domenica 3 febbraio 2013

L'UOMO DEI PAPERI: CRONOLOGIA RAGIONATA DEL FUMETTO DI CARL BARKS. II PARTE: APRILE - GIUGNO 1943 E FUNNIES

di Francesco Manetti

NOTA: Tutto il materiale illustrativo riprodotto in questo post è di proprietà della WALT DISNEY PRODUCTIONS e degli altri aventi diritto ed è qui riprodotto ai soli fini di studio, documentazione e identificazione.

The funniest years: 1978-1990

Nell'Introduzione all'ambizioso progetto su Carl Barks lanciato da Dime Web avevamo tracciato una breve storia delle cronologie in volume dedicate all'oregoniano. In quella sede avevamo fatto anche un breve cenno a Funnies, la prozine fiorentina che tanto spazio dedicò all'Uomo dei Paperi, facendo da apripista a un più ragionato criticism italiano (forse addirittura europeo) sull'argomento.
Qui approfondiremo il discorso, occupandoci dei numeri della collana sui quali apparve almeno un intervento barksiano.
Occorre però un propedeutico sguardo d'insieme.


Funnies n. 1, 1978


Funnies (The magazine of Fine Comic Art), pubblicata inizialmente con cadenza quadrimestrale a Firenze dal negozio Al Fumetto di Mauro Ricciardelli (venditore e illuminato editore), ritrovo culturale del gruppo che avrebbe poi fondato la Glittering Images (la casa editrice amatoriale dalla quale sarebbero poi scaturite Image e soprattutto Diva, rivista/libro dedicata all'erotismo raffinato nel fumetto, soprattutto italiano, nel cinema, nella letteratura, etc.) andò avanti dal 1978 al 1990, in quattro successive incarnazioni. Con l'essenziale apporto di Stefano Piselli, Riccardo Morrocchi, Luca Biagini, Stefano Bartolomei, Antonio Vianovi e altri, gli animatori principali - due dei più grandi storici del fumetto in Italia - furono Alberto Becattini e Luca Boschi (che entrò nello staff con il n. 8, arricchendo la fanzine con i suoi straordinari indici e redazionali disegnati e con puntuali articoli disneyani).


Il primo editoriale illustrato di Luca Boschi. Funnies n. 8, 1980



La "prima serie" è quella più lunga - se vogliamo più artigianale in quanto a grafica, rilegatura, impaginazione e composizione tipografica ma estremamente ricca e professionale in quanto a contenuti e corredo iconografico: sono 15 numeri, dall'aprile 1978 al  1982. Il materiale barksiano è tutto concentrato qui, in questi primi quattro anni di vita editoriale (solo i nn. 7 e 9 rimasero "vergini"): le uscite successive, cinque in tutto, si dedicarono a tutt'altre scuole e autori.
E così nel febbraio 1986 - un lungo quadriennio dopo il numero precedente - Funnies pubblicò il n. 16. Completamente e minuziosamente curato dal Becattini, fa "banda a parte", con la sua impostazione grafica del tutto rinnovata (fin dal logo di testata), molto raffinata, ispirata nello stile dalla "consorella" Image (pensata per un pubblico adulto).


Indice illustrato di Luca Boschi, con le caricature del Porky Pig di Barks e di Ezechiele Lupo! Da Funnies n. 11, 1981



Nel frattempo, fra il quindicesimo e il sedicesimo fascicolo, il gruppo di Funnies non era certo andato in letargo! Erano infatti stati dati alle stampe due corposi numeri monografici (che possono essere dunque considerati una sorta di "seconda serie" interna, la terza incarnazione): Mad (del 1983) e Fantascienza 1929 - 1984 (del 1984).
Tre anni dopo il n. 16 (il periodo di latenza più lungo...) Funnies ripartì - un'altra volta! - nel maggio 1989 con il n. 1/17, seguito nell'ottobre 1990 dal n. 2/18, il ventesimo e ultimo in assoluto, dodici anni dopo lo start. Gli ultimi due fascicoli (la "terza serie" o quarta incarnazione) furono i più curati graficamente e fu dato grande spazio al fumetto internazionale non solo americano, ma anche italiano, francese, giapponese...
Furono pubblicati anche numerosi albi "fuori serie" a fumetti, dedicati a Frank Frazetta e ad altri grandi maestri del comic statunitense.

Dicevamo di Carl Barks: entriamo quindi nel dettaglio dei numeri barksiani, ben 13 su 20.


Funnies n. 1 - Aprile 1978

Copertina di Barks (autocaricatura "allo specchio" con Paperone); biografia di Barks con foto allora recenti; prima parte della cronologia barksiana impostata per collane e stampata in un inserto centrale staccabile e rilegabile, riccamente illustrato (Four Color Comics 1942-1953; Mickey Mouse 1945; Uncle Scrooge 1952-1953; Porky Pig 1944); terza di copertina con olii e cover originali di Barks.






Funnies n. 2 (senza indicazione di data: 1978?)

Tavole autoconclusive di Barks da Donald Duck n. 79 (1961), Uncle Scrooge n. 38 (1962) e Uncle Scrooge n. 57 (1965); seconda parte della cronologia (Donald Duck 1952-1978; giveaways: Donald Duck March of Comics 1947-1949, Donald Duck & Mickey Merry Christmas, Cheerios Premiums 1947, Donald Duck Tells About Kites 1954). Il tutto in un inserto centrale d'ora in poi denominato Carl Barks Section.




Funnies n. 3 (senza indicazione di data: sicuramente 1979)

Terza parte della cronologia nella Carl Barks Section centrale (viene momentameamente accantonata la cronologia per testate e si ricomincia da capo, con tutte le storie dal 1942 al 1948, ovvero la versione della Sansoni apparsa su Introduzione a Paperino del 1974); due tavole del 1948, inedite in Italia, dalla storia "censurata" Donald Duck in The Golden X-Mas Tree.




Funnies n. 4 (senza indicazione di data: 1979?)

Quarta parte della cronologia di Barks nell'inserto centrale, o meglio seconda parte della cronologia sansoniana: Golden Age 1948 - 1950.





Funnies n. 5 (senza indicazione di data: 1980?)

Nella Carl Barks Section troviamo: varie autocaricature - anche sexy - di Barks; la quinta parte della cronologia (corrispondente alla terza parte della Sansoni, periodo 1951-1953); il Barks "sconosciuto" (vignette d'epoca tratte dal magazine Calgary-Eye-Opener degli anni Trenta; disegni e vignette degli anni Quaranta; vignette satirico-politiche degli anni Cinquanta).





Funnies n. 6 (senza indicazione di data: sicuramente 1980)

Nella consueta sezione centrale abbiamo in ordine cronologico le storie di Barks non inserite nella cronologia progressiva: albi disneyani di cui l'autore realizzò solo i testi, albi cartonati non a fumetti e albi con fumetti non-disneyani. E' la sesta parte.





Funnies n. 8 (senza indicazione di data: sicuramente 1980)

Dopo il n. 7, sul quale non venne pubblicato niente di Barks (per ragioni di spazio e per evitare "conflitti d'interesse disneyani" con una cronologia di Romano Scarpa), riparte qui la sezione centrale: cronologia 1955 - 1956 (settima parte); tavole autoconclusive da Uncle Scrooge n. 10 (1955) e n. 12 (1956); errata corrige e addenda. La copertina è barksiana (con Archimede, da Four Color Comics del 1959) e sotto l'illustrazione appare la scritta Speciale Barks.





Funnies n. 10 (senza indicazione di data: sicuramente 1981)

Accantonato Barks anche sul n. 9, la fanzine riparte ora alla grande: model sheet di Paperino; cronologia del 1958 con errata corrige e addenda (ottava parte); tre tavole e mezzo inedite della storia Trick or Treat (1952), celeberrima per essere stata la più "tagliata" fra quelle "dissacranti" partorite da Barks; articolo su Trick o Treat, con tutte le curiosità del caso; articolo Il Barks cestinato, sulle "censure".





Funnies n. 11 (senza indicazione di data: sicuramente 1981)

Copertina (in bicromia) di Barks, con un'illustrazione del 1977 dedicata a Porky Pig, originariamente pubblicata (in quadricromia) come cover del celeberrimo prezziario fumettistico annuale di Overstreet. Nella Carl Barks Section centrale, ulteriormente arricchita, troviamo: una tavola e mezza censurate da Uncle Scrooge Back to the Klondike (1953); la cronologia del 1954 - 1955 (nona parte); la prima parte di Porky Pig in Porky of the Mounties del 1944, storia destinata a concludersi l'anno successivo.





Quarta di copertina di Funnies n. 12



Funnies n. 12 (senza indicazione di data: sicuramente 1981)

Speciale Carl Barks: all'interno solo materiale barksiano. Copertina a colori con un olio di Barks di fine anni Settanta (altri due olii in terza e quarta di copertina e un model sheet con Donald in seconda); intervista del 1975 di Ed Summer a Barks (con foto e sketch inediti); filmografia di Barks alla Disney (1937 - 1944); vignette rare dal Calgary-Eye-Opener (1931 - 1935); guida alla cronologia di Barks (con tutte le collane sulle quali apparvero storie del Maestro); cronologia barksiana dal 1942 al 1953 (come scritto nell'editoriale, questa "decima parte" va a sostituire - più che a integrare - le parti della cronologia apparse sui nn. 3, 4 e 5 di Funnies); tavola autoconclusiva di Uncle Scrooge (1953); storia  completa di Andy Panda del 1943.




Quarta di copertina di Funnies n. 13


Funnies n. 13 (senza indicazione di data: sicuramente 1982)

Nella sezione centrale troviamo il 1957 della cronologia (undicesima parte) e la seconda puntata di Porky Pig in Porky of the Mounties iniziata sul n. 11. In quarta di copertina una papera (una "folaga") sexy di Barks del 1981.






Funnies n. 14 (senza indicazione di data: sicuramente 1982)

Nell'inserto centrale abbiamo: una tavola autoconclusiva di Gyro Gearloose (The Bird Camera del 1959); la cronologia del 1959 (dodicesima e ultima parte, seppur non definitiva); la terza e ultima puntata di Porky Pig in Porky of the Mounties.





Funnies n. 15 (senza indicazione di data: sicuramente 1982)

Ultimo numero "regolare" - prima della pausa monografica del 1983/1984, del sedicesimo "solitario" e della breve ripresa con i numeri annuali 1/17 e 1/18. E' questo il secondo Speciale Carl Barks, con foto dell'autore in copertina e con un Droopy barksiano in quarta. All'interno troviamo i dettagli di Carl Barks (i quadri, le suppellettili e tutte le altre piccole curiosità che appaiono nelle storie barksiane), tratti dal volume tedesco Die tollsten Details im zeichnerischen Werk von Carl Barks del 1980, supplemento della fanzine Der Hamburger Donaldist di bruno Diepen e Hans Von Storch. Completano la rivista tre storie complete non-disneyane degli anni 1943 e 1944: due della serie Benny the Lonesome Burro e Happy Hound Detective con Droopy.

Ecco conclusa l'analisi del Barks su Funnies. Un'opera meritoria - seppur incompiuta - che andò avanti per un quinquennio lasciando un'impronta indelebile nella saggistica disneyana.


Le storie in ordine cronologico. II parte: aprile - giugno 1943

Ho deciso, per la cronologia ragionata delle storie a fumetti realizzate da Barks (anche per i soli testi o per i soli disegni), di seguire la scelta fossatiana della numerazione progressiva.

Ogni storia è preceduta dai seguenti dati:

a) Titolo originale (quando esiste; molte delle storie brevi hanno solo il nome del protagonista; se non esiste è indicato fra parentesi il titolo - o i titoli - con il quale è ora conosciuto nelle più note cronologie)
b) Titolo italiano (e numero di strisce per tavola - in media due vignette per striscia)
c) Prima edizione americana
d) Prima edizione italiana
e) Numero di tavole
f) Data di consegna (se fra parentesi significa che è incompleta o presunta)
g) Personaggi principali in ordine alfabetico (nome originale e italiano; se sono identici c'è solo quello!)
h) Luoghi principali in ordine alfabetico
i) Mappa di Paperopoli in ordine alfabetico (se la storia - tutta o in parte - è ambientata a Duckburg)
j) Mestieri di Paperino in ordine alfabetico (quando c'è Paperino - e se svolge qualche mestiere!)
k) Ipse Dixit (battuta e/o sketch buffi e/o significativi) con numero della tavola e della vignetta dove appare

Potete notare che le categorie di dati che vanno da a) a f) sono consuete nelle cronologie barksiane; la categoria g) si trova raramente; le ultime quattro categorie non sono invece mai - o quasi mai state usate (intendendo: nei volumi e nei siti più noti).

Ai dati seguono:

1) Cover dell'albo originale
2) Riassunto e commento (con eventuali curiosità e trivia)
3) Vignetta significativa


1943
 
3. Donald Duck (The Victory Garden) 
Paperino e i corvi (3 strisce)
Walt Disney's Comics and Stories n. 31 - aprile 1943 
Albi Tascabili di Topolino n. 82 (gennaio 1950)
10 tavole

(dicembre 1942)
Personaggi principali: 
The Crow Brothers (i corvi), Donald Duck (Paperino), Huey Dewey & Louie (Qui Quo & Qua) 
Luoghi principali
Duckburg (Paperopoli).
Mappa di Paperopoli:
campo di football americano; casa di Paperino; incrocio fra Hope st. e Faith st.; negozio Cash Feeds & Seeds; "orto di guerra" di Paperino (il Victory Garden); parco pubblico cittadino. 
Mestieri di Paperino: 
agricoltore dilettante 
Ipse Dixit: 
Paperino (andando nottetempo a seminare l'orto in un campo pubblico di Paperopoli): Lotterò fino alla morte per avere il mio orto! (tav. 4; vign. 3).



Walt Disney's Comics and Stories n. 31, aprile 1943




E' la prima storia disneyana interamente disegnata da Carl Barks. Il soggetto gli fu inviato da Dorothy Strebe della Western; all'autore fu però concesso di modificarlo a piacimento, ed è quello che Barks fece, creando un piccolo capolavoro, la prima delle sue leggendarie short stories di 10 tavole. 
Molte delle storie brevi degli anni Quaranta e Cinquanta - come questa - in originale non hanno titolo, ma solo l'indicazione del protagonista; anni dopo, sulle cronologie americane e poi sul web, sono stati attribuite delle interessanti titolazioni, alcune delle quali abbiamo deciso di indicare fra parentesi.
Paperino, con l'aiuto di Qui Quo Qua, pensa di seminare un victory garden (un "orticello di guerra", retoricamente necessario per rendersi autosufficiente e sostenere così lo sforzo bellico governativo di un'America appena entrata in guerra per estendere il proprio dominio planetario soprattutto ai danni dell'odiata Europa). A beffarlo ci penseranno un terzetto di Fratelli Corvi, che parlano in "zampettese", opportunamente tradotto nelle varie lingue delle edizioni globali!
Con questo primo scontro fra Donald e il mondo animale comincia anche a delinearsi la topografia paperopolese: Barks intuisce che i suoi personaggi rincodotati, per essere ancor più credibili e caratterizzati (e se si vuole "umanizzati") hanno bisogno di un plausibile background davanti al quale recitare le loro commedie e le loro tragedie ("umane"). Ancora in California, successivamente Paperopoli verrà "spostata" in Calisota, nella Webfoot County.
Notiamo che la scelta del corvo (la cornacchia americana, con il suo preciso verso, kaw o cau) non è casuale: fra tutti i passeriformi è lui il nemico principale dello yankee redneck. Lo spaventapasseri, per esempio, in lingua inglese è lo "spaventacorvi" (scarecrow). Il pericolo è anche nel nome collettivo originale: murder of crows!
A nulla servirà seminare l'orto in uno spazio alternativo, all'incrocio fra le vie dai nomi evocativi e scaramantici, Hope e Faith (Speranza e Fede): la devastazione non sarà opera dei corvi ma dei paperi giocatori e dei loro gatteschi amici.
Note: la squadra giovanile di football americano avversaria di Qui Quo Qua - nel match ortoclasta - sembra composta da tanti piccoli Gambadilegno; Paperino si traveste da donna nell'invano tentativo di non essere riconosciuto dai pestiferi volatili neri.


La splash panel di Paperino e i corvi



4. Donald Duck (The Rabbit's Foot oppure The Rabbit's Foot Test) 
Paperino e il gorilla (3 strisce)
Walt Disney's Comics and Stories n. 32 - maggio 1943 
Albi Tascabili di Topolino n. 15 (luglio 1948)
10 tavole

dicembre 1942
Personaggi principali: 
Donald Duck (Paperino), il gorilla, Huey Dewey & Louie (Qui Quo & Qua), il meccanico della giostra degli aeroplani.
Luoghi principali
Duckburg (Paperopoli).
Mappa di Paperopoli: 
casa di Paperino; fiume; Luna Park; parco pubblico cittadino; parco pubblico all'estrema periferia; ospedale; ponte pericolante; zoo 
Mestieri di Paperino: 
demistificatore fallito 
Ipse Dixit: 
Paperino (affrontando il feroce gorilla armato con la zampa di coniglio portafortuna, poco prima di venire massacrato): Vieni qui, anello mancante! Adesso ce ne torniamo in gabbia (tav. 8; vign. 6).


Walt Disney's Comcis and Stories n. 32, maggio 1943



Introdotta da una bucolica splash panel nella quale osserviamo Paperino intellettualmente assorto nella lettura di una raccolta di alte considerazioni e aforismi (Words of Wise Men - Parole di Saggi) l'avventura Paperino e il gorilla (nota nelle cronologie USA anche come La zampa di coniglio) è la prima realizzata da Barks nelle vesti di autore completo. L'argomentazione è doppiamente paradossale: la sfortuna non esiste, ma ci vede benissimo! Il logico buon senso di Donald, professional debunker, viene duramente messo alla prova dall'ingenuità dei Nipotini che credono fermamente nei poteri dell'amuleto frutto di animale amputazione. La Ragione è dalla parte di Paperino, ma una divinità superiore sembra offendersi per la mancanza assoluta di fede nei confronti del soprannaturale e si vendica a ogni passo. L'uso del climax - mutuato dall'esperienza cinematografica agli studios - garantisce effervescenza all'episodio. La narrazione accelera, man mano che i quattro paperi rientrano in città dalla passeggiata fuoriporta. D'un tratto irrompe nel panorama di Duckburg la figura sovrumana del gorilla, deus ex machina perverso. Il peloso moncherino manifesta tutta la sua incapacità: il ponte pericolante in periferia non era crollato sotto il peso di Qui Quo Qua perché lo avevano attraversato veloci e leggeri; la corsa gratis alla giostra del Luna Park era stata solo una coincidenza; il gorilla era stato ammansito soltanto perché si era trovato al cospetto di teneri cuccioli. Qui sta la satira barksiana: lo sberleffo nei riguardi del paranormale ma anche nei confronti di chi non riesce a capire la naturalezza della mente del bambino.
Nota: la storia, che non era ricompresa nello Speciale di Collezionare, è piena zeppa di curiosità; innanzitutto Paperopoli, che si va sempre più concretizzando (i parchi, il fiume, lo zoo, l'ospedale...); l'antenato di Paperino che appare in un ritratto appeso nell'ultima tavola (vign. 2); la cinghia per affilare i rasoi con la quale Donald sta per scudisciare i nipoti (Paperino si rade?); e infine il giornale Daily Quack (tav. 7, vign. 6) sulla prima pagina del quale Donald si immagina eroe: i titoli grandi sono riferiti al sogno di gloria, ma i più interessanti sono quelli in piccolo; uno dice Hophead elected police chief, ovvero Hophead eletto capo della polizia; ma hophead identifica (fin dagli anni Venti) una persona intossicata da sostanze stupfacenti o quanto meno da forti dosi di birra; un altro sentenzia Baby kills mother shoots pa, cioè Bambino uccide la madre e spara al papà, anticipando quasi la follia dei survivalist del XXI secolo; un altro ancora riporta No more Gas, Says OPA, traducibile con Non c'è più benzina, dice l'OPA con riferimento al razionamento dei carburanti nel periodo bellico disposto dall'Office of Price Administration, un'agenzia federale che doveva occuparsi di calmierare i prezzi (contro la speculazione) e controllare la distribuzione delle scorte di generi strategici.


La splash panel di Paperino e il gorilla



5. Donald Duck (Lifeguard and Shark oppure Lifeguard Daze) 
Paperino e lo squalo (3 strisce)
Walt Disney's Comics and Stories n. 33 - giugno 1943 
Albi Tascabili di Topolino n. 21 (ottobre 1948)
10 tavole

gennaio 1943
Personaggi principali: 
Donald Duck (Paperino), Huey Dewey & Louie (Qui Quo & Qua), Lady Duck, Minnie (Muhen) Mudhen, lo squalo
Luoghi principali
Duckburg (Paperopoli).
Mappa di Paperopoli: 
baia; chiosco di panini Minnie Muhen's Synthetic Hamburgers Pork and Beans; negozio dell'impagliatore Taxidermist Stuffed Fish; spiaggia (tratto affidato al bagnino n. 13). 
Mestieri di Paperino:
bagnino (matricola 13). 
Ipse Dixit: 
Paperino (durante un'acrobazia marina, prima di sfracellarsi il cranio contro un pilone d'attracco): Di solito questo tuffo fa andare le ragazze in brodo di giuggiole (tav. 6; vign. 3).


Walt Disney's Comics and Stories n. 33, giugno 1943



Il n. 13 comincia ad apparire nella vita di Paperino. Ora è la sua matricola in qualità di bagnino paperopolese (sulla baia che avevamo già visto nella storia del Pirate's Gold); poi farà parte della targa dell'auto, dell'indirizzo di casa, e così via... Quel numero gli porta una gran fortuna, stavolta. Per far colpo sulla bellissima Lady Duck (chiamiata talvolata così nelle cronologie USA per distinguerla da Daisy Duck, l'eterna fidanzata Paperina, apparsa fin dal 1940 nei cartoni animati e nelle strisce giornaliere, in questa short in tutt'altre faccende affaccendata...), che anima la solitaria spiaggia con costumi provocanti e un make-up hollywoodiano, si vanta di aver appena ucciso uno squalo a mani nude. Era più o meno vero, per salvare Qui Quo Qua, ma non viene creduto. Ecco allora partire un helzapoppin', una vivacissima pantomima fatta di animali impagliati, pingui venditrici di hamburger e cadaveri di pescecani... che lo porterà a un bacio a ventosa e a una promessa per un'infuocata serata danzante.
Lo scenario, il mondo del surfing (Paperino uccide casualmente  lo squalo con una tavola da surfista), è alquanto moderno e anticipatore dei tempi. La surf music (con i suoi massimi esponenti, The Beach Boys) esploderà in California soltanto fra il 1961 e il 1966; The Silver Surfer di Lee & Kirby verrà fuori solo nel 1966 sui fumetti della Marvel; i surfer protagonisti del Big Wednesday (Un mercoledì da leoni) di Milius arriveranno solo nel 1978; i soldati surfisti li vedremo nel Viet-Nam di Apocalypse Now di F. F. Coppola solo nel 1979; Point Break della Bigelow, con i rapinatori surfisti, è del 1991; la serie televisiva Baywatch della NBC andò in onda dal 1989 al 2001 mostrando a tutto il mondo (nelle annate fra il 1992 e il 1997) le grazie di Pamela Anderson nelle vesti della bagnina C. J. Parker (una Daisy Duck più ordinaria); e così via.
Terza storia di fila con protagonista la fauna (tra l'altro Paperino si era già scontrato con un pescecane nel cartone animato Sea Scouts del giugno 1939, al quale lavorò come sceneggiatore lo stesso Carl Barks). Sembra quasi che l'Uomo dei Paperi voglia rimarcare, voglia render chiaro oltre ogni minimo dubbio, la differenza disneyana (e del pupazzettismo dei funny animals) fra i  tre livelli di animali presenti nelle avventure. Il primo è quello dell'animale-animale (come questo squalo della costa californiana e il gorilla fuggito dallo zoo di Duckburg); il secondo è quello del superanimale innaturalmente intelligente (come i corvi che impediscono a Donald di seminare l'orto di guerra o come Pluto, il fido compagno a quattro zampe di Topolino); il terzo è quello dell'animale antropomorfo mutuato dalla favolistica classica di Esopo, Fedro, la Fontaine (Paperino, Qui Quo Qua etc. etc.), dove di animalesca c'è solo la maschera indossata dai vari personaggi - uomini a tutti gli effetti - con i loro vizi e le loro virtù.
Tale metafora, usata spesso come meccanismo narrativo e artificio grafico nel cartooning, viene messa in evidenza in maniera esemplare e "spiegata non spiegandola" (meglio che in un manuale sul fumetto) da Art Spiegelman nel suo capolavoro Maus, nelle sequenze ambientate nel ghetto di Varsavia; qui gli ebrei - raffigurati come topi - si fingono polacchi - visti come maiali - per sfuggire ai nazisti - nelle vesti di gatti; siccome in realtà sono tutti uomini e tutti bianchi ("caucasici") nella tragedia narrata da Maus con il linguaggio figurato del puopazzettismo per rappresentare graficamente questo camouflage Spiegelman fa letteralmente indossare ai ratti la maschera del suino - con tanto di filo per legarla dietro alla testa; quando gli ebrei/topi sono al sicuro nelle loro case e fra di loro, si tolgono la maschera del porco, tenendola in mano!
Note: quando Paperino si scontra con lo squalo, spiaccicandosi il becco contro la tavola da surf, dovrebbe vedere letteralmente gli uccellini (codice fumettistico per indicare il dolore forte), ma siccome siamo nell'Oceano vede i pesci volanti (tav. 3, vign. 5); fa una breve comparsata la scialba venditrice di panini Minnie Mudhen, che in tempo di guerra e di razionamenti è costretta a proporre hamburger sintetici senza carne di maiale; se sul chiosco c'è scritto Minnie Muhen, i Nipotini la chiamano Minnie Mudhen (almeno nella versione da noi consultata), e sembrerebbe questo il nome giusto, visto che mudhen o mud hen è il nomignolo dell'american coot, ovvero la folaga americana, e muhen... boh; in origine Lady Duck doveva essere più "pettoruta" (come Pamela Anderson - ah ah ah!), ma alla Western riuscirono a convincere Barks a modificarla; ecco perché nella sesta vignetta dell'ultima tavola, durante l'appassionato bacio, i due sono così "staccati": perché nel mezzo doveva esserci un bellissimo seno piumato (seppur coperto dal costume).


L'infuocato bacio fra Donald e Lady Duck (Paperino e lo squalo)


Francesco Manetti

N.B. Trovate le altre puntate della cronologia barksiana sulla nostra pagina delle Cronologie!  

2 commenti:

  1. Un aspetto interessante di queste prime storie è che il formato è quello di tre strisce per tavola, mentre la maggioranza delle storie successive staranno su quattro strisce. Ne risulta che le "ten pages" del periodo sono più corte di quelle dei periodi futuri.

    Ciao e complimenti

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Carissimo Claudio,
      esattissimo!
      E ho preso questa tua considerazione come suggerimento per arricchire i dati di ogni storia. Ho aggiornato la I e la II parte della cronologia citandoti (v. la I parte), com'era giusto e doveroso.

      Grazie mille,
      Francesco Manetti

      Elimina

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