giovedì 14 marzo 2013

BAHIA LA CITTA' DEGLI EROI NOLITTIANI. ZAGOR 570, 571 E 572

di Giampiero Belardinelli 


Até logo, Jerry Zagor! 

I cross-over non sono mai stati un patrimonio culturale del fumetto bonelliano al contrario di quello supereroistico statunitense. Eppure, in un paio di occasioni, abbiamo assistito all’incontro tra Martin Mystère e Dylan Dog, personaggi ambientati nella nostra realtà e quindi con una più ampia possibilità di interagire: ciò e accaduto soprattutto negli albi Ultima fermata: l’incubo! (ottobre 1990) e La fine del mondo (ottobre 1992). E addirittura, grazie al diabolico zampino di Alfredo Castelli, c’è stato un sorprendente incontro tra un settantenne Mister No e un più giovane Martin Mystère nell’albo Fuga da Skynet (Speciale Mr No 8, luglio 1993). Senza dimenticare le comparsate atlantidee di Martin Mystère nella serie di Nathan Never, a cui rimandiamo per eventuali approfondimenti.


Il primo crossover fra Dylan e Martin, nel 1990. Inizialmente - come si evince anche dall'intervista a Bonelli
per lo Speciale Zagor pubblicata in versione integrale su Dime Web - l'editore milanese era contrario a
queste iniziative "all'americana"... ma poi si convinse!

  
Poi, in merito alla saga dell’eroe di Darkwood, ci sono quelle contaminazioni di temi fondanti: il caso sotto gli occhi di tutti è quello dei Continenti perduti (Atlantide e Mu) che, da alcuni anni, si è trasferito con rinnovato vigore dalle pagine del già citato Martin Mystère a quelle di Zagor. Infine, non meno significativi sono quei richiami espliciti alla saga di Mister No e in particolare al suo principale ambiente di riferimento: con l’arrivo di Zagor nella foresta amazzonica, a partire dall’avventura recensita qui, Luigi Mignacco e Gallieno Ferri hanno realizzato un intelligente gioco citazionistico con le copertine misternoiane realizzate dallo stesso artista ligure (di cui abbiamo realizzato questo noto servizio). Ma il gioco è proseguito e nell’avventura presa in esame, in particolare a pagina 48 dell’albo Sangue su Bahia, Luigi Mignacco e Raffaele Della Monica omaggiano la tavola di apertura di una classica avventura di Guido Nolitta e Franco Bignotti: L’ultimo Cangaceiro (Mr No 3/5). Bahia, quindi, diventa il teatro di questa interessante avventura di Zagor e Cico come lo è stata per Mister No, in un caso anche per opera dello stesso Mignacco (vedi Le notti di Bahia, Mr No 286/287). L’omaggio a Mister No, tra l’altro, continuerà con la successiva Sertão, scritta da Mauro Boselli e disegnata da Paolo Bisi, di cui vi daremo conto in questa sede nei prossimi mesi.


MLK a Washington, 1963. Fine di un percorso: dalla rivolta al dialogo.



Dalla foresta alla città

Dopo aver lasciato la foresta amazzonica, oltre a un pezzo di cuore nelle mani di Marie Laveau nella tanto discussa ma evocativa pagina trentotto di Zagor Gigante 570, l’eroe si ritrova insieme a Cico per le strade di Bahia sulle tracce, ancora fresche, di Dexter Green. A comandare le operazioni non troviamo però Burattini e Laurenti ma Mignacco e Della Monica. Il salto narrativo tra le due coppie di autori si nota ed evidenzia, per fortuna, le diverse personalità artistiche, ma la qualità non viene meno in quanto l’architettura su cui si fonda la saga zagoriana è solida e mostra una coerenza rara da trovare in altre testate bonelliane. I Nostri vengono coinvolti nell’annunciata ribellione degli schiavi e la tensione che si avverte coinvolge – e non poteva essere altrimenti – l’impulsivo Zagor e il più riflessivo Cico.


Bahia nel XIX secolo (qualche decennio prima dell'avventura di Zagor).


 
Mignacco mette subito le carte in tavola e incastra nella vicenda un manipolo di personaggi la cui caratterizzazione non è mai approssimativa e soprattutto è priva di manicheismi. Infatti, come vediamo nel prologo e nel corso dell’avventura, anche tra i ribelli non mancano degli assassini interessati al proprio tornaconto. La riflessione di Mignacco è intelligente in quanto pone l’attenzione sui chiaroscuri cui spesso sono state costruite le rivoluzioni, anche quelle sacrosante come la ribellione alla schiavitù.
Un’altra nota lieta è l’inserimento di diverse figure femminili non di contorno, e questo aspetto lo si è visto, andando a ritroso al recente passato, già a partire dall’avventura ambientata in Louisiana sceneggiata da Mirko Perniola (vedi Alligator Bayou, ZG 556/559). Le donne, in questo racconto, mostrano di essere dotate della capacità di saper mediare, ma anche di quell’indispensabile coraggio di rischiare per tentare di arginare la violenza e, come accade nel drammatico finale, alcune volte ci riescono. L’avventura, in definitiva, è un altro riuscito omaggio alla sensibilità femminile e, senza il minimo dubbio, non ho difficoltà a sottolineare come il mondo sarebbe un luogo migliore dove vivere se fossero state la donne a comandare.


Amazzonia!

 

Continuity

Uno degli aspetti che valorizza ancor di più il racconto è l’attenzione posta sia alla continuity stretta sia a quella più ampia, patrimonio letterario della serie da almeno il 1994. Da notare come Mignacco abbia avuto l’intuizione di inserire un personaggio minore ma interessante ideato da Burattini durante una precedente trasferta in terra africana: Rodrigues Lobo, giunto in Brasile sulle tracce della sua Kismeth, rapita da un gruppo di schiavisti. La vicenda del contrabbandiere Lobo mette in moto la narrazione e allo stesso tempo allarga il quadro sulla saga che, se la guardassimo come in un’ideale mappa satellitare, apparirebbe come un corpo vivo e pulsante, anche quando i riflettori non sono accesi su questo o su quell’altro personaggio. Trovo infatti divertente giocare con l’immaginario e, limitandomi ad alcuni esempi, pensare cosa stia accadendo – in questo momento della realtà zagoriana – in Africa a Liberty Sam, oppure cosa stia tramando Mortimer, o quali preoccupazioni, in una Darkwood senza Zagor, assillino Tonka…


Darkwood e la continuity: cosa sta succedendo nella foresta momentaneamente orfana di Zagor?



Nell’ambito della continuità più serrata, invece, la caratterizzazione di Dexter Green (e del suo assistente Yambo) evidenzia la complessità psicologica dell’archeologo: Sicuramente – dice riferendosi all’eroe – è sempre spinto dal desiderio oscurantista di distruggere le preziose invenzioni di Atlantide… Il compito che ci siamo prefissi si fa più difficile, Yambo! Prenderò le mie precauzioni. Tutto sommato, saperlo vivo mi toglie un gran peso dal cuore!. Un Dexter Green umano come probabilmente lo è sempre stato e forse l’unica ombra era quella annidata nel suo cuore e non quella attribuita a Zagor, il cui scopo di distruggere armi potenzialmente devastanti deriva da nobili e antichi motivi di nolittiana memoria: basti ricordare quando lo Spirito con la Scure decise di distruggere le armi ideate dal professor Hellingen (vedi Ora Zero!, ZG 107/109).
In chiusura, definire Zagor un oscurantista è un clamoroso errore di giudizio da parte di Dexter Green; noi lettori, infatti, sappiamo come lo Spirito con la Scure abbia sempre cercato di guardare con mentalità aperta ciò che non conosce. Potremmo definire l’eroe, e non sbaglieremmo, un "pragmatico filosofico".


Uomini, luoghi ed eroi

Le avventure sono fatte da uomini, da luoghi e da eroi, ma senza una realizzazione grafica all’altezza alcune di queste singolarità sarebbero andate perse o comunque meno valorizzate. Raffaele Della Monica eccelle in tutti questi aspetti: riesce a dare profondità ai caratteri presenti, dar vigore agli eroi e soprattutto riesce a conferire energia agli ambienti. Nelle 246 tavole del racconto, la città di Bahia appare ritratta con ampiezza di particolari, però mai fini a sé stessi ma sempre funzionali a rendere unica l’azione dei personaggi. Chiudo sottolineando la pagina 83 di Zagor Gigante 572: un incastro perfetto di vignette che crea una magistrale suspense.


Zagor n. 570, gennaio 2013. Copertina di Ferri.



Zagor Gigante 570
(Zenith 621) 
SANGUE SU BAHIA 
Gennaio 2013
pag. 100, € 2,90
Testi: Moreno Burattini / Luigi Mignacco
Disegni: Mauro Laurenti/Raffaele Della Monica
Copertina: Gallieno Ferri
Rubriche: Moreno Burattini


Zagor n. 571, febbraio 2013. Copertina di Ferri.



Zagor Gigante 571
(Zenith 622) 
VENTO RIBELLE 
Febbraio 2013
pag. 100, € 2,90
Testi: Luigi Mignacco
Disegni: Raffaele Della Monica
Copertina: Gallieno Ferri
Rubriche: Moreno Burattini


Zagor n. 572, marzo 2013. Copertina di Ferri.



Zagor Gigante 572
(Zenith 623) 
L’ARMATA DEI FOLLI 
Marzo 2013
pag. 100, € 2,90
Testi: Luigi Mignacco
Disegni: Raffaele Della Monica
Copertina: Gallieno Ferri
Rubriche: Moreno Burattini 


Giampiero Belardinelli
 
N. B. Trovate le altre recensioni bonelliane sul Giorno del Giudizio!

1 commento:

  1. Approfitto per aggiungere una nota significativa alla mia recensione. A pagina 96 di Zagor Gigante 572, rispondendo alle speranze di Cico circa la possibile pacificazione tra bianchi e neri, l'eroe dice: "Mi spiace, Cico, ma io non sono ottimista come te e la tua amica Zaphira... In futuro, forse, il 'Lavagem do Bonfim' verrà considerato un simbolo di pace e armonia fra culture diverse... Ma a noi, che l'abbiamo vissuta, questa cerimonia ricorderà sempre le atrocità e le ingiustizie di una notte tragica!".
    Il pragmatismo di Zagor gli fa intuire come questo processo non sarà rapido, ma ci vorranno decenni... Voglio sottolineare come la considerazione di Zagor non ci proponga un personaggio sconfitto e lacerato che cerca di fuggire rabbioso e stizzito dalla sua realtà, come accadeva nei Settanta, ma ci restituisce un eroe consapevole che, passata l'amarezza, l'avventura continua con ottimismo e fiducia.

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