domenica 10 luglio 2016

DIME WEB INTERVISTA GIANCARLO BERARDI! (LE INTERVISTE XXXIV)

a cura di Elio Marracci

Dando monentaneamente il cambio al nostro reporter ufficiale Franco Lana, con questa straordinaria intervista al grande Giancarlo Berardi (della cui vastissima carriera fummettistica parleremo subito dopo nell'esaustiva introduzione) il carissimo Elio Marracci - la cui firma è ben nota a voi lettori - torna a collaborare a Dime Web! Precisiamo che le immagini sono state scelte dalla Redazione fra quelle liberamente disponibili in Rete: segnalateci eventuali involontari errori od omissioni nelle attribuzioni. Buona lettura! (s.c. & f. m.)


Giancarlo Berardi a Etna Comics 2016 (fermo immagine da un'intervista disponibile su You Tube)
 

Di Ken Parker e altre sciocchezze...

Giancarlo Berardi, padre di Julia e di Ken Parker, è nato a Genova il 15 novembre del 1949 ed è considerato come uno dei migliori sceneggiatori italiani nel mondo del fumetto. Stimato come uno dei maestri del genere realistico, in realtà comincia la sua attività come musicista e negli anni Sessanta compone, canta e suona con un gruppo chiamato “Gli Scorpioni”. La musica è una delle sue passioni, insieme alla lettura, al cinema e alla scrittura: inizia infatti a frequentare le sale cinematografiche all’età di tre anni, grazie a un suo parente che faceva il proiezionista. Il primo romanzo letto da Berardi è stato L’ultimo dei Moicani, un vero e proprio imprinting, che stimolerà nello scrittore la scelta di occuparsi di storie western. Altre circostanze condurranno Berardi a intraprendere la strada del fumetto in veste di sceneggiatore, esordendo con una breve storia per la rivista "Horror". In questo periodo stringe amicizia con il disegnatore Ivo Milazzo, rapporto fecondo - da cui scaturirà un lunghissimo sodalizio artistico - che dà presto i suoi frutti. I due, per "Il Giornalino", creano la figura di Tiki, e poi la serie western “Welcome to Springville”, che prende vita sulle pagine di "Skorpio".


Nella storia del fumetto internazionale. Giancarlo Berardi (secondo da sx), insieme a Mort Walker, Ivo Milazzo e Luciano Bottaro (dal blog Avventure di Carta di Ned Bajalica)


Insieme danno poi vita al celebre trapper e frontierman Ken Parker e al detective Marvin, ex attore del cinema muto. Intanto Berardi scrive alcune storie che hanno come protagonista il celebre detective inglese Sherlock Holmes: i disegni, un'esperienza che lo scrittore ha definito una grande sfida con se stesso, sono di Giorgio Trevisan. La sua ultima “creatura”, Julia, è giovane e carina e di mestiere fa la criminologa: è il primo personaggio femminile con cui Berardi ha a che fare - un’altra sfida, un modo per coltivare il lato femminile presente in ogni uomo. In omaggio al primo grande amore cinematografico della sua vita, Audrey Hepburn, Berardi ha regalato ha Julia tratti estremamente somiglianti alla grande diva degli anni ‘50. Giancarlo Berardi nel corso della sua lunga attività ha raccolto una lunga e meritatissima serie di riconoscimenti - tra cui il Premio Oesterheld, il Premio Internacional Barcelona de Comics, l’Haxtur e lo Yellow Kid. In occasione dell'uscita di una nuova edizione a colori del suo personaggio più famoso stampata da Mondadori Comics ha voluto rispondere a qualche domanda... Quindi, senza indugiare oltre, lasciamo a lui la parola! (e.m.)


Berardi firma una variant di Julia nel 2015 (dal bel blog Gli Audaci)

DIME WEB - È stato attore, regista, musicista, cantante, scrittore tout court e sceneggiatore di fumetti: cosa l'ha spinta a cimentarsi con campi dell'arte così diversi?

GIANCARLO BERARDI - I diversi talenti di cui la natura mi ha dotato. Che possono trasformarsi in handicap, perché da ragazzo non sapevo quale privilegiare. Decisi di coltivarli tutti, finché la vita – o il caso – non ha scelto per me.


DW - Nonostante sia stato molto attivo nel campo del fumetto - avendo creato protagonisti come Tiki e Marvin, e serie come "Welcome to Springville" - è conosciuto soprattutto per i personaggi di Ken Parker e per la sua ultima creatura Julia. Questo perché, secondo lei?

GB - Perché sono le serie più diffuse, con centinaia di storie, a cui il pubblico si è affezionato. La continuità è importante: permette ai lettori di appassionarsi ai personaggi e di identificarsi con essi.




Qui e sopra: Berardi nel 1991, mentre autografa le sue storie presenti nella collezione dell'amico Ned Bajalica (anche queste dal suo imperdibile blog Avventure di Carta)!


DW - Nel giugno del 1977 Ken Parker esordì in edicola. Quanto è stato influenzato nella caratterizzazione del personaggio dalla situazione politica che si respirava in quel periodo?

GB - Le mie influenze politiche risalgono ai movimenti studenteschi del Sessantotto, a cui ho partecipato attivamente. Pensavamo di cambiare il mondo, senza sapere che le utopie sono traguardi irraggiungibili per i quali bisogna battersi tutta la vita.


DW - Come mai in "Ken Parker" ha deciso di usare il western per trattare tematiche a lei contemporanee?

GB - Perché Sergio Bonelli editava solamente quel tipo di storie. D’altra parte, un genere vale l’altro. Il mio campo di ricerca è l’essere umano, in tutte le sue infinite sfumature. Lo sfondo è solo coreografia.


Berardi nel 2011, mentre riceve il Premio Referendum ANAFI come Miglior Soggettista dell'anno (dal sito ANAFI)


DW - Quanto di Giancarlo Berardi è presente nella figura di Ken Parker? Quanto di storico? E quanto di inventato?

GB - Ogni scrittore rappresenta sempre se stesso. L’accuratezza storica è un dovere nei confronti dei lettori. L’invenzione consiste nel miscelare vecchi temi con sensibilità e tecnica moderne.


DW - La scelta di affidare ad Ivo Milazzo i disegni del suo personaggio sono dipese solo dal fatto che eravate amici o c'è dell'altro?

GB - Amicizia, e stima per il suo talento.


Berardi nel 2013, a Lucca, presso lo stand SCM (dal blog Lungo Fucile)



DW - Quali fonti usa per documentarsi?

GB - Tutte quelle disponibili: letteratura, cinema, storiografia, sociologia, etnologia, fotografia, pittura... La fase di documentazione assorbe circa un terzo del tempo dedicato al lavoro. E praticamente... tutto il tempo libero!


DW - Oltre ai libri che sicuramente leggerà per la documentazione, quale altre lettura fa?

GB - Ultimamente ho un po’ abbandonato la letteratura contemporanea, per la scarsa qualità e quantità. Ripesco vecchi libri nella mia biblioteca e approfondisco eventi storici legati alle due guerre mondiali.

Berardi con Milazzo a Lucca 2015 (da Film TV)


DW - Il 22 settembre 2016 saranno passati ormai cinque anni dalla scomparsa di Sergio Bonelli. Lei che lo ha conosciuto, potrebbe raccontarci un aneddoto su questo big della cultura italiana?

GB - Quando gli ho presentato Julia, mi ha ascoltato per due ore, poi mi fa: Ci ho capito poco, ma mi fido di lei. Un gran complimento, ma anche una grande responsabilità.


DW - Da sceneggiatore ormai affermato che consigli darebbe a chi si volesse affacciare al mondo della scrittura di fumetti?

GB - Leggere, guardare, osservare. E poi disciplina, disciplina, disciplina. Il talento senza regole non porta da nessuna parte.


Fine dell'intervista! (Dal blog Chemako)


a cura di Elio Marracci

N.B. Trovate i link a tutti gli altri nostri incontri con gli artisti in Interviste & News!

1 commento:

  1. sto rileggendo l'intera collana di KP ( serie oro). le identiche emozioni di vent'anni fa, specie per quell'insuperabile trilogia del grande deserto bianco. grazie Giancarlo sia per Ken che per Juilia

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