domenica 27 ottobre 2013

L'ATLANTE DI MISTER NO. "H": DA "HAITI" A "HIDEN"

di Massimo Capalbo

Lettera H (pregnante seppur breve con le sue sole tre voci) e ottavo appuntamento con il nostro più grande progetto, l'Atlante dedicato all'universo di Jerry Drake! Il lavoro di Max Capalbo sul ribelle e avventuriero brasiliano di Nolitta - opera che ha suscitato apprezzamenti un po' dovunque sul web per la sua estrema accuratezza - procede di pari passo con la collaborazione ai Quaderni Bonelliani del brasiliano Wilson Vieira, saggista e fumettista di rilevanza internazionale. Tutto questo contribuisce a dare a Dime Web una sorta di calda tinteggiatura carioca! (s.c. & f.m.)

Un provocatorio ma originale Mister No con Kurt Cobain, disegnato da Alessandro Bignamini nel 1995. Per vedere altri suoi lavori visitate il suo BIGnaBlog!


Legenda

  • I nomi in stampatello e grassetto rimandano a una voce dell’Atlante.
  • I nomi dei personaggi cui è dedicata una voce sono indicati per cognome - ovviamente se questo è conosciuto (per esempio: AMARAL, STELIO; REMY, ANOUK). In alcuni casi, però, abbiamo optato per il soprannome (per es.: ESSE-ESSE invece che KRUGER, OTTO). Riguardo poi a personaggi come O BISPO ed EL LOCO, le voci a loro dedicate sono state inserite sotto l’iniziale del nome, invece che sotto l’iniziale dell’articolo: per es., EL LOCO, si trova alla lettera L di LOCO e non alla lettera E di EL (che in spagnolo è appunto un articolo e corrisponde al nostro IL).
  • I personaggi dalla doppia identità sono stati indicati con il nome della loro identità fittizia piuttosto che con il nome vero (ad es.: DEMONE ETRUSCO, GIUSTIZIERE DI BONAMPAK).
  • Quando i personaggi vengono citati in una voce che non è a loro dedicata, solo il cognome è scritto in neretto e stampatello, in modo da rimandare immediatamente alla lettera sotto la quale sono stati inseriti (per es.: nel testo della voce ANACONDA, il personaggio Daniel Murdock è citato come Daniel MURDOCK). L’unica eccezione a questa regola riguarda il protagonista della serie, il cui nome - attenzione: non il nome proprio Jerry Drake, ma appunto il soprannome MISTER NO - è sempre scritto in neretto e stampatello, tranne ovviamente quando è inserito nel titolo di un fumetto o di un libro (per es.: Mister No Index Illustrato, Mister No Riedizione If).
  • Per quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia alla memoria dei lettori in modo più efficace. Per esempio, la storia dei nn. 17-20 viene indicata con il titolo del n. 19, "Operazione Poseidon" perché esso è più rappresentativo, più calzante rispetto ad Agente segreto Zeta 3 e Tragica palude, che sono i titoli rispettivamente del n. 17 e del n. 19 (del tutto avulso poi il titolo del n. 20, Evasione!, visto che si riferisce alla storia successiva). 


Per le Note sui collegamenti ipertestuali e le Note sulle illustrazioni vedi la prima parte.



 


H
HAITI
HELL’S ANGELS
HIDEN


HAITI

Questo Paese, che occupa la parte occidentale dell’isola di Hispaniola, è noto soprattutto per il vudu, religione sincretistica che mescola cattolicesimo e antichi culti africani (il grosso della popolazione haitiana discende infatti dagli schiavi neri importati nel XVI secolo dai colonizzatori spagnoli, e nei due secoli successivi dai colonizzatori francesi). Il lato tenebroso del vudu - rappresentato da bokor (coloro che praticano la magia nera), zombi e fatture di morte - è al centro di due memorabili storie di MISTER NO: Destinazione Haiti (A. Castelli [sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn.22-24) e Gli adoratori del male (M. Colombo e L. Mignacco [sog.&scen.] – M. Bianchini e R. Rossi [dis.], nn. 218-219).

Copertina di Mister No n. 23, aprile 1977. Disegno di Ferri.

Mister No alle prese con un Tonton Macoute – MNO 22, p. 43


La prima, che segna l’esordio nella serie di Alfredo Castelli, anticipa di molti anni le tematiche di un famoso film sul vudu: Il serpente e l’arcobaleno (Wes Craven, 1988), versione romanzata, in chiave horror, di The Serpent and the Rainbow (1984), famoso libro dell’antropologo ed etnobotanico canadese Wade Davis. Come farà Craven nel suddetto film, Castelli ha intrecciato l’affascinante tema della magia nera con quello della lotta alla dittatura (vedi GENEVIEVE, KOVACS, MAMA MATHILDA). Sebbene la storia sia ambientata nei primi anni Cinquanta e sebbene il dittatore haitiano non venga mai nominato, è chiaro il riferimento dello sceneggiatore a François Papa Doc Duvalier, il despota che governò Haiti dal 1957 al 1971, anno della sua morte. Duvalier - cui succedette il figlio Jean-Claude (soprannominato Baby Doc), al potere fino al 1986 – non disdegnava di utilizzare la magia nera contro i suoi oppositori, e si paragonava addirittura a Baron Samedi, il Signore dei Cimiteri, la divinità che i bokor invocano quando vogliono far risorgere i morti. Pertanto, il binomio dittatura-stregoneria che caratterizza Destinazione Haiti ha un forte aggancio con la realtà storica del Paese caraibico: lo dimostra anche il fatto che i più importanti membri della famigerata polizia personale del dittatore – quei Tonton Macoutes affrontati, nell’episodio, da MISTER NO e dai ribelli di GENEVIEVE – erano bokor

Il guerrigliero Domingo parla a Mister No degli zombi – MNO 22, p. 68

Copertina di Mister No n. 218, luglio 1993. Disegno di Diso



La piccola mambo Lucelia con Eleanor Davis, vittima della polvere zombi – MNO 218, p. 73

 
Nella seconda storia ambientata ad HAITI, Gli adoratori del male, i riferimenti storici sono molto più vaghi. In questo episodio, MISTER NO, arrivato ad Haiti per accompagnare una cliente, conosce, a una cerimonia vudu, il giornalista americano Davis, la cui moglie Eleanor è rimasta vittima di un sortilegio che l’ha trasformata in una sorta di zombi. A ridurre la povera Eleanor in queste condizioni, soffiandogli in faccia una misteriosa polvere, è stato il malvagio Kaempfer, un bokor bianco che ha voluto punire Davis per aver ridicolizzato nei suoi libri il mondo della stregoneria vudu. Kaempfer ha come alleati i militari haitiani e soprattutto i feroci zobop (adoratori delle divinità malefiche del vudu) capeggiati dal colossale nero Mokay. Al fianco di MISTER NO e Davis ci sono invece due figure molto particolari, quali la piccola mambo Lucelia – che nel finale aiuterà Eleanor Davis a ritornare normale - e l’enigmatico LEÒN, nonché i vuduisti buoni guidati dall’hungan (sacerdote) Matisse.

Il perfido bokor bianco Kaempfer – MNO 219, p. 23
Haiti oggi.



HELL’S ANGELS

Nome della banda di motociclisti che compare nella storia omonima (S. Marzorati [sog.&scen.] – P. Bisi [dis.], Speciale n. 14). Il capo degli Hell’s Angels è John Turner alias Sonny, un reduce della SECONDA GUERRA MONDIALE che il 4 luglio del 1947 entra con i suoi compagni nella cittadina californiana di Hollister. Qui Sonny conosce MISTER NO, il quale gli diventa amico e si unisce alla sua banda, la quale, sebbene sia vista con timore e disprezzo dalla gente di Hollister e della vicina Los Banos, è abbastanza pacifica. Lo stesso non si può dire della gang rivale dei Satan’s Slaves, comandata dal malvagio Chino (anche lui un reduce). Questi - in combutta con due abitanti di Los Banos: l’impiegato della banca locale Brown e il droghiere Palmer - rapina assieme ai suoi bikers la suddetta banca, causando, nella fuga, la morte di Tim Cafferty, un bambino di otto anni. Brown e Palmer indirizzano subito i sospetti sugli Hell’s Angels, i quali devono fronteggiare non solo la polizia ma anche un gruppo di spietati cittadini di Los Banos che intendono farsi giustizia da soli.

Copertina di Mister No Speciale n. 14, marzo 2000. Disegno di Diso


La fuga degli Hell’s Angels si conclude solo quando, grazie alla testimonianza di Laura Palmer (la figlia del droghiere, il quale rimane ucciso mentre minaccia con un fucile Sonny e MISTER NO), riescono a dimostrare la loro innocenza allo sceriffo Cray. A questo punto, però, i Satan’s Slaves irrompono a Los Banos e uccidono lo sceriffo. Chino - che ha poco prima ucciso Brown per non dover dividere con lui il bottino – vuole prima regolare i conti con l’odiato Sonny, e poi mettere a ferro e fuoco il paese. Per evitare ciò, MISTER NO sfida Chino a lottare corpo a corpo: il malvagio motociclista accetta e gli promette che se il Nostro riuscirà a batterlo, lui e la sua banda lasceranno Los Banos. Al termine di un emozionante scontro, il pilota ha la meglio su Chino, umiliandolo davanti ai suoi compagni. Mentre il pilota viene abbracciato da Laura, il biker estrae una pistola per sparagli, ma a essere sparato – dalla madre di Tim Cafferty – è invece lui. Prima di morire, Chino mantiene la promessa fatta a MISTER NO e ordina alla sua gang di abbandonare la città. Anche Sonny e i suoi compagni, congedatisi dall’amico pilota, lasciano Los Banos, per ricominciare a vagabondare sulle strade d’America.


Mister No e Sonny, capo degli Hell’s Angels – MNO Speciale n. 14, p. 28

Hell’ Angels non è tra le più riuscite storie di MISTER NO; tuttavia, presenta personaggi interessanti, a partire dal co-protagonista Sonny. Questi - ispirato a Ralph Sonny Barger, capo dei veri Hell’s Angels negli anni Settanta - è un individuo tormentato dai sensi di colpa: egli era infatti uno dei piloti delle trecento Fortezze Volanti che il 15 febbraio 1945 bombardarono Dresda, causando la morte di migliaia di persone. L’orrore di Dresda perseguita Sonny attraverso un incubo ricorrente, nel quale il reduce si vede catapultato, a bordo della sua moto, fuori dal portello di un B-17 sulla città tedesca in fiamme. Al pari di MISTER NO e di molti altri reduci, Sonny, una volta tornato in patria, non è più riuscito ad ambientarsi nella società americana, e per fuggire dal conformismo che caratterizza quest’ultima, ha abbracciato la vita nomade dei bikers, scorrazzando per le strade d’America a bordo della sua Indian (il rivale Chino guida invece una Harley-Davidson). Altri membri degli Hell’s Angels che meritano di essere menzionati sono Tiny e Richard Bryce alias Jack Thompson.

Tiny si lancia come un kamikaze contro i vigilantes – MNO Speciale n. 14, p. 95


Il primo, malato di cancro, porta sempre con sé una wakizashi, la spada corta dei samurai, che apparteneva a un soldato giapponese da lui trovato morto in un bunker, durante la battaglia di Okinawa. In una scena di grande impatto, che vede gli Hell’s Angels attaccati dai vigilantes di Los Banos, Tiny sceglie di morire come i kamikaze giapponesi: infatti, dopo essersi versato addosso una tanica di benzina e aver indossato la tipica bandana bianca chiamata hachimaki, si dà fuoco e si lancia a tutta velocità con la sua moto contro l’auto dei suddetti vigilantes, facendola esplodere. Tiny non era pazzo… - dice Sonny, rispondendo a Bryce, sconvolto dal gesto del compagno – ha scelto soltanto un bel modo per andarsene… …e per fregare il cancro, prima che il cancro fregasse lui… . Il sopracitato Bryce è un giornalista che, sotto mentite spoglie (quelle appunto del reduce Jack Thompson), si aggrega agli Hell’s Angels perché – come confessa a Sonny quando questi lo scopre - vuole raccontare il loro modo di vivere in un libro con il quale spera di raggiungere il successo. Anche Bryce è ispirato a un personaggio reale: il giornalista e scrittore Hunter S. Thompson, che raccontò le sue esperienze con i bikers nel libro Hell’s Angels: The Strange & Terrible Saga of the Outlaw Motorcycle Gangs (1966).


Mister No scazzotta Chino - MNO Speciale n. 14, p. 159

Curiosità: Come si legge nell’articolo Sulle strade della libertà, posto in seconda e terza di copertina dello Speciale, i veri Hells Angels nacquero tre anni dopo i fatti narrati nell’avventura, e cioè nel 1950, a Fontana, una piccola cittadina a nord di Los Angeles. Non c’erano quindi gli Hells Angels fra i tre - quattromila motociclisti che si radunarono a Hollister il 4 luglio del 1947: l’evento che diede inizio alla storia dei bikers e che ispirò il film di László Benedek Il selvaggio (1953). In questa celebre pellicola, Marlon Brando interpreta il motociclista buono Johnny Strabler, mentre Lee Marvin veste i panni del malvagio Chino, cui è ispirato l’omonimo personaggio dello Speciale. 


Lee Marvin e Marlon Brando in The Wild One, diretto nel 1953 da Benedek.

I veri Hells Angels, fotografati da Bill Ray per Life nel 1965



HIDEN

Spregiudicato agente della CIA che compare per la prima volta in Casablanca Café (L. Mignacco [sog.&scen.] –F. Valdambrini [dis.], nn. 219-220), interessante storia di ambientazione cubana. Ufficialmente, Hiden è il vice ambasciatore degli STATI UNITI a L’Avana, ed è in queste vesti che contatta MISTER NO per chiedergli di tenere d’occhio il fisico atomico italiano Davide Ginori (le cui conoscenze sono di grande importanza per il programma militare americano), che si trova a CUBA assieme alla moglie Laura, rimpianto amore del pilota. MISTER NO – finito nel mirino del killer Lefty, che vuole rapire lo scienziato per conto dell’Unione Sovietica - rifiuta l’offerta di collaborazione chiestagli da Hiden (definito dal Nostro simpatico come un serpente a sonagli!) e rifiuta, inizialmente, anche la richiesta di aiuto dei coniugi Ginori. Cambia idea, però, quando Laura gli spiega che suo marito è un pacifista: pertanto, non vuole che i suoi studi vengano utilizzati per fabbricare nuovi ordigni atomici e desidera rifugiarsi assieme a lei in una località dei Caraibi. Dopo aver astutamente beffato Hiden ed eliminato Lefty e i suoi scagnozzi (grazie anche al coraggioso intervento dello stesso Davide Ginori), MISTER NO conduce Laura e suo marito, a bordo di un idrovolante, su uno sperduto isolotto; qui i due hanno nascosto un motoscafo con il quale raggiungeranno il loro rifugio. Ritornato a L’Avana, MISTER NO si fa nuovamente gioco di Hiden, fingendosi sorpreso e anche arrabbiato quando questi, del tutto all’oscuro dell’inganno di cui è rimasto vittima e convinto dall’alibi che il Nostro si è costruito, lo informa che i Ginori sono scappati per una destinazione sconosciuta. Hiden ricompare in un altro episodio ambientato a L’Avana: Giochi pericolosi (M. Del Freo [sog.&scen.] – O. Suarez, n. 245).

Copertina di Mister No n. 220, settembre 1993. Disegno di Diso.


Nella capitale cubana, il vice ambasciatore mette in guardia il connazionale Clay Woodward, anch’egli uomo della CIA, dal compiere azioni azzardate, vista la delicata situazione politica dell’isola. Woodward ignora l’avvertimento di Hiden, organizzando un clamoroso attentato (ai danni di un generale cubano) e firmando così la sua condanna a morte: infatti, nel cruento finale della storia, Hiden in persona, assieme a due sicari della CIA, penetra nella villa dell’agente deviato per saldare il conto a lui e ai suoi complici Bob e Leon. Il caso vuole che in quel momento anche MISTER NO si trovi nella villa, dove sono tenuti prigionieri ESSE-ESSE e la giovane Shona WILLDOME. Hiden uccide personalmente Woodward (già gravemente ferito da uno dei sicari) e il suo amante Leon, ma risparmia MISTER NO, in cambio però di un favore. Nell’episodio successivo, Fuga dall’inferno (L. Mignacco [sog.&scen.] - Bignamini [dis.], n. 246), scopriamo che il suddetto favore consiste, per il pilota, nel farsi arrestare e rinchiudere nel penitenziario messicano di Todos Los Angeles. Tra i detenuti vi è un membro della Legione dei Non-Vivi, lo scassinatore Silver; MISTER NO deve conquistarsi la sua fiducia e carpirgli informazioni sull’associazione di ISHIKAWA, informazioni che interessano molto alla CIA, la quale è all’oscuro delle attività dei giapponesi. Al termine di un’avventura violenta e ricca di colpi di scena (il tradimento di Silver, che, in combutta con il direttore del carcere [il barone de Almagro, anch’egli appartenente alla Legione dei Non-Vivi], tende una trappola al pilota [evaso assieme a lui] e agli uomini della CIA; la decisione del barone di eliminare Silver, perché i giapponesi lo ritengono un elemento inaffidabile; l’uccisione del barone da parte del Nostro, che poi fugge portandosi dietro il moribondo Silver), MISTER NO riesce a portare a compimento la missione affidatagli da Hiden (prima di spirare, infatti, Silver gli fornisce le informazioni sulla Legione che interessano alla CIA), ma invece di mettersi in contatto con quest’ultimo, fa perdere le sue tracce.

Hiden a L’Avana – MNO 219, p. 85

Hiden e l’agente deviato Clay Woodward – MNO 245, p. 60


In Ritorno a New York (L. Mignacco [sog.&scen.] – R. Diso [dis.] – nn. 258-259), MISTER NO, appena giunto nella metropoli americana, viene catturato e pestato dagli uomini di Hiden, il quale intende usare il pilota come esca per attirare in trappola ISHIKAWA. L’agente della CIA, però, ignora che MISTER NO e il giapponese si sono incontrati in MESSICO dopo la vicenda di Todos Los Angeles, e hanno stipulato un patto d’onore a cui il pilota non intende venir meno. Il Nostro riesce a eludere la sorveglianza degli uomini di Hiden ed a regolare i conti con ISHIKAWA senza che la CIA s’intrometta. Hiden compare anche all’inizio dell’episodio successivo, Uccidete Esse-Esse (L. Mignacco [sog.& scen.] - D. e S. Di Vitto, n. 260), e nel finale di Agli ordini della CIA (M. Masiero e S. Marzorati [sog.&scen.] – F. Valdambrini/R. Diso/O. Suarez [dis.], nn. 268-273), dove però ha un ruolo più importante: dirige infatti, su incarico del direttore della Central Intelligence Agency, l’eliminazione dei membri della sezione deviata guidata da mister Candyman. MISTER NO e gli agenti Delia NORRIS e William Young (entrambi facenti parte della suddetta sezione) riescono a sfuggire ai killer inviati dalla CIA e raggiungono l’appartamento di Candyman, il quale però non è solo: assieme a lui, infatti, c’è Hiden, scortato da altri killer. Oltre a risparmiare la vita a Candyman (in possesso di informazioni che possono tornare utili alla CIA), Hiden fa altrettanto con Delia (la quale era ignara di far parte di una sezione irregolare) e con MISTER NO, che gode della protezione del direttore dell’FBI in persona, J. Edgar Hoover.


Hiden non si fa problemi a uccidere a sangue freddo – MNO 272, p. 90
 

Questi, infatti, è molto grato al pilota perché egli, in precedenza, ha consegnato all’agente dell’FBI Dale Cooper documenti assai compromettenti per la CIA, documenti con i quali Hoover è in grado di ricattare i servizi segreti. La CIA, in cambio, ha ottenuto che MISTER NO lasci immediatamente gli STATI UNITI. L’unico privo di protezioni è Young, che pertanto viene ucciso – personalmente e a sangue freddo – da Hiden. Questa brutale esecuzione scatena la rabbia di MISTER NO, il quale si avventa contro Hiden e lo scazzotta furiosamente, prima di essere fermato dai killer della CIA, che lo pestano. Essi vengono a loro volta bloccati da Hiden, il quale sa bene quanto sia importante in quel momento l’incolumità di MISTER NO. La missione di Hiden si rivela un successo solo parzialmente, visto che egli non può impedire l’uccisione di Candyman, il quale, appena uscito assieme a lui e agli altri dal palazzo in cui abitava, viene colpito alla testa, con un fucile di precisione, dal sicario Myrtle Evans (vedi Harvey FENNER), posizionato sul tetto dell’edificio di fronte. Colto alla sprovvista e convinto si tratti di un agguato, Hiden ordina ai suoi uomini di scovare il killer, ma questi, dopo essersi sbarazzato di due di loro, si allontana con calma, perché quello che gli interessava era solo vendicarsi di Candyman.


Copertina di Mister No n. 323, aprile 2002. Disegno di Diso.


L’ultima apparizione di questo cinico agente della CIA ha luogo nella storia Una foto che scotta (M. Masiero [sog.&scen.] - Bignamini [dis], nn. 322-323). In essa, Hiden costringe MISTER NO ed ESSE-ESSE - giunti ad Acapulco in aiuto dell’amico detective Phil MULLIGAN, ferito da un ignoto attentatore mentre svolgeva un’indagine su incarico dell’attrice Dorothy Lamarr - a lavorare per lui. I due devono recarsi a Los Angeles per ritrovare la fotografia del matrimonio segreto tra la succitata Dorothy e il politico californiano Robert Mills. Un’eventuale pubblicazione della foto – per ritrovare la quale, Dorothy aveva appunto ingaggiato MULLIGAN - potrebbe compromettere la corsa alla Casa Bianca di Mills, il quale è il candidato appoggiato dalla CIA. Hiden, inoltre, vuole che il pilota e Kruger ritrovino l’attrice, misteriosamente scomparsa. Al termine della loro indagine, i due verranno attirati in trappola, in uno studio di posa hollywoodiano, dalla stessa Dorothy, la quale è in realtà colei che organizzato tutto l’intrigo. E’ stata l’attrice, infatti, ad aver commissionato al messicano Rico la foto del suo matrimonio segreto con Mills, allo scopo di ricattare quest’ultimo. Inoltre, è sempre Dorothy che aveva cercato di uccidere MULLIGAN, in modo da eliminare ogni possibile legame che portasse a lei; per poi scomparire con l’aiuto del suo complice Kemper Boyd, il quale, su ordine della donna, aveva ucciso sia il fotografo Rico sia un collaboratore di Mills, Fred Clockers. Questi era la talpa che aveva spifferato a mister Collinwood, direttore della rivista scandalistica Hush Hush, la notizia della relazione tra Mills e l’attrice. La subdola Dorothy, scortata da Boyd e dai suoi scagnozzi, minaccia di uccidere MISTER NO e ESSE-ESSE se non le consegnano la foto (che essi però non hanno), ma a venire uccisa è invece lei, dagli uomini di Hiden, i quali poi arrestano Boyd e gli altri. L’agente della CIA, convinto addirittura che la fotografia compromettente non esista, pensa così di aver eliminato l’unico ostacolo alla corsa di Mills alla presidenza.


Mister No ritrova Hiden ad Acapulco – MNO 323, p. 8



La foto invece esiste davvero: ce l’ha proprio MULLIGAN, che ne era venuto in possesso grazie a Clockers, il quale aveva sottratto il rullino a Rico. Il detective, una volta ristabilitosi, invia la foto al direttore di Hush Hush, che non tarda a pubblicarla, decretando la fine della carriera politica di Mills. Per l’ennesima volta, quindi, Hiden rimane beffato.

Massimo Capalbo

P.S. Trovate i link alle altre lettere dell'Atlante nella pagina della Bussola!

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