concretizzarsi.

Saverio Ceri

N.B. Trovate gli altri dati bonelliani nelle precedenti puntate della nostra rubrica Diamo i numeri.

lunedì 29 maggio 2023

DIME WEB INTERVISTA ROBERTO NATALINI! (LE INTERVISTE LXXIX)

a cura di Elio Marracci

Dopo quasi due anni di assenza da queste colonne tornano su Dime Web le interviste del prezioso amico e collaboratore Elio Marracci. Il nostro valente reporter inaugura con questa 79esima puntata un nuovo filone che lui stesso ha voluto chiamare "Fumetto & Cultura". Si parla molto di ... matematica! Del resto la matematica abbinata al fumetto va forte in Italia: oltre a Natalini e Plazzi, c'è almeno un altro matematico fumettista, ovvero Marco Marcello Lupoi, oggi boss della Panini e riferimento dell'editoria Marvel e Disney in Europa, che intervistammo secoli fa su "Collezionare". Certi che non ne rimarrete delusi vi auguriamo buona lettura! (s.c. & f.m.)


Roberto Natalini



Fumetto & Cultura 1

Per inaugurare la serie di interviste a intellettuali che, pur avendo a che fare con la nona arte, si occupano di ambiti diversi da questa, ho fatto due chiacchiere con Roberto Natalini.
Grande appassionato di fumetto, di cui ha scritto diversi soggetti, è nato a Roma nel 1960. Dopo una laurea in matematica all’Università La Sapienza e un dottorato di ricerca presso l’Università di Bordeaux, assume la direzione dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo “Mauro Picone”. Si occupa dello sviluppo di modelli matematici di fluidodinamica, problemi di perturbazione singolare, analisi dei flussi di traffico su reti, strutture biologiche e monitoraggio del patrimonio culturale e svolge un'intensa attività di divulgazione attraverso il sito “Maddmaths!” che ha il sostegno della SIMAI, Società Italiana di Matematica Applicata e Industriale, e dell'UMI, Unione Matematica Italiana. È inoltre Presidente della commissione per la diffusione della matematica della European Mathematical Society. Per quanto riguarda la letteratura disegnata, dal 2013, insieme ad Andrea Plazzi, si occupa dell'evento scientifico-fumettistico Lucca Comics&Science e degli albi Comics&Science editi dal CNR. Lo scienziato ha voluto rispondere ad alcune domande che gli ho posto. Quindi, senza indugiare oltre, lascio a lui la parola!


DIME WEB - Per i lettori che non ti conoscono potresti presentarti in due parole?

ROBERTO NATALINI - Ho 63 anni. Sono un matematico. Ho studiato alla Sapienza di Roma e poi ho fatto un dottorato a Bordeaux. Da 35 anni lavoro al Consiglio Nazionale delle Ricerche dove, da 9 anni, dirigo l'Istituto per le Applicazioni del Calcolo. Mi occupo di applicazioni. In questi ultimi anni, in particolare, ho proposto e studiato modelli matematici per la previsione del danneggiamento dei monumenti e anche per capire come si muovono e si organizzano le cellule del nostro corpo. Sono temi forse poco usuali, ma io li trovo appassionanti. Inoltre ho creato con alcuni colleghi il sito di divulgazione "MaddMaths!", in cui cerchiamo di raccontare la matematica anche a chi crede di non capirla.




DW - Sei un famoso scienziato e divulgatore scientifico ma, vista le sede dell'intervista, sorge spontaneo chiederti: qual è il tuo rapporto con la nona arte?

RN - Vabbè famoso è una parola grossa… Da piccolo ero un gran lettore di fumetti, e accanto a Topolino, Superman e Batman, leggevo sempre "Il Corriere dei Piccoli", dove ho conosciuto senza saperlo le più grandi firme del fumetto italiano di quegli anni. Jacovitti era una dei miei preferiti, ma anche Bonvì e Castelli, e per il fumetto franco-belga adoravo Gaston di Franquin. Poi certo, sono arrivati i supereroi Marvel, i primi "Alan Ford" e tanti altri. Purtroppo nel tempo mi sono un po' allontanato dal fumetto e mai avrei pensato di occuparmene così da vicino da grande.


DW - Quale lavoro svolgi esattamente? Com'è la tua giornata tipo?

RN - Eh, questa è una domanda difficile. Essendo il direttore del più grande istituto italiano di matematica applicata, una buona parte del tempo è presa da impegni amministrativi: gestione dei progetti, organizzazione dell'Istituto e delle attività di ricerca, risoluzione di problemi del personale, tante riunioni e tante, tante firme su svariati tipi di documenti! Una seconda parte è presa dalle attività di ricerca, incontri con i collaboratori oppure con scienziati di altre discipline che propongono nuovi problemi. La ricerca è un'attività strana, in cui spesso si incontrano vicoli ciechi e si procede a tastoni. Quindi molte volte dopo tanto lavoro sembra si ottenga poco. E qualche volta si scopre qualcosa, o si capisce un concetto difficile. Ma certo è molto lontano da quell'ideale di perfezione che molti si immaginano. Al Cnr non abbiamo didattica obbligatoria, ma seguo degli studenti di laurea o di dottorato per le loro tesi. Infine, la comunicazione della scienza, quella che in gergo si chiama “terza missione”, per cercare di far conoscere ai cittadini, a coloro che con le tasse pagano i nostri stipendi, qualcosa di quello che riusciamo a fare. E anche per cercare di trasmettere ai più giovani, ma anche ai meno giovani, la passione per la nostra disciplina.



DW - Sei stato autore di soggetti per storie a fumetti come “Topolino e i numeri del futuro”, scritta in coppia con Francesco Artibani. Quali analogie e quali differenze trovi tra lo scrivere opere di finzione e trattare quello di cui ti occupi solitamente?

RN - Intanto vorrei precisare che le mie collaborazioni sono consistite nel chiacchierare con Francesco, suggerendo qualche idea che poi lui ha saputo sviluppare tecnicamente in una sceneggiatura avvincente e che un disegnatore, in questo caso era Valerio Held, ha poi trasformato in una storia molto bella e spettacolare. Però sì, ci sono delle affinità con il lavoro dello scienziato. C'è un momento in cui devi avere un'idea. Magari grazie a uno spunto o a qualche esperienza passata, o alla pura intuizione. Poi però ti serve lo studio e la tecnica per far diventare questa idea un qualcosa che funzioni, che interessi altre persone, che dia dei frutti. Insomma, 99% traspirazione e 1% ispirazione!


DW - Con Andrea Plazzi sei uno dei curatori del progetto editoriale “Comics & Science”. Puoi dirci in cosa consiste e come si è evoluto dai suoi primordi?

RN - Nel 2011 ho conosciuto abbastanza casualmente, ma anche direi inevitabilmente, Andrea, scoprendo che aveva una solida formazione matematica: laurea a Bologna e attività professionale per vari anni successivi. Io ero alla ricerca di nuove modalità per raccontare la matematica, mentre lui cercava qualche idea editoriale interessante. E guardando la passione e la capacità di attenzione dei ragazzi e delle ragazze che vengono a Lucca, abbiamo deciso di provare a organizzare degli incontri che mettessero insieme fumetto e scienza. Nel primo, che si svolse a Lucca Comics 2012, presentammo "Enigma, la strana vita di Alan Turing" di Tuono Pettinato e Francesca Riccioni, uscito per Rizzoli Lizard. Un vero capolavoro! Da lì a pensare di fare dei volumi targati Cnr, il passo è stato breve. Il primo uscì a fine ottobre 2013 con una delle storie di "Misterius" di Leo Ortolani. Sala pienissima a Palazzo Ducale a Lucca e tanta voglia di continuare.


Tuono Pettinato e Natalini



DW - Al progetto hanno partecipato noti fumettisti del panorama nazionale. Come sono stati scelti?

RN - Allora... in questo team di solito io metto gli scienziati e Andrea mette i fumettisti. A volte facciamo invasione di campo, ma alla fine diciamo che è tutto molto corale. All'inizio siamo partiti con autori che conoscevamo bene, come Leo o Tuono. Poi, a mano a mano che il progetto veniva conosciuto, gli autori sono arrivati sia per interesse loro, sia in base alle esigenze della storia che volevamo realizzare. Perché, tranne pochissimi eccezioni, è bene sapere che in generale viene prima la proposta scientifica - vogliamo fare un fumetto su Fibonacci/la tavola periodica/i satelliti/le pandemie/Maryam Mirzakhani (professoressa di matematica della Stanford - n.d.r.), e un gruppo di scienziati disposti a seguirla - e solo poi vengono scelti gli autori, sia in funzione del loro stile, sia anche della loro disponibilità nei tempi utili al progetto.


DW - Come reagiscono i ricercatori quando vengono contattati per realizzare un albo?

RN - Come dicevo, in realtà spesso sono i ricercatori stessi che vengono a cercarci. Spesso sono colleghi del Cnr, ma a volte anche universitari, o anche persone che lavorano in centri di ricerca internazionale, come nel caso del volume, che contiene la storia Ekham la saggia di Giovanni Eccher e Sergio Pochione, commissionato come fumetto online dal Cecam di Losanna, Centre Européen de Calcul Atomique et Moléculaire, e ora uscito come volume cartaceo in italianoIn questo caso è stata la fisica Sara Bonella, direttrice del centro, a contattarci. E comunque c'è una cosa da dire: tra gli scienziati di tutti i tipi i fumetti vanno molto!




DW - Quali sorprese ci riserverà il futuro di “Comics & Science”?

RN - Allora... di solito la serie regolare ha due uscite l'anno, ma poi abbiamo richieste di numeri speciali che quest'anno dovrebbero essere tre! L'anno scorso Feltrinelli Comics ha ripubblicato in due volumi tutte le storie uscite fino al 2021, e questo è un progetto che non ci aspettavamo. Abbiamo iniziato un’attività di laboratori nelle scuole di fumetti scientifici, il C&S Lab, curato da Jacopo Peretti Cucchi e da Gabriele Peddes, che cerca di arrivare alla scienza attraverso un percorso narrativo. E poi mi sa che andremo avanti con progetti di spettacoli di fumetti dal vivo. Abbiamo già portato in giro con Andrea Plazzi e Giuseppe Palumbo, a volte sostituito da Gabriele Peddes, Archimede Infinito, e ora abbiamo in cantiere un nuovo progetto.


DW - Perché hai accolto immediatamente l'opportunità di diventare partner di un'attività che combina scienza e fumetto? Perché ritieni che il connubio di queste discipline sia una cornice insolita o c'è dell'altro?

RN - La scienza è difficile da comunicare perché c'è molta diffidenza e anche indifferenza nei suoi riguardi. Se per comunicare bene bisogna conoscere il proprio pubblico, prima però bisogna averlo e quando si parla di scienza è necessario avere degli elementi di intrattenimento che lo motivino ad avvicinarsi, specie se lo scopo è quello di arrivare a persone a priori non molto interessate. Il fumetto allora si rivela come un linguaggio ideale. Flessibile, eclettico, realizzabile in tempi ragionevoli e costi contenuti, di immediata percezione visiva. Quindi, no, il motivo della scelta del fumetto non è tanto nella stranezza, quanto la sua irragionevole efficacia.





DW - È innegabile il grande successo di autori come Sio e Zerocalcare che hanno cominciato a farsi conoscere diffondendo i proprio lavori su internet. Alla luce di questa considerazione, da scienziato, ma soprattutto da appassionato di letteratura disegnata, ti chiedo: cosa ne pensi e come vedi l’utilizzo della Rete nel campo dei fumetti?

RN - La rete è tra noi, e per gli scienziati vuol dire da oltre 30 anni. Io ho mandato il mio primo messaggio di posta elettronica nel 1988!! Ed è un mezzo formidabile per farsi conoscere, creare un pubblico ed interagirci. Questo non vuol dire che non siano importanti gli eventi dal vivo, ma poi Internet agisce da moltiplicatore. E diciamocelo, senza la Rete, un progetto come "Comics&Science" non potrebbe proprio esistere...


DW - Quali letture fumettistiche ed extrafumettistiche fai abitualmente?

RN - Confesso che non ho molto tempo e una parte del tempo libero è dedicato alle serie tv: in questo periodo "Succession" e "The Diplomat". Qualche bel fumetto ci sta sempre, l'ultimo è la bellissima storia della matematica Sofia Kovaleskaja di Alice Milani, edita da Coconino. Ovviamente gli albi degli autori che ho conosciuto e che hanno lavorato per Comics&Science non me li lascio sfuggire. E per le letture extrafumettistiche, accanto ad alcuni autori americani che mi hanno formato, Kurt Vonnegut, Philip Dick, David Foster Wallace, e agli oulipiani, Georges Perec in testa a tutti, ho una grande passione per i romanzi noir. ("oulipiani", da OULIPO, sigla di "Ouvroir de littérature potentielle", gruppo fondato nel 1960 da R. Queneau e dal matematico François Le Lionnais - n.d.r.). Mi sono letto tutti i romanzi di James Ellroy, quelli di Michael Connelly che hanno per protagonista Henry Bosch, e ultimamente ho scoperto alcuni autori veramente notevoli: il sudafricano Deon Meyer e l'israeliano Dror Mishani. Lavori appassionanti e mai banali, scritti benissimo. Per non parlare delle opere, tutte, anche senza Maigret, di Georges Simenon, che sono sempre delle certezze.


Il gruppo OULIPO



DW - C'è una domanda che non ti è stata fatta alla quale vorresti rispondere?

RN - Forse è questa?



N.B. Trovate i link agli altri incontri con gli autori in Interviste & News!

domenica 28 maggio 2023

SECRET ORIGINS: MISTER NO 135

di Saverio Ceri

Approfittando dello spunto datoci delle uscite settimanali della collana cronologica, a colori, collaterale alla Gazzetta dello Sport, andiamo a scoprire le copertine originali di Mister No, le loro eventuali fonti di ispirazione e le loro vicende editoriali in Italia e nel mondo.


Prosegue il giallo ambientato a Rio che vede coinvolto il nostro Jerry Drake. Mister No si imbatte, durante le indagini per scagionarsi, in Thomas Nunez, ex cacciatore di caimani, che conosce molto, se non tutto, della vicenda in cui si trova coinvolto, suo malgrado, il pilota. Scopriamo così che la misteriosa parola Curupiri, indica lo spirito a difesa della foresta, che pervade il vero assassino e che lo aiuterà a vendicarsi dei torti subiti, a far tornare il male a chi lo ha compiuto. Il male in questione è una strage realizzata vent'anni prima dagli uomini dell'8a compagnia di frontiera dell'esercito brasiliano. I soldati sterminarono un intero villaggio Jivaros, per rubare agli indigeni dei preziosi smeraldi; l'unico sopravvissuto, seppur ferito, è un ragazzino, Taxco, tratto in salvo proprio da Nunez, unico testimone dell'eccidio. Il cacciatore di caimani tenta di denunciare il fatto alle autorità di Rio, ma in cambio viene processato, incarcerato per due anni, e infine quasi eliminato fisicamente in un agguato nella foresta. Dal canto suo il giovane Taxco viene aiutato prima da un missionario nella foresta, e poi adottato da una ricca famiglia che lo "civilizza" facendolo studiare nelle migliori scuole del paese; ma Curupiri è ancora in lui, e a vent'anni dalla strage, sveste i panni del ricco proprietario terriero, per compiere la sua vendetta abbigliato come un Jivaros. La missione è quasi compiuta: manca un solo uomo da colpire.... 


La copertina di Diso, datata agosto 1986, sintetizza bene la trama: Taxco di nascosto, con astuzia, stermina uno dopo l'altro gli assassini della sua tribù, ma quello che appare colpevole, in primo piano, in bella vista, è sempre Mister No, che essendo sulle tracce del vero assassino bene o male è sempre presente sul luogo degli omicidi.
L'unica aggiunta di rilievo alla copertina, in questa edizione della Gazzetta è la firma dell'illustratore romano, decano dei disegnatori bonelliani.
La Bonelli aveva già riutilizzato questa cover in occasione della 34a raccolta della serie che riportava in edicola ricopertinandole le rese dei numeri 134 e 135. 


Orfani della collana francese, ritroviamo questa copertina utilizzata solo dalla collana jugoslava Lunov Magnus Strip per il numero 863 intitolato Freccia avvelenata. Ovviamente senza il quadrifoglio sulla spalla di Jerry.



I lettori della penisola balcanica, in particolare croati, riscoprirono nel gennaio 2014 la vera cover, con tanto di quadrifoglio sulla spalla, grazie all'edizione della Libellus, che il simbolo portafortuna di Mister No lo riporta pure nel logo. 
Il 63° volume della collana, che raccoglie l'intera prima storia di Ongaro, disegnata da Bignotti, si intitola proprio come Mister No 135: Giuramento di sangue


Saverio Ceri

N.B. Vi invitiamo a scoprire o riscoprire, anche le precedenti puntate di Secret Origins dedicate al Tex Classic e a Mister No in Cronologie & Index. 

sabato 27 maggio 2023

L'EREDITÀ GWINPLAINE

di Filippo Pieri

Durante la puntata del 24 Aprile 2023 del game "L'eredità" su RaiUno è stato posta una domanda a tema fumettistico. Infatti si chiede: Gwynplaine, protagonista di un romanzo di Victor Hugo, avrebbe ispirato quale personaggio dei fumetti? 1) Martin Mystere (sic!); 2) Joker. Il romanzo in questione è L'uomo che ride, e quindi la risposta esatta è Joker, la nemesi di Batman. Non poteva esserci altra risposta, del resto, visto che non esiste alcun personaggio dei fumetti chiamato Martin Mystere: forse intendevano Martin Mystère...



N.B. Trovate i link alle altre novità bonelliane su Interviste & News!

venerdì 26 maggio 2023

IL WILLER DOPPIO CROCIATO FACILITATO

di Filippo Pieri

Sulla "Settimana Enigmistica" n. 4751 del 13 Aprile 2023 a pagina 11 all'interno della rubrica "Parole Crociate Facilitate" c'è un quesito bonelliano. Infatti al 30 verticale si chiede: Il Willer dei Fumetti. Nel numero successivo della rivista, ovvero il 4752 del 20 aprile 2023, sempre nella stessa rubrica appare la stessa citazione bonelliana su Tex - stavolta al 27 verticale. Unica differenza: gli schemi sono firmati da autori diversi!



N.B. Trovate i link alle altre novità bonelliane su Interviste & News!

giovedì 25 maggio 2023

DYLAN INVESTIGATORE DEI FUMETTI

di Filippo Pieri

Sulla "Settimana Enigmistica" n. 4743 del 16 Febbraio 2023 a pagina 18 c'è una citazione bonelliana. Infatti all'interno della rubrica "Anagrammi di parole crociate" al 36 orizzontale si chiede: Dylan ____, investigatore dei fumetti.


N.B. trovate i link alle altre novità bonelliane su Interviste & News!

mercoledì 24 maggio 2023

IL FUMETTO PIÙ AMATO DAGLI ITALIANI?

di Filippo Pieri

Durante la puntata del 12 Aprile 2023 del game show "100% Italia" su TV8 si è  parlato di fumetti. Infatti è stato chiesto: Qual è il fumetto italiano che ti piace di più? Le risposte erano:  1) Dylan Dog; 2) Tex Willer; 3) Valentina; 4) Diabolik. Per la cronaca il più votato è stato il Re del Terrore.



N.B. Trovate i link alle altre novità bonelliane su Interviste & News!

martedì 23 maggio 2023

SECRET ORIGINS: MISTER NO 134

di Saverio Ceri

Approfittando dello spunto datoci delle uscite settimanali della collana cronologica, a colori, collaterale alla Gazzetta dello Sport, andiamo a scoprire le copertine originali di Mister No, le loro eventuali fonti di ispirazione e le loro vicende editoriali in Italia e nel mondo.


Prosegue per tutto l'albo la prima avventura di Mister No scritta da Alberto Ongaro: un giallo che vede cadere vittima di dardi avvelenati, uno dietro l'altro, una serie di benestanti abitanti di Rio de Janeiro. Mister No fin da subito sembra essere il colpevole perfetto, viene imprigionato, ma riesce a fuggire e nella ricerca del vero colpevole è sempre un passo avanti alla polizia di Rio. Il responsabile pare essere un indio che si sta vendicando per un avvenimento di venti anni prima, nel 1937, legato ad alcuni ufficiali dell'8a compagnia di frontiera dell'esercito brasiliano. Mister No riesce anche a trovarsi faccia a faccia col presunto colpevole, ma viene stordito da un invisibile nemico alle spalle. In suo aiuto, in questa battaglia per dimostrare la propria innocenza e smascherare l'assassino, arriva da Manaus anche Esse-Esse. 


La copertina originale è del luglio 1986 ed è praticamente uguale a quella di Gazzetta. In realtà, già a partire dal numero scorso, una piccola variante, sulla copertina e sulle pagine interne della serie originale bonelliana, sarebbe da registrare. All'interno, in particolare nell'ultima striscia dell'albo, troviamo, per pubblicizzare in numero successivo, direttamente la cover del volume in uscita il mese dopo, al posto del classico disegno di Mister No. Questo avvenne per quattro numeri consecutivi visto che si ritenne più utile per la casa editrice pubblicizzare, in terza e in quarta di copertina, il lancio di Tutto Zagor, il primo speciale di Mister No e l'arrivo di un nuovo eroe (tale Dylan Dog), relegando così la cover del prossimo numero in un rettangolino a pagina 98. La piccola novità in copertina è sul logo che dallo scorso numero non è più "sfondato", ma ha al suo interno una campitura nera. 
Il logo con sfondo "pieno" è anche una caratteristica, fin dal primo volume, anche della collana di ristampe della If, che utilizzò questa cover per il suo 67° numero nel novembre del 2012. 
La copertina completamente ricolorata si segnala anche per la sparizione di vari grattaceli di Rio.    


Colori completamente alterati nella versione jugoslava, pubblicata sul numero 864 di Lunov Magnus Strip. Kurupiri, il titolo, è la misteriosa parola che potrebbe portare alla soluzione del caso, se solo qualcuno ne conoscesse il significato...


La collana francese della Mon Journal ci saluta con questa uscita del marzo 1990. La testata infatti chiuse i battenti col numero 171, intitolato Le cavalier fou, Il cavaliere folle, riferito a Mister No in fuga a cavallo dal posto di polizia di Rio. 


Stessa situazione della copertina originale di Diso, ma realizzata da un non meglio precisato illustratore, a partire da una vignetta di pagina 14. L'avventura di Alberto Ongaro e Franco Bignotti venne bruscamente interrotta. I lettori transalpini dovettero attendere 22 anni per conoscerne il finale, ma di questo parleremo nella 136a puntata.


Saverio Ceri

N.B. Vi invitiamo a scoprire o riscoprire, anche le precedenti puntate di Secret Origins dedicate al Tex Classic e a Mister No in Cronologie & Index. 

venerdì 19 maggio 2023

SECRET ORIGINS: TEX CLASSIC 162

 di Saverio Ceri

con la collaborazione di Francesco Bosco e Mauro Scremin

Bentornati a Secret Origins l'appuntamento quattordicinale che ci conduce alla scoperta delle origini delle copertine di Tex Classic e di eventuali altre cover ispirate alle pagine a fumetti dell'albo in edicola.


Su Tex Classic 162 troviamo ristampate a colori 192 strisce, pubblicate la prima volta sui numeri dal 26 al 29 della Serie Pueblo, la 34a di Tex nel formato originale, usciti in edicola tra agosto e settembre del 1965. Le stesse pagine erano state pubblicate per la prima volta nel formato bonelliano trai numeri 75 e 76 della serie principale di Tex, datati gennaio e febbraio1967
Il titolo del Classic, I monti fumanti, è quello del numero 28 della Serie Pueblo, mentre la cover, che la redazione ha ritenuto più idonea per questo albo proviene da Tex 180, Il quinto uomo, dell'ottobre 1975. Tex viene traslato verso il basso rispetto all'immagine originale per farlo rientrare nella gabbia grafica delle copertine del Classic. Come spesso capita ultimamente la cover non rispecchia l'avventura contenuta delle 64 pagine a colori, stavolta completamente ambientate nella gelida Alaska. 


Francesco Bosco e Mauro Scremin nei loro volumi Western all'italiana ci rivelano che Galleppini si ispirò per questa copertina all'illustrazione del paperback svedese Floodsparet, traduzione del romanzo Death Rides The River Trail di Jackson Cole. Il volume in questione è del 1969, ma la copertina è reperibile online solo a bassissima risoluzione, in compenso si vede benissimo la stessa illustrazione usata nel 1977, sempre in Svezia, per un altro romanzo di Cole, Smuggler's brand, tradotto col titolo Vaarallinen Lasti nel paese scandinavo.



Prima di oggi la cover di Galep era apparsa anche su Tutto Tex e Tex Nuova Ristampa numeri 180, con lo sfondo sempre più arancio e con le nuvole grigie in entrambi i casi. 


Come sempre dopo l'apparizione su Tex l'immagine comincia a diffondersi in tutto il mondo, a partire proprio dai paesi scandinavi da cui era partita. Qui sotto vedete infatti tre edizioni datate 1976, cominciando dalla finlandese e dalla norvegese; chiude il terzetto delle edizioni Williams la versione olandese.


Doppia apparizione transalpina per la cover de Il quinto uomo, sia sulla testata Rodeo della Lug, sia sulla collana  Mustang  della Semic.


Non si discosta dalle precedenti la copertina brasiliana targata Mythos per la collana Tex Coleçào, che si ispira più alla stesura di Tutto Tex che all'originale della serie regolare.


Stessa posa del ranger, ma mano di un altro illustratore, per la copertina turca di Yeni Teks 27, ispirata chiaramente alla cover di Tex 180. 


Prima di chiudere questa puntata vi segnaliamo che anche una vignetta della penultima pagina del Classic in edicola ha generato una copertina texiana. La vignetta in questione è quella qui sotto, col baffuto russo che spara a altezza uomo sul nostro ranger, abilissimo a evitare il colpo ravvicinato.
 
Stavolta è Claudio Villa che, ispirato dalla vignetta di Aurelio Galleppini, confeziona la copertina  de La freccia nera, 36° volume della Collezione Storica a Colori di Repubblica (2007). Villa aggiunge sullo sfondo l'inconfondibile skyline di una cittadina russa, costruita dagli esuli russi in Alaska che ignorano che la nazione artica è stata venduta nel frattempo dallo zar agli Stati Uniti .


Saverio Ceri

N.B. Vi invitiamo a scoprire anche le precedenti puntate di Secret Origins in Cronologie & Index.

venerdì 12 maggio 2023

SECRET ORIGINS: MISTER NO 133

di Saverio Ceri

Approfittando dello spunto datoci delle uscite settimanali della collana cronologica, a colori, collaterale alla Gazzetta dello Sport, andiamo a scoprire le copertine originali di Mister No, le loro eventuali fonti di ispirazione e le loro vicende editoriali in Italia e nel mondo.


Si conclude l'avventura bellico-archeologica scritta da Guido Nolitta per Roberto Diso ambientata nella prima metà del 1944 in Italia. Mister No finalmente scopre chi si cela dietro al "demone etrusco" che uccide i tombaroli e i soldati americani, ma anche i suoi insospettabili alleati. Il suggestivo teatro dello scontro finale è il misterioso boschetto sacro di Bomarzo con i suoi inquietanti mostri di pietra. Qui Mister No riesce a uccidere il capitano nazista Mahler che impersonava il "demone", ma sta per essere ucciso dalla bella Claudia, sua complice, quando arrivano i suoi commilitoni a salvarlo.
Nella parte finale del volume debutta sulla collana Alberto Ongaro, che realizzerà nove storie per il personaggio prima di passare a scrivere Nick Raider con lo pseudonimo Alfredo Nogara; a tenerlo a battesimo è il veterano Franco Bignotti. La storia si svolge a Rio de Janeiro dove Mister No viene in qualche modo "ingaggiato" da una persona che ritiene, a ragione, di essere in pericolo di vita; e infatti poco dopo viene uccisa con un dardo Jivaros avvelenato.


La copertina originale di Roberto Diso è datata giugno 1986 e rispetto a quella odierna di Gazzetta dello Sport non conteneva la firma dell'autore. L'illustrazione è stata utilizzata poi anche per la raccolta numero 33, il volume ricopertinato che conteneva le rese degli albi 132 e 133.


Online si può trovare anche la copertina originale del Maestro romano, e si può scoprire che il disegno in realtà era stato pensato un po' più grande. In redazione si scelse di "zoomare" l'immagine delimitandola con una striscia di bianchetto in alto e a sinistra.
Fuori dai confini nazionali ritroviamo questa copertina, nel febbraio 1990, sul numero 170 della collana francese dedicata al pilota di Manaus, intitolato L'antre du monstre, L'antro del mostro. Si tratta del penultimo albo della testata transalpina.


La stessa illustrazione, ma senza quadrifoglio sulla spalla, ovviamente, venne utilizzata in Jugoslavia per il numero 860 di Lunov Magnus Strip, intitolato La bocca dello spettro.


Rimanendo nei Balcani segnaliamo che la croata Libellus nel 2013 ha raccolto l'episodio sul 62° volume della sua collana cronologica. Il tomo, con la storia completa raccontata da Jerry a Patricia, si intitola Il demone etrusco.


Anche in Turchia a questa immagine è toccato in sorte di diventare una copertina. La collana Klasik della Lal Kitap, infatti, raccoglie quattro volumi italiani per volta usando come cover l'illustrazione del primo dei quattro albi ristampati. In questo caso, se ci fate caso, il grafico locale si è dimenticato di cancellare qualcosa...  
Scoprite voi cosa.


Questa avventura di Jerry Drake è una delle, tutto sommato, poche avventure ad essere approdata in Brasile. Questa illustrazione servì ad introdurre la seconda e ultima parte della storia del demone etrusco, pubblicata sul numero 16 della collana della Mythos.

Saverio Ceri

N.B. Vi invitiamo a scoprire o riscoprire, anche le precedenti puntate di Secret Origins dedicate al Tex Classic e a Mister No in Cronologie & Index.