lunedì 30 gennaio 2017

TICCI: 50 ANNI AL SERVIZIO DELL’EROE

Diamo i numeri 46

di Saverio Ceri

Il primo albo dell’ultima collana di Tex a striscia, la trentaseiesima, battezzata Serie Rodeo, porta la data del 30 gennaio 1967, esattamente 50 anni or sono

Esattamente cinquant'anni fa nelle edicole trovavamo questo albo di Tex.
In quell’albo i lettori di Aquila della Notte conobbero un nuovo disegnatore destinato  a diventare il più longevo collaboratore della testata, visto che nessuno come lui ha mai potuto festeggiare le “nozze d’oro” col Ranger creato da G.L. Bonelli. Stiamo parlando ovviamente del grande Giovanni Ticci, che già dieci anni prima, giovanissimo, aveva fatto il suo esordio in casa Bonelli, nelle fila dello studio Dami che per l’editore di Via Buonarroti realizzava le avventure de La pattaglia dei bufali. Tra il 1958 e il 1963, collaborando con Franco Bignotti, presterà le sue matite a Un ragazzo nel Far-West  il primo grande personaggio di Guido Nolitta alias Sergio Bonelli; alla conclusione delle avventure di Tim Carter, inizierà a disegnare il fantascientifico Judok su testi di G.L.Bonelli, il suo primo personaggio in solitaria, mentre in contemporanea si ritroverà impegnato giorno e notte a collaborare con Alberto Giolitti alle collane statunitensi della Dell e non solo. Il lavoro per Judok va talmente a rilento che il personaggio vedrà la luce solo nel 1968, solamente per un albo, e completato da altri.  Bonelli diede però un’altra chance a quel giovane talentuoso, e stavolta Ticci non se la fece sfuggire ed è così quindi che, esattamente 50 anni fa, arriva l’esordio sulle pagine di Tex con la mitica storia conosciuta come Vendetta indiana,  da allora Ticci non ha mai smesso di disegnare avventure di Aquila della Notte e dei suoi pards.

Giovanni Ticci: oggi  festaggia i suoi 50 anni con Tex
Con la nostra rubrica aperiodica, stavolta ci occupiamo proprio della produzione ticciana per il ranger bonelliano: Sono 7634,33 le tavole ufficiali di Giovanni Ticci per Tex, dove quel  virgola trentatré si trascina da quella prima avventura pubblicata a strisce e non a tavole, ma allo stesso tempo rappresenta per l’illustratore anche un vanto, per aver fatto parte, seppur per pochi mesi, di quella mitica epoca di Tex e del fumetto italico in generale. A queste tavole, ne andrebbero aggiunte 33, realizzate fuori dai confini bonelliani, per sei avventure brevi o brevissime, di cui almeno una, Tex Winner,  al limite del apocrifo,  realizzata su testi di tale Ondina (??), per festeggiare la vittoria del palio di Siena del 2 luglio 1995 da parte della contrada dell’Onda.

Comic Art 96 dell'ottobre 1992 contiene una delle storie brevi extra bonelliane di Tex - Cover di Ticci
Inoltre sono da attribuire a Ticci alcune cover, come quella del settimo gigante che lo ha visto disegnare, come tradizione, anche le tavole interne, nonché una decina di volumi Mondadori, le 30 copertine della Collezione Storica a Colori Serie Gold di Repubblica, e una miriade di copertine per riviste (Comic Art 96 o Dime Press 2 per esempio), volumi  o iniziative texiane.

Illustrazione di Giovanni Ticci utilizzata come cover del secondo numero di Dime Press del settembre 1992.
A oggi sono 35 le storie bonelliane di Tex in cui Ticci ha messo la matita, tre delle quali firmate a quattro mani (due con Giolitti e una con Monti). Proprio La strage di Red Hill (Tex 431/435), in cui Ticci ha completato il lavoro iniziato da Giolitti dopo la morte di quest’ultimo è l’avventura più lunga, 461 tavole, a cui ha collaborato il disegnatore senese. La più lunga in solitario è invece Terra Promessa (Tex 146/149) di 375 pagine. Per trovare le più brevi bisogna uscire dal recinto Bonelli, e scovare due ministorie da una sola tavola su testi di Nizzi pubblicate nel 2004 sul volume Il riposo del guerriero della Hazard.


Sei sono gli sceneggiatori che hanno scritto avventure di Aquila della Notte illustrate da Giovanni Ticci. Il pard più assiduo del disegnatore senese è stato Gianluigi Bonelli che ha scritto per lui 14 storie, contro le 12 di Claudio Nizzi; il creatore di Tex prevale di misura anche come numero di tavole sceneggiate per Ticci: 2784,33. Se usciamo dalla casa editrice, hanno scritto storie di Tex,  brevi o brevissime, per  Ticci i soliti noti, Nolitta e Nizzi, ma anche un paio di sceneggiatori a sorpresa: Graziano Romani, colui che nel 1995 era il “cantante misterioso” della canzone Christmas with the yours,  e lo “sceneggiatore misterioso”: Ondina che sempre in quell’autunno del 1995 firmò il già citato episodio Tex Winner

Nell'albetto allegato al disco di Graziano Romani My name is Tex troviamo una breve avventura disegnata da Ticci, su testi dello stesso Romani, in cui Aquila della Notte incontra Guitar Jim, uno dei personaggi della saga di Zagor.

Qui sotto trovate la graduatoria degli sceneggiatori che hanno scritto per Ticci incolonnati in ordine di tavole disegnate dall’illustratore:

Sceneggiatore
SBE
extra
Totale
Gianluigi BONELLI
2784,33

2784,33
Claudio NIZZI
2699
14
2713
Guido NOLITTA
1020
13
1033
Mauro BOSELLI
691

691
Gianfranco MANFREDI
220

220
Pasquale RUJU
220

220
"ONDINA"

4
4
Graziano ROMANI

2
2
7634,33
33
7667,33

La media di tavole annuali disegnate da Ticci per Tex è quasi di 153; il suo anno più prolifico  è stato il 1990 con la pubblicazione di 374 tavole; la sua più costante presenza in edicola si è registrata tra il 1969 e il 1978, dieci anni consecutivi di pubblicazione, mentre il decennio più ricco di tavole pubblicate sono stati gli anni Ottanta in cui furono pubblicate 2084 tavole del disegnatore toscano. La più lunga assenza dalle pagine di Tex si è invece registrata tra il maggio 2008 e l’ottobre 2010, assenza prolungata per ragioni di… programmazione, in quel mese infatti è stato pubblicato Tex 600, un albo celebrativo a colori, il secondo a firma Ticci, dopo i primi quattro albi centenari disegnati dal creatore del personaggio Aurelio Galleppini.





Giovanni Ticci è a oggi il terzo più prolifico disegnatore di Tex dopo Aurelio Galleppini e Guglielmo Letteri; Nella classifica generale della casa editrice Ticci è, con oltre 9500 tavole, l’ottavo disegnatore per numero di pagine pubblicate nei 76 anni di vita della casa editrice; tra i disegnatori in attività è secondo solo a Roberto Diso, che con un migliaio di tavole in più di lui,  occupa il settimo posto della graduatoria all-time, mentre nessuno lo batte bonellianamente parlando come precocità dell’esordio (non abbiamo rintracciato altri diciottenni che hanno pubblicato su albi SBE), ne come carriera: siamo ormai prossimi al sessantesimo anno di collaborazione con l’editore di Via Buonarroti. Record senz’altro invidiabili e presumibilmente inattaccabili.

Giovanni Ticci, © dell'autore

Chiudiamo con gli auguri a Giovanni Ticci per questo storico traguardo texiano e dandovi appuntamento alla prossima puntata di Diamo i Numeri.


Saverio Ceri

N.B. Trovate gli altri dati bonelliani nelle precedenti puntate della nostra rubrica Diamo i numeri.

P.S. Ringraziamo il pard Zeca per la traduzione in portoghese di questo post sul suo Tex Willer Blog, un imprescindibile sito per i fan texiani di tutto il mondo.

domenica 29 gennaio 2017

SECONDO CONCORSO PER SCENEGGIATORI EMERGENTI ADE CAPONE

Bonelli News 
 
Riceviamo da Federico Zucca della segreteria dell'associazione Ora Pro Comics e volentieri pubblichiamo, nel ricordo dell'amico Ade. (s.c. & f.m.)
 
 
Abbiamo il piacere di annunciare la seconda edizione del Concorso per Sceneggiatori Emergenti intitolato alla memoria di Ade Capone.

Il concorso è aperto a tutti gli sceneggiatori che hanno pubblicato al massimo un fumetto. Le sceneggiature vanno inviate direttamente via mail a Ora Pro Comics e verranno visionate e giudicate da una giuria d'eccezione: Moreno Burattini della Sergio Bonelli Editore, sceneggiatore di Zagor e grande amico di Ade, Alessandro Sisti, grande sceneggiatore Disney, e Diego Cajelli, poliedrico ed esperto sceneggiatore di Dampyr, Diabolik, Dylan Dog e non solo.

Sabato 22 aprile 2017, durante il Festival del Fumetto di Piacenza, avverrà la premiazione alla presenza di ospiti e personalità. 



Tutte le info riguardo il Festival, il concorso, il bando, etc. le trovate sul sito di Ora Pro Comics, incluso un ricordo della prima edizione (Nel segno di Ade).

N.B. Trovate i link alle altre novità bonelliane su Interviste & News!

I PIRATI DELLA MAGNESIA DI PIERI, FERRETTI & KANT FANNO TRE!

a cura di Filippo Pieri

Copertina di Kant del n. 3 della serie "I Pirati della Magnesia", di Pieri &Ferretti


I Pirati della Magnesia N. 3 - La maledizione dei Thungs

Sembrava un giorno come tanti sull’isola del Borneo di Magnakan, il covo segreto dei Pirati della Magnesia al largo di Sarawak. Sambukan, la mente criminale del gruppo, si godeva il meritato relax prima di affrontare un nuovo diabolico colpo, quando il malvaglio Pippo Laido si imbattè casualmente nella loro isola. L’assistente del miliardario notò subito che l’isola non era segnata sulle mappe e quindi era sconosciuta al mondo civile. Certo di scovare preziosi tesori, Laido decide di sbarcare sull’isola, incurante del pericolo, lasciando la moglie Kationa, ex cantante di “Amici della Magnesia”, da sola sul loro yatch. Riusciranno i nostri eroi a respingere l’attacco del miliardario prima che sia troppo tardi?


Le chine per la copertina


È possibile scaricare gratuitamente l’albo dal sito della Libreria Digitale Subaqueo!



Le matite per la cover

N.B. Trovate i link alle altre novità su Interviste & News!

sabato 28 gennaio 2017

ZAGOR MONSTERS - "R" (II PARTE): "RAKOSI, BELA" (2a parte)!

di Massimo Capalbo

Continua - in rapida sequenza dopo la prima parte della lettera "R" - sugli Zagor Monsters di Massimo Capalbo la saga del vampiro Bela Rakosi, uno dei nemici zagoriani sicuramente più caratterizzati dagli autori e più amati dai lettori! Ribadiamo che le illustrazioni sono tutte farina del sacco dello stesso Max, con l'eccezione delle due immagini introduttive (pescate in Rete dalla redazione: la fonte viene sempre citata, ma i lettori e gli interessati sono pregati di segnalare eventuali errori e/o omissioni). Prima di lasciarvi alla lettura degli ultimi brividi, vi ricordiamo gli altri nostri dizionari bonelliani - ovvero L'Atlante di Mister No e The Dark Side of Tex - le parodie del Titolo Venuto dall'Impossibile e il The Best of Martin Mystère - tutto Made in Maxland! (s.c. & f.m.) 

Uno stupendo disegno di Giannelli (tutte le informazioni su Deviantart)


LEGENDA


  • I nomi in stampatello e grassetto rimandano a una voce dell’opera. Fanno eccezione i nomi dei protagonisti della serie, ZAGOR CICO, che sono sempre scritti in questo modo, tranne quando sono inseriti nei crediti di una storia o fanno parte del titolo di un libro (ad esempio: Speciale ZagorSpeciale Cico; Zagor 1982-1993, un senese a Darkwood ecc.).
  • Gli uomini-bestia di cui conosciamo anche nome e cognome o il nome soltanto, vengono indicati con la loro identità mostruosa e non con quella umana (ad esempio: ULTOR invece che NEZDAUOMO TIGRE invece che KELLOG, WILFRED).
  • Gli altri mostri di cui conosciamo nome e cognome vengono indicati per cognome (per esempio, RAKOSI, BELA), e, quando vengono citati in una voce diversa dalla loro, solo il cognome è scritto in stampatello e grassetto, in modo da rimandare immediatamente alla lettera sotto la quale sono stati inseriti (ad es.: nel testo della voce RAKOSI, BELA, il personaggio della contessa Varga è citato come Ylenia VARGA). In alcuni casi, però, abbiamo optato per il soprannome (ad es.: SKULL invece che RANDAL, COLIN).
  • Per quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia alla memoria dei lettori in modo più efficace (anche se, in alcuni casi, il nostro titolo non coincide con quello usato abitualmente dai lettori). Ad esempio, la storia dei nn. 194-196 viene indicata con il titolo del n. 195, Il Signore Nero, perché esso è, per l’appunto, più rappresentativo rispetto a Il teschio di fuoco (n. 195) e L’orda del male (n. 196).
Sempre riguardo alla serie regolare, nei crediti delle storie si fa riferimento al computo reale degli albi zagoriani e non alla numerazione della collana Zenith, ossia al numero stampato sulla costa di ciascun albo mensile. Com’è noto, la suddetta numerazione è sfasata di 51 numeri rispetto a quella effettiva (ad esempio, il Zenith n. 52 corrisponde al primo numero di Zagor, il Zenith n. 53 al secondo numero e così via). Per una guida ai collegamenti ipertestuali andate su Zagor Monsters lettera "A"!

Originale di Gallieno Ferri di una versione scartata per la copertina di Zagor n. 86


R (parte II)

RAKOSI, BELA (parte II)

Ne Il ritorno del vampiro (A. Castelli [sog.&scen.] – G. Ferri [dis.], nn. 186-189), ritroviamo, oltre naturalmente a Rakosi, buona parte dei personaggi della precedente storia: Molnar e Bator (Toth, invece, è presumibilmente morto), il dottor Metrevelic, sua figlia Aline e Albert Parkman. L'avventura inizia a Starbuck, un piccolo paese nei pressi della foresta di Darkwood, dove CICO incontra un misterioso "professore" che gli fa una strana offerta: in cambio di una goccia del suo sangue e di quello di ZAGOR, costui gli darà due amuleti che terranno lui e l'eroe sempre lontano dai guai. CICO accetta e, dopo vari tentativi, riesce a procurarsi il sangue di ZAGOR e lo consegna al suddetto personaggio, che egli ha l'impressione di avere già conosciuto in precedenza. Sebbene la persona in questione neghi, il messicano ha ragione: il sedicente professore è Molnar, uno degli zingari al servizio del barone Rakosi. Con lui, a Starbuck, c'è anche Bator: i due si sono procurati il sangue dell'eroe per compiere un oscuro rito di resurrezione. Quella stessa notte, mentre Molnar e Bator (il quale ignora che il suo compagno ha già in mente di eliminarlo) si allontanano dal paese a bordo di un carro, ZAGOR fa un orribile incubo, che racconta subito a CICO: …Pipistrelli che mi circondavano a centinaia …e una sensazione di pericolo imminente, di una minaccia oscura e insidiosa… .


Zagor n. 186, gennaio 1981. Disegno di Ferri

Dopo vari e vani tentativi, Cico riesce a procurarsi il sangue di Zagor, feritosi con un boccale di birra - ZGR 186, p. 83

L'ingenuo messicano consegna il sangue dell'amico al misterioso "professore", che in realtà è lo zingaro Molnar - ZGR 186, p. 88

L'infido Molnar progetta già di sbarazzarsi del compagno Bator - ZGR 186, p. 93

L'incubo premonitore di Zagor - ZGR 186, p. 95


L'indomani, anche i Nostri lasciano Starbuck per far ritorno a casa, ma il loro viaggio è tutt'altro che tranquillo: ZAGOR è prima costretto ad affrontare e uccidere un grosso gatto selvatico (che CICO, reso spavaldo dalla presunta invulnerabilità conferitagli dall'amuleto, ha stupidamente provocato); poi, durante la notte, lui e il messicano (il quale, avendo finalmente capito di essere stato truffato, si è sbarazzato dell'amuleto) vengono svegliati da una torma di pipistrelli, che sembrano impazziti. Il giorno seguente, i Nostri scoprono cosa ha provocato lo strano comportamento dei succitati animali: nei pressi di una caverna, in una zona chiamata proprio Bat Caves, sono visibili le tracce di un carro. Sono stati appunto i suoi occupanti - che hanno trascorso la notte nella grotta - a spaventare i pipistrelli. Entrati nella caverna, ZAGOR e CICO si trovano davanti uno spettacolo agghiacciante: Bator – che viene subito riconosciuto dall'eroe - giace su una roccia con un palo piantato nel petto. Molnar… è stato lui… ma non deve… godersela da solo… Ora risorgerà… ora che… …ha il tuo… il tuo… , dice lo zingaro a ZAGOR, che gli domanda: Il mio "cosa"? E chi risorgerà?. Prima di morire, Bator risponde che a risorgere sarà Rakosi, ma non fa in tempo a dire al Nostro che ciò avverrà per mezzo del suo sangue. Colpito dalle parole dello zingaro, ZAGOR si mette sulle tracce di Molnar, senza però ottenere risultati. Decide pertanto di rivolgersi al dottor Metrevelic e, noleggiati dei cavalli a Rivertown, si dirige, assieme a CICO, verso Fairmont. Lì giunti, i due vengono a sapere che Metrevelic, dopo il matrimonio di sua figlia Aline con Albert Parkman e il trasferimento della coppia a Bergville (un piccolo centro fondato da coloni di origine slava e posto a cento miglia da Fairmont), ha abbandonato la sua casa e si è ritirato in una capanna che si trova fuori dal paese.


Zagor n. 187, febbraio 1981. Disegno di Ferri
Il moribondo Bator, cui Molnar ha piantato un palo nel petto, dice a Zagor che Rakosi risorgerà - ZGR 187, p. 19

Aggredito da Metrevelic, che non è più in sé, Zagor è costretto a ricorrere alle maniere forti - ZGR 187, p. 48

Zagor e Cico sono sorpresi dalla quantità di aglio e di libri sui vampiri presente nella nuova casa di Metrevelic - ZGR 187, p. 50

Le parole di Aline, tormentata ogni notte da terribili incubi, non lasciano dubbi: il vampiro sta per tornare ed è attratto da lei - ZGR 187, p. 57

I Nostri si recano dall'amico dottore, ma l'accoglienza che questi riserva loro non è certo delle migliori: infatti, non avendoli riconosciuti, Metrevelic li prende addirittura a fucilate, al che ZAGOR si vede costretto a stordirlo con un cazzotto. Ripresi i sensi, il dottore spiega ai due – incuriositi dalle numerose trecce d'aglio e dalla notevole quantità libri sui vampiri presenti nella casa – che si è ritirato a vivere lì come un eremita a causa di una serie di sinistri eventi. La sera del giorno in cui sconfiggeste il vampiro – racconta Metrevelic a ZAGORio ritornai da solo al castello…Sapevo, grazie alle mie letture e alle leggende che avevo udito in gioventù nel mio paese natale, che era prudente disperdere ai quattro venti le ceneri del vampiro sconfitto e bruciare gli abiti che egli aveva indossato. MI recai a cercarli… …e quale fu la mia sorpresa quando mi accorsi che del mantello del barone Rakosi, dei pochi frammenti di ossa rimasti intatti non esisteva più traccia… …cercai tutt'intorno, pensando che forse un colpo di vento aveva spostato quei pesanti indumenti, anche se sapevo benissimo che durante il giorno non aveva spirato neppure la più leggera brezza.. Tornai a casa e cercai di dimenticare tutta la vicenda. Volevo convincermi che il mantello era stato raccolto da qualche vagabondo e che le ceneri si erano sparpagliate sulla collina… tuttavia, nessuno riusciva togliermi di mente che quella scomparsa facesse parte di un piano preciso preordinato… . Trascorse qualche tempo, e cominciai a dimenticare le mie apprensioni. Poi… mia figlia Aline cominciò a fare strani sogni, che ricorrevano con puntualità notte dopo notte… . Il dottore racconta ai Nostri che la ragazza sognava un uomo con un lungo mantello e gli occhi scintillanti, il quale, prima di trasformarsi in pipistrello e scomparire, le diceva: Quando risorgerò, tu sarai la mia sposa, Aline… . ZAGOR dice allora a Metrevelic che sua figlia, molto probabilmente, era rimasta suggestionata dal racconto della lotta contro Rakosi.

Metrevelic racconta a Zagor ed a Cico di essere sfuggito a un'aggressione mortale a opera di due vecchie conoscenze: Molnar e Bator - ZGR 187, p. 59

Molnar cattura la piccola Maida - ZGR 187, p. 72

La sinistra grotta in cui Molnar si accinge a compiere il rito - ZGR 187, p. 78

Lo zingaro versa sui resti del vampiro il sangue di Maida e quello di Zagor - ZGR 187, p. 81

L'incredibile trasformazione ha luogo: il corpo di Rakosi si riforma dalla cenere - ZGR 187, p. 82


Già… anch'io cercai di persuadermi che era così. – risponde il dottore – Tuttavia, un orribile dubbio continuava ad albergare nella mia mente… investii i miei pochi risparmi in un lungo giro nelle università americane, alla ricerca di testi sul fenomeno del vampirismo… fu allora che appresi con sommo terrore la ragione per cui la mia gente, laggiù nei Balcani, in Europa, distruggeva le ceneri egli abiti del vampiro sconfitto… Infatti – spiegavano i testi – solo così lo spirito del mostro sarebbe stato completamente annientato. In caso contrario era possibile, con un particolare rito, resuscitare l'orrendo non-morto… Compresi inoltre che i sogni di Aline, lungi dall'essere semplici incubi, rappresentavano una misteriosa forma di comunicazione paranormale fra la ragazza e Rakosi, che forse era attirato da mia figlia… . Metrevelic racconta poi di essere sfuggito, qualche tempo dopo, a ben due assalti mortali da parte di Molnar e Bator: Compresi allora ciò che stava accadendo. Gli zingari si preparavano a far rivivere il loro padrone e volevano uccidermi per timore che mi mettessi di nuovo contro di lui. Come impazzito, vendetti la mia casa e mi sistemai in questa baracca, da cui posso dominare l'intera valle… trascorrevo le mie giornate leggendo, alla ricerca di nuove informazioni da utilizzare contro i nostri nemici… …riposavo solo poche ore al giorno, su un letto intorno al quale avevo tracciato un "pentacolo" con farina di ostie consacrate […] …e a mano a mano che il tempo trascorreva, la mia mente cominciava a vacillare. Vedevo un nemico in chiunque si avvicinava alla mia capanna… Poi, pochi giorni fa, finalmente scoprii qualcosa. Era scritto in una pergamena ingiallita, nascosta nella copertina di un libro molto antico. Il rito doveva essere compiuto in una notte di eclisse di luna. Occorrevano, come avevo supposto, la cenere e gli indumenti del vampiro… e, soprattutto, occorreva qualcos'altro! […] Il sangue dell'uomo che l'ha distrutto… sangue che doveva essere prelevato subito dopo che è sgorgato da una ferita, lasciando in vita chi l'ha perduto… in altre parole, Zagor, il vostro sangue. 

Il vampiro risorge - ZGR 187, p. 83

Albert Parkman informa la madre di Maida della scomparsa di quest'ultima - ZGR 187, p. 97

Zagor n. 188, marzo 1981. Disegno di Ferri
 
Servendosi del pendolino del professor Abronsius, Metrevelic, Zagor e Cico cercano di individuare il covo di Rakosi - ZGR 188, p. 9


Vampirizzata dal barone, Maida ritorna a casa - ZGR 188, p. 18


A questo punto, CICO confessa a ZAGOR che il suo sangue è già nelle mani di Molnar, essendo stato proprio lui a procurarglielo in cambio di quegli amuleti poi rivelatisi un solenne bidone. E adesso, per colpa mia, il vampiro riprenderà vita!, esclama il pancione, arrabbiato con se stesso per la sua dabbenaggine. Siamo ancora in tempo a interrompere il rito? Quando avverrà l'eclisse?, domanda lo Spirito con la Scure a Metrevelic, che risponde: Temo che non ci siano speranze, Zagor, amico mio… innanzitutto non abbiamo la minima idea di dove avverrà la cerimonia… e poi… l'eclisse sarà stanotte!.
Metrevelic non immagina che Molnar ha deciso di compiere il tenebroso rito proprio nei dintorni di Bergville, precisamente in una caverna che si trova vicino a un luogo molto particolare: la Roccia dell'Uomo Morto, una formazione rocciosa simile a un teschio. Poiché, per far risorgere il vampiro, è necessario - oltre al sangue di ZAGOR - anche quello di una creatura innocente, lo zingaro rapisce una bambina di Bergville, Maida, la quale si è spinta fino alla suddetta roccia assieme al fratellino Josif. Giunto il momento dell'eclisse, Molnar versa sulle ceneri e sugli abiti di Rakosi (che sono stati posti su una bara) il sangue procuratosi (prima quello di Maida, poi quello dell'eroe), facendo così tornare alla vita – o meglio: alla non-morte – il terribile barone. La resurrezione di quest'ultimo viene "annunciata" a Metrevelic da un vento gelido e manda sotto shock il povero CICO, che – come scopre il dottore – è ipersensibile ad eventi del genere. Mentre gli abitanti di Bergville – allertati da Albert, che ha ritrovato Josif ed ha saputo da questi cosa è successo a Maida – perlustrano le montagne alla vana ricerca della piccola, Metrevelic, intenzionato a scoprire dove si nasconde Rakosi, tira fuori un pendolino di rame appartenuto al suo maestro – il professor Abronsius, grande radioestesista – e, d'accordo con ZAGOR, convince CICO a far passare l'oggetto su una carta geografica.

Diversamente da sua madre, Josif avverte che c'è qualcosa di inquietante in Maida - ZGR 188, p. 21

Rakosi si trasforma in un mostruoso pipistrello - ZGR 188, p. 23

Sotto forma di pipistrello, il barone penetra nell'abitazione di una ragazza di Bergville - ZGR 188, p. 24

Riprese le sembianze umane, il vampiro morde la sventurata ragazza - ZGR 188, p. 25

Il contagio vampirico inizia a diffondersi a Bergville - ZGR 188, p. 33


Grazie al pancione, caduto in una sorta di trance, i Nostri scoprono che il covo del vampiro si trova appunto nei dintorni di Bergville e si mettono subito in viaggio. Intanto, il diabolico Rakosi – il quale non sospetta che Molnar trama alle sue spalle: l'infido servitore progetta infatti d'impadronirsi dei risparmi e delle terre degli abitanti di Bergville, per poi distruggere il vampiro - comincia a trasformare il villaggio nel suo regno, il regno delle tenebre. Lo fa sia agendo direttamente, ossia vampirizzando una ragazza di Bergville; sia tramite la sua prima vittima, la già citata Maida, che - diventata a propria volta una "succhiasangue" - torna a casa e vampirizza sua madre (Josif invece, grazie alla piccola croce che tiene appesa al collo, riesce a sfuggirle e si rifugia tra i monti). In breve tempo, il mostruoso contagio si diffonde, facendo aumentare le file dello spaventoso esercito del barone. Soddisfatto del risultato ottenuto, Rakosi decide quindi di rapire la tanto bramata Aline: entrato nella casa di costei, il vampiro la ipnotizza e, dopo averla morsa sul collo (sotto gli occhi impotenti di Albert, tradito e ferito dall'amico Raznic, divenuto anch'esso un suddito del vampiro), la porta nella sua caverna. Quella stessa notte, ZAGOR, CICO e Metrevelic arrivano finalmente nelle vicinanze di Bergville e s'imbattono in Albert, il quale, medicatosi alla bell'e meglio la ferita, è riuscito a lasciare il paese, la cui popolazione – con l'eccezione sua e di Josif – è stata ormai tutta contagiata. Prima di essere affidato alle cure del dottore di un vicino villaggio, Albert conferma ai tre quanto essi già temevano, ossia che Aline si trova appunto nelle mani di Rakosi.

Grazie alla croce che porta al collo, Josif scopre che sua sorella e sua madre sono diventati dei vampiri - ZGR 188, p. 37

L'orrendo contagio si diffonde sempre di più - ZGR 188, p. 39

Bergville è diventata ormai il regno di Rakosi - ZGR 188, p. 46

Raznic, uno dei sudditi di Rakosi, ferisce Albert a tradimento - ZGR 188, p. 52

Il barone ipnotizza Aline - ZGR 188, p. 54


Non conoscendo l'ubicazione esatta del covo del vampiro, i Nostri raggiungono Bergville, dove, nel frattempo, l'infido Molnar si è fatto consegnare dagli abitanti – che gli obbediscono in quanto egli è il braccio destro del barone – il loro denaro e i loro gioielli, che ha poi nascosto nella chiesa, l'unico luogo del paese in cui i vampiri, essendo terrorizzati dal sacro, non possono entrare. Su ordine dello zingaro, i mostruosi sudditi di Rakosi aggrediscono ZAGOR e compagni, i quali però riescono a rifugiarsi proprio nella sopracitata chiesa, dove scoprono casualmente il tesoro accumulato da Molnar. Pertanto, quando il barone, informato dallo zingaro, giunge davanti alla chiesa e lancia un ultimatum a ZAGOR (Voglio risparmiarti una morte umiliante, divorato dalla fame e dalla sete… … basterà che anche tu ti unisca ai miei sudditi… …che accetti di seguire docilmente ogni mio comando…), questi, oltre a respingere la terribile proposta, dice al vampiro che Molnar lo sta sfruttando per accumulare ricchezze personali. Udito ciò, Rakosi afferra lo zingaro dalla giacca e, fissandolo negli occhi, gli chiede spiegazioni. Molnar, terrorizzato, cerca di convincere il suo padrone che quanto rivelatogli dall'eroe è solo un trucco per seminare discordia tra di loro. Il vampiro sembra credergli e ritorna nel suo covo sulle montagne; in realtà, la sorte di Molnar – che, giunta l'alba, cattura Josif e lo rinchiude nella caverna dove è tenuta prigioniera Aline - è ormai segnata. Tornato a Bergville per chiudere la partita con ZAGOR, lo zingaro viene infatti assalito con inaudita ferocia dai contagiati – guidati telepaticamente da Rakosi, che dorme nella sua bara – e gettato in un burrone.

Sotto gli occhi impotenti di Albert, Rakosi rapisce Aline - ZGR 188, p. 55

Su ordine di Molnar, i sudditi del vampiro depositano i loro averi davanti alla chiesa di Bergville - ZGR 188, p. 67

Lo zingaro nasconde il tesoro accumulato all'insaputa di Rakosi - ZGR 188, p. 70

I vampiri di Bergville circondano minacciosamente i Nostri - ZGR 188, p. 78

Zagor lotta contro i vampiri, permettendo così a Metrevelic ed a Cico di fuggire - ZGR 188, p. 86


Punito Molnar, i servi del barone, sempre su ordine di costui, appiccano il fuoco alla chiesa, che si trasforma ben presto in una trappola mortale per i Nostri, i quali però si salvano grazie ad Albert, arrivato a Bergville assieme ad altri soccorritori. Mentre ZAGOR e il resto del gruppo lasciano il paese e raggiungono, sotto la guida di Parkman, l'accampamento del medesimo sui monti; un malridotto Molnar raggiunge a sua volta la grotta in cui riposa il vampiro. Assetato di vendetta, lo zingaro tenta di conficcare un appuntito palo di frassino nel cuore di Rakosi, ma questi riesce a fermarlo con la sua energia psichica. Poiché manca poco al tramonto, Molnar decide allora di vendicarsi in un altro modo, ovvero liberando Josif e Aline. Tuttavia, con le sue deboli forze, lo zingaro riesce a liberare solo il piccolo (che corre subito in cerca di aiuto) e non fa in tempo ad allontanarsi: scesa la notte, infatti, viene sorpreso dal barone, che lo uccide spezzandogli la schiena. E ora a noi due, mia dolce Aline… …appena la luna raggiungerà il suo culmine, sari per sempre mia sposa!, dice Rakosi alla sua prigioniera, la quale, ipnotizzata dal vampiro, segue questi nella grotta e si sdraia nella sua bara. Giunto il momento, il barone – che vuole uccidere Aline con un pugnale, per poi donarle la vita eterna con un morso – solleva la lama con entrambe le mani, pronto ad affondarla nel corpo della sventurata ragazza. Prima che possa farlo, però, ZAGOR (che è stato avvertito assieme agli altri da Josif) irrompe nella caverna e ingaggia con lui una dura lotta. L'eroe riesce a disarmare il vampiro e, con un pugno e una testata, lo scaraventa all'esterno; quindi, dopo che Rakosi ha tentato invano di morderlo, afferra il barone da un braccio e lo spinge giù, allo scopo di farlo cadere nel fiume sottostante.

I tre si rifugiano nella chiesa, l'unico edificio di Bergville in cui i vampiri non possono entrare- ZGR 188, p. 89

Zagor e compagni scoprono il tesoro di Molnar - ZGR 188, p. 94

Zagor n. 189, aprile 1981. Disegno di Ferri.
Rakosi propone a Zagor di unirsi ai suoi sudditi - ZGR 189, p. 3

Zagor respinge ovviamente la proposta del vampiro - ZGR 189, p. 6


Rakosi fa in tempo, tuttavia, a trasformarsi in pipistrello, beffando lo Spirito con la Scure, che rimane come impietrito. In quel preciso istante arriva però Albert, il quale scaglia contro l'enorme pipistrello un grosso e aguzzo palo di frassino. Colpito in pieno, Rakosi riprende le sue sembianze e, lanciato un urlo di dolore, precipita nel suddetto fiume. Ormai libera dall'influsso del vampiro, Aline esce dalla grotta e corre tra le braccia del marito, che intanto è stato raggiunto da CICO e Metrevelic. Con la "morte" di Rakosi, anche gli abitanti di Bergville tornano normali e riprendono, finalmente, la placida vita di sempre.
Pubblicata tra il gennaio e l'aprile del 1981, quindi a distanza di otto anni e mezzo da Zagor contro il vampiro (che uscì nell'estate del 1972), la presente avventura costituisce un degno seguito dell'indimenticabile storia nolittiana. Al pari di quest'ultima, Il ritorno del vampiro può vantare numerosi punti di forza, a iniziare dalla magnifica caratterizzazione del redivivo Rakosi. L'abile Castelli – che due anni dopo scriverà, per il suo Martin Mystère, un'altra bellissima storia incentrata sulla figura del non-morto: Un vampiro a New York (F. Bignotti [dis.], nn. 13-14) - ha non solo gestito in maniera eccellente il personaggio del barone, ma l'ha anche potenziato, rendendolo più crudele – basti pensare al trattamento che Rakosi riserva a Molnar, prima tramite i suoi feroci sudditi (impagabile il ghigno del vampiro a p. 16 del n. 189), poi personalmente - e pericoloso, come testimoniano l'impressionante rapidità con la quale crea il suo regno delle tenebre, le notevoli doti ipnotiche e la capacità di trasformarsi in pipistrello. Lo sceneggiatore milanese ha inoltre recuperato un importante aspetto della tradizione vampirica che Nolitta aveva del tutto trascurato: la fortissima connotazione erotica del morso sul collo.

Molnar cattura Josif e lo rinchiude nella grotta dove è tenuta prigioniera Aline - ZGR 189, p. 12

I sudditi del barone si avventano su Molnar - ZGR 189, p. 15

Rakosi è soddisfatto della brutale punizione impartita al traditore - ZGR 189, p. 16

I vampiri appiccano il fuoco alla chiesa in cui si sono rifugiati i Nostri - ZGR 189, p. 19

Zagor e compagni si salvano grazie ad Albert - ZGR 189, p. 23


Come si legge a p. 78 dello Zagor Index Illustrato 101-200 (Paolo Ferriani Editore, Inverno 1998-1999), nell'avventura in oggetto è totalmente cambiato il morso vampirico: nella storia nolittiana (anche a causa delle autocensure che si era imposto Bonelli) il vampiro succhiava sangue per saziare la sua sete, adesso invece il morso del vampiro riacquista la sua simbologia sessuale. Rakosi diventa allora il Seduttore, che vuole spezzare l'armonia familiare e incrinare la santità del matrimonio. In effetti, il rapporto tra Aline e Rakosi ricorda, con le dovute differenze, quello tra Mina Murray Harker e Dracula; così come la situazione in cui si trova Albert è simile a quella del marito di Mina, Jonathan Harker. Tanto Albert quanto Jonathan, infatti, devono fronteggiare un inquietante "terzo incomodo", un vorace predatore che ha messo gli occhi sulle rispettive mogli. Nel caso specifico di Aline, possiamo senz'altro affermare che il vampiro non poteva scegliere preda migliore: la figlia del dottor Metrevelic è indubbiamente una delle più belle e sensuali donne della saga zagoriana. E' impossibile non provare invidia per Rakosi quando lo vediamo affondare i suoi canini nel morbido collo di Aline, resa ancora più sexy dalla leggera vestaglia che indossa. E anche quando, subito dopo, la prende in braccio e avanza con lei (svenuta in seguito al morso) sotto la pioggia fino a raggiungere il carro di Molnar. Il vampiro è così attratto da Aline che la brama e la insidia ancora prima di risorgere: ci riferiamo alla scena, narrata in flashback, dove la ragazza – conturbante come sempre - si sveglia terrorizzata dopo aver sognato Rakosi.

Contrastato dall'energia psichica di Rakosi e indebolito dalle numerose ferite, Molnar non riesce a conficcare il paletto nel cuore del vampiro - ZGR 189, p. 35

Lo zingaro libera Josif - ZGR 189, p. 38

La terribile fine di Molnar - ZGR 189, p. 42

Dopo averla nuovamente ipnotizzata, il barone fa sdraiare Aline nella sua bara - ZGR 189, p. 46

Zagor alle prese con l'ultima e inaspettata vittima del contagio – ZGR 189, p. 48


Oltre alle suddette sequenze ed a quella – anch'essa molto hot – in cui il barone morde, aggredendola in camera da letto, un'altra sensualissima abitante di Bergville, sono degne di menzione la scena in cui la bella contagiata Dragovitza si appresta a mordere l'ignaro marito Gyorgi, e quella – molto breve ma efficace - dove uno dei sudditi del vampiro aggredisce un'avvenente fanciulla che ha commesso l'errore di aggirarsi da sola e di notte per le strade del paese. Il sex appeal che Ferri riesce a conferire a queste figure femminili - in particolar modo ad Aline, i cui primi piani sono una vera gioia per gli occhi – contribuisce non poco alla riuscita di una storia che, da questo punto di vista, può in parte rivaleggiare con i film di Dracula (e di altri vampiri), prodotti dalla Hammer, i primi a sottolineare l'attrazione erotica che lega il "succhiasangue" e le sue vittime. A proposito della Hammer, va detto che Castelli, nell'ideare il rito con cui Molnar fa risorgere il barone, si è visibilmente ispirato a una delle più memorabili sequenze di Dracula principe delle tenebre (Terence Fisher, 1966): quella in cui Klove (Philip Latham), il maggiordomo di Dracula (Christopher Lee), fa rivivere quest'ultimo facendo colare sulle sue ceneri il sangue di uno dei quattro viaggiatori inglesi che hanno avuto la sventurata idea di visitare il castello del conte. Lo sceneggiatore milanese ha inserito nell'avventura altre interessanti citazioni: ad esempio, il maestro di Metrevelic, il professor Abronsius, si chiama come uno dei protagonisti di Per favore non mordermi sul collo (Roman Polansky, 1967), il buffo cacciatore di vampiri – una parodia del professor Van Helsing - interpretato da Jack MacGowran; il De Masticatione mortuorum, uno dei volumi presenti nella capanna di Metrevelic, è un libro che esiste davvero: il suo autore, però, non è l'abate benedettino francese Augustin Calmet, come si legge nella vignetta in cui viene citato (n. 187, p. 50), bensì il filosofo tedesco Michael Ranft, che lo scrisse nel 1728.

Zagor salva Aline dal pugnale di Rakosi - ZGR 189, p. 55

L'eroe lotta con il vampiro - ZGR 189, p. 57

Rakosi beffa il suo avversario trasformandosi in pipistrello - ZGR 189, p. 59

Albert scaglia contro il vampiro un appuntito palo di frassino - ZGR 189, p. 60

Colpito in pieno, Rakosi precipita nel fiume - ZGR 189, p. 61


L'errore in cui è incorso Castelli si spiega molto probabilmente con il fatto che Dom Calmet, in alcuni capitoli della sua opera più celebre: il Traité sur les apparitions des esprits et sur les vampires, ou le revenants de Hongrie, de Moravie, etc. (1751), analizzò per l'appunto il saggio di Ranft (il cui titolo per intero è De Masticatione mortuorum in tumulis). Restando in tema di libri, è d'obbligo menzionare quella che è la principale fonte ispiratrice della storia, ossia il romanzo di Stephen King Le notti di Salem (Salem's Lot, 1975). Anche in quel romanzo – leggiamo a p. 77 del già citato Zagor Indexc'era un paese vampirizzato (la Salem's Lot del titolo) e tutto iniziava con la scomparsa di una bambina (in questa storia Magda). Castelli è però meno estremo di King: gli abitanti di Bergville non diventano dei veri vampiri come quelli di Salem's Lot, sono semplicemente succubi di Rakosi, e alla sua morte (sempre che un non-morto possa morire) ritornano normali. Il coraggioso ragazzino Josif assomiglia molto al Mark Petrie di Salem's Lot (sono entrambi svegli e in gamba) e lo stesso Albert Parkman ha alcuni tratti in comune con Ben Mears, il protagonista del romanzo kinghiano. I succubi del barone sono mostri che si fanno ricordare: alcuni, con il loro sguardo vitreo e l'aria assente, sembrano ZOMBI; altri invece - come Maida, Dragovitza e Raznic – sono più simili ai vampiri veri e propri e riescono astutamente a nascondere la loro inquietante natura. E' anche il caso dell'ultima vittima dell'orrendo contagio, l'uomo aggredito a Bergville e soccorso da ZAGOR, il quale però non si è accorto che uno dei contagiati ha fatto in tempo a morderlo.

Aline può finalmente ricongiungersi con l'amato Albert - ZGR 189, p. 62

Con la "morte" di Rakosi, Bergville torna alla normalità - ZGR 189, p. 63

Cico scappa terrorizzato da un negozio di Bergville: il vampiro è davvero tornato? - ZGR 189, p. 64
Il proprietario del negozio mostra a Zagor lo spaventapasseri-vampiro con cui ha messo in fuga l'ingordo messicano - ZGR 189, p. 66
Martin Mystère n. 13, aprile 1983. Disegno di Alessandrini

Quando, poco più tardi, l'eroe e i suoi amici esplorano le montagne per trovare il covo di Rakosi, il suddetto, sapendo che il suo padrone è in pericolo, si toglie per così dire la maschera e aggredisce ZAGOR (che ha finalmente notato sul suo collo i segni del morso), ma viene da questi tramortito a suon di pugni. L'opprimente atmosfera di terrore che grava su Bergville via via che il contagio dilaga è un ulteriore pregio di quest'avventura, a cui bisogna aggiungere le scene dove i contagiati attaccano in massa, l'ottima caratterizzazione di Metrevelic, di Albert e soprattutto di Molnar (al quale Castelli, diversamente da Nolitta, ha dato maggior spessore), l'efficacia delle ambientazioni (le Bat Caves, la Roccia dell'Uomo Morto, Bergville stessa e ovviamente il covo di Rakosi), il senso di minaccia, di orrore imminente che si respira nella prima parte (si pensi al sogno premonitore di ZAGOR, all'assalto dei pipistrelli e al racconto di Metrevelic), l'azzeccato inserimento di elementi magici e parapsicologici (il pentacolo protettivo tracciato dal dottore intorno al suo letto, la radioestesia, i poteri mentali del vampiro). Nella storia non mancano tuttavia alcune vistose incongruenze, narrative e grafiche. Per cominciare, è strano che sia Molnar e Bator sia lo stesso Rakosi conoscano le vere identità di ZAGOR e CICO, i quali, come sappiamo, nella prima avventura si erano presentati sotto falso nome e non avevano mai rivelato le loro vere identità. Se è possibile che Metrevelic e Albert siano venuti a conoscenza dei veri nomi dei Nostri tramite il padre del secondo, Buddy Parkman; non si capisce in che maniera vi siano riusciti i due zingari e il barone.

Copertina dell'edizione di Dracula del 1916

Dracula (Christopher Lee) si appresta a mordere la bella Mina Holmwood (Melissa Stribling) in Dracula il vampiro (Terence Fisher, 1958)

La valenza erotica del morso vampirico è ben evidente in questo poster inglese del film Le amanti di Dracula (Freddie Francis, 1968), terzo capitolo della saga draculiana della Hammer

Il maggiordomo Klove (Philip Latham) fa gocciolare il sangue del povero Alan Kent (Charles Tingwell) sulle ceneri del suo padrone (Christopher Lee) in Dracula, principe delle tenebre (Terence Fisher, 1966)

Il professor Abronsius (Jack MacGowran), lo scalcinato cacciatore di vampiri di Per favore non mordermi sul collo (Roman Polansky, 1967)


Un'altra stranezza riguarda l'aspetto di Bator, che è assai differente da quello che il personaggio aveva in Zagor contro il vampiro (curiosamente, il Bator originale ricompare a p. 39 del n. 187); lo stesso dicasi dell'abito che Rakosi indossa sotto il mantello (un frac con tanto di papillon), anch'esso inspiegabilmente diverso dal vestito indossato in origine (il barone si presenta pure più giovane, ma ciò, forse, è un effetto della resurrezione). Errata è anche l'affermazione fatta da Metrevelic sempre nel n. 187, precisamente nella prima vignetta di p. 55: il dottore dice che l'abitazione del vampiro era un castello, quando invece si trattava di una chiesa sconsacrata. Poco felice, inoltre, la scelta finale dello sceneggiatore, il quale fa sconfiggere Rakosi non dallo Spirito con la Scure, ma da un comprimario come Albert, che così facendo ruba la scena all'eroe (significativa, in questo senso, la frase Scansati, Zagor! che egli pronuncia prima di colpire il barone con il suo palo di frassino). Ad ogni modo, i difetti sopracitati non sono tali da inficiare la qualità complessiva della storia, anche perché quest'ultima ha una trama così avvincente e disegni così belli da far passare in secondo piano gli errori e le scelte discutibili che abbiamo segnalato. Il ritorno del vampiro – lo ripetiamo – non fa assolutamente rimpiangere la prima, e ormai mitica, apparizione di Bela Rakosi.

Copertina della prima e finora unica edizione italiana – Diceria del vampiro (Edizioni Libri Perduti, 2011) - del celebre saggio di Michael Ranft (1700-1744) De Masticatione mortuorum in tumulis (1728)

Dom Augustin Calmet (1672-1757), il più importante vampirologo del XVIII secolo

La prima edizione originale del romanzo di Stephen King Le notti di Salem (1975)

Il vampiro Kurt Barlow (Reggie Nalder) cattura Mark Petrie (Lance Kerwin) nella trasposizione televisiva (Tobe Hooper, 1979) de Le notti di Salem


Massimo Capalbo

N.B. Trovate i link alle altre voci degli Zagor Monsters sulla Mappa!