di Massimo Capalbo
Undicesimo appuntamento con l'Atlante di Mister No di Max Capalbo - fino a questo momento il progetto bonelliano più impegnativo di Dime Web. Diciamo "fino a questo momento" perché altre saporite pietanze stanno bollendo nella nostra pentola: rimanete sintonizzati e non resterete delusi! L'Atlante continua a riscuotere una grandissima attenzione sul Web - in Italia e fuori dai confini nazionali - cosa che ci rende orgogliosi e soddisfatti come curatori di questo piccolo blog. Il sito ufficiale della Sergio Bonelli Editore ha fin dall'inizio messo un link al nostro lavoro nella Homepage di Mister No - collegamento aggiornato nel novembre 2013, a dimostrazione che l'interesse di Via Buonarroti continua immutato! (s.c. & f.m.)
Disegno di Bruzzo. Da Tex Willer Blog. |
Legenda
- I nomi in stampatello e grassetto rimandano a una voce dell’Atlante.
- I nomi dei personaggi cui è dedicata una voce sono indicati per cognome - ovviamente se questo è conosciuto (per esempio: AMARAL, STELIO; REMY, ANOUK). In alcuni casi, però, abbiamo optato per il soprannome (per es.: ESSE-ESSE invece che KRUGER, OTTO). Riguardo poi a personaggi come O BISPO ed EL LOCO, le voci a loro dedicate sono state inserite sotto l’iniziale del nome, invece che sotto l’iniziale dell’articolo: per es., EL LOCO, si trova alla lettera L di LOCO e non alla lettera E di EL (che in spagnolo è appunto un articolo e corrisponde al nostro IL).
- I personaggi dalla doppia identità sono stati indicati con il nome della loro identità fittizia piuttosto che con il nome vero (ad es.: DEMONE ETRUSCO, GIUSTIZIERE DI BONAMPAK).
- Quando i personaggi vengono citati in una voce che non è a loro dedicata, solo il cognome è scritto in neretto e stampatello, in modo da rimandare immediatamente alla lettera sotto la quale sono stati inseriti (per es.: nel testo della voce ANACONDA, il personaggio Daniel Murdock è citato come Daniel MURDOCK). L’unica eccezione a questa regola riguarda il protagonista della serie, il cui nome - attenzione: non il nome proprio Jerry Drake, ma appunto il soprannome MISTER NO - è sempre scritto in neretto e stampatello, tranne ovviamente quando è inserito nel titolo di un fumetto o di un libro (per es.: Mister No Index Illustrato, Mister No Riedizione If).
- Per quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia alla memoria dei lettori in modo più efficace. Per esempio, la storia dei nn. 17-20 viene indicata con il titolo del n. 19, "Operazione Poseidon" perché esso è più rappresentativo, più calzante rispetto ad Agente segreto Zeta 3 e Tragica palude, che sono i titoli rispettivamente del n. 17 e del n. 19 (del tutto avulso poi il titolo del n. 20, Evasione!, visto che si riferisce alla storia successiva).
Disegno di Diso. |
K
KALAHARI
KNOX, RIDLEY
KOMODO
KOVACS, Colonnello
KALAHARI
KALAHARI
KNOX, RIDLEY
KOMODO
KOVACS, Colonnello
KALAHARI
Deserto
dell’AFRICA
meridionale che si estende per circa 900.000 km quadrati. Vi è
ambientata la seconda parte de I
pirati della Guinea
(A. Ongaro [sog.&scen.] – D. e S. Di Vitto, nn. 175-177),
quarto episodio della trasferta africana. La storia inizia a Douala,
importante città portuale del Camerun, dove MISTER
NO
conosce – dopo averlo salvato da un pestaggio - l’armatore
francese Philippe
Duval,
detto Pepè.
Questi è perseguitato dai fratelli Claude
e Al
Martin,
due gangster marsigliesi che hanno un passato come spie della
Gestapo.
Mister No n. 176, gennaio 1990. Disegno di Diso. |
Il Kalahari. |
I Martin
- a capo della Societé
Maritime,
una compagnia navale – godono di importanti appoggi politici nel
Paese africano e vogliono costringere Duval
a cedere loro il suo cantiere e la sua nave, l’Albatros.
Questo almeno è quanto crede Duval;
in realtà, ciò che realmente interessa ai due malvagi fratelli –
uno dei quali, il guercio Claude,
comanda pure una banda di pirati attiva nel Golfo di Guinea - è il
carico dell’Albatros,
consistente in tre bisarche, ossia tre grossi autocarri che
trasportano una dozzina di fuoristrada. Per fare un favore all’amico
Gerard,
capitano della nave Mouette,
Duval
deve portare questi autocarri - attraverso alcune piste segnate sulle
mappe fornitegli dal suddetto Gerard
- nel Bechuanaland (l’attuale Botswana), nella sede del giacimento
della Southern
Diamonds Company,
un autentico fortino situato in pieno Kalahari
e difeso da una guarnigione inglese. Nella stanza blindata della
compagnia ci sono cinquanta milioni di dollari in diamanti, ed è
proprio questo tesoro a far gola ai Martin,
i quali ne sono venuti a conoscenza grazie a un uomo della Southern,
il traditore Duncan,
e hanno appunto bisogno delle bisarche trasportate dall’Albatros
per entrare nel forte.
Mister
No e Pepe Duval in viaggio nel Kalahari – MNO 176, p. 39
|
MISTER
NO
decide di dare una mano all’armatore francese: dopo aver recuperato
le mappe delle piste, che Al
Martin
aveva fatto rubare dal cantiere di Duval,
sale a bordo dell’Albatros,
dove riesce a sventare l’attacco dei pirati di Claude
Martin.
Sbarcate le bisarche nell’Africa del Sud-Ovest (l’attuale
Namibia), il pilota, Duval
e gli uomini del suo equipaggio - tra i quali, il duro
George
Wilson
- si mettono alla guida degli autocarri e attraversano il Kalahari.
Superati alcuni contrattempi (il sequestro
di MISTER
NO
da parte di una tribù di Boscimani e la rimozione, con la dinamite,
di una roccia che bloccava l’accesso a un canyon) giungono a
destinazione. Sembra tutto finito, ma, all’improvviso, dai
fuoristrada sbucano i fratelli Martin
e i loro uomini, i quali, dopo il fallimento dell’assalto
all’Albatros,
avevano preceduto in aereo Duval
e gli altri e si erano nascosti nelle macchine mentre i Nostri
liberavano l’ingresso del canyon dalla suddetta roccia (fatta
cadere dai loro stessi avversari). I pirati uccidono tutti i soldati,
mentre Al
Martin,
desideroso di vendicarsi di MISTER
NO
(che, penetrato in casa sua, lo aveva umiliato e gli aveva pure
spaccato un dente), colpisce il pilota con il suo mitra e con
violenti calci. Il feroce Al
ha intenzione di uccidere Duval
e
tutti i suoi uomini, ma per poco non è lui a essere ammazzato da
Wilson,
che lo pugnala al petto prima di essere ucciso da Claude
Martin,
intervenuto in difesa del fratello.
I
fratelli Martin fanno una sgradita sorpresa a Mister No e compagni –
MNO 176, p. 52
|
Claude
viene a sapere da Duncan
che per impossessarsi dei diamanti bisognerà attendere il ritorno,
previsto per il giorno successivo, del capo del giacimento Bob
Allen,
l’unico che conosce la combinazione della stanza blindata. I Nostri
e gli uomini della Southern
vengono rinchiusi nei sotterranei del forte, dove MISTER
NO
riprende i sensi. Il pilota, fatti indossare i suoi vestiti a un
altro prigioniero per ingannare i pirati, fugge attraverso i condotti
dell’area condizionata: il suo scopo è dare l’allarme con una
delle radiotrasmittenti delle bisarche, ma, una volta scoperto che
sono state tolte, decide di scavalcare il muro del forte con
l’intenzione di raggiungere una vecchia pista militare. E’ qui
che si trova l’aereo con cui i Martin
e la loro banda hanno preceduto il convoglio di Duval.
Quest’ultimo, da parte sua, riesce a impadronirsi di una delle
bisarche e fugge via, sbarazzandosi dei suoi inseguitori, diversi dei
quali rimangono uccisi. Il giorno seguente, nello stesso momento in
cui Duval
e MISTER
NO
si ritrovano, l’ignaro Allen
ritorna, a bordo di un elicottero, al giacimento e viene costretto
dai Martin
ad aprire la stanza blindata ed a consegnare loro il sacchetto con i
diamanti. A questo punto, i due fratelli lasciano il forte e
raggiungono la succitata pista con l’elicottero di Allen,
seguiti dal resto della banda. I due fratelli, intenzionati a
lasciare l’Africa, non immaginano che MISTER
NO,
grazie all’aiuto di un simpatico indigeno e delle sue belle mogli
(vedi ZULU),
ha eluso la sorveglianza delle due sentinelle e manomesso l’aereo.
Lo scherzetto
del pilota costa la vita alle sentinelle, che vengono uccise dal
furibondo Al,
il quale poi elimina con il suo mitra tutti i
componenti neri
della banda per non spartire con essi il bottino. Quindi, assieme a
Claude
e ai pirati Hans
e Wilhelm
(risparmiati
da Al
poiché bianchi), l’ex nazista sale sull’elicottero, l’unico
mezzo disponibile. MISTER
NO,
però, ha agganciato all’elicottero un
lungo cavo d’acciaio unito alla bisarca. Questa, guidata dal
pilota, trascina l’elicottero, che va a schiantarsi contro delle
rocce, esplodendo: nessuno dei quattro banditi si salva. Recuperati i
diamanti, MISTER
NO
e Duval
fanno ritorno al forte.
La
faticosa corsa del pilota attraverso il deserto – MNO 176, p. 89
|
I
pirati della Guinea
è una buona storia, anche se non tra le più belle della trasferta
africana. Nelle pagine in cui il convoglio di Duval
attraversa l’arido Kalahari,
spiccano le scene in cui compaiono i Boscimani, i primi abitatori di
questo deserto e – come racconta Duval
a MISTER
NO
- di tutta l’Africa meridionale. Alcuni cacciatori Boscimani
colpiscono un’antilope con una freccia avvelenata; MISTER
NO,
per abbreviare alla povera bestia le atroci sofferenze, la uccide con
un colpo di pistola, ignorando che in questo modo si metterà nei
guai con gli indigeni. Infatti, un uomo di Duval,
il nero Kebir,
dice al pilota: Dopo
un certo numero di ore, se l’animale è ancora vivo, il veleno
svanisce… …invece rimane nel corpo di un animale morto e i
Boscimani non lo possono mangiare.
Hai
distrutto la loro cacciagione, Mister No.
Gli arrabbiati Boscimani, ai quali Kebir
cerca di spiegare che il Nostro non intendeva portare via la preda,
non solo vogliono il fucile di MISTER
NO,
ma pretendono che egli rimanga con loro a insegnargli come si usa
l’arma. Il pilota accetta e, una volta giunto al villaggio dei
Boscimani, scopre che il capotribù parla l’inglese (avendo
trascorso due anni a Pretoria) e odia tutti i bianchi. MISTER
NO,
in realtà, non ha alcuna intenzione di restare nel villaggio e,
durante la notte, fugge, dopo aver distratto e spaventato le
sentinelle con la sua pistola lanciarazzi. Per sua fortuna, i
Boscimani non riescono a centrarlo con le loro frecce, ed egli riesce
a raggiungere i compagni, che lo stavano aspettando poco lontano.
La
fine dei fratelli Martin – MNO 177, p. 44
|
KNOX,
RIDLEY
Il
villain
principale degli episodi Morte
a Manaus
(M. Masiero [sog.&scen.] – G. Bruzzo [dis.], nn. 314-315) e Il
tempo degli assassini
(M. Masiero [sog.&scen.] – F. Valdambrini [dis.], nn. 347-348).
Ridley
è
il nipote del miliardario californiano John
Knox,
che nella prima storia citata arriva a MANAUS
- assieme alla moglie Mindy,
all’amica
di questa, Barrett
WHITAKER,
e
allo stesso Ridley
- per visitare il luogo in mezzo alla giungla dove sorgerà una sua
nuova fabbrica.
Mister No n. 314, luglio 2001. Disegno di Diso. |
Il gruppetto assume come guide MISTER
NO
e ESSE-ESSE,
i quali conoscono bene sia Mindy
che
Barrett.
Appena giunto a MANAUS,
però, il miliardario subisce un attentato, al quale scampa per un
soffio. Il responsabile, che muore in uno scontro a fuoco con
ESSE-ESSE,
è un sicario al soldo del boss Xavier
(ma
questo i Nostri lo ignorano). Due giorni dopo, John
Knox
parte con gli altri per Taboca (il villaggio nei cui pressi sorgerà
la fabbrica), e il sergente OLIVEIRA
gli assegna quattro poliziotti di scorta: Wilson,
Andrade,
Moriondo
e
Royo.
Approfittando della temporanea assenza di MISTER
NO
e ESSE-ESSE
(recatisi, assieme alle due ragazze e a Ridley,
nel villaggio degli indioa Arara),
Moriondo
– che, con il collega Wilson,
è in combutta con Xavier
–
cerca di eliminare il miliardario, ma questi riesce a ucciderlo e a
sfuggire al succitato Wilson.
Il racconto che Knox
fa a MISTER
NO
quando questi, avvertito da Royo,
fa ritorno a Taboca, consente al Nostro di smascherare Wilson,
che poi si suicida in carcere, senza aver rivelato nulla su Xavier.
Ridley
Knox, un subdolo avversario – MNO 315, p. 33
|
Il vero mandante dei suddetti attentati non è però il boss di
MANAUS,
ma Ridley
Knox,
che vuole la morte dello zio per poterne ereditare il patrimonio.
Ridley,
che ha contattato Xavier
già prima dell’arrivo in BRASILE,
cerca di eliminare personalmente John,
ma viene sorpreso da MISTER
NO
e da Barrett.
I due erano stati messi in allarme da ESSE-ESSE,
insospettito dal fatto che, nel villaggio degli Arara,
il giovane americano aveva pronunciato, tradendosi, il nome di
Xavier.
Ridley
riesce a fuggire, e quando il pilota lo raggiunge, ha la meglio su di
lui in uno scontro fisico e, armato di ben due pistole, si accinge a
ucciderlo. MISTER
NO,
però, viene salvato dagli Arara,
che colpiscono Ridley
con le loro frecce, facendolo cadere da un precipizio. Il pilota è
certo che Ridley
sia
morto, ma ne Il
tempo degli assassini
scopriamo che egli è sopravvissuto grazie ai Kuikiroe,
misteriosa quanto ferocissima tribù indigena, la quale, in base a
un’antica leggenda, crede che il giovane Knox
sia il dio Kurit-Ha.
Adottato dagli indios, Ridley
fa sterminare da essi tutti gli Arara
e uccide di persona, decapitandolo, il capo Saguari;
inoltre, fa rapire, sempre dai Kuikiroe,
ESSE-ESSE
e, ripresi i contatti con Xavier,
s’impadronisce, con l’aiuto di quest’ultimo e attraverso dei
movimenti bancari, del denaro che suo zio gli aveva intestato. Nella
vendetta messa in atto dallo spietato Ridley
sono comprese anche l’uccisione - a opera dei soliti Kuikiroe
- dell’ingegnere della fabbrica amazzonica di John
Knox,
quella del poliziotto Royo
- compiuta invece da Jatir,
un killer al servizio di Xavier
-, e la distruzione, per mezzo di una bomba, della casa galleggiante
di MISTER
NO,
che per poco non ci lascia la pelle.
Ridley
cerca di uccidere suo zio, cadendo nella trappola di Mister No –
MNO 315, p. 85
|
Il pilota, saputo da Andrade
(che indaga sull’assassinio del collega Royo)
della scomparsa di ESSE-ESSE
e avendo intuito che i fatti accaduti a MANAUS
hanno a che vedere con quanto successo anni prima con John
e Ridley
Knox,
si reca alla fabbrica del miliardario californiano, dove apprende
della strage degli Arara.
Assieme al giovane indio Toku,
un operaio della fabbrica il quale ha scoperto che i responsabili del
massacro sono i Kuikiroe,
s’inoltra nella selva alla ricerca dei sanguinari indios. Giunti
nel loro territorio, i due vengono attaccati da alcuni guerrieri:
Toku
viene ucciso, mentre MISTER
NO
viene catturato e condotto nel villaggio, dove è tenuto prigioniero
ESSE-ESSE.
Notevole la sorpresa del pilota quando si trova davanti il redivivo
Ridley,
il quale gli propone una singolare sfida: una caccia all’uomo.
Ridley
lo farà scappare dal villaggio e, dopo avergli concesso un certo
vantaggio, manderà sulle sue tracce i Kuikiroe.
Se il pilota riuscirà a sfuggire agli indios, sarà libero e anche
il tedesco verrà liberato, altrimenti saranno uccisi entrambi.
MISTER
NO
accetta la sfida e, sbarazzatosi di uno dei suoi inseguitori, decide
di passare al contrattacco: ritorna quindi al villaggio e prende in
ostaggio Ridley.
Mister No n. 348, maggio 2004. Disegno di Diso. |
A questo punto, lo sciamano dei Kuikiroe
segna con il suo bastone un cerchio nel terreno, attorno al quale si
dispongono
i guerrieri; poi lancia dei pugnali vicino ai due nemici, facendo
capire loro che devono sfidarsi a duello. Questo si conclude con la
vittoria di MISTER
NO,
che umilia Ridley
davanti a tutti gli indios. Quando, però, il pilota gli volta le
spalle, Ridley,
impadronendosi della lancia di un guerriero, cerca di colpirlo, ma
viene ucciso dal capotribù, che poi lascia liberi MISTER
NO
e ESSE-ESSE.
Nel finale dell’episodio, il Nostro scrive una lettera a John
e Mindy
Knox,
informandoli che il denaro è stato recuperato e che Xavier
e Jatir
sono stati arrestati. Inoltre, racconta loro di essere tornato,
assieme ai militari brasiliani, nel villaggio dei Kuikiroe,
che era stato ormai completamente abbandonato. Gli indios, però,
avevano lasciato nelle vicinanze un macabro trofeo: il corpo di
Ridley,
legato ai rami di un albero e trafitto da frecce e lance.
I
Kuikiroe uccidono Ridley – MNO 348, p. 91
|
Curiosità:
In Morte
a Manaus,
MISTER
NO
salva Ridley
da un ANACONDA:
si tratta dell’ultima lotta fra il pilota e il colossale serpente
sudamericano. Quando il Nostro scopre, alla fine della storia, la
verità sul giovane Knox,
si rimprovera di averlo salvato: Dovevo
lasciarlo in pasto a quell’anaconda, che aveva capito con che razza
di scorpione
aveva
a che fare!.
Si accenna all’episodio dell’ANACONDA
anche
ne Il
tempo degli assassini,
precisamente nella scena in cui Ridley
propone a MISTER
NO
la caccia all’uomo. Voglio
essere generoso… -
dice Ridley
al pilota - in
fondo mi hai salvato da un anaconda, no?,
e il Nostro risponde: Non
ricordarmelo: uno dei più grandi errori della mia vita… .
KOMODO
Piccola
isola indonesiana la cui fama è legata alla presenza, nelle sue
foreste e savane, delle lucertole più grandi del mondo, chiamate per
l’appunto draghi o varani di Komodo.
In quest’isola è ambientato un unico episodio misternoiano: I
delitti del Mar della Sonda
(C. Cicogna [sog.&scen.] – M. Bianchini [dis.], nn. 125-128).
Mister No n. 126, novembre 1985. Disegno di Diso. |
L'isola di Komodo. |
La storia ha inizio a
MANAUS,
dove MISTER
NO
viene assunto come istruttore di volo, per diecimila dollari al mese,
dall’olandese Jan
Emmen,
che possiede una piantagione di tabacco a Komodo.
Assieme a Emmen
e al pilota, parte per l’Indonesia anche ESSE-ESSE,
il quale si è fatto assumere dall’olandese dopo che MISTER
NO
gli ha assicurato che gli cederà una parte del suo sostanzioso
compenso. Già
prima dell’arrivo di Emmen,
nella sua piantagione si sono verificati strani incidenti, e in uno
di questi ha perso la vita uno dei suoi uomini, Johnson,
di cui non sono rimaste neppure le ossa. Un incidente simile si
verifica qualche giorno dopo, e ha come vittima un altro uomo del
piantatore olandese, il giovane Yaro.
Come MISTER
NO
e ESSE-ESSE
scopriranno,
Johnson
e Yaro
sono stati divorati dagli spaventosi buaya
darat
(così vengono chiamati i varani dai
locali),
i quali vengono appositamente utilizzati a tal scopo da uno dei
notabili di Komodo,
l’anziano medico e farmacista Rosendaal,
insospettabile capo di una banda di contrabbandieri.
Emmen
e Mister No – MNO 127, p. 93
|
Mister No n. 127, dicembre 1985. Disegno di Diso. |
Poiché
l’attività di Emmen
disturba i suoi loschi traffici, Rosendaal
mira a creare un clima di terrore sull’isola, in modo da convincere
Emmen
ad andarsene. Lo spietato farmacista non ha fatto i conti però con
MISTER
NO
e il tedesco, i quali, assieme a Emmen
e ai tre giovani aviatori cui il Nostro fa da istruttore, riescono a
sgominare la sua banda. Rosendaal
tenta quindi il tutto per tutto liberando i varani, ma finisce
divorato dagli stessi lucertoloni, i quali poi, attirati dall’odore
del sangue (quello dei contrabbandieri uccisi da ESSE-ESSE
e compagni) si dirigono verso il mare, dove si trovano i Nostri. A
bordo dell’aereo del piantatore, MISTER
NO
cerca di fermare i draghi usando i pochi candelotti di dinamite
rimastigli dopo l’assalto al covo dei contrabbandieri. I rettili,
però, continuano ad avanzare e, quando il tedesco e gli altri si
tuffano in acqua su consiglio del naturalista Benny
(altro notabile di Komodo),
restano in famelica attesa sulla spiaggia. I Nostri vengono infine
soccorsi dalla guardia costiera, chiamata in precedenza da Benny
stesso. Ricevuta da Emmen
la somma pattuita, MISTER
NO
e ESSE-ESSE
fanno ritorno all’amata MANAUS.
Mister
No fa uno spiacevole incontro – MNO 127, p. 81
|
Esse-Esse
alle prese con i contrabbandieri di Rosendaal – MNO 128, p. 11
|
Storia
d’esordio di Marco Bianchini, che fornisce fin da subito una prova
convincente, I
delitti del Mar della Sonda è
un giallo avventuroso di discreta fattura.
Fra le scene degne di nota, oltre a quelle già menzionate, vi sono:
la sequenza in cui l’astuto ESSE-ESSE,
prigioniero dei contrabbandieri, riesce - usando la lama contenuta
nella custodia del suo pugnale (che gli è stato sottratto dai suoi
carcerieri) - ; a fare dei segnali morse a MISTER
NO;
il duello aereo tra MISTER
NO
– che pilota
un
pancia
gonfia,
ossia uno dei pesanti aeroplani che trasportano il fertilizzante per
i campi di Emmen
-
e un uomo di Rosendaal,
il quale pilota invece un caccia Zero:
per sbarazzarsi del suo avversario, il Nostro spruzza
sullo Zero
una grande quantità di fertilizzante, facendo perdere il controllo
al pilota, che finisce in mare con il suo aereo; il primo incontro
fra MISTER
NO
e i draghi, i quali inseguono il Nostro e assaltano
l’aereo su cui si è rifugiato;
l’uccisione a sangue freddo del tedesco Knught
a opera di Rosendaal;
l’attacco in massa dei draghi nel finale.
Rosendaal
viene divorato dai varani – MNO 128, p. 16
|
Curiosità:
In una sequenza che abbiamo già citato, il naturalista Benny
consiglia a ESSE-ESSE
e ai suoi compagni di tuffarsi in mare per sfuggire ai varani, perché
- dice lui - i
buaya darat detestano l’acqua!.
In realtà, non è affatto così, anzi: i draghi di Komodo
sono ottimi nuotatori, potendo raggiungere in acqua una velocità di
ben trenta chilometri orari. Tuttavia, essi preferiscono muoversi
sulla
terraferma, dove vivono le loro prede abituali (cervi, cinghiali,
bufali ecc.).
Il
possente drago o varano di Komodo
|
KOVACS,
Colonnello
Compare
in Destinazione
Haiti
(Castelli [sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn. 22-24) ed è
il capo della polizia di Port-au-Prince, la capitale haitiana. Kovacs
- che
ha al suo servizio anche i Tontons
Macoutes,
la famigerata polizia segreta del dittatore François Papa
Doc
Duvalier - combatte con spietatezza i ribelli guidati dalla bella
GENEVIEVE,
ai quali si unisce MISTER
NO.
Mister No n. 22, marzo 1977. Disegno di Ferri. |
Il
colonnello, che non disdegna di ricorrere alla magia nera –
attraverso la sacerdotessa MAMA MATHILDA
- per fermare gli oppositori
del regime, gode fama di duro tra i suoi uomini. Questi ne ammirano
il sangue freddo, l’incredibile rapidità con cui estrae la sua
pistola
Luger
P08
(con la quale, nella parte iniziale dell’episodio, ferisce MISTER
NO)
e la mira infallibile: lo vediamo, infatti, lasciar fuggire un
ribelle per poi riuscire a centrarlo
quando
questi è ormai lontano, quasi fuori tiro. In
realtà, Kovacs
è un debole,
e tutte le doti sopracitate gli derivano dall’uso massiccio di
cocaina. Assai significativa, in questo senso, la scena in cui il
colonnello, ritiratosi nel suo ufficio personale a notte fonda, va in
crisi d’astinenza, mostrando tutta la sua fragilità. Solo dopo
aver sniffato la droga che tiene in un cassetto, Kovacs
recupera
la sua solita grinta e si mette addirittura a parlare da solo, in
preda a un autentico delirio di onnipotenza: Sono
Kovacs! Il colonnello Kovacs!
Sono Kovacs! Il colonnello Kovacs!..E tutti,
tutti, tutti
hanno paura di me!.
Mister
No e Kovacs, con la sua amata Luger – MNO 22, p. 56
|
Il
delirio di onnipotenza del colonnello – MNO 23, p. 83
|
Come abbiamo già detto
nella voce dedicata a GENEVIEVE,
quest’ultima, durante il brutale interrogatorio cui la sottopone
Kovacs
(scena immediatamente successiva a quella sopra descritta), scopre,
notando il respiro sibilante del colonnello, che costui è soltanto
un volgare tossicodipendente (la
cocaina
– dice la guerrigliera – provoca
la
perforazione del setto nasale)
e gli getta
in
faccia tutto il suo disprezzo. Le parole di GENEVIEVE
colpiscono a tal punto il colonnello che questi ha una reazione
isterica: Maledetta!...Piantone!
Portatela via…Portatela
via di quaaa!.
Ferito
nell’orgoglio dalla coraggiosa guerrigliera (che viene poi
consegnata a MAMA MATHILDA,
la quale intende sacrificarla nel corso di un rito vudu),
Kovacs,
nel finale della storia, cerca di dimostrare a GENEVIEVE
e
a MISTER
NO
– il quale ha appena salvato la donna, uccidendo la sacerdotessa -
di essere il migliore anche senza droga. Sfida infatti il pilota a
duello nelle strade deserte di Port-au-Prince: al termine dei venti
passi stabiliti, Kovacs
fa fuoco per tre volte con la sua Luger,
mancando completamente il bersaglio; MISTER
NO,
invece, lo centra in pieno petto con un solo, preciso colpo. La
vuoi sapere una cosa, Kovacs?...
…Senza
droga non vali proprio niente! dice
il Nostro all’agonizzante colonnello, che muore subito dopo.
Kovacs
tortura Genevieve – MNO 23, p. 87
|
Mister
No uccide in duello Kovacs – MNO 24, p. 26
|
Curiosità:
Come già sottolineato da Roberto Altariva e Angelo Palumbo nel
Mister
No Index 1-100
(Paolo
Ferriani Editore, Inverno 2003-2004),
Kovacs
e quasi tutti i Tontons
Macoutes
sono di pelle bianca, quando invece, nella realtà, i membri della
polizia segreta di Duvalier erano di pelle nera, come del resto la
maggior parte degli abitanti di HAITI.
Nella ristampa Tutto
Mister No,
questa stranezza è stata corretta, ma bisogna dire che l’aspetto
di Kovacs
ne ha risentito, perdendo in espressività. Sempre nell’Index,
gli autori ipotizzano che Kovacs
sia addirittura figlio di MAMA MATHILDA:
ciò perché, nella scena in cui il colonnello ordina alla
sacerdotessa di
compiere un maleficio ai danni di MISTER
NO,
essa risponde: Sì…ce
la farò…Kovacs, piccolo mio…ce la farò… .
Sinceramente, ci sembra un’ipotesi del tutto campata in aria: una
madre non chiamerebbe certo suo figlio per cognome (peraltro, il nome
di Kovacs
non ci è noto); inoltre, la semplice espressione piccolo
mio
non implica necessariamente che tra questi due personaggi vi sia un
legame di parentela, trattandosi con ogni evidenza di un modo con cui
MAMA MATHILDA
vuole tenersi buono il potente poliziotto, del quale ha molta paura.
Infine, il rapporto fra i due non pare proprio quello tra una madre e
un figlio: ad esempio, all’inizio della succitata scena, Kovacs
interrompe bruscamente la cerimonia vudu
della
sacerdotessa (Siete
delle bestie!
Delle
bestie!
dice ai partecipanti), provocando l’ira di quest’ultima: Tu…come
osi…interrompere un rito! Che Damballa
(il dio serpente, nda) possa…
. Non
ho paura delle tue minacce, donna.
– gli risponde sprezzante Kovacs
– Non
ho bisogno di spiriti, io, per sbatterti in galera per il resto dei
tuoi giorni…
. Le parole del colonnello riducono a più miti consigli MAMA MATHILDA,
la quale, pur avendo dimestichezza con gli spiriti malvagi, è
letteralmente terrorizzata dal carcere.
Massimo Capalbo