giovedì 10 luglio 2014

CLAMOROSO! DIME WEB INTERVISTA ROBERTO VECCHIONI! (LE INTERVISTE VI)

a cura di Franco Lana

Beh, quando il nostro amico e collaboratore Franco Lana ci ha inviato questa intervista, sulle prime pensavamo a uno di quegli scherzi per il quale l'ineffabile Frank Wool è celebre su Facebook e in altri luoghi telematici...
Invece è tutto vero!
DIME WEB INTERVISTA ROBERTO VECCHIONI, l'immortale autore di Samarcanda e di mille altre canzoni che hanno fatto la storia della musica italiana! E lo intervista sul FUMETTO! Buona lettura! (s.c. & f.m.) 




DIME WEB - Salve, Professore! Prima di tutto, ci può narrare del suo rapporto con le Nuvole Parlanti?

ROBERTO VECCHIONI - Il primo ricordo è La Borsa del Fumetto, in via Lecco angolo Casati a Milano, nella zona di Porta Venezia. Io, allora, appena sposato con Daria, abitavo in via Tadino, a pochi passi da un negozio del quale non potevo fare a meno per trovare e scoprire le mie Nuvole Parlanti. Due i generi preferiti. Da una parte i fumetti di satira, quelli divertenti, ma che ti fanno riflettere. Quelli di Linus che, con la faccia dei bambini, rappresenta la società e i rapporti con gli uomini, i sentimenti, le situazioni. Dall’altra parte del cuore dei fumetti il west che non c’era eppure era incredibilmente reale, perché era quello che vedevo io con gli occhi, seduto nella mia stanza, affacciato alla mia finestra. Il west colorato d’Italia, che ricordava, forse riprendeva, quello di Leone.


DW - Quali sono i suoi autori preferiti?

RV - Tanti. A partire da Bonelli, che con Galleppini creò il fantastico Tex, ma anche quello di Zagor con lo pseudonimo di Guido Nolitta. Poi Guido Crepax, i francesismi di Moebius, cioè Jean Giraud. E ancora: Sartoris, Guzzon e Sinchetto di Capitan Miki e del Grande Blek, Quino di Mafalda, Charles M. Schulz di Charlie Brown, Berardi e Milazzo di Ken Parker. 





DW - Sappiamo che spesso si recava in visita alla redazione milanese di via Buonarroti. Ha qualche aneddoto particolare, da raccontarci?

RV - L’immagine che mi è rimasta negli occhi: non c’erano muri, solo libri. Una quantità infinita di libri. Bellissima atmosfera.


DW - Un ricordo del caro Sergio Bonelli...

RV - Un uomo mai fermo. Innamorato del suo lavoro, che erano le sue idee, e dei suoi personaggi, che potevano anche essere lui, magari travestito da protagonista laterale della storia. Era come se, creando, osservasse dal buco della serratura le emozioni che faceva vivere ai lettori. Della letteratura di Bonelli, perché di letteratura si tratta, mi è sempre piaciuta la trasposizione di tempo e spazio, l’equilibrio tra realtà e fantasia. E la capacità di far risultare ancora più credibile la storia inventandosi dei corpi speciali in quel senso dell’avventura, tra il ‘700 e il ‘900, che non era vero, però era bellissimo: ti faceva volare con la fantasia. Del suo Tex ho amato tantissimo anche la capacità di dialogo: spiegava bene tutto”.





DW - Quale ritiene essere, secondo lei, il fumetto più “musicale”?

RV - La scelta è obbligatoria: il Sergente York, che è anche il mio soprannome e tutti sanno che, quando arrivo in camerino, prima di un concerto, lo devo trovare stampato sulla porta. Del Sergente York ho tutta la collezione. E’ musicale questa Legione Straniera dell’Ovest dove personaggi arrivati da ogni dove vigilano questa presunta frontiera, tra avventure e umorismo: Roy D’Amy seppe creare un caleidoscopio meraviglioso. Un mondo globale: così impossibile che era… vero”.

DW - Grazie Professore, un caro saluto da tutti i lettori di Dime Web!
 
 
 
 
 
a cura di Franco Lana
 
 
P.S. Trovate tutte le notizie non fumettistiche su Roberto Vecchini andando sul suo sito ufficiale!

N.B. trovate i link alle altre Interviste di Dime Web sulla pagina Interviste & news!

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