giovedì 25 maggio 2017

DIME WEB INTERVISTA MATTEO MOSCA! (LE INTERVISTE XLV)

a cura di Elio Marracci

Professore universitario, dandy ironico e brillante, sempre con la testa per aria e con il vizio dell'indagine che, accompagnato dall'amico e allievo Ottone, si muove senza meta per le strade della Roma papalina, Mercurio Loi è un personaggio, creato dallo sceneggiatore Alessandro Bilotta, al quale la Sergio Bonelli Editore ha dedicato una serie. La genesi di questo progetto, che riguarda un eroe che finisce costantemente per essere coinvolto in vicende misteriose, macchinazioni diaboliche e società segrete, è piuttosto articolata. Mercurio Loi nasce infatti nel gennaio 2015 sulle pagine della collana “Le storie” dove vive un'avventura che è stata pubblicata nuovamente, nell'aprile di due anni dopo, in un volume da libreria di grande formato e interamente a colori con copertina di Manuele Fior. Autore dei disegni dell'episodio pilota e del primo numero del serial a fumetti, in edicola alla fine di maggio 2017, è il parmense Matteo Mosca. L'autore emiliano ha voluto rispondere a qualche mia domanda. Quindi senza indugiare oltre lascio a lui la parola! (e. m.)


Il cartonato (aprile 2017) che ripubblica a colori la prima apparizione del personaggio. Disegno di Fior



DIME WEB - Per i lettori che non ti conoscono potresti presentarti in due parole?

MATTEO MOSCA - Ho iniziato a lavorare nel mondo del fumetto su "Lazarus Ledd" grazie ad Ade Capone. Dal 2003 in poi ho collaborato a diverse testate della Star Comics: "Strike", "Altrimondi", "Nemrod". Dopo un periodo di fermo, in modo piuttosto casuale, la Star Comics passò il mio nominativo ad Alessandro Bilotta che, a causa di una defezione, si era trovato con l'ottavo numero di "Valter Buio" senza disegnatore. Da li è nata una felice collaborazione che, passando per tre albi della collana “Le Storie”, è arrivata alla realizzazione della serie di "Mercurio Loi" e al volume per librerie a colori dell’albo di cui la serie è la naturale prosecuzione.


DW - Sfogliando l'albo della collana “Le Storie” e il volume da libreria che ne è stato tratto, troviamo tavole dettagliatissime e ricche di particolari che mostrano le vicende di un professore universitario con il vizio delle indagini a cui fa da sfondo una Roma di inizio '800, ricca di atmosfera e di inquietanti fantasmi. Come ti sei trovato a dare vita a un detective così particolare e cosa ti sei divertito di più a disegnare della storia?

MM - Mercurio è un personaggio “umano”, sfaccettato: sa essere comico, fastidioso, sensibile, arrogante, borioso, pragmatico, in quanto tale divertente e complesso da rappresentare perché ricco di espressioni facciali e mimica corporea. L’altra sfida è stata l’ambientazione, la Roma della prima metà dell’800, in cui la città occupava una superficie infinitesimale rispetto a quella attuale. Il Ghetto e Trastevere precedenti alla costruzione dei muraglioni hanno richiesto un certo lavoro di ricerca, dove poi la documentazione non c’era ho “adattato” strade e vie ancora esistenti al periodo storico.


La prima apparizione di Mercurio Loi, di Billotta & Mosca (Le Storie n. 28, gennaio 2015). Disegno di Di Gennaro



DW - Riguardo alle caratterizzazioni dei personaggi, solitamente l'aspetto degli eroi della Sergio Bonelli Editore è ispirato a quello di attori o persone famose. È così anche per Mercurio Loi e i suoi comprimari?

MM - Per la caratterizzazione Alessandro mi ha dato alcune indicazioni di massima con dei riferimenti fotografici da cui partire senza vincolarmi in modo stringente. Mercurio doveva avere un aspetto vagamente scimmiesco, mentre Ottone un viso giovane e un po' emaciato. A questa prima caratterizzazione è seguita una seconda sintesi realizzata magistralmente da Andrea Borgioli, divenuta il modello di riferimento per la serie, anche se, devo dire, tutti noi disegnatori abbiamo avuto la libertà di “personalizzare” il personaggio.


DW - Vista l'ambientazione così particolare ti chiedo: quali fonti hai usato per documentarti?

MM - Fondamentali sono state le incisioni di Piranesi e Vasi, i dipinti di alcuni pittori Danesi dell'800 e molte fotografie di metà e fine del diciannovesimo secolo rintracciabili in rete. Di particolare importanza sono stati gli acquerelli di Ettore Roeslen Franz che ha immortalato gran parte delle zone intorno al Tevere successivamente stravolte dal piano urbanistico di fine '800. Oltre a questo, molto utile è risultato Google Street View e la pagina web dell'Arma dei Carabinieri.


Mercurio Loi n. 1, maggio 2017. Disegno di Fior



DW - A quale personaggio sei più affezionato e perché?

MM - Sono affezionato a Ercole perché è l’anima candida del racconto e, senza togliere nulla alla complessità di tutti gli altri personaggi, a Ottone perché, a mio parere, è un personaggio in divenire…


DW - A quali autori, se ce ne sono in particolare, ti sei ispirato per realizzare le vicende narrate nell'albo? 

MM - Alessandro mi ha indicato alcune caratteristiche narrative mutuate da "All Star Superman" che avrebbe voluto inserire nella costruzione delle vignette: certe inquadrature, il non utilizzo di cinetiche... Riguardo al disegno vero e proprio il riferimento che mi è stato dato è quello di Tom Strong, ovviamente con tutti i miei limiti.


DW - Rispetto agli altri volumetti che hai realizzato per la collana “Le Storie” in “Mercurio Loi” si nota un segno più pulito. Questo è dovuto al tipo di storia o c'è dell'altro?

MM - In parte è dovuto al tipo di storia (spesso mi lascio condizionare dal mood della sceneggiatura), in parte è dovuto al modello di Tom Strong e in parte deriva da una mia volontà di ripulire e rendere più leggibile il mio tratto.


L'arte di Mosca



DW - A fine maggio 2017 esce una serie a colori dedicata a questo Sherlock Holmes romano, di cui hai disegnato il primo albo. Quali analogie e quali differenze ci sono nel realizzare disegni per la pubblicazione a colori o in bianco e nero?

MM - Ho una propensione al tratteggio e a un disegno piuttosto sporco e scuro; nel percorso che sto cercando di seguire l’intento è quello di ripulire il tutto per renderlo maggiormente leggibile e contestualmente più adatto al colore, in modo che questo abbia il giusto spazio.


DW - Puoi spendere due parole sui disegnatori che ti affiancheranno nell'impresa di portare in edicola questo inedito investigatore?

MM - Lo staff di "Mercurio" credo rispecchi perfettamente lo spirito “autoriale” della serie. Un copertinista come Manuele Fior, tra i finalisti dell’Eisner Award 2017, e colleghi come Giampiero Casertano, Onofrio Catacchio, Andrea Borgioli, Sergio Gerasi, Massimiliano Bergamo, Sergio Ponchione e Francesco Cattani - tutti con percorsi artistici differenti, saranno capaci di interpretare Mercurio con un proprio personalissimo quidMolto importante è stato poi il lavoro di Francesca Piscitelli, Erica Bernazzoli, Nicola Righi, Andrea Meloni e Stefano Simeone che, con i loro colori, hanno aggiunto ulteriore espressività e volume ai disegni.


DW - Sei un disegnatore metodico che lavora a orari stabiliti, oppure sei uno di quelli che si alza di notte a disegnare perché ti è venuta l’ispirazione? Come si svolge la tua giornata tipo?

MM - Mi sveglio alle 6:00, sbrigo gli impegni famigliari mattutini e inizio a lavorare tra le 8:30 e le 9:00, interrompo verso le 13:00, riprendo verso le 14:15 e continuo fino alle 19:30. In caso di necessità lavoro anche dopo cena per un paio d’ore.


Un'autocaricatura pescata in rete di Matteo Mosca (che si firma Flymat)


DW - Passando alle domande più generali: perché pensi, sempre che per te sia così, che la storia sia una materia che di per sé non riscuote molto interesse da parte del grande pubblico?

MM - Non so sinceramente se non riscuota interesse... La collana "Historica" di Mondadori, le miniserie "Volto Nascosto" e "Shangai Devil", molti dei numeri della serie "Le Storie", per citare alcuni casi, hanno o hanno avuto un loro pubblico, ma se così fosse, penso potrebbe dipendere dal modo di pensare attuale, molto legato al qui e adesso e poco interessato sia a ieri che al domani.


DW - Da autore ormai affermato che consigli daresti a chi si volesse affacciare al mondo del fumetto?

MM - Autore affermato direi di no, ma come professionista e da osservatore posso dire che, per affermarsi, sia necessaria tanta determinazione, molta passione, voglia di fare; può non sembrare, ma quello del disegnatore di fumetti, pur essendo un lavoro meraviglioso, comporta sacrifici e fatica, autocritica e professionalità, rispetto delle consegne, adattabilità, capacità collaborativa e faccia tosta con educazione. Un pochino di talento e un pizzico di fortuna, infine, non guastano. Al giorno d’oggi capacità di comunicare e saper utilizzare i social poi è un plus non indifferente.


Da sx: Matteo Mosca, Michele Masiero e Alessandro Bilotta (da Badcomics)


DW - Oltre ai libri e ai fumetti che sicuramente leggerai per documentarti quali altre letture fai?

MM - Ultimamente devo confessare di non leggere moltissimo, ma appena posso lo faccio volentieri: lo trovo molto rilassante. Leggo fumetti, quel che capita e quello che mi ispira quando vado in fumetteria o in edicola. In libreria acquisto principalmente thriller e gialli pocket ed economici, così ne prendo uno in più. A volte mi capita di leggere buoni commenti su Facebook e magari mi procuro il titolo in digitale anche se la lettura, in questo formato, mi risulta più faticosa. Non sono particolarmente competente per apprezzare la bella scrittura. L’ho dedotto chiaramente quando tutto soddisfatto ho ultimato Il codice Da Vinci e mi sono imbattuto nelle asfaltature che il povero Dan ha ricevuto dalla critica e dai lettori forti.


DW - C'è una domanda che non ti è stata fatta a cui vorresti rispondere?

MM - Vorresti andare in vacanza quest’anno? Si, grazie!


a cura di Elio Marracci

N.B. Trovate i link agli altri colloqui con gli autori su Interviste & News!

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