sabato 31 gennaio 2015

ZAGOR MONSTERS - "K": DA "KOONTZ" A "KUDAN"!

di Massimo Capalbo

No, non è un errore! Sappiamo benissimo che dopo la I dovrebbe venire la J... ma nessun mostro zagoriano si è ancora degnato di nascere con quell'iniziale! Eccovi dunque quattro, orrorifiche voci con la K, appena sfornate da Max Capalbo (il nostro Accademico della Crusca Bonelliana). Quattro voci e tre collane di riferimento: lo Zagor Zenith, lo "Zagorone" e lo Zagor Speciale! Vi ricordiamo infine che tutte le immagini (salvo le due introduttive, selezionate dal Web dalla "redazione" - per le quali vi preghiamo di segnalarci eventuali errori e/o omissioni) sono state scelte (e fornite di apposita didascalia) dallo stesso Massimo! (s.c. & f.m.)


Una singolare interpretazione di Zagor, firmata Arhanor, ovvero il serbo Tiberiu Beka (dal sito Deviant Art)



LEGENDA


  • I nomi in stampatello e grassetto rimandano a una voce dell’opera. Fanno eccezione i nomi dei protagonisti della serie, ZAGOR e CICO, che sono sempre scritti in questo modo, tranne quando sono inseriti nei crediti di una storia o fanno parte del titolo di un libro (ad esempio: Speciale Zagor; Speciale Cico; Zagor 1982-1993, un senese a Darkwood ecc.).
  • Gli uomini-bestia di cui conosciamo anche nome e cognome o il nome soltanto, vengono indicati con la loro identità mostruosa e non con quella umana (ad esempio: ULTOR invece che NEZDA; UOMO TIGRE invece che KELLOG, WILFRED).
  • Gli altri mostri di cui conosciamo nome e cognome vengono indicati per cognome (per esempio, RAKOSI, BELA), e, quando vengono citati in una voce diversa dalla loro, solo il cognome è scritto in stampatello e grassetto, in modo da rimandare immediatamente alla lettera sotto la quale sono stati inseriti (ad es.: nel testo della voce RAKOSI, BELA, il personaggio della contessa Varga è citato come Ylenia VARGA). In alcuni casi, però, abbiamo optato per il soprannome (ad es.: SKULL invece che RANDAL, COLIN).
  • Per quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia alla memoria dei lettori in modo più efficace (anche se, in alcuni casi, il nostro titolo non coincide con quello usato abitualmente dai lettori). Ad esempio, la storia dei nn. 194-196 viene indicata con il titolo del n. 195, Il Signore Nero, perché esso è, per l’appunto, più rappresentativo rispetto a Il teschio di fuoco (n. 195) e L’orda del male (n. 196).
Sempre riguardo alla serie regolare, nei crediti delle storie si fa riferimento al computo reale degli albi zagoriani e non alla numerazione della collana Zenith, ossia al numero stampato sulla costa di ciascun albo mensile. Com’è noto, la suddetta numerazione è sfasata di 51 numeri rispetto a quella effettiva (ad esempio, il Zenith n. 52 corrisponde al primo numero di Zagor, il Zenith n. 53 al secondo numero e così via). Per una guida ai collegamenti ipertestuali andate su Zagor Monsters lettera "A"!

Zagor interpretato da Gianluca Testaverde (dal sito Deviant Art)

K
KOONTZ
KRAK
KREEGAH
KUDAN


KOONTZ

Compare ne Il castello nel cielo (M. Burattini [sog.&scen.] – M. Torricelli [dis.], Zagor Gigante n. 1) ed è un potente stregone che vive nella terra di Wiklan, in una dimensione parallela alla nostra. Con il suo esercito di ORCHI, Koontz espugna il castello del mago buono Yord, il quale, per impedire al suo avversario di schiavizzare sua figlia Xenia e diventare il sovrano assoluto di Wiklan, si getta contro la sua spada. Così facendo, oltre ovviamente a morire, Yord fa precipitare Koontz nel vortice delle infinite realtà. Lo stregone finisce a Darkwood, proprio mentre CICO – che si trova nella foresta in compagnia del postino pellerossa Drunky Duck - sta leggendo, a voce alta, il racconto in cui il bostoniano Wilbur Macken – giovane e squattrinato scrittore di dime novels - ha narrato la vicenda sopracitata. Arrivato proprio al punto della storia dove Koontz si ritrova catapultato in un mondo a lui sconosciuto, CICO scopre che qualcuno ha strappato le pagine conclusive. A farlo è stato lo stesso Drunky Duck, che le ha usate per accendere il fuoco, cosa che scatena la rabbiosa reazione del messicano.

Zagor Albo Gigante n. 1, maggio 2011. Disegno di Ferri

Koontz viene affrontato da Yord - ZGR Gigante 1, p. 21

Koontz precipita nel vortice delle infinite realtà, lasciando basiti i suoi orchi - ZGR Gigante 1, p. 26


Intanto, in un luogo non molto distante, ZAGOR incontra casualmente Macken e lo salva da una spaventosa creatura alata (vedi MOSTRI VOLANTI DI WIKLAN). Poco dopo, davanti al fuoco, lo scrittore racconta all’eroe ed a CICO che, nei suoi racconti, egli non fa altro che descrivere i mondi e i personaggi fantastici che gli appaiono in sogno. Temo che i miei incubi mostrino qualcosa di reale e non nascano dagli abissi della mia follia!, dice Wilbur ai Nostri, al che CICO gli chiede: Vuoi farmi credere che quello stregone, Koontz… esiste davvero?. Lo scrittore risponde: Magari non si chiama proprio così e non ha l’aspetto con cui l’ho descritto nel mio racconto… ma tutto lascia supporre che esista, sì. […] Io credo che lui, in qualche modo, sia arrivato qui! Qui… a Darkwood!. Giusto in quel momento, infatti, Koontz giunge presso la capanna di un cacciatore e, dopo aver costretto questi a dirgli il nome del luogo in cui si trova, lo trasforma in uno dei suoi ORCHI. Inoltre, lo stregone - che possiede ancora la sua spada magica - ingigantisce due comuni scolopendre, trasformandole in terrificanti mostri: questo prodigio - che avviene nelle vicinanze della Casa nel Cielo, un monastero posto sulla cima di una torre di pietra in cui vivono due vecchie conoscenze dei Nostri, i frati Gelsomino e Serafino – è stato già visto, in un altro dei suoi incubi, da Wilbur, che ne mette al corrente ZAGOR e CICO. I succitati mostri devastano un villaggio Osage, costringendo i superstiti – tra cui il giovane guerriero Yawa - a trovare rifugio nell’accampamento dei Cree, i quali poi avvertono ZAGOR tramite i segnali di fumo. Lo Spirito con la Scure si mette in viaggio assieme a CICO e Wilbur, e giunto al villaggio Cree viene a sapere che le SCOLOPENDRE GIGANTI si sono dirette verso le miniere d’oro del Red Canyon.

Koontz trasforma un cacciatore di Darkwood in uno dei suoi orchi - ZGR Gigante 1, p. 71

Zagor scopre che Koontz ha trasformato la Casa nel Cielo in un tenebroso castello - ZGR Gigante 1, p. 162


ZAGOR riparte subito con Yawa per avvertire i minatori del pericolo, ma quando arriva è troppo tardi: non solo i mostruosi centopiedi (che vengono poi uccisi dai due) hanno divorato alcuni minatori, ma la maggior parte di essi sono stati trasformati in ORCHI da Koontz, che si è così creato un nuovo, agguerrito esercito. Come se ciò non bastasse, l’eroe e Yawa scoprono, una volta raggiunti CICO e i guerrieri Cree sulla Collina Rossa, che Wilbur è stato rapito da un altro mostro volante. A questo punto, ZAGOR capisce che Koontz ha installato il suo quartier generale nella Casa nel Cielo: infatti, giunto sul posto con gli altri, s’imbatte in frate Gelsomino, il quale, sfuggito per un soffio agli ORCHI, ha trovato rifugio, con Serafino, in una grotta che si apre alla base della torre. Attraverso un passaggio presente nella suddetta grotta, ZAGOR, Yawa e il grosso dei Cree raggiungono la Casa nel Cielo e scoprono che questa è stata trasformata in un tenebroso castello. Dopo aver ordinato ai suoi compagni di attenderlo nei pressi dell’edificio, l’eroe penetra in esso e, superati alcuni ostacoli (tra i quali una mostruosa GELATINA ASSASSINA), scende nei sotterranei e libera Wilbur. ZAGOR, la cui presenza è stata percepita da Koontz, deve lottare anche contro due ORCHI e una torma di RAGNI GIGANTI. Poi, raggiunto l’esterno con Wilbur, uccide il mostro volante che aveva rapito lo scrittore e, affidato quest’ultimo a Yawa, affronta – assieme ai Cree – tutti gli altri ORCHI. Al termine dello scontro, resta vivo solo ZAGOR, che raggiunge quindi la grotta dove si trovano i suoi amici. Poco dopo, però, accade l’imprevisto: le rocce si animano e chiudono l’uscita, imprigionando i Nostri. E’ stato lui, Zagor!... Koontz!, dice Wilbur, e l’eroe, a questo punto, intuisce l’incredibile verità: lo stregone è lì con loro e ha preso possesso del corpo dello scrittore.

Zagor intuisce che Koontz ha preso possesso del corpo di Wilbur - ZGR Gigante 1, p. 219

Koontz lotta con Zagor - ZGR Gigante 1, p. 224


Non so come sia stato possibile, ma siamo finiti in mezzo a uno dei tuoi racconti… - dice ZAGOR a Wilbur - al parto della tua mente! Soltanto la fantasia di uno scrittor può trasformare un monastero in un castello… un uomo in un orco… un insetto in un mostro! La grotta che si è richiusa attorno anoi dimostra che è la nostra stessa realtà che si modifica per il volere di qualcuno che la plasma con il solo pensiero, come se fosse creta!. A conferma delle parole di ZAGOR, Wilbur si tramuta in Koontz, il quale, sguainata la sua spada magica, dice all’eroe (che si accorge in quel momento di aver perso la scure e di avere anche la pistola scarica): Sei davvero un degno avversario, Zagor… e dato che i miei servi non sono riusciti a fermarti, sarò io occuparmi di personalmente di te! E’ per questo che mi sono fatto trovare chiuso in quella cella… perché tu mi portassi con te e fossi pronto a intervenire se tutti gli altri avessero fallito!. Detto questo, Koontz si accorge che uno dei guerrieri Cree sta per sparargli, e devia il proiettile con la sua spada, causando il ferimento di CICO a una gamba. Koontz – che ha intenzione di trasformare in ORCHI sia ZAGOR che i suoi amici – inizia a duellare con l’eroe, al quale Yawa ha dato il suo tomahawk. A un certo punto, l’altro Cree presente nella grotta, si scaglia contro lo stregone, ma questi lo uccide facilmente, passandolo da parte a parte. Sei pronto a morire, eroe?, chiede, spavaldo, Koontz a ZAGOR, che pensa: Forse ho capito perché Koontz non ha mai accettato di combattere personalmente, prima di adesso! Ha dei poteri immensi… ma non ha il pieno controllo delle sue trasformazioni!. Lo stregone vibra una serie di fendenti, ma ZAGOR riesce a schivarli e con un gesto acrobatico colpisce il suo avversario, facendolo sbattere contro la roccia. Il tuo punto debole ha un nome, Koontz! – dice ZAGOR allo stregone - …Si chiama Wilbur! […] Puoi controllare gli altri, al di fuori di te… ma non lui!... Hai lottato contro Wilbur senza mai riuscire a vincere, Koontz! Ogni volta che credevi di aver preso finalmente possesso del suo corpo per poter agire a tuo piacimento in questa realtà la sua mente tornava a ricacciarti indietro! […] Sono certo che sei stato tu, agendogli dentro mentre lui cercava di respingerti, a fargli lasciare la città, diretto verso Darkwood, dove tu volevi portare la tua dimora in questo mondo! Ma ogni volta che riuscivi a trasformarti in Koontz, e speravi di aver definitivamente preso possesso del corpo di Wilbur… lui tornava a riprendere il suo aspetto! Finché… si è imbattuto in me e ha chiesto il mio aiuto!.
 

Per sconfiggere definitivamente Koontz, Wilbur si uccide - ZGR Gigante 1, p. 236

Lo scrittore americano Dean Koontz

 
Koontz dice a ZAGOR che la sua ricostruzione è esatta, quindi si lancia nuovamente contro di lui, facendogli saltare via il tomahawk e immobilizzandolo a terra. Anziché ucciderti, potrei trasformarti subito, e per primo, in uno dei miei servitori… - dice Koontz al Nostro, stringendogli il collo con una mano e puntandogli contro la spada - che cosa ne dici, Spirito con la Scure? Ah! Ah! Ah!. Lo stregone è ormai sicuro di aver vinto, ma ZAGOR ha un ultimo asso nella manica: Wilbur! Ungh… Riprendi possesso del tuo corpo! …So che puoi farlo!. Le parole dell’eroe non rimangono inascoltate: Koontz lascia la presa, cerca di resistere, ma alla fine ritorna a essere Wilbur. Tuttavia, lo scrittore sente che Koontz è ancora dentro di lui e prima o poi tornerà fuori. Per evitare che ciò succeda, Wilbur prende una drammatica decisione: afferra la pistola di CICO (che era finita a terra quando il messicano era stato ferito) e si spara in testa. Ha fatto tutto in un attimo…per impedire a Koontz di riprendere possesso del suo corpo!, dice ZAGOR. Ma chi era Koontz?... Da dove veniva?... E perché era attratto da Darkwood?, gli chiede CICO. Temo che non lo sapremo mai con certezza, Cico! – gli risponde ZAGORPerò abbiamo avuto mille dimostrazioni di come Darkwood sia un luogo particolare, diverso da tutti gli altri… probabilmente addirittura magico, per una congiunzione di fattori che neppure possiamo immaginare. Forse la nostra foresta è una specie di varco tra i mondi… e da uno di questi è giunto qui una sorta di demone dai poteri spaventosi, che ha trovato nella mente di Wilbur il punto di aggancio con la nostra realtà!.

Arthur Machen, scrittore e mistico gallese


Alle parole di ZAGOR fanno eco quelle del saggio Serafino: Forse è stato proprio Wilbur a dargli l’aspetto con cui si materializzava, Zagor! Non so se il nostro amico, così tragicamente morto, fosse folle… ma di cert, stando a quello che mi ha raccontato Cico, era uno scrittore dotato di un notevole talento visionario! E dunque… qual è il potere di chi inventa e racconta storie, se non quello di modellare la realtà, plasmandola a suo piacimento. Lo scrittore crea eserciti… costruisce castelli… dà vita a orridi mostri!... E soprattutto fa in modo che tutti credano alle sue invenzioni, soffrendo e gioiendo con i suoi personaggi. CICO si chiede allora se Koontz non si sia trasferito dentro qualcuno di loro, ma ZAGOR gli risponde che gli incantesimi dello stregone sono definitivamente svaniti, come dimostra il fatto che la caverna si è riaperta. Non solo, ma anche la Casa nel Cieloè di nuovo al suo posto.
Curiosità: Come abbiamo già scritto nella voce GELATINA ASSASSINA, Burattini ha dato allo stregone di Wiklan il nome di un famoso scrittore americano contemporaneo, Dean Koontz. Anche il cognome dello sfortunato Wilbur rimanda a uno scrittore, il gallese Arthur Machen, noto soprattutto per il romanzo Il Grande Dio Pan (1894), considerato da Stephen King la migliore storia horror in lingua inglese di sempre. A proposito di King, bisogna dire che il rapporto tra Wilbur e Koontz ricorda quello tra lo scrittore Thad Beaumont e il suo alter ego letterario George Stark nel romanzo La metà oscura (1989). D’altra parte, il carattere metaletterario e metafumettistico de Il castello nel cielo è piuttosto evidente. Lo stesso Burattini, infatti, ha scritto sul suo blog che l'intento era quello di giocare con l'idea che a chi scrive Zagor (lo sceneggiatore = Wilbur o, se vogliamo, Koontz) è permesso di fare tutto (o di fare tutto quello che Bonelli permette, se lo sceneggiatore in questione non si firma Nolitta, ma il senso è lo stesso). E' l'arte dello scrivere, o il talento dell'affabulazione, ciò che permette di costruire i castelli nel cielo (o di fare castelli in aria,come il gioco di parole suggerisce, non a caso).


Copertina della prima edizione originale del romanzo di Stephen King La metà oscura (1989)

 


KRAK
Compare in Non umani (M. Burattini [sog.&scen.] – E. Barison [dis.], nn. 613-614) e, tra i quattro evasi spaziali della storia (gli altri sono Hays, SHRIKE e CHANGE) si aggiudica senza dubbio la palma del più mostruoso. Spaventoso è infatti il suo aspetto normale: un colosso il cui muso è costituito da un groviglio di tentacoli, dietro cui si cela una grande bocca piena di denti acuminati; ma ancora più spaventoso è l'aspetto che assume quando si trasforma, cioè ogniqualvolta attacca e divora le sue prede: un'enorme massa di tentacoli in grado di strisciare sia sopra che sotto il terreno. E' proprio con queste sembianze che, nella prima scena in cui compare, Krak assale un gruppo di soldati e i due cavalli del loro carro. Tanto gli uomini che i suddetti animali vengono stritolati e letteralmente spolpati dal vorace extraterrestre, il quale, poco dopo, uccide anche tre squaw Delaware (una quarta invece, chiamata Nenah, riesce a fuggire, ma viene in seguito catturata da Hays). Com'è andata la caccia?, gli chiede poi Hays, e Krak risponde: Bene… voi terrestri siete particolarmente saporiti. Ho fatto un buon pasto con alcuni uomini e i loro cavalli… ed ero già sazio quando ho ucciso le donne dalla pelle rossa. Mi sono limitato a succhiarne i fluidi.


Zagor n. 613, agosto 2016. Disegno di Ferri

Con i suoi enormi tentacoli, Krak non dà scampo ai soldati – ZGR 613, p. 33

Krak emerge dal terreno, pronto a divorare uomini e cavalli – ZGR 613, p. 36


Zagor n. 614, settembre 2016. Ultima copertina di Ferri

Krak si ricongiunge ai suoi compagni di fuga Hays e Shrike – ZGR 614, p. 12

I cadaveri delle tre sfortunate squaw, ritrovati da ZAGOR e Tonka, sembrano mummificati. Trascorse alcune ore, Krak ha di nuovo fame e Hays, che in precedenza ha ucciso a fucilate tre poveri trappers, gli fa mangiare i loro corpi. Mai far marcire del cibo pronto per essere divorato!, esclama l'alieno, che – terminato l'orrendo pasto sotto gli occhi terrorizzati di CICO e di Nenah – dice a Hays: Mi piace questo pianeta… avrò di che mangiare per il resto dei miei giorni! Che calcolati in termini terrestri… saranno più o meno cinquecento anni ancora!. Krak non ha però fatto i conti con ZAGOR, il quale, nel finale della storia - dopo che l'alieno ha dato un'altra impressionante dimostrazione della sua forza, stritolando il mulo del trapper Miles (il figlio del vecchio cieco – vedi CHANGE) e disarmando con facilità quest'ultimo e Tonka – riesce a ucciderlo. La lotta tra i due è breve, ma assai emozionante: l'alieno, per impedire che ZAGOR recuperi il fucile laser con cui ha ucciso Hays e ferito SHRIKE, avvolge le gambe dell'eroe con i suoi tentacoli, atterrandolo. Tuttavia, il Nostro riesce a riprendere l'arma e, ricaricatala, fa fuoco, liberandosi della terribile stretta; dopodiché spara altre due volte, colpendo in pieno il furioso Krak, che si accascia al suolo privo di vita. 

L'alieno divora i trappers uccisi da Hays – ZGR 614, p. 27

Per evitare che Krak uccida Tonka, Shrike si vede costretto a tagliargli un tentacolo. Non si tratta però di un danno irreparabile: Krak è infatti in grado di riassorbire le parti del suo corpo – ZGR 614, p. 57

Per quanto feroce, Krak sa cos'è la riconoscenza: come dice infatti a Shrike, non divora Hays perché deve a lui la libertà – ZGR 614, p. 61

Krak si accorge di non poter uccidere Zagor. Quest'ultimo, infatti, non è il vero Spirito con la Scure, ma il mutaforma Change, il suo quarto compagno di fuga – ZGR 614, p. 74
  
Curiosità: Il nome che Burattini ha dato a questo terribile alieno rimanda chiaramente al Kraken, la colossale creatura tentacolata (vedi PIOVRA GIGANTE) delle leggende scandinave. Il suo volto, invece, ricorda molto quello di Cthulhu, il famoso mostro inventato da H. P. Lovecraft cui sono ispirate altre inquietanti creature zagoriane, quali DAGON (che a sua volta è affine al sopracitato Kraken), i MOSTRI DI WINDY ROCK e il MOSTRO DELL'ANTARTIDE. Inoltre, Krak richiama nell'aspetto, e soprattutto nella capacità di sbucare dal sottosuolo con i suoi tentacoli, il Mostro delle fogne, la sfortunata creatura (al secolo, George Bates) che compare nella storia di Dylan Dog Dal profondo (n. 20), ideata e sceneggiata da un duo d'eccezione come Tiziano Sclavi e Alfredo Castelli, e disegnata da Corrado Roi. 

L'extraterrestre avvolge Zagor con i suoi tentacoli, ma l'eroe riesce comunque a recuperare il suo fucile laser ed a ricaricarlo – ZGR 614, p. 86

Zagor uccide finalmente il terribile Krak – ZGR 614, p. 88

Il Kraken attacca una nave mercantile in un'illustrazione del 1810

Una statuetta in resina di Cthulhu realizzata dal creature creator singaporiano Dominic Qwek

Dylan Dog n. 20, maggio 1988. Disegno di Villa

 


KREEGAH

La leonessa dai denti a sciabola che, ne La regina della città morta (M. Boselli [sog.&scen.] – M. Laurenti [dis.], nn. 422-424), diventa la fedele compagna di ZAGOR, identificatosi nel principe di Songhay, il semidio africano Damballah. All’inizio della storia, l’eroe sogna Kreegah e Marie Laveau: la prima gli balza addosso, ma senza azzannarlo; la seconda, che si crede la reincarnazione della sposa di Damballah, gli dice: Kreegah ti ha riconosciuto, mio principe!... In te scorre una scintilla dell’anima di Damballah!... E lei ha combattuto insieme al semidio Damballah… …nell’alba dei tempi… …quando la Terra era giovane… .

Zagor n. 423, ottobre 2000. Disegno di Ferri
 
Kreegah e Marie Laveau appaiono in sogno a Zagor - ZGR 423, p. 85


Il possente felino si mostra mansueto nei confronti di Zagor - ZGR 423, p. 83


In seguito, Marie fa catturare ZAGOR dai suoi guerrieri e lo fa portare nel palazzo reale di Songhay, dove Kreegah, vedendo il Nostro per la prima volta, gli si avvicina docilmente, come se, appunto, lo conoscesse da sempre. E’… è incredibile!... E’ mansueta come un grosso gatto!, esclama, sorpreso, l’eroe, accarezzando la belva. Lo sapevo! Lo sapevo!... Kreegah ti riconosce!... Riconosce in te la stirpe reale del Songhay!... In una precedente vita tu eri il principe Damballah, Zagor!... Il destino ti ha voluto qui per regnare al mio fianco!. Drogato dalla mambo, ZAGOR, come abbiamo detto in precedenza, finisce per convincersi di essere veramente la reincarnazione di Damballah. Kreegah, pertanto, affianca il Nostro quando questi cattura, nella foresta, CICO, Digging Bill e il giovane pigmeo Chuma. Il possente felino è poi al centro di altre due incisive sequenze: quella, divertente, dove insegue CICO, fuggito dalla città morta (la capitale in rovina di Songhay) assieme ai suoi compagni; e quella – molto drammatica, invece – dove, per salvare ZAGOR, si lancia contro il GRANDE VERME, che la divora. Alla fine, però, il sacrificio di Kreegah non sarà stato vano, visto che l’eroe riuscirà a sconfiggere il mostro. 

Kreegah insegue Cico - ZGR 424, p. 57

Per salvare Zagor, Kreegah si lancia contro il Grande Verme - ZGR 424, p. 89

Kreegah viene divorata dal mostro - ZGR 424, p. 90

 
Curiosità: Il nome Kreegah è una chiara citazione del Tarzan di Edgar Rice Burroughs: Kreegah bundolo! ( State attenti, (Io) uccido!) è infatti il grido di allarme di Tarzan e delle scimmie che l’hanno allevato. Questo, peraltro, non è l’unico riferimento all’eroe burroughsiano che Boselli ha inserito nella storia: ad esempio, la capitale di Songhay richiama subito alla mente Opar, la misteriosa città africana del romanzo Tarzan e i gioielli di Opar (1916); inoltre, il rapporto tra Marie Laveau e ZAGOR riecheggia quello tra Tarzan e la regina di Opar, La. Ritornando a Kreegah ma restando sempre in tema di Tarzan e di tarzanidi, riteniamo probabile che la leonessa boselliana sia ispirata a Zabu, la fedele tigre dai denti a sciabola dell’eroe marveliano Ka-Zar, creato nel 1965 da Stan Lee e Jack Kirby. I due celebri autori s’ispirarono, a loro volta, all’omonimo tarzanide - Ka-Zar, the great – pubblicato, dal 1939 al 1942, dalla Timely Comics (l’antenata della Marvel), ma inizialmente apparso nei pulp magazines della Manvis Publishing Company. 

Tarzan urla il suo tipico Kreegah (disegno di Russ Manning). Com’è noto, l’eroe di Burroughs è stato, assieme all’Uomo Mascherato, la principale fonte ispiratrice per il personaggio di Zagor

La sovraccoperta di una delle prime edizioni del romanzo Tarzan e i gioielli di Opar (1916). La magnifica illustrazione è opera dell’artista americano James Allen St. John

Copertina di un albo del 1974 di Kazar, Lord of the hidden jungle (disegno di Gil Kane e Frank Giacoia)


KUDAN

Il feroce demone che compare ne Il sepolcro dello stregone (D. Paolucci [sog.&scen.] - A. Chiarolla [dis.], Zagor Speciale n. 21). All’inizio dell’avventura, Artiglio Nero - malvagio stregone Shawnee - si accinge a sacrificare a Kudan, in una grotta sulla riva del lago Erie, una giovane squaw della sua tribù, ma l’intervento del sakem Orso Possente (che aveva scacciato dal villaggio lo stregone proprio perché questi aveva abbracciato il sanguinario culto di Kudan) e dello sciamano Volpe Grigia (ex allievo di Artiglio Nero, prima che costui si votasse al male) glielo impedisce. Per sbarazzarsi dei suoi avversari e dei due guerrieri che li accompagnano, Artiglio Nero getta una polvere magica in un braciere, facendo comparire i servi di Kudan, mostruosi spiriti che uccidono i sopradetti guerrieri e feriscono Orso Possente, che però riesce a pugnalare a morte lo stregone, il cui corpo viene poi seppellito sull’isola di Sha-Ka-Lah. Quindici anni dopo, un losco mercante di nome Friedman accompagna al villaggio Shawnee due antropologi di Detroit, James Cardigan e John Stockton. Costoro, interessati a studiare i costumi della tribù, fanno la conoscenza di ZAGOR e CICO, lì giunti in occasione dell’imminente matrimonio di Lontra Veloce, figlio di Orso Possente. Malgrado ciò, l’atmosfera nell’accampamento non è molto serena: il sakem è rimasto ferito durante una tempesta scoppiata all’improvviso, e Volpe Grigia ha scoperto, attraverso le ossa sacre, che a farla scoppiare è stato lo spirito di Artiglio Nero, la cui vendetta è solo all’inizio. Ignari di tutto ciò, Stockton e Cardigan chiedono agli Shawnee di poter visitare le tombe degli sciamani (che si trovano appunto a Sha-Ka-Lah), ma lo stregone dice loro che il suddetto luogo è proibito ai bianchi.

Zagor Speciale n. 21, aprile 2009. Disegno di Ferri

I mostruosi servi di Kudan attaccano Orso Possente e uno dei suoi guerrieri - ZGR Speciale 21, p. 7


L’indomani, i due antropologi lasciano il villaggio con Friedman, il quale promette a entrambi che li condurrà a Sha-Ka-Lah se essi gli aumenteranno la paga. I due antropologi accettano e, il giorno seguente, Friedman (che nelle tombe degli sciamani spera di trovare oggetti preziosi) e i suoi uomini, Brolin e Besford, rapiscono Lontra Veloce e la sua promessa sposa Vento Nascente, costringendo il primo a condurli a Sha-Kah-Lah. Scoperto quanto accaduto, ZAGOR, CICO, Volpe Grigia e alcuni guerrieri salgono a bordo delle canoe e si dirigono verso l’isola, ma quando ormai l’hanno quasi raggiunta, scoppia una terribile tempesta. Volpe Grigia capisce che a scatenarla è stato ancora lo spirito di Artiglio Nero: infatti, alcuni fulmini, come se fossero guidati da una mano invisibile, iniziano a colpire, una dopo l’altra, le canoe, e dal lago si sollevano enormi onde. Qualche ora dopo, ZAGOR e CICO (che si erano gettati in acqua con il guerriero Lungo Braccio prima che uno dei fulmini colpisse la loro canoa), si risvegliano sulla riva di Sha-Kah-Lah e si ricongiungono con Lungo Braccio e altri due guerrieri, Piccola Lince e Fascia Gialla. Qualche ora dopo, il gruppo raggiunge la grotta dove sono seppelliti gli sciamani, e qui, ZAGOR e Lungo Braccio, ingaggiano uno scontro con Friedman e Brolin. L’eroe e il suo compagno hanno la meglio sui loro avversari, che vengono poi disarmati e legati. Nella grotta c’è pure Cardigan, il quale racconta a ZAGOR che Lontra Veloce e Vento Nascente sono scappati dopo che, la notte prima, un mostro ha attaccato, in un’altra caverna, Stockton e Besford. ZAGOR si reca nella suddetta caverna (attorno alla quale sono incisi diversi simboli magici) e trovano, accanto a un sarcofago (quello di Artiglio Nero, per l’appunto) i cadaveri, orrendamente mutilati, dell’antropologo e di Besford.

Kudan si materializza dal sarcofago di Artiglio Nero - ZGR Speciale 21, p. 101

Volpe Grigia riesce ad allontanare il mostro, facendolo dissolvere - ZGR Speciale 21, p. 125
 

All’improvviso, dall’interno del sarcofago, Kudan si materializza sotto forma di una spaventosa creatura, che attacca subito i due amici, dimostrandosi immune alle loro armi. ZAGOR e Lungo Braccio fuggono, ma vengono inseguiti dal mostro, che si rivela davvero indistruttibile: infatti, pur cadendo nell’astuta trappola architettata dall’eroe, che lo fa finire sotto una frana, esso riemerge dai massi ancora più inferocito. Intanto, nell’altra grotta, Friedman e Brolin sono riusciti di nascosto a liberarsi e, prendendo in ostaggio CICO, raggiungono il punto dell’isola dove avevano ormeggiato la barca. Proprio in quel momento, arrivano sul posto anche ZAGOR e Lungo Braccio, i quali ingaggiano un altro scontro con i due malviventi. Costoro vengono però attaccati da Kudan, che emerge dalla sabbia e uccide Brolin. ZAGOR ne approfitta per disarmare Friedman, quindi scappa, assieme a questi e ai suoi amici, in direzione della caverna dove si trovano gli altri Shawnee e Cardigan. Nella fuga, CICO cade, e ZAGOR, per salvarlo, ritorna indietro e si prepara ad affrontare il mostro. Fortunatamente per l’eroe, arriva Volpe Grigia, il quale, grazie al suo bastone sacro, allontana Kudan, facendolo dissolvere. A causa dello sforzo compiuto, lo sciamano per poco non sviene, mentre il bastone sacro, esaurita la sua energia, si dissolve anch’esso. Volpe Grigia raggiunge poi con gli altri la caverna, dove hanno intanto trovato rifugio anche Lontra Veloce e Vento Nascente. Poco dopo, lo sciamano racconta ai Nostri la storia di Artiglio Nero e, rivolgendosi a Cardigan, dice: Entrando nella grotta sacra, avete infranto le difese magiche che tenevano prigioniero il demone, scatenando la sua furia omicida! Attraverso le spoglie mortali di Artiglio Nero, Kudan ha oltrepassato le barriere tra il suo mondo e il nostro… e ora trae forza dal sangue delle sue vittime! Uccidere i compagni di Friedman gli ha dato il potere necessario per scatenare la tempesta che si è abbattuta su di noi! Ma non gli è sufficiente per lasciare l’isola… la magia residua degli antichi sciamani lo tiene prigioniero qui!.

Zagor e Lungo Braccio lottano contro i servi di Kudan - ZGR Speciale 21, p. 140

Kudan viene spinto da Zagor nel fascio di luce del cerchio magico - ZGR Speciale 21, p. 159


Volpe Grigia consegna a ZAGOR ed a Lungo Braccio, come difesa nei confronti di Kudan, delle fasce sacre, che sono in grado di dare più forza ai loro colpi; quindi, si appresta a formare un cerchio magico con Lontra Veloce e Vento Nascente, in modo da concentrarvi all’interno tutta la magia residua di Sha-Ka-Lah. In quello stesso momento, compaiono i servi di Kudan, i quali, pur uccidendo Piccola Lince e Fascia Gialla, non riescono a interrompere il rito di Volpe Grigia, poiché ZAGOR e Lungo Braccio, grazie proprio alle fasce sacre, li sconfiggono. Approfittando di ciò, Friedman si libera ancora una volta e fugge, ma viene ucciso dai guerrieri morti durante la tempesta, che Kudan ha riportato in vita per scatenarli contro i suoi nemici. I MORTI VIVENTI, infatti, assalgono l’eroe e Lungo Braccio, i quali scoprono che le fasce sacre non hanno effetto su di essi. ZAGOR capisce che Kudan intende distrarli per impedire loro di difendere il cerchio magico, e torna nella caverna, dove intanto il demone è riapparso e ha tramortito il povero CICO. Prima però che possa interrompere il rito, l’eroe lo affronta e, dopo una terribile lotta, riesce a spingerlo nel fascio di luce formatosi al centro del cerchio magico. Kudan, ritorna negli abissi… per sempre!, grida lo sciamano, mentre il demone si dissolve. La definitiva distruzione di Kudan causa anche quella dei MORTI VIVENTI, contro i quali Lungo Braccio stava combattendo valorosamente. Il sole torna a risplendere su Sha-Ka-Lah!... L’incubo e finito!, sono le parole conclusive di ZAGOR

La distruzione definitiva di Kudan - ZGR Speciale 21, p. 160

Guerrieri Shawnee in una suggestiva tela della pittrice americana Mary Louise Holt


Massimo Capalbo


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