giovedì 4 aprile 2013

IL PASSATO CHE NON PASSA: MARTIN MYSTERE 325

di Francesco Manetti

Alfredo Castelli, perfettamente interpretato dal tratto suggestivo e denso di particolari di Giulio Camagni, ha scelto da tempo di far invecchiare il suo Detective dell'Impossibile, in questo distinguendosi dal fumetto classico (dove gli eroi rimangono giovani per sempre, quasi si fosse avverato per loro il desiderio espresso nella canzone degli Alphaville), ma al tempo stesso non distaccandosi troppo dalla "tradizione", optando per una lenta degenerazione dei tessuti e dei neuroni.
Ma nell'animo Martin Mystère - come tutte le persone sensibili - rimane un eterno fanciullo, pronto a stupirsi davanti all'ignoto, sempre assetato di conoscenza.


I MIB cinematografici. Nonostante i pregi della trilogia fantascientifica i film hanno avuto il grande difegtto di banalizzare troppo l'argomento, di gettarla troppo sul ridere... e praticamente di oscurare su internet ogni facile tentativo di ricerca sui "veri" Uomini in Nero!



Il bambino ha avuto un padre, personaggio deceduto che più volte si è affacciato in flashback sulle pagine dela saga. Un uomo che sembra uscito da un dipinto del Caravaggio: un mix inestricabile di luce e ombra. Nel suo curriculum segreto spiccainfatti l'appartenenza alla setta antimodernista dei Men in Black, custodi della storia così come la si impara a scuola, acerrimi nemici del pensiero deviante, specchio oscuro di Martin. L'idea di arruolare Mark Mystère nelle fila degli Uomini in Nero, nella più esoterica delle organizzazioni, è stata geniale. Ha permesso a Castelli e agli altri sceneggiatori della collana di avere una specie di freezer pieno zeppo di embrioni d'idea già pronti per essere fecondati: facendo parte di quella congrega chissà quante avventure occulte ha vissuto MM Sr., vicende di cui ancora nessuno è a conoscenza - figlio e lettori compresi!



Thomas Edison, tremila anni dopo gli antichi Greci, riscopre come registrare le voci umane.



Dal passato non torna solo il padre, nella memoria della progenie e in una inaspettata bobina con le sue parole. Gli attori recitano ruotando intorno a un macchinario strabiliante, un registratore vocale vecchio di 3000 anni. Con tanto di "nastri" incisi, ora perduti. Immaginate di poter sentire dalla viva voce dei protagonisti le prime predicazioni degli Apostoli, oppure Giulio Cesare in Gallia, e poi Carlo Magno, Dante, Cristoforo Colombo, Napoleone... La portata di una tale scoperta sarebbe epocale. Come parlavano il latino gli antichi romani? Che accento aveva Gesù Cristo? Konstantin Raudive ne sarebbe stato entusiasta: non avrebbe più dovuto cacciare i fantasmi per sentire antiche favelle!
Il senso del meraviglioso viene evocato costruendo sopra al nocciolo fantastico un'efficace detective story, con accenti di spy story.


Il Vittoriale degli Italiani, moderna wunderkammer.



Immaginifica la cover di Giancarlo Alessandrini. La wunderkammer che si vede raffigurata sullo sfondo (ai collezionisti di fumetti dovrebbe restare familiare questo simpatico kitsch premuseale, che ricorda e anticipa il dannunziano Vittoriale degli Italiani: basta togliere gli animali impagliati e metterci albi, tavole originali e un po' di oggettistica correlata al cartooning e alla SF) rimanda ad Athanasius Kircher e al Museo Kircheriano che, fondato nel 1651, fu piano piano saccheggiato e smembrato, a partire dalla metà del '700.



Martin Mystère n. 325, febbraio/marzo 2013. Copertina di Alessandrini



Martin Mystère 325
VOCI DAL PASSATO
febbraio/marzo 2013
pagg. 164, € 5,00
Testi: Alfredo Castelli
Disegni: Giulio Camagni
Rubriche: Alfredo Castelli
Copertina: Giancarlo Alessandrini




Francesco Manetti

N.B. Potete trovare le altre recensione bonelliane andando sul Giorno del Giudizio!

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