domenica 7 luglio 2013

L'ATLANTE DI MISTER NO. "C": DA "CABRAL, FRANCISCO" A "CULVER, MAX"

di Massimo Capalbo

L'Atlante di Mister No è arrivato alla lettera C! La prima parte - pubblicata su Dime Web l'8 giugno 2013 - dopo un mese si è posizionata al terzo posto degli articoli più letti del Magazzino Bonelliano, trascinando verso "alte vette" anche la seconda parte - uscita il 21 giugno successivo - e La Bussola, ovvero la pagina di Dime Web riservata ai collegamenti alle varie lettere dell'Atlante. Se aprite la homepage di Mister No nel nuovo sito della Sergio Bonelli Editore la notizia del nostro Atlante campeggia vistosa, segno di un grande interesse verso il nostro lavoro nelle stanze di Via Buonarroti. E non solo la SBE: fra i tanti hanno parlato dell'opera di Max Capalbo anche Zagor e altro, Diario di un pessimo autore, Il gatto con la scure, Moreno "Zagor" Burattini su FB, ovviamente Liquida, Mister No su FB, il forum spiritoconlascure... Cogliamo l'occasione per ringraziare nuovamente tutti e in particolar modo i nostri amici lettori! (s.c. & f.m.)


Montaggio di immagini di Ferri per il lancio della testata nel 1975



Legenda

  • I nomi in stampatello e grassetto rimandano a una voce dell’Atlante.

  • I nomi dei personaggi cui è dedicata una voce sono indicati per cognome - ovviamente se questo è conosciuto (per esempio: AMARAL, STELIO; REMY, ANOUK). In alcuni casi, però, abbiamo optato per il soprannome (per es.: ESSE-ESSE invece che KRUGER, OTTO). Riguardo poi a personaggi come O BISPO ed EL LOCO, le voci a loro dedicate sono state inserite sotto l’iniziale del nome, invece che sotto l’iniziale dell’articolo: per es., EL LOCO, si trova alla lettera L di LOCO e non alla lettera E di EL (che in spagnolo è appunto un articolo e corrisponde al nostro IL).

  • I personaggi dalla doppia identità sono stati indicati con il nome della loro identità fittizia piuttosto che con il nome vero (ad es.: DEMONE ETRUSCO, GIUSTIZIERE DI BONAMPAK).

  • Quando i personaggi vengono citati in una voce che non è a loro dedicata, solo il cognome è scritto in neretto e stampatello, in modo da rimandare immediatamente alla lettera sotto la quale sono stati inseriti (per es.: nel testo della voce ANACONDA, il personaggio Daniel Murdock è citato come Daniel MURDOCK). L’unica eccezione a questa regola riguarda il protagonista della serie, il cui nome - attenzione: non il nome proprio Jerry Drake, ma appunto il soprannome MISTER NO - è sempre scritto in neretto e stampatello, tranne ovviamente quando è inserito nel titolo di un fumetto o di un libro (per es.: Mister No Index Illustrato, Mister No Riedizione If).

  • Per quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia alla memoria dei lettori in modo più efficace. Per esempio, la storia dei nn. 17-20 viene indicata con il titolo del n. 19, "Operazione Poseidon" perché esso è più rappresentativo, più calzante rispetto ad Agente segreto Zeta 3 e Tragica palude, che sono i titoli rispettivamente del n. 17 e del n. 19 (del tutto avulso poi il titolo del n. 20, Evasione!, visto che si riferisce alla storia successiva). 

Per le Note sui collegamenti ipertestuali e le Note sulle illustrazioni vedi la prima parte.


Il bel Mister No in TechniColour realizzato dall'autore americano Saša Bralic. L'artista di Salt Lake City ha anche ricevuto il plauso di Pino Rinaldi per questa suo virilissimo ;-) Jerry Darke!


C
CABRAL, FRANCISCO
CAIMANO
CALAMARO GIGANTE
CAMARGO, CELINA
CANGACEIROS
CARSON, BILL
CARIPUNA
CASTLE, AL
CHAMBERS, ALAN
CHICLEROS
CIA
CLARA e ISABELA
COEN & BROTHER
COLLINS, JIMMY
COLOMBIA
COLUMBUS, JOHNNY
CONGO VEVÉ
CONNELY, colonnello WILLIAM
CORDEIRO, MIRANDA
CUBA
CULVER, MAX



CABRAL, FRANCISCO 

Compare ne La casa di Satana (T. Sclavi [sog.&scen.] – B. Marraffa [dis.], nn. 104-105), storia ispirata al film di David Cronenberg Scanners (1982). Al pari dei protagonisti di questa famosa pellicola, Francisco è un esper, cioè una persona dotata di potenti facoltà extrasensoriali (il termine deriva dall’acronimo ESP, che sta appunto per Extra-Sensory Perception): infatti, egli è capace, con la sola forza del pensiero, di uccidere, facendo, ad esempio, bruciare un uomo come fosse una torcia o facendogli letteralmente scoppiare la testa (la scena in questione cita esplicitamente una scena analoga di Scanners).



La copertina di Mister No n. 104, gennaio 1984


Francisco Cabral usa i suoi tremendi poteri ESP – MNO 104, p. 46



La sua è una vicenda molto triste: figlio del magnate della gomma Julio Cesar Cabral, chiamato l’Imperatore per la sua ricchezza e il suo potere, Francisco manifesta fin dall’infanzia le suddette facoltà ESP, che suscitano timore in suo padre, il quale, per tenerlo lontano da lui, lo manda a studiare in Inghilterra. Qui Francisco, una volta cresciuto, entra in contatto con altri esper, e assieme a essi viene addestrato segretamente dal governo inglese, interessato a sfruttare i loro poteri in vista della guerra con la Germania. Francisco decide quindi di fuggire negli STATI UNITI, ma viene catturato dalla CIA, alla quale il governo inglese l’ha venduto. Sottoposto a terribili trattamenti in una base segreta, egli fugge nuovamente e ritorna in BRASILE, a MANAUS, per liberarsi di quella che considera un’autentica maledizione. Inseguito dagli agenti della CIA, Francisco incontra MISTER NO, che lo aiuta e vorrebbe portarlo a BELÉM; ma l’esper, usando le sue facoltà paranormali, costringe il pilota a condurlo alle rovine della villa paterna, nei cui sotterranei è celato il segreto dei suoi poteri. Francisco scopre che questi sono davvero frutto di una maledizione: quella scagliata contro suo padre dallo stregone degli indios che l’Imperatore aveva prima schiavizzati e poi, per punire un loro tentativo di rivolta, fatti massacrare. Gli spiriti degli indios avevano trasmesso al piccolo Francisco lo yehalla, la forza della mente; una forza così potente che, sebbene il bambino fosse stato mandato in Europa, aveva corroso poco a poco l’impero di Cabral, per poi uccidere quest’ultimo. Alla fine, l’esper si unisce agli spiriti degli indios (che uccidono gli uomini della CIA), scomparendo letteralmente davanti agli occhi di MISTER NO


Francisco scompare a Villa Cabral davanti agli occhi di Mister No – MNO 105, p. 28


Rivediamo Francisco Cabral, o meglio: il suo spirito, ne Il potere della mente (S. Marzorati [sog.&scen.] – D. e S. Di Vitto [dis.], nn. 282-283), poco esaltante seguito de La casa di Satana. In questa storia – nella quale ricompare il personaggio di Elis, l’ex-governante di Villa Cabral - troviamo, tra le figure principali, due esper: il malvagio Daryl Revok (ispirato all’omonimo villain di Scanners) e il buono Glaeken. Il primo, fuggito da un manicomio criminale del New Jersey, giunge in AMAZZONIA assieme all’amico Hockney (anche lui un esper) per scoprire la fonte dei suoi poteri, allo scopo di accrescerli, e s’insedia in un villaggio di indios Makù. Il secondo, fuggito anch’esso dal suddetto manicomio e deciso a eliminare Revok, assume MISTER NO per farsi portare alle rovine di Villa Cabral. La resa dei conti tra i due avviene in una caverna che si estende sotto la villa, dove ha origine lo yehalla (vi sono infatti sepolti gli indios fatti trucidare dall’Imperatore). A morire saranno sia Glaeken che Hockney e Revok (quest’ultimo dovrà lottare anche con MISTER NO, posseduto dallo spirito di Francisco Cabral). Il finale mostra Glaeken e Francisco che si ritrovano in un luogo dove non esistono né dolore né disperazione.



La copertina di Mister No n. 282, novembre 1998



Curiosità: Il padre di Francisco, Julio Cesar Cabral, è ispirato a un personaggio realmente vissuto: il piantatore peruviano Julio César Arana. Intorno al 1900 – scrive Alfredo Castelli nei redazionali di Martin Mystère n. 327 – […] Arana fondò lungo il fiume Putumayo (Perù settentrionale, nda) un impero privato più vasto della Francia, di cui era l’unico e spietato dittatore. I “flagelados” bianchi – cioè i disperati che si erano riversati in Amazzonia nella speranza di arricchire – e gli indios che avevano la sfortuna di vivere in quella zona venivano, per così dire, “assunti” dalla Compagnia Amazzonica Peruviana. […] Chi si ribellava o chi non riusciva a raccogliere la quantità di lattice prestabilita veniva ucciso a fucilate […], ma più spesso a colpi di machete o a bastonate per risparmiare proiettili; oppure dato in pasto ai cani, bruciato vivo, crocifisso, frustato a morte, mutilato. Nel 1913 […] la stampa raccontò finalmente la verità sulla Peruvian Amazon Company (la società a capitale misto fondata da Arana in Inghilterra, nda). Intanto, come Arana aveva previsto, il monopolio amazzonico della gomma si era concluso […] Lungi dal suicidarsi come molti colleghi imprevidenti, Arana resistette al colpo e si diede alla politica […] Morì nel 1952 a 88 anni d’età, con non meno di 20.000 morti sulla coscienza, cosa che, probabilmente non gli impedì di dormire notti tranquille e prive di incubi.



Mister No, posseduto dallo spirito di Francisco, affronta Revok – MNO 283, p. 92



CAIMANO

Di questo rettile - assai caro a Sergio Bonelli, come i suoi affini coccodrilli e alligatori - esistono molte specie, tra cui: il caimano nano di Cuvier, il caimano dagli occhiali, il caimano dal muso largo e il caimano nero. Quest’ultimo è la specie più grande (fino a sei metri di lunghezza e mezza tonnellata di peso), pertanto l’unica davvero pericolosa per l’uomo.



La copertina di Mister No n. 13, giugno 1976




Al pari di altri predatori dell’Inferno Verde, i caimani - che i brasiliani chiamano jacarés - compaiono in numerose avventure di MISTER NO. In Rio Negro (G. Nolitta [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], nn. 12-15), il pilota si vede prima costretto a lottare sott’acqua con un feroce caimano (che lo stordisce con la sua robusta coda proprio quando egli sta per colpirlo al ventre con un pugnale); poi, risalito in superficie, deve fronteggiarne altri, e solo il preciso fucile di ESSE-ESSE lo salva dalle loro fauci.



Mister No alle prese con un famelico caimano nelle acque del Rio Negro – MNO 13, p. 90



Le carcasse dei caimani uccisi dai coureiros del Pantanal – MNO 156, p. 85




Caimani affamati di carne umana compaiono anche in Amazzonia (G. Nolitta [sog.&scen.] – F. Donatelli [dis.], nn. 2-3), Il torrente nascosto (C. Nizzi [sog.&scen.] – F. Civitelli [dis.], nn. 80-84), Il sepolcro indiano (E. Missaglia [sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn. 108-110), Serra dos Cobras (A. Capone e G. Nolitta [sog.&scen.] – D. e S. Di Vitto [dis.], nn. 128-130), L’oro del fiume (T. Sclavi [sog.&scen.]-M. Bianchini [dis.], nn. 159-161), L’ora della violenza (M. Colombo e L. Mignacco [sog.&scen.] – O. Gramaccioni [dis.], nn. 275-276), L’idolo Maya (M. Masiero e L. Mignacco [sog.&scen.] – A. Bignamini [dis.], nn. 351-352). Tuttavia, i jacarés non sempre fanno la parte dei cattivi nelle storie del pilota: in Sfida al Pantanal (G. Nolitta [sog.&scen.]- D. e S. Di Vitto, nn. 155-159), ad esempio, essi sono vittime indifese dei cacciatori di pelli noti come coureiros; un massacro che non lascia indifferente un amante della natura come MISTER NO.


Mister No n. 275, aprile 1998. Disegno di Diso




Divorando il tucano narratore, il caimano chiude la serie regolare di Mister No – MNO 379, p. 98




La simpatia che Bonelli provava nei confronti di questi rettili spiega anche perché abbia dato a uno di essi l’onore di chiudere la serie regolare: nell’ultima pagina del n. 379, un caimano, sbucato improvvisamente da un fiume amazzonico, agguanta tra le fauci il TUCANO narratore e lo divora, rivolgendosi poi ai lettori: Ma, come stava per dire quel simpatico e saporito tucano…questa è un’altra storia! Sob!. Si tratta di una conclusione ricca di umorismo macabro - il caimano, dopo aver ingoiato il TUCANO, sparge la classica lacrima di coccodrillo -, ma al tempo stesso venata di malinconia: infatti, questo n. 379, oltre a essere l’ultimo albo regolare di MISTER NO, è pure l’ultimo albo firmato Guido Nolitta. 



Il caimano nero.




CALAMARO GIGANTE

Questo autentico mostro abissale, che può raggiungere i venti metri di lunghezza ed i cui occhi hanno un diametro di ben trenta centimetri, compare per la prima volta ne I ribelli dell’”Escualo” (E. Missaglia [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], nn. 45-47), in una scena molto emozionante, collocata all’inizio dell’episodio. MISTER NO, che ha dovuto compiere un atterraggio di fortuna su un isolotto al largo del BRASILE nord-orientale, si tuffa per raggiungere la scialuppa approntata dal capitano Vargas, comandante del cargo Escualo. Quando il pilota emerge, un calamaro gigante lo avvinghia con i suoi tentacoli e cerca di trascinarlo in una grotta sottomarina: sembra finita per MISTER NO, che però viene salvato dal coraggioso Vargas, il quale ferisce il mostro, colpendolo ripetutamente con il suo pugnale. Un altro famelico esemplare di calamaro gigante compare in Abissi (L. Mignacco [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], nn. 220-221), e aggredisce sempre il nostro MISTER NO, stavolta nelle profondità del Mar dei Caraibi. Il pilota, che indossa uno speciale scafandro, si salva abbagliando il calamaro con il potente faro posto sul casco. E’ invece pacifico (o forse già sazio) il calamaro gigante che compare in una vignetta de La crociera dell’incubo (E. Missaglia [sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn. 53-55). In questa storia, il pericolo maggiore per i personaggi è rappresentato piuttosto dagli SQUALI.



Capitão Vargas salva Mister No dal mortale abbraccio del calamaro gigante – MNO 45, p. 88


La copertina di Mister No n. 221, ottobre 1993




Curiosità: Nell’episodio Abissi, subito dopo essere scampato all’attacco del calamaro, MISTER NO, in contatto radio con uno scienziato, il professor Maurier, racconta a questi l’episodio accadutogli ne I ribelli dell’”Escualo”, ma quando gli dice che l’aggressione è avvenuta in superficie, Maurier non gli crede: Impossibile! I grandi decapodi vivono a profondità medie di mille metri e raramente si spingono fino a quattrocento! Siete un simpatico bugiardo, Mister No! Voi piloti d’aviazione raccontate frottole ancor più grosse di certi pescatori che io conosco! In effetti, quanto affermato da Maurier sui calamari giganti è scientificamente provato, quindi il suo scetticismo è comprensibile; tuttavia, MISTER NO ha detto solo la verità, e comunque, seppure inverosimile, la scena del calamaro, nella storia di Missaglia, è davvero efficace e degna della migliore tradizione avventurosa. Pertanto, bene ha fatto il suddetto autore a inserirla. 


Uno spiacevole incontro per Mister No negli abissi del Mar dei Caraibi – MNO 221, p. 60
 




Il vero calamaro gigante





CAMARGO, CELINA

Donna affascinante e coraggiosa, Celina Camargo è un’idealista che, ne La foresta brucia! (G. Nolitta [sog.&scen.] – F. Busticchi e L. Paesani/R. Diso/D. e S. Di Vitto [dis.], nn. 371-373), difende i diritti dei raccoglitori di lattice (seringueiros) del seringal Tabatinga, nello Stato brasiliano dell’Acre. A minacciare i seringueiros è la Burgama, un’azienda tedesca che si occupa di allevamento del bestiame e che intende disboscare la foresta per trasformarla in pascoli. Celina - al cui fianco ci sono MISTER NO ed ESSE-ESSE, a lei sentimentalmente legato - utilizza contro la Burgama metodi di resistenza passiva, come l’empate (in portoghese: blocco, impedimento): tenendosi per mano, lei e i seringueiros circondano l’area destinata al disboscamento, impedendo così agli operai di tagliare gli alberi.


Celina Camargo – MNO 373, p. 43



Il personaggio di Celina richiama alla mente il famoso seringueiro e sindacalista brasiliano Chico Mendes, che fece dell’empate la sua arma simbolo. Com’è noto, Mendes pagò con la vita il suo impegno contro la deforestazione: venne infatti ucciso nel 1988 dal figlio di un potente allevatore contro cui si era più volte scontrato. Sorte analoga toccherà a Celina: dopo che la brutale carica della polizia federale forzerà l’empate, la donna verrà vigliaccamente assassinata da due sicari della Burgama, i quali feriranno anche ESSE-ESSE. La toccante scena del funerale di Celina, che vede la commossa partecipazione dei seringueiros e delle loro famiglie, chiude degnamente uno degli episodi più amari della saga dell’addio



La copertina di Mister No n. 373, giugno 2006
 




La morte di Celina e la rabbia di Esse-Esse – MNO 373, p. 93





CANGACEIROS

I romantici banditi del SERTÃO. Come scrive Davide Castellazzi, nei redazionali di Mister No Riedizione If n. 2, esistono spiegazioni differenti per il nome cangaceiro. Secondo alcuni deriva da cangaço (“boscaglia”), per altri l’etimo è la parola canga (“giogo”). Nel secondo caso può significare che i cangaceiros potevano essere solidali e uniti come i buoi sotto il giogo, oppure riferirsi a quella pertica, indicata sempre come canga, che, appoggiata su una o due spalle, serve a trasportare due carichi di peso simile. I cangaceiros, infatti, erano soliti portare il fucile allo stesso modo.




La copertina di Mister No n. 3, agosto 1975


Il coraggioso ma sfortunato Capitão Corisco – MNO 4, p. 60




Nemici mortali dei cangaceiros erano i militari (chiamati spregiativamente macacos, ossia scimmie) e i coroneis, i colonnelli, potenti latifondisti che imponevano il loro volere servendosi di pistoleri prezzolati, gli spietati jagunços. Sebbene presenti nel SERTÃO fin dal diciottesimo secolo, i cangaceiros ebbero la loro epopea negli anni Venti e Trenta del secolo scorso. Fu in quel periodo, infatti, che agì la banda del leggendario Virgulino Ferreira detto LAMPIÃO. Valoroso combattente e abile stratega, LAMPIÃO – al cui seguito combattevano anche diverse donne, tra cui la sua compagna Maria Bonita – inflisse duri colpi ai coroneis e tenne in scacco per anni i militari, fino a quando, nel 1938, a causa di un tradimento, lui e i suoi uomini furono massacrati, in una località chiamata Angico, da una pattuglia dell’esercito. Due anni dopo, con l’uccisione di uno dei luogotenenti di LAMPIÃO – Corisco, detto il Diavolo Biondo - l’era dei cangaceiros si chiuse definitivamente. 



Mister No uccide in duello Zé Baiano – MNO 4, p. 78


Dalla finzione alla realtà


 
I banditi del SERTÃO, con i loro decoratissimi cappelli di cuoio a mezzaluna e il loro inno Olhe mulher rendeira (Ohè donna che ricama), sono figure ricorrenti nella serie, anche se, per ovvie ragioni cronologiche, quelli incontrati da MISTER NO non sono i cangaceiros storici, bensì giovani ribelli che, ispirandosi alle gesta di LAMPIÃO (la cui eco, negli anni ’50, doveva essere ancora viva nel SERTÃO), continuano a combattere lo strapotere dei grandi proprietari. E’ il caso della banda comandata da Raimundo Teixeira alias Capitão Corisco, sfortunato protagonista de L’ultimo cangaceiro (G. Nolitta [sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn. 3-5). Corisco è uno studente universitario che ha deciso di imbracciare le armi per liberare i contadini del SERTÃO dall’oppressione del colonnello Fonseca, un ricco e spietato latifondista. L’eroica lotta di Corisco e dei suoi cangaceiros, ai quali si unisce anche MISTER NO, avrà però un esito tragico, che riecheggia i fatti di Angico: tradito da un amico, il possidente Ramos Cordeiro (costretto all’infame gesto dallo stesso Fonseca, che teneva in ostaggio la figlia Miranda), Raimundo e tutti i suoi uomini verranno uccisi dai soldati brasiliani, in combutta con Fonseca. MISTER NO, unico sopravvissuto della strage, vendicherà Raimundo, uccidendo Fonseca e i suoi crudeli scagnozzi. In quest’avventura, tra le più amate dai lettori e dallo stesso Nolitta, lo sceneggiatore mostra anche il lato oscuro dei cangaceiros, incarnato dal feroce Zé Baiano. Costui massacra la famiglia di un fazendeiro (compresa la figlioletta) e cerca di spodestare Corisco, accusandolo di vigliaccheria; ma viene ucciso da MISTER NO in un drammatico duello con i facões (i coltellacci simili ai machete che rappresentano, assieme al fucile, la tipica arma dei banditi del SERTÃO). 


I militari esultano dopo aver massacrato la banda di Corisco – MNO 5, p. 17


Oltre che nella succitata storia, i cangaceiros sono presenti in due belle avventure: Il re del Sertão (G. Nolitta [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], Speciale n. 3), dove però ricoprono un ruolo secondario; e Capitan Vendetta (M. Boselli [sog.&scen.] – F. Civitelli [dis.], Almanacco dell’Avventura 1994), dove compare, invece, un personaggio assolutamente degno di nota: il giovane Manoel da Silva alias Capitão Vingança (Capitan Vendetta, per l’appunto). Con la sua banda, Manoel occupa la cittadina di Jeromoabo - dove si trovano anche MISTER NO e la sua cliente, la graziosa attrice di fotoromanzi Luz Brilhante - e cattura il ricco fazendeiro Felipe da Silva, che, anni prima, aveva ucciso suo padre, il cangaceiro Labareda. Manoel intende giustiziare da Silva, ma questi gli fa una rivelazione sconvolgente: Labareda è proprio lui. Per denaro, egli aveva tradito i suoi uomini e simulato la sua morte. Manoel rimane profondamente turbato nell’apprendere la verità e da Silva ne approfitta, corrompendo i cangaceiros e convincendoli a mettersi contro il loro capo. Il malvagio fazendeiro tenta anche di eliminare personalmente suo figlio, ma questi lo uccide e, alleandosi con MISTER NO, riesce a sconfiggere i suoi ex compagni. Nel finale della storia, scopriamo che Manoel è diventato un attore di fotoromanzi e ha come partner proprio Luz Brilhante



La copertina dell'Almanacco dell'Avventura 1994, dicembre 1993




Una sconvolgente rivelazione per Capitão Vingança – Almanacco dell’Avventura 1994, p. 89




CARIPUNA

Etnia dell’AMAZZONIA brasiliana che conta tre significative apparizioni nella serie. La prima ha luogo ne La legge della violenza (G. Nolitta [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], nn. 110-113), dove MISTER NO difende una pacifica tribù di Caripuna dagli scagnozzi della compagnia ferroviaria NOVA MAD MARY.


Lacopertina di Mister No n. 111, agosto 1984



Awave, saggio capo dei Caripuna – MNO 111, p. 79



In questo episodio – che ha tra i momenti da ricordare la suggestiva scena del funerale di un giovane indio, vittima dei suddetti scagnozzi - MISTER NO stringe amicizia con il capotribù, il saggio Awave, il quale alla fine si augura di incontrare nuovamente il pilota. Ciò accade molti anni dopo, nella storia Agguato al “Victoria” (G. Nolitta [sog.&scen.] – F. Civitelli/R. Diso [dis.], nn. 369-370): per ripagare l’aiuto fornitogli da Pamané, giovane guerriero Caripuna, nell’assalto alla nave VICTORIA, quartier generale del gangster colombiano Francisco Paco MEDINA, MISTER NO dona il denaro sottratto al malavitoso ad Awave.



 
La copertina di Mister No n. 369, febbraio 2006



Dopo molti anni, Mister No e i Caripuna si ritrovano – MNO 369, p. 63



Con questo denaro, il capo dei Caripuna potrà realizzare quanto propostogli da MISTER NO: stabilirsi con la sua gente nel Parco dello Xingu, fondato proprio in quegli anni dai fratelli Villas Boas per proteggere gli indios dalle violenze dei bianchi. MISTER NO - che è rimasto colpito dal degrado in cui sono caduti i Caripuna, ormai simili ai mendicanti delle bidonville - spera che, trasferendosi nel suddetto Parco, la tribù recuperi la sua vera identità e le antiche tradizioni, ritrovando così la fierezza di un tempo.
Il trasferimento dei Caripuna nel Parco dello Xingu avviene nel finale de Il clan dei colombiani (M. Masiero [sog.&scen.] – D. e S. Di Vitto, Speciale n. 17), seguito di Agguato al “Victoria”. In questa storia, MISTER NO, sfuggito alla vendetta dei gangster colombiani, viene soccorso dalla tribù di Awave, anch’essa nel mirino dei malavitosi. Assieme al nipote del capotribù, il già citato Pamanè, MISTER NO assalta ancora una volta il VICTORIA, sconfiggendo definitivamente i colombiani. Il pilota non riesce però a impedire la morte di Pamanè, che viene vigliaccamente ucciso dal capo dei gangster, Moreno GALINDEZ



Il valoroso Pamanè, nipote di Awave – MNO Speciale n. 17, p. 137




Una canoa dei Caripuna, in un'incisione di Franz Keller realizzata nel 1874





CARSON, BILL

Assieme a Bat BARLINGTON e Larry TREE, il texano Bill Carson compone il terzetto di amici con cui MISTER NO ha condiviso l’importante esperienza nell’A.V.G. (American Volunteer Group), narrata nella storia Le Tigri Volanti (L. Mignacco [sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn. 145-148).



la copertina di Mister No n. 146, luglio 1987



Il “reverendo” Carson vuole benedire in modo insolito Mister No – MNO 146, p. 35




Il primo incontro tra Carson e Jerry Drake è piuttosto turbolento: in una bettola di San Francisco, Carson, vestito da prete (la copertura dei piloti dell’A.V.G, che si fingevano missionari diretti in Estremo Oriente) si beve il whisky di MISTER NO e gli dice beffardo: Mi sono fatto carico dei tuoi peccati. Ma non occorre che tu mi ringrazi, figliolo! Ne nasce una scazzottata, ma poi i due fanno la pace e Carson, oltre a rivelare a MISTER NO la sua vera identità, gli propone di arruolarsi nelle TIGRI VOLANTI. Anche in BIRMANIA il texano si dimostra un tipo esuberante e attaccabrighe: appena arrivato, con MISTER NO e Bat, nella capitale Rangoon, Carson provoca una rissa con i piloti della R.A.F.; inoltre, alla base di Kyedow, fa a pugni con Larry TREE, che ha reagito al suo ennesimo sfottò.


La copertina di Mister No n. 212, gennaio 1993



Carson nelle Nuove Tigri Volanti – MNO 212, p. 94




Assai più maturo è invece il Carson che ritroviamo ne Il ritorno delle “Tigri” (L. Mignacco [sog.&scen.] – F. Busticchi e L. Paesani [dis.], nn. 212-213). Stabilitosi in BIRMANIA dopo la guerra, Bill si reca a MANAUS per convincere l’amico MISTER NO ad arruolarsi nelle Nuove Tigri Volanti guidate dal redivivo Bat BARLINGTON. In questa storia scopriamo che Carson ha una figlioccia birmana alla quale è molto legato. Terry Wong, questo il suo nome, è un personaggio interessante: una ragazza bella e grintosa, capace di aggiustare e pilotare gli aerei. Disubbidendo al patrigno, Terry si unisce alla rischiosa missione delle Nuove Tigri Volanti contro il generalissimo Thai, nel Triangolo d’Oro. Oltre che coraggiosa, la figlioccia di Carson sa essere molto seducente, come testimonia la scena in cui, vestita come una dark lady, si fa notare da MISTER NO sul treno partito da Rangoon, e gli fa bollire il sangue con un bacio. La mia amicizia per Bill – pensa il Nostro, dopo aver respinto l’approccio di Terry - non mi consente di amoreggiare con la “figlia”…cosa bisogna fare per gli amici! Anche Carson, come Bat BARLINGTON e Larry TREE, fa la sua ultima apparizione nella serie nel flashback iniziale di Birmania misteriosa (L. Mignacco [sog.&scen.] – F. Busticchi e L. Paesani [dis.], nn. 331-333).



Terry Wong, la sensuale figlioccia di Carson – MNO 212, p. 61



CASTLE, AL

Lo sceneggiatore di Olocausto indio, il film che in Cinema crudele (A.Castelli [sog.&scen.] – F.Bignotti [dis.], nn. 69-72) Ira BURNS intende girare in AMAZZONIA. Vittima del maccartismo e alcolizzato all’ultimo stadio, Castle viene continuamente maltrattato dall’arrogante BURNS ed egli stesso si rende più volte ridicolo davanti alla troupe e a MISTER NO. Consapevole del profondo degrado in cui è precipitato, Castle decide, una volta concluse le riprese del film, di uscire definitivamente di scena, ma in una maniera che gli garantisca una celebrità postuma: infatti, dopo aver ingerito del veleno, tenta di uccidere l’attrice Susan Stevens e, prima di spirare, confessa a MISTER NO (intervenuto per salvare Susan) di essere l’assassino, o meglio: il giustiziere, di BURNS e dell’attore Walker. Forse ci sarà qualcuno – dice MISTER NO - che in cuor suo approverà quanto ha fatto. E Al Castle, sceneggiatore fallito, giustiziere suicida, tornerà a essere un mito di Hollywood. In realtà, come scoprirà lo stesso pilota, Castle ha mentito: non è stato lui a uccidere BURNS e Walker.



Lo sceneggiatore fallito Al Castle - MNO 69, p. 94



La copertina di Mister No n. 271, aprile 1981


 
Curiosità: Com’è evidente fin dal nome, Al Castle è l’autoparodia di Alfredo Castelli, che deve essersi divertito molto nell’ideare questo personaggio. Nella prima sequenza in cui compare, Castle elenca a MISTER NO i suoi successi cinematografici, che, come si legge a p. 66 del Mister No Index Illustrato 1-100 (Paolo Ferriani Editore, Inverno 2003-2004) sono in realtà opere fumettistiche di Castelli stesso: Charade è Mister Charade, creato con Renato Polese per Il Giornalino; Gentlemen of London è gli Aristocratici realizzato con Fernando Tacconi; Horror è la rivista ideata da Castelli e Pier Carpi; Boris corrisponde a zio Boris, una striscia di Castelli e Peroni apparsa su Horror, Il Corriere dei Ragazzi e Doctor Beruscus.



Castle poco prima di morire – MNO 71, p. 60
 


Il vero e attuale Castle!







CHAMBERS, ALAN

Ex commilitone di MISTER NO che fa il ranger nel Rocky Mountain National Park (Colorado). In Sangue sulla neve (G. Nolitta [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], nn. 72-74), prima storia in cui compare, Alan ospita MISTER NO, che ha dovuto lasciare NEW YORK per sfuggire al crudele biker JACKIE. I due amici vanno ad Aspen, nota località sciistica del Colorado, e qui Alan s’invaghisce della bella Jane Hendrix, la quale - in combutta con il suo amante Richard Tidwell, sindaco della città – uccide il marito, un ricco proprietario terriero, per ereditarne il patrimonio.



La copertina di Mister No n. 73, giugno 1981


Alan Chambers nelle grinfie della diabolica Jane Hendrix - MNO 74, p. 27



L’ingenuo Alan, vittima del fascino e delle bugie di Jane, si accusa dell’omicidio per proteggerla, ma MISTER NO, scoperto il diabolico piano della donna, le strapperà con l’inganno una confessione, ottenendo la liberazione dell’amico. Alan ritorna in Prigioniero di guerra (L. Mignacco [sog.&scen.] – D. e S. Di Vitto [dis.], nn. 225-226), dove invia una lettera a MISTER NO per informarlo che intende trascorrere le vacanze proprio a MANAUS. Il ranger desidera osservare da vicino la fauna amazzonica, in particolare il GIAGUARO, animale che in vita sua non ha mai visto. La notizia dell’imminente arrivo di Alan dà l’occasione al pilota di rievocare, nel bar di PAULO ADOLFO, la nascita della loro amicizia, avvenuta nelle Filippine durante la guerra. Un giorno di gennaio del 1942, Chambers, mentre marciava nella giungla di BATAAN assieme al pilota e ad altri commilitoni della Compagnia C, era tornato indietro per soccorrere una scimmietta, ferita da una scheggia di mortaio.


Alan con la scimmietta Lola - MNO 225, p. 35




Alcuni soldati giapponesi, però, l’avevano catturato, e solo l’intervento di MISTER NO aveva impedito che Alan venisse ucciso. Il pilota racconta che, due mesi dopo il suddetto episodio, Chambers si era sdebitato con lui, uccidendo un giapponese che stava per colpirlo alle spalle. Nel successivo scontro a fuoco con una pattuglia nemica, Alan era rimasto ferito e aveva poi trascorso la convalescenza in Australia, mentre MISTER NO, rimasto a BATAAN, era stato fatto prigioniero dei giapponesi e trasferito in BIRMANIA. I due amici si sarebbero ritrovati solo nel settembre 1942, a GUADALCANAL. Nel prosieguo della storia, Alan, giunto a MANAUS, racconta a MISTER NO, sempre nel bar di PAULO ADOLFO, uno strano episodio riguardante la scimmietta da lui salvata nel 1942, alla quale aveva dato il nome di Lola. Nel 1945, Chambers era ritornato nelle ormai pacificate Filippine per riportare la scimmietta nel suo ambiente naturale, la giungla di BATAAN appunto. Lola, racconta Alan, si gettò di corsa verso la vegetazione che risuonava dei richiami mattutini di tanti animali. Giunta a metà della radura, improvvisamente Lola si fermò…comportandosi come se sentisse un rumore assordante…ma in quel momento sulla foresta era calato un silenzio di tomba! Istintivamente guardai l’orologio…il silenzio durò pochi secondi… poi…il frastuono della foresta riprese, molto più assordante di prima. Rientrai a Manila, - prosegue Alanchiedendomi il perché dello strano comportamento degli animali della giungla… …Poi scoprii che cosa era successo alla stessa ora del mattino di quel 6 agosto 1945, a meno di tremila chilometri da Bataan…Hiroshima! MISTER NO liquida il fatto come una coincidenza, ma Alan, che ha un legame speciale con la natura, la pensa diversamente: Forse non era una coincidenza… … forse quel silenzio era l’urlo di dolore della natura ferita per sempre dalla follia dell’uomo! 


La copertina di Mister No n. 252, maggio 1996


Alan e Mister No si ritrovano casualmente in Florida - MNO 252, p. 20



Ritroviamo il simpatico ranger in Uragano di fuoco (L. Mignacco e S. Marzorati [sog.&scen.], D. e S. Di Vitto [dis.], n. 252), una delle storie che compongono la trasferta statunitense di MISTER NO. In essa, Alan e il nostro Jerry Drake devono fronteggiare, assieme ai piloti della compagnia antincendio Flying Whales e ai ranger locali, un mostruoso incendio scoppiato in una foresta della Florida. Chambers ricompare, infine, in Guadalcanal! (L. Mignacco [sog.&scen.] – F. Busticchi e L. Paesani [dis.], nn. 301-303), storia che riprende quanto narrato in Prigioniero di guerra. Nell’isola di GUADALCANAL, Alan e MISTER NO si battono valorosamente contro i soldati nipponici, assieme ai commilitoni Phil MULLIGAN e Steve MALLORY, con i quali formano un affiatato quartetto. Tra i momenti che vedono Chambers protagonista, va segnalata la scena dove il futuro ranger, dopo aver ucciso a mani nude un giapponese, rimane sconvolto da ciò che ha fatto. Significativo lo scambio di battute tra Alan e il compagno MALLORY, il quale gli dice: …Noi siamo soldati, Chambers. Ubbidiamo agli ordini. E l’ordine è di uccidere, non importa come. A queste parole Alan risponde: Certo che ubbidiamo agli ordini, Mallory… …ma non per questo devo trasformarmi in una belva assetata di sangue… Essere costretto a uccidere qualcuno è già una cosa tremenda…perciò, come lo faccio è importante. E’ molto importante, soprattutto per me!



A Guadalcanal, Alan e Mister No assistono sconvolti all’harakiri di un soldato giapponese - MNO 301, p. 89


 
Curiosità: In Prigioniero di guerra, l’escursione di Chambers nella foresta amazzonica con MISTER NO e una guida indigena, offre a Mignacco lo spunto per fare una simpatica allusione a Sergio Bonelli. Mentre nella giungla piove a dirotto, Alan si lamenta del fatto che gli animali amazzonici giocano a nascondersi, e MISTER NO gli dice: Se speravi di vedere un giaguaro dopo una sola settimana, sei un illuso!…Pensa che un mio amico, che viene in vacanza in Amazzonia da oltre vent’anni, non ha mai visto uno di quei gattoni… . L’amico cui si riferisce il pilota è per l’appunto Sergio Bonelli, il quale, nonostante i numerosi viaggi amazzonici, non riuscì mai a vedere il maestoso felino. 



CHICLEROS

I raccoglitori di chicle, la resina vegetale che serve per produrre le gomme da masticare. Ne Il giustiziere di Bonampak (G. Nolitta [sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn. 148-152), i chicleros messicani al servizio della Kentucky Gum Company, giunti ormai all’esasperazione perché da mesi non vengono pagati, scatenano una sanguinosa rivolta che vede coinvolto, suo malgrado, anche MISTER NO.


La copertina di Mister No n. 149, ottobre 1987


La furia dei chicleros – MNO 150, p. 7



Assieme ai guardiani della compagnia, tra i quali spicca il cinico Kramer, il pilota viene inseguito dai chicleros nella giungla: ne uccide diversi, ma risparmia la vita al loro capo, Pedro, dopo che questi, da lui disarmato, lo ha implorato di lasciarlo andare. Alla fine dell’episodio, Pedro dimostrerà la sua riconoscenza facendo la guardia al PIPER di MISTER NO e impedendo così agli altri chicleros di distruggerlo. Per meglio difendere l’aereo, Pedro si trasferisce addirittura al suo interno, ed è divertente lo sconcerto del pilota quando vede tutte le cose stipate dall’uomo nel PIPER: vari cibi in scatola, frutta, bottiglie di tequila, formaggi e persino una gabbia con dentro due galline. 



Pedro, un chiclero riconoscente – MNO 152, p. 45
 


I chicleros al lavoro per soddisfare il mercato della chewing-gum




CIA

Nel corso della serie, MISTER NO si è scontrato più volte con la CIA (acronimo di Central Intelligence Agency, l’agenzia di spionaggio per l’estero degli USA) che l’ha spesso coinvolto, sia in America Latina che negli STATI UNITI, in torbide vicende: preparazioni di colpi di Stato, regolamenti di conti interni, omicidi eccellenti, rapimenti di personaggi scomodi e via dicendo. 


La copertina di Mister No n. 17, ottobre 1976


Lo sfortunato agente Zeta 3 – MNO 17, p. 60


Fatta eccezione per la bella e cinica Delia NORRIS e per l’ancor più cinico HIDEN – di cui parliamo approfonditamente nelle rispettive voci -, i più significativi personaggi appartenenti alla CIA che MISTER NO ha incontrato, sono: lo sfortunato agente segreto Zeta 3; il buffo quanto insospettabile Erasmus; gli agenti irregolari Clay Woodward e Bob. Il primo compare in Operazione Poseidon” (Nolitta [sog.&scen.] - Bignotti [dis.], nn. 17-20), una delle poche avventure misternoiane di stampo fantastico. Giunto a MANAUS per sorvegliare il colonnello Hassler, uno dei responsabili del progetto neonazista degli UOMINI CAIMANO, Zeta 3 avvicina MISTER NO, il quale, assieme all’amico ESSE-ESSE, è stato ingaggiato proprio da Hassler – che tiene entrambi all’oscuro dei suoi veri scopi - per una spedizione scientifica nella giungla. Prima che l’agente segreto riveli al pilota la natura della sua missione, Hassler lo uccide, servendosi del pugnale che ha rubato a ESSE-ESSE. MISTER NO si convince che l’assassino di Zeta 3 sia proprio l’amico tedesco, fino a quando non sarà lo stesso Hassler a rivelargli di aver ucciso lui la spia americana. Nella sua pur breve apparizione, Zeta 3 si segnala per l’interessante dialogo con MISTER NO, che avviene in una situazione particolare, ovvero durante un combattimento di galli, seguito con grande partecipazione dal pilota. Questi ha scommesso sul gallo meno quotato, che alla fine, però, vincerà l’incontro, facendo guadagnare al pilota ben trentamila cruzeiros. Quando l’agente segreto domanda al Nostro se egli sia un buono o un cattivo americano, MISTER NO gli risponde, in sostanza, che tale domanda non ha più senso per lui, dal momento che egli si sente ormai un cittadino del mondo, un uomo capace di vivere bene in mezzo a gente di ogni razza.


Erasmus, insospettabile uomo della CIA – MNO 105, p. 33


Il secondo personaggio citato, Erasmus, compare ne La casa di Satana , (T. Sclavi [sog.&scen.] – B. Marraffa [dis.], nn. 104-105) ed è un ometto baffuto che ha la sventura di avere una moglie petulante e un figlio pestifero. In una spassosa scena, Erasmus, per fare bella figura con la terribile consorte – la quale ritiene di essere stata insultata da MISTER NO e pretende che il marito gli dia una lezione – paga profumatamente il pilota affinché si lasci colpire, fingendo di finire k.o. . Nel finale dell’episodio, Erasmus si rivela essere, con grande sorpresa di MISTER NO (e dei lettori), il capo degli agenti CIA che braccavano spietatamente l’esper Francisco CABRAL. La mancata cattura di quest’ultimo costerà a Erasmus il posto e forse addirittura la vita, come lui stesso dice al pilota.


Un terzetto di carogne: Bob (in piedi), Clay Woodward (seduto) e l’amante di quest’ultimo, Leon (in piscina) - MNO 245, p. 79


L'ingresso della sede centrale della CIA, a Langley in Virginia




Di tutt’altra pasta rispetto a questo simpatico personaggio sono Clay Woodward e Bob, i due agenti deviati - di stanza a CUBA - che in Giochi pericolosi (M. Del Freo [sog.&scen.] – O. Suarez, n. 245) coinvolgono MISTER NO (da essi scambiato addirittura per un membro della Legione dei Non-Vivi, l’organizzazione segreta di Kenzo ISHIKAWA) nell’omicidio di un generale del regime di Fulgencio Batista. Alla fine, il sadico Bob verrà ucciso dal pilota, mentre Woodward e il suo giovane amante Leon (gli unici personaggi omosessuali della saga misternoiana) verranno eliminati dai sicari della CIA (comandati da HIDEN), che non ha approvato l’uccisione del generale cubano.


La copertina di Mister No n. 269, ottobre 1997



Le lotte interne all’agenzia spionistica americana sono anche uno dei temi principali della storia che chiude la trasferta statunitense di MISTER NO: Agli ordini della CIA (M. Masiero e S. Marzorati [sog.&scen.] – F. Valdambrini/R. Diso/O. Suarez [dis.], nn. 268-273). In questo lungo e intricatissimo episodio - che vede il pilota agire, sotto ricatto, al servizio di una sezione deviata dei servizi segreti, comandata dal subdolo mister Candyman - emerge ancora una volta il mostruoso cinismo della CIA, i cui metodi – tanto quelli degli agenti deviati che quelli dei regolari - non si distinguono affatto dai metodi della criminalità. 



Resa dei conti tra CIA regolare e CIA deviata – MNO 272, p. 73
 



CLARA e ISABELA

Due avvenenti ragazze di MANAUS, molto amiche di MISTER NO e ESSE-ESSE, i quali - non viene mostrato in modo esplicito ma lo si intuisce con facilità - vanno abitualmente a letto con loro. Assidue frequentatrici del bar di PAULO ADOLFO, Clara e Isabela fanno la loro prima apparizione nell’episodio Arriva Esse-Esse (L. Mignacco [sog.&scen.] – M. Bianchini [dis.], nn. 193-196), e da lì in poi compaiono frequentemente, senza però ricoprire mai un ruolo di primo piano.


                   Clara e Isabela, da Manaus, parlano al telefono con Mister No, in Egitto – MNO 193, p. 76


La copertina di Mister No n. 241, giugno 1995



Ad ogni modo, le storie in cui la presenza delle due rimane più impressa sono: Vento rosso (L. Mignacco [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], n. 241); Manaus! (L. Mignacco [sog.&scen.] – D. e S. Di Vitto [dis.], nn. 273-274); Caccia spietata (L. Mignacco [sog.&scen.] – O. Suarez [dis.], n. 309). Nella prima, Clara e Isabela, al pari di altri amici del pilota, vengono prese di mira dai crudeli killer del giapponese Kenzo ISHIKAWA. Clara rischia di venire stuprata, nella sua stessa casa e davanti agli occhi dell’amica Isabela, da uno dei sicari dello spietato Tsuhiro UZO (braccio destro di ISHIKAWA), il grasso e viscido Wanaburo. MISTER NO però interviene in tempo e, dopo una dura lotta, uccide Wanaburo, facendolo precipitare dalla finestra. In Manaus!, l’avvenenza delle due ragazze attira l’arrogante Maurilio Gonçalvez Marquão, figlio di un ricco fazendeiro dell’AMAZZONIA. Marquão, entrato con i suoi guardaspalle nel bar di PAULO ADOLFO, nota Clara e Isabela (che siedono a un tavolo con ESSE-ESSE) e cerca di comprarle. Scazzottato da ESSE-ESSE, il tracotante figlio di papà sfida questi a un duello con i pugnali, ma viene poi misteriosamente ucciso, e del delitto è accusato il tedesco. Nel prosieguo della storia, la povera Clara verrà ferita dagli scagnozzi di Marquão senior, il quale, però, si dimostrerà poi un uomo d’onore, tenendo a freno i suoi uomini e permettendo a MISTER NO di indagare sull’omicidio del figlio Maurilio. Il pilota riuscirà a scoprire il vero assassino: Garcia, soprastante e figlio illegittimo del fazendeiro


Le due amiche alla mercè del killer giapponese Wanaburo – MNO 241, p. 82


Clara e Isabela danno un caldo bentornato a Mister No – MNO 274, p. 12

 
Nella terza storia sopracitata, un vendicativo guerriero YANOAMA, che ha tentato invano di uccidere MISTER NO, rapisce Clara e Isabela per spingere il pilota ad affrontarlo in un duello nella giungla. Per salvare le ragazze, MISTER NO raccoglie la sfida, e, avuta la meglio sul suo avversario, ritorna a MANAUS con le sue amiche. L’ultimo episodio in cui Clara e Isabela compaiono è Il tesoro di Saint-Exupéry (L. Mignacco [sog.&scen.] – M. Bianchini e M. Santucci [dis.] , nn. 360-361), dove le due garotas prendono una decisione importante: lasciano MANAUS per cercare fortuna altrove. Nel finale della storia, Clara e Isabela, in partenza per RIO DE JANEIRO, ricevono, all’aeroporto della città amazzonica, l’affettuoso abbraccio di MISTER NO e ESSE-ESSE, e il saluto del sergente OLIVEIRA (che le chiama per nome e cognome: Clara Costa e Isabela Izecson) e degli amici più cari, tra i quali un commosso PAULO ADOLFO.


Mister No n. 361, giugno 2005. Disegno di Diso.




Le due garotas in partenza per Rio de Janeiro – MNO 361, p. 90



COEN & BROTHER

Buongiorno, signori… in cosa posso esservi utile? L’esperienza pluriennale della nostra azienda è a vostra totale disposizione! E’ con queste parole che inizia la saga di MISTER NO: a pronunciarle, nel primissimo episodio - per la precisione, nella prima tavola del n. 1 -, è un simpatico signore con i baffi e gli occhiali, proprietario di un’agenzia turistica di NEW YORK: la Coen & Brother. Il signor Coen elenca diverse località turistiche ai suoi clienti, ma quando questi gli chiedono di consigliare loro un posto lontano dalla civiltà, egli non ha dubbi e indica sulla cartina l’AMAZZONIA, e precisamente MANAUS, aggiungendo poi: Pensate che mesi fa ci ho mandato un mio amico, reduce dalla guerra…un tipo tanto scorbutico, incontentabile e rognoso da essersi meritato il soprannome di “Mister No”. […] E’ ormai trascorso quasi un anno dal giorno della sua partenza, e volete vedere cosa ho ricevuto l’altroieri? Il suo telegramma …eccolo qui…dice: “Tuo consiglio ottimo…tutto okay…grazie.”.


Il signor Coen di New York: il primo personaggio a comparire nella saga misternoiana – MNO 1, p. 5


La copertina di Mister No n. 1, giugno 1975

Il gustoso prologo fu ideato da Sergio Bonelli poco prima che il personaggio esordisse in edicola. Infatti, la storia in questione, disegnata da Gallieno Ferri, avrebbe dovuto essere, in origine, il secondo episodio della collana, dopo Amazzonia, disegnata da Franco Donatelli. All’ultimo momento, però, Bonelli decise d’invertire l’ordine di pubblicazione delle due storie, e a quella di Ferri (intitolata semplicemente Mister No) antepose il suddetto prologo: un modo senz’altro originale per presentare ai lettori il protagonista della serie. Il signor Coen è stato ripreso, molti anni dopo e sempre all’interno di un prologo, da Luigi Mignacco in Vento rosso (R. Diso [dis.], n. 241), e la ragione non è casuale, dato che la succitata storia – che cade nel ventennale di MISTER NO - rappresenta un nuovo inizio per il personaggio. Stavolta, però, il simpatico agente turistico – che, guarda caso, festeggia anch’egli i vent’anni di attività - sconsiglia ai suoi clienti l’AMAZZONIA, perché nel telegramma inviatogli da MISTER NO, questi dice di aver trovato nella regione brasiliana una montagna di guai.


Coen festeggia il ventennale della sua agenzia turistica – MNO 241, p. 5



Coen compare anche in Uccidete Esse-Esse! (L. Mignacco [sog.&scen.] – D. e S. Di Vitto [dis.], n. 260) e L’ultima frontiera (M. Masiero [sog.&scen.] – D. e S. Di Vitto [dis.], n. 295); ma molto più significative sono le sue apparizioni nella saga dell’addio, precisamente nel prologo di Qualcosa è cambiato (G. Nolitta [sog.&scen.]- D. e S. Di Vitto [dis.], nn. 364-366) e nel finale di Una nuova vita (G. Nolitta [sog.&scen.] – D. e S. Di Vitto/R. Diso [dis.], n. 379), ultima storia della serie regolare. Nel suddetto prologo, collocato nel dicembre 1969, Coen spiega a un cliente che MANAUS è cambiata in peggio rispetto a com’era vent’anni prima, quando ci aveva mandato MISTER NO, del quale, aggiunge, non ha saputo più nulla (e qui Nolitta non ricordava l’apparizione di Coen in Vento rosso, o forse non ha voluto tenerne conto, riallacciandosi direttamente al primo episodio). Nel divertente epilogo di Una nuova vita, Coen legge ad alcuni suoi clienti – precisamente quattro persone: due signori e due signore - la lettera che MISTER NO gli ha spedito dopo essersi trasferito a RURRENABAQUE


Coen apre la saga dell’addio – MNO 364, p. 5


La copertina di Mister No n. 379, dicembre 2006



Le parole con cui il pilota descrive la sua nuova piccola Manaus suscitano l’apprezzamento dei suddetti clienti, i quali definiscono MISTER NO (ma essi non sanno ancora che si chiama così) un tipo in gamba, un uomo che sa cosa scegliere nella vita, un simpatico giramondo, addirittura un poeta. I quattro, però, rimangono spiazzati quando Coen legge la parte finale della lettera: Non ti voglio dire dove si trova questo posto, - scrive MISTER NO - perché tu me lo rovineresti in quattro e quattr’otto mandandoci i tuoi banali turisti! Grazie ancora per il tuo consiglio di tanti anni fa. La reazione dei banali turisti è immediata: da poeta che era, il pilota diventa un villanzone, un mezzo matto, uno spiritosone da quattro soldi. Voi non siete d’accordo, signor Coen? gli domanda uno dei clienti, e l’agente turistico risponde: Beh…io….io non saprei… In effetti, lui, certamente, un po’ matto deve esserlo… ….ed è sicuramente anche piuttosto burlone ed è anche un po’…un po’…un po’…come dire? Non so…non mi viene la parola, lui è… …insomma, lui è diverso da voi, diverso da me, diverso dagli altri esseri umani. Eh! Eh! Eh! Mica per niente lo chiamano Mister No! All’udire il bizzarro soprannome del Nostro, i quattro rimangono basiti e rincarano la dose: Mister come?; Mister No?!?; Mister No? E cosa vuol dire?; Puah? Proprio un soprannome da mezzo matto!.


Coen legge ai suoi clienti la lettera che Mister No gli ha spedito da Rurrenabaque – MNO 379, p. 92



COLLINS, JIMMY

Colono inglese del Kenya, ex compagno di prigionia di MISTER NO. Compare in due storie: Mau-Mau (G. Nolitta [sog.&scen.] – F. Bignotti e D. e S. Di Vitto [dis.], nn. 180-184) e Prigioniero di guerra (L. Mignacco [sog.&scen.] – D. e S. Di Vitto [dis.], nn. 225-226).



La copertina di Mister No n. 182, luglio 1990




Nella prima, la più lunga avventura della trasferta africana, MISTER NO giunge in Kenya proprio per far visita all’amico Collins, ma questi è una persona molto diversa da quella che il Nostro aveva conosciuto in BIRMANIA, in un campo di concentramento giapponese. Collins, infatti, si rivela essere un razzista fanatico e sanguinario che, alla testa di alcuni guerrieri MASAI, conduce una spietata guerra personale contro i ribelli di etnia Kikuyu, i cosiddetti MAU MAU. E’ così efficiente nell’uccidere questi ultimi da essersi meritato un curioso nomignolo: Kappa-Kappa, ovvero Kikuyu Killer. Il suo odio contro i MAU MAU, che gli rapiscono il figlioletto Tommy, tocca il culmine nel convulso finale della storia: dopo che MISTER NO è riuscito a liberare Tommy, Collins, assieme ai suoi uomini, spara sui ribelli, ormai arresisi, e sulle loro famiglie, bambini compresi. Di fronte a questo vile massacro, MISTER NO si ribella e si avventa contro Collins, riempiendolo di botte, ma viene fermato dai compagni di Kappa-Kappa, che lo ucciderebbero se non fosse per Tommy, che implora loro di fermarsi, e per lo stesso Collins.


Jimmy Collins è ansioso di sterminare gli odiati Mau-Mau – MNO 182, p. 23


 
In Prigioniero di guerra viene narrata la nascita dell’amicizia tra MISTER NO e Collins, che all’epoca – 1942 - era un idealista, tanto da essersi arruolato, contro la volontà di suo padre, per costruire un mondo diverso, un mondo libero. La terribile esperienza vissuta in BIRMANIA lo cambia profondamente, rendendolo cinico (In guerra, quello che conta è sopravvivere… anche a costo di passare sopra ai cadaveri degli amici, dice Collins al pilota nel finale dell’episodio) e trasformandolo, anni dopo, nel feroce Kappa-Kappa.



Fine di un’amicizia – MNO 184, p. 48

Mister No n. 226, marzo 1994. Disegno di Diso.



Collins ai tempi della prigionia in Birmania – MNO 225, p. 23
 



COLOMBIA

All’infuori del BRASILE, la Colombia è, assieme al VENEZUELA, il Paese sudamericano più frequentato da MISTER NO, il quale ne conosce bene sia la giungla che le montagne e le città, in particolare Leticia, Medellín e la capitale Bogotá. Quest’ultima è poco amata dal Nostro, soprattutto a causa del clima freddo e dell’alta piovosità, superiore persino a quella dell’umidissima MANAUS. La prima storia colombiana di MISTER NO è ambientata proprio a Bogotá e s’intitola El Loco (A. Castelli [sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn. 30-31).


A Mister No il clima di Bogotá non piace per niente – MNO 31, p. 92


La periferia di Bogotá


Vi compaiono due interessanti personaggi: il sanguinario Bandolero che dà il titolo all’avventura (vedi EL LOCO) e Beatriz Cifuentes, una bella ed emancipata ragazza di cui MISTER NO s’innamora. Alla fine della storia, il pilota chiede a Beatriz di sposarlo, ma lei rifiuta perché non vuole rinunciare alla sua indipendenza. Con il cuore spezzato, MISTER NO vorrebbe addirittura suicidarsi, schiantandosi con il suo PIPER contro le rocce delle cascate di Tequendama, ma poi, all’ultimo momento, ci ripensa: Ah! Ah! Ma no… ma no, Beatriz… era soltanto uno scherzo… posso fare a meno di te, sai? Anche se sei tanto bella….


La copertina di Mister No n. 31, dicembre 1977



Quest’avventura non è sicuramente un capolavoro, ma si fa ricordare, oltre che per la presenza di Beatriz, per l’abilità con cui Castelli affronta il tema della dittatura, denunciando le collusioni tra il regime colombiano e feroci criminali come i Bandoleros capeggiati da EL LOCO, e trasmettendo al lettore il clima di paura e di oppressione in cui vive la gente comune. Significativa, in questo senso, la scena in cui MISTER NO, dopo aver cantato le prime strofe di Mi cafetal (un allegro brano del compositore Crescencio Salsedo), viene aggredito dal fratello di Beatriz e da alcuni amici di quest’ultimo, i quali lo accusano di essere un provocatore. Come Beatriz spiega al pilota, quella canzone […] racconta la storia di un vagabondo a cui non interessano il potere e la ricchezza…gli basta solo avere il suo piccolo cafetal, cioè la coltivazione di caffè con cui vivere… Ebbene, non è gradita dalle autorità colombiane. Ritengono poco serio che un uomo non abbia ambizioni! […] Cantare in pubblico “Mi cafetal” significa tirarsi addosso Pajaros (la brutale milizia paramilitare del regime, nda) e, soprattutto, Bandoleros…


La bella Beatriz non vuole legarsi a Mister No – MNO 31, p. 60


Tra le altre storie colombiane di MISTER NO (una dozzina circa), spiccano titoli come: Il dio giaguaro (G. Nolitta [sog.&scen.] - F. Bignotti [dis.], nn. 34-35), avvincente thriller che si svolge nei pressi del suggestivo sito archeologico di San Augustín (vedi DIO GIAGUARO); Eldorado (A. Castelli [sog.&scen.] – V. Monti [dis.], nn. 47-49), episodio di stampo fantastico ambientato sulle ANDE (vedi ELDORADO); Trappola mortale (A. Castelli [sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn. 49-51), forse la più bella storia colombiana del pilota (vedi O BISPO e Delia NORRIS). A questo terzetto nolittiano-castelliano possiamo aggiungere altre due storie: Il clandestino (A. Ongaro [sog.&scen.] – C. Roi/R. Della Monica/L. Chiuppi, nn. 164-166), complessa avventura che mescola topoi avventurosi (il tesoro nascosto) con elementi tipici del romanzo d’appendice (l’agnizione); e L’attentato (S. Marzorati [sog.&scen.] – P. Bisi [dis.], nn. 324-325), storia dal ritmo incalzante che vede MISTER NO alle prese con feroci narcotrafficanti e militari e politici corrotti. Degni di menzione, in quest’avventura, i due alleati del pilota: il duro Jorge e la bella e coraggiosa Helena.


Le sculture di San Augustin come appaiono nella realtà



Il professor Bishop tra le imponenti sculture di San Augustín – MNO 34, p. 61


La copertina di Mister No n. 324, maggio 2002


Bisogna ricordare infine che la Colombia è il Paese da cui provengono i gangster affrontati da MISTER NO nella saga dell’addio e nello Speciale n. 17, intitolato per l’appunto Il clan dei colombiani (M. Masiero [sog.&scen.] - D. e S. Di Vitto [dis.], Speciale n. 17). A due di essi abbiamo dedicato altrettante voci: Moreno GALINDEZ e Francisco Paco MEDINA.



Helena e Jorge – MNO 324, p. 33



COLUMBUS, JOHNNY

Principale avversario di MISTER NO in Atlantico! (G. Nolitta [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], nn. 24-26), Columbus è il presidente dell’Atlantic Company, una potente compagnia internazionale che, per assicurarsi il monopolio della pesca nella zona di Fortaleza e Pecém, impedisce in ogni modo ai JANGADEIROS di pescare. Come rivela telefonicamente a MISTER NO l’amico detective Phil MULLIGAN, Johnny Columbus si chiama in realtà Johnny Mannino ed è un ex sicario della MAFIA italoamericana, la quale lo ha mandato in BRASILE in avanscoperta. Deciso ad aiutare i suoi amici JANGADEIROS, MISTER NO dà inizio a una sorta di guerra personale contro Dandy John (così è soprannominato Columbus), incendiando un’imbarcazione e rubando uno dei camion dell’Atlantic. Lo scopo che si prefigge MISTER NO è provocare Columbus fino a suscitare in lui una reazione violenta che ne motivi l’arresto.


La copertina di Mister No n. 25, giugno 1977



Da parte sua, Columbus cerca prima di eliminare MISTER NO assoldando dei killer (e uno di essi, l’esperto di arti marziali Chino, per poco non vi riesce); poi, visti gli scarsi risultati, tenta di corrompere il pilota, ma invano. Dopo che MISTER NO gli sabota l’aereo personale, l’esasperato Columbus decide di eliminarlo personalmente: così facendo, cade nella trappola che il pilota gli ha preparato, in una capanna sulla spiaggia, assieme al capitano Moura, capo della polizia di Fortaleza. Vistosi ormai perduto, Columbus fugge, ma viene inseguito da MISTER NO e infine ucciso da Moura


Mister No n. 26, luglio 1977. Disegno di Ferri.




Columbus fuori dai gangheri dopo l’ennesimo scherzetto di Mister No – MNO 26, p. 10



La morte di Columbus – MNO 26, p. 89
 



CONGO VEVÉ

Sebbene compaia solo nella parte finale di Magia nera (G. Nolitta [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], Speciale n. 1), Congo Vevé è uno di quei personaggi che lasciano il segno. Questo nero dal fisico possente è un babalão, ossia un sacerdote della quimbanda, la magia nera brasiliana: in quanto tale, viene sfidato dal professor Albert Polansky, fanatico razionalista e smascheratore di medium e maghi, a mostrare i suoi poteri, facendo risorgere un morto.


La copertina di Mister No Speciale n. 1, luglio 1986



Se ci riuscirà, Congo intascherà il premio di cinquemila dollari messo in palio da Polansky; in caso contrario, quest’ultimo lo ridicolizzerà, rivelando il suo fallimento ai giornali di tutto il mondo. La sfida ha luogo di notte in un cimitero alla periferia di BAHIA: Congo Vevé - dopo aver sacrificato a un’importante divinità della quimbanda, Exù das sete caveiras (Exù dai sette teschi), un gatto nero – richiama alla vita il cadavere di un uomo morto da tre giorni e gli ordina di uccidere Polansky. Questi, cocciutamente convinto che si tratti di un caso di morte apparente, scarica sullo zombi l’intero caricatore del suo revolver, ma non riesce a fermarlo e viene strangolato dal mostro. Il tutto accade davanti agli occhi di un impotente MISTER NO, che era intervenuto per salvare Polansky ma era stato immobilizzato dagli sgherri del babalão e legato alla croce di una lapide. Congo Vevé ordina allo zombi di uccidere anche il pilota, ma il tassista GETULIO, cognato del babalão e grande amico di MISTER NO, interviene e riesce a convincere Congo a risparmiare il Nostro. 


Congo Vevé – MNO Speciale n. 1, p. 102




Il professor Polansky non crede ai suoi occhi: Congo Vevé è riuscito a far risorgere un morto – MNO Speciale n. 1


 
Curiosità: Il morto fatto risorgere da Congo Vevé è ispirato a Carrefour, il morto vivente di Ho camminato con uno zombi (Jacques Tourneur, 1943), film molto amato da Sergio Bonelli. L’omaggio dello sceneggiatore al capolavoro di Tourneur, ambientato ad HAITI, è reso evidente anche dal fatto che la figura dello zombi non appartiene alla quimbanda né agli altri culti afrobrasiliani, ma è una peculiarità del vudu haitiano. Del resto, il nome stesso del babalão contiene un chiaro riferimento alla religione vuduista: i vevé, infatti, sono disegni simbolici che rappresentano i loa, le divinità del vudu.


Il babalão ordina allo zombi di lasciare Mister No – MNO Speciale n. 1, p. 122



CONNELY, colonnello WILLIAM

Valoroso reduce della SECONDA GUERRA MONDIALE che ne I mercenari (A. Castelli [sog.&scen.] - F. Civitelli [dis.], nn. 65-67) viene ingaggiato da un funzionario del governo dell’Ecuador, Vasquez, affinché organizzi un commando per liberare il petroliere Juan Jaramillo. Questi è stato rapito per impedire la nazionalizzazione del petrolio ecuadoregno ed è tenuto prigioniero in un bunker che si trova nella zona del canale di Panama. Connely, che all’esperienza maturata in guerra ha aggiunto l’addestramento nel corpo speciale dei Diavoli Azzurri, ingaggia vari mercenari e, per pilotare l’aereo che deve trasportare lui e i suoi uomini a Panama, prende contatto con MISTER NO, che ha combattuto nel Pacifico sotto il suo comando.


La copertina di Mister No n. 65, ottobre 1980



Per convincere il pilota a partecipare alla missione, Connely gli mente, dicendogli che Jaramillo è un filosofo pacifista. MISTER NO accetta, e non ritorna sulla sua decisione nemmeno quando, durante l’addestramento, Connely si lascia scappare la verità. Il commando riesce a liberare il petroliere, ma quando il governo dell’Ecuador, che nel frattempo ha preso accordi con gli americani per cedere loro lo sfruttamento del petrolio nazionale, ordina l’uccisione dell’ormai scomodo Jaramillo, Connely e buona parte dei mercenari si oppongono. L’infido Vasquez scatena contro di essi le forze armate panamensi, che uccidono il petroliere e i membri del commando. Gli unici a salvarsi sono Connely e MISTER NO, i quali, consegnando alla stampa un memoriale di Jaramillo, fanno scoppiare uno scandalo. Vasquez è costretto a lasciare la politica e si ritira ad Acapulco, in una villa superprotetta. Per vendicarsi di lui, Connely e MISTER NO preparano un piano minuzioso, ma alla fine sarà il solo Connely a penetrare nella villa di Vasquez e ad uccidere quest’ultimo, trovando poi la morte nella fuga.


Il colonnello Connely – MNO 65, p. 83



Connely in azione con i suoi mercenari – MNO 66, p. 31


Castelli ha caratterizzato in maniera eccellente Connely, facendone un personaggio davvero indimenticabile. All’inizio, il colonnello sembra il classico militarista, quindi una figura antitetica a MISTER NO; ma nel corso della storia si rivela un idealista anche lui (La guerra si combatte per degli ideali! urla infatti al cinico Vasquez) e il tradimento del governo ecuadoregno lo ferisce profondamente, facendo crollare le sue certezze. Emblematiche le parole che pronuncia pensando ai mercenari morti: Li hanno uccisi. E hanno ucciso anche me, in un certo senso. Hanno distrutto l’unica cosa in cui credevo! Ammirevole in Connely è anche la scelta di salvare l’amico MISTER NO, da lui stordito a suon di pugni davanti alla villa di Vasquez per non coinvolgerlo nell’omicidio: Questa missione di vendetta è una missione suicida, ragazzo. E anche se riuscissimo a sopravvivere, non avremmo più pace… saremmo braccati senza pietà […] Per me ormai è finita, ragazzo. Ma tu hai ancora una vita di fronte a te. E non voglio che te la giochi così… addio per sempre, vecchio compagno d’armi…


Connely furioso per il voltafaccia di Vasquez – MNO 66, p. 53


Se l’ultimo saluto di Connely a MISTER NO rimane impresso, tanto è commovente, la scena della sua morte è altrettanto degna di memoria: aggredito dai dobermann e colpito più volte dalle guardie della villa, Connely viene infine fatto a pezzi da una mina anti-uomo. Una morte eroica, da vero guerriero. Rivediamo Connely in un brevissimo flashback nel finale de Le Tigri Volanti, dove MISTER NO rievoca il suo primo incontro con l’ufficiale, avvenuto nelle Filippine nel 1941.


La copertina di Mister No n. 67, dicembre 1980



Il classico Nick Fury di Jim Steranko, fonte di ispirazione per Connely (e per la cover di Ferri del n. 67).

 
Curiosità: Sono due i personaggi ai quali Castelli si è probabilmente ispirato per la figura di Connely: l’eroe Nick Fury, creato nel 1963 da Stan Lee e Jack Kirby per la Casa editrice Marvel (anche Fury, come Connely, ha combattuto nella SECONDA GUERRA MONDIALE, porta una benda sull’occhio sinistro, fuma il sigaro e ha le tempie imbiancate); il colonnello Allen Faulkner interpretato da Richard Burton nel film I quattro dell’Oca Selvaggia (Andrew V. McLaglen, 1978), la cui trama è, con ogni evidenza, servita da modello allo sceneggiatore.


La morte di Connely – MNO 67, p. 95



CORDEIRO, MIRANDA

Brunetta brasiliana dal prorompente sex appeal, Miranda è la figlia del possidente Ramos Cordeiro. Compare per la prima volta ne L’ultimo cangaceiro (G. Nolitta [sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn. 3-5), dove aiuta MISTER NO a compiere la sua vendetta, accompagnandolo nella fazenda del colonnello Fonseca, che essa conosce bene perché vi è stata tenuta prigioniera. Memorabile il dialogo tra la ragazza e MISTER NO mentre si recano, a bordo di una jeep, alla suddetta fazenda: da esso emerge come, sotto la scorza di cinismo, il pilota sia in realtà, per usare le parole di Miranda, un sentimentalista… un autentico idealista.


La copertina di Mister No n. 5, ottobre 1975


Mister No n. 118, marzo 1985. Disegno di Diso.



Miranda Cordeiro – MNO 5, p. 87



In questa prima apparizione di Miranda ci sono altri due momenti degni di menzione: la scena in cui, ballando sensualmente, la ragazza distrae un soldato di guardia alla fazenda, consentendo a MISTER NO di tramortirlo e di prendergli i vestiti per passare inosservato; i due appassionati baci che Miranda e il pilota si scambiano prima della partenza del secondo. La bella brunetta del SERTÃO ritorna ne Il profeta (G. Nolitta [sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn. 116-119), storia che si fa ricordare per il tono cupo e l’elevato tasso di violenza. A partire da questo episodio, Miranda rivela un aspetto negativo della sua personalità: un’immaturità emotiva che la spinge a legarsi sentimentalmente agli uomini sbagliati, mettendosi a causa loro nei guai e coinvolgendo in essi il povero MISTER NO.


Mister No e Miranda si scambiano un appassionato bacio – MNO 5, p. 92



Miranda subisce l’aggressione sessuale del Beato Geraldo – MNO 118, p. 83




Ne Il profeta, il fidanzato di Miranda è il crudele Ricardo Dantas, capo di una banda di sanguinari ribelli e consigliere di Geraldo Ribeiro alias Beato Geraldo. Quest’ultimo è un astuto imbroglione che gli abitanti di NOVA CANUDOS, un villaggio che sorge in pieno SERTÃO, venerano come un santo. Per Miranda e MISTER NO, che accompagna a NOVA CANUDOS il giornalista Adelio Ramos (il quale, in verità, è un trafficante d’armi), il luogo si rivelerà un autentico inferno. Tenuta prigioniera in una casa di NOVA CANUDOS su ordine di Dantas, Miranda subirà un tentativo di stupro da parte del Beato Geraldo e sarà costretta a ucciderlo. I terribili giorni trascorsi nel suddetto villaggio traumatizzano Miranda, che non riesce a ritrovare il sorriso nemmeno quando, nel finale dell’episodio, trascorre una vacanza con MISTER NO sulla famosa spiaggia bahiana di Itapoan. Ne Il re del Sertão (G. Nolitta [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], Speciale 3), il nuovo fidanzato di Miranda è Helio, un ladruncolo che ruba la testa mummificata di LAMPIÃO dal Museo del Crimine di BAHIA.


Miranda e il suo ragazzo Helio incastrano Mister No – MNO Speciale n. 3, p. 18


La copertina di Mister No n. 287, aprile 1999



Helio uccide due guardiani del museo, per poi essere a sua volta ucciso da chi gli ha commissionato il furto. Miranda - che ha cinicamente usato MISTER NO, facendo leva sul debole che questi nutre per lei - viene arrestata, e il pilota rischierà più volte la vita, nel corso della storia, per recuperare il macabro trofeo e farla uscire di prigione. Ne I ribelli del Sertão (L. Mignacco [sog.&scen.] – O. Suarez [dis.], nn. 286-287), ultima storia in cui Miranda compare, MISTER NO ritrova la sua amica sposata con il ricco e influente fazendeiro Lincoln Terreiro da Sousa. Questi sembra inizialmente molto legato a Miranda, ma in realtà non lo è: infatti, quando sua moglie viene rapita dai ribelli di Zumbí, il fazendeiro approva l’attacco dei militari al villaggio dei fuorilegge nonostante ci sia il pericolo che Miranda muoia sotto le bombe. Non solo, ma il cinico Lincoln non fa sospendere l’attacco nemmeno dopo che Miranda, liberata da MISTER NO e dai suoi amici capoeiristas di BAHIA, glielo chiede, rendendosi in questo modo colpevole della morte di donne e bambini. L’elicottero che trasporta Lincoln e il comandante dell’operazione, il colonnello Malagra, verrà colpito dal proiettile di un bazooka, manovrato dal capo dei ribelli, e Miranda si ritroverà vedova. Alla fine della storia, dimostrandosi finalmente matura, Miranda dice a MISTER NO di essere pronta a denunciare in tribunale il massacro compiuto dai militari con la complicità del suo defunto marito. Tuttavia, quella ne I ribelli del Sertão è, tra le apparizioni di Miranda, la meno incisiva, a causa anche della poco esaltante caratterizzazione grafica conferita al personaggio dal pur bravo Orestes Suarez.





Miranda con il marito Lincoln Terreiro da Sousa – MNO 286, p. 80




CUBA

Nella splendida isola caraibica sono ambientate l’incipit e la parte conclusiva di Allarme a bordo (A. Castelli [sog.&scen.] – V. Muzzi [dis.], nn. 113-115), e le storie Casablanca Café (L. Mignacco [sog.&scen.] – F. Valdambrini [dis.], nn. 219-220) e Giochi pericolosi (M. Del Freo [sog.&scen.] – O. Suarez, n. 245). In Allarme a bordo, Cuba è la destinazione finale della nave da crociera Merci Dieu, sulla quale MISTER NO viene assunto come guida turistica.


La copertina di Mister No n. 114, novembre 1984



Tra i passeggeri vi è anche il gangster Meyer, il quale, assieme alle sue insospettabili complici: le perfide vecchiette Adelina e Evelina (ispirate probabilmente alle anziane sorelle assassine del film Arsenico e vecchi merletti [Frank Capra, 1942]), uccide il notaio Thompson e rapisce la sua segretaria Lara affinché questa gli riveli dove Thompson ha nascosto una chiave. Nel tentativo di difendere Lara, MISTER NO finisce in mare e, dopo varie vicissitudini, raggiunge L’Avana: qui, grazie anche all’inaspettato aiuto del capo della polizia, il commissario Segura alias Avvoltoio Nero, il pilota riuscirà a liberare Lara, uccidendo Meyer.


Il guerrigliero Ernesto…Che Guevara! – MNO 114, p. 75


La copertina di Mister No n. 220, settembre 1993


Sebbene la storia non sia del tutto riuscita (a penalizzarla è anche la mediocre prova di Muzzi, storico disegnatore di Tex, qui alla sua prima e ultima prova misternoiana), la parte ambientata a Cuba si fa senz’altro ricordare, soprattutto grazie ai personaggi che vi compaiono, a cominciare dal guerrigliero Ernesto, che altri non è se non Ernesto Che Guevara (la storia, come pure Casablanca Café e Giochi pericolosi, è ambientata alla vigilia della Rivoluzione Cubana). Questi accetta di accompagnare MISTER NO, che deve giungere al più presto a L’Avana, fino alla baia di Santiago (Cuba orientale), per poi indirizzarlo da un suo amico, il simpatico pilota Monsieur Bagarre, che con il suo aereo porta il Nostro nella capitale. Se Bagarre (che verrà purtroppo ucciso alla fine della storia) è una figura indovinata, lo stesso si può dire di Avvoltoio Nero, il quale, a dispetto del sinistro soprannome, dimostra, aiutando MISTER NO, di possedere un cuore. 


Mister No fronteggia il killer Lefty in un vicolo dell’Avana – MNO 219, p. 95


 
In Casablanca Café, il pilota si trova al centro di un classico intrigo da Guerra Fredda: il fisico nucleare italiano Ginori – la cui moglie Laura è stata una vecchia fiamma di MISTER NO, che l’aveva conosciuta nel 1945, all’indomani della liberazione di Roma – sono nel mirino di uno spietato killer, Lefty, al servizio dell’Unione Sovietica. Riusciranno a sfuggirgli, ed a sfuggire pure alla CIA, grazie a MISTER NO, del quale Laura Ginori sembra essere ancora innamorata. Degno di nota l’inizio della storia, con MISTER NO che guarda in un cinema dell’Avana il suo film preferito, Casablanca (Michael Curtiz, 1942): le scene del film sono state disegnate da Fabio Valdambrini con una suggestiva tecnica a mezzatinta.


Il cuore di Laura batte ancora per Mister No – MNO 220, p. 39


 
In Giochi pericolosi, MISTER NO, per sfuggire ai killer del giapponese ISHIKAWA, raggiunge Cuba assieme a ESSE-ESSE e alla giovane americana Shona WILLDOME. I tre finiscono però nelle grinfie di alcuni agenti deviati della CIA, e alla fine salvano la pelle solo per un soffio. La Cuba ritratta in questo episodio - disegnato proprio da un cubano, il compianto Suarez - è un Paese che si trova in una situazione esplosiva: agli intrallazzi delle spie americane, infatti, si aggiungono le lotte interne al corrotto regime di Batista, sul quale incombono ormai i barbudos, cioè i rivoluzionari di Fidel Castro.


Sullo sfondo, la Cattedrale dell’Immacolata Concezione a L’Avana – MNO 245, p. 48
 




Cuba: una curiosa poco "rivoluzionaria" immagine del Che!


CULVER, MAX

Tra i personaggi più importanti della trasferta statunitense di MISTER NO, Max Culver è il proprietario del Killarney Rose, un pub di Hell’s Kitchen, il quartiere irlandese di NEW YORK (oggi noto come Clinton) e del Village Vanguard, un locale jazz. E’ proprio al Village Vanguard che, in Notte di morte (S. Marzorati [sog.&scen.] – O. Suarez [dis.], n. 261), MISTER NO viene assunto come barista, dopo che Harvey FENNER, barman del Killarney Rose, lo ha segnalato al suo principale, Culver per l’appunto.


La copertina di Mister No n. 261, febbraio 1997


Max Culver – MNO 261, p. 51



Nella suddetta storia, il nostro Max, testimone involontario di un omicidio commesso da un sadico terrorista dell’IRA chiamato Donal, viene braccato da quest’ultimo e dai suoi complici. Nel loro mirino finisce anche MISTER NO, intervenuto in soccorso di Culver: nel tesissimo finale della storia (una delle più cruente di tutta la saga misternoiana), i due amici, rifugiatisi nel mattatoio di Seamus O’Brien, stanno per essere uccisi da Donal, ma vengono salvati da O’Brien stesso, il quale riconosce nel terrorista colui che anni prima, in Irlanda, aveva ucciso la sua promessa sposa Cait. Incurante delle pallottole di Donal, l’inferocito O’Brien massacra il criminale a colpi di scure, per poi crollare al suolo privo di vita. L’altra storia in cui Culver riveste un ruolo rilevante è New York City Blues (S. Marzorati [sog.&scen.] – G. Bruzzo [dis.], n. 266), che presenta, tra i personaggi principali, lo scrittore Jack Kerouac e un sassofonista nero, Curtis Gray, ispirato al celebre Charlie Bird Parker. Per liberare la figlia di Gray, Lizzie, tenuta prigioniera dal malavitoso Jack Scully, Culver si rivolge all’amico Nicola Antonelli, un vecchio boss della MAFIA italoamericana, il quale gli procura diverse armi. Con queste, Max, MISTER NO, Kerouac e Gray assaltano il covo di Scully, e riescono a far fuori quest’ultimo e tutta la sua banda, liberando Lizzie.


Mister No n. 266, luglio 1997. Disegno di Diso.



Culver mostra a Mister No di saperci fare con le bombe a mano – MNO 266, p. 87



Nello scontro con i malviventi, Culver rimane ferito, ma - dando prova di aver messo a frutto la drammatica esperienza vissuta in Notte di morte (dove lui, uomo pacifico, si era visto costretto a uccidere un complice di Donal per salvare la vita a MISTER NO) - si dimostra un vero uomo d’azione, a suo agio sia con la pistola che con le bombe a mano. Tuttavia, né lui né MISTER NO riescono a impedire a Scully di uccidere il povero sassofonista. Il lavoro al Village Vanguard e le pericolose avventure vissute assieme fanno nascere tra MISTER NO e Culver una solida amicizia, e non sorprende che, nel finale di Agli ordini della CIA (M. Masiero e S. Marzorati [sog.&scen.] – F. Valdambrini/R. Diso/O. Surarez [dis.], nn. 268-273), il pilota, prima di lasciare NEW YORK per far ritorno a MANAUS, affidi proprio a Max il compito di consegnare a suo padre Jerome DRAKE, rinchiuso nel carcere di Rikers Island ma ormai vicino alla liberazione, una busta contenente del denaro. Nella storia Vent’anni dopo (L. Mignacco e M. Masiero [sog.&scen] – R. Diso/O. Suarez/F. Busticchi e L. Paesani [dis.], nn. 292-294), DRAKE senior riceve dal magazziniere della prigione la suddetta busta, che riporta l’indirizzo del Village Vanguard. Appena uscito dal carcere, il padre di MISTER NO si reca nel locale di Culver e ha una lunga conversazione con questi, incentrata ovviamente su Drake junior. L’ultima storia in cui Culver compare è Una foto che scotta (M. Masiero [sog.&scen.] – A. Bignamini [dis.], nn. 322-323), dove lo vediamo telefonare a MISTER NO per informarlo della misteriosa sparizione di Phil MULLIGAN.


Culver incontra il papà di Mister No – MNO 292, p. 15


Massimo Capalbo 


N.B. Oltre a seguire i link nel testo potete trovare i collegamenti alle altre lettere dell'Atlante nella pagina della Bussola! 

7 commenti:

  1. Ormai è chiaro che, l'alfabeto Misternoiano è una sicurezza! Ma mi sembra fosse indiscutibile già dalla prima puntata. Buon proseguimento, Jerry Drake!

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  2. "La casa di Satana" così come "Il fantasma dell' opera" sembra quasi anticipare ciò che vedremo in Dylan Dog! Nella prima tema del diverso, demoni interiori, orrore nascosto in famiglia...

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  3. Com'è evidente fin da "Ananga", Mister No ha rappresentato per Sclavi una vera e propria palestra, una sorta di prova generale di Dylan Dog.

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  4. Ho letto "L' ultimo cangacheiro" e non è che mi abbia fatto impazzire. Un western moderno piuttosto classicista con Mister no ancora caratterizzato in maniera grezza, più avventuriero che pilota-eroe suo malgrado come fatto notare.
    Da "Il giustiziere di Bonampak" mi aspettavo di più. Un fritto misto nolittiano con due, tre storie accavallate. S' inizia con la rivolta dei lavoratori che perdono la testa, uno dei topoi classici nolittiani in MN, per poi continuare con l' avventura tra reovine, foreste e fiumi incappando nel famigerato giustiziere, figura che meritava ben altro spazio onestamente. Nonostante la lunghezza, trovo che l' avventura non sia tanto ben calibrata. Poi che sola, nell' albo intitolato "Agguato nella città sepolta" del suddetto non c' è nemmeno l' ombra!
    Che tirate anti-americane che faceva Castelli! XD "Trappola mortale" è una delle avventure più belle secondo me. Molto emozionante e toccante nella figura dell' ex poliziotto. Intrigante anche "I mercenari". Inquietante invece "Il profeta".
    Quante ne combina Jerry a Columbus! XD
    Ah, però riguardo Julio César Arana! O_O Che vergogna immane e schifo con tutto il rispetto!
    Dell' ultimo trittico di Castelli prima di tornare con "Il faraone dimenticato", "Agguato a bordo" è quella che preferisco. Non un capolavoro, ma un' avventura piuttosto coinvolgente. Le due vecchiette e il che! XD

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