giovedì 31 gennaio 2013

DANZE MACABRE: DYLAN DOG 315 E 316

di Francesco Manetti

Angelo Stano - cover man della serie e ideatore grafico del personaggio di Sclavi - si sottopone con umiltà e coraggio al giudizio dei lettori idealmente denudandosi dei panni del disegnatore/esecutore per entrare nel ben più spinoso cilicio dell'autore completo. I disegni che prendono vita, donando morte, sono il tropo della massima aspirazione del fumettista horror: riuscire a soffiare l'anima - ovviamente dannata - nel proprio tratteggio! Il veliero incompiuto, il sogno di Morgana, l'orgia delle ossa umane, le reminescenze dell'Apocalisse negli affreschi sacri, l'imprinting grafico di Schiele, i collegamenti con la pittura antesurrealista di Bosch, il gusto per lo splatter e per le inquadrature mutuato dal cinema del brivido nostrano - Dario Argento in testa, il doppio finale...


Hieronimus Bosch, Trittico del Giardino delle Delizie.



Con La legione degli scheletri, il Dylan Dog n. 315 del dicembre 2012, il nostro Stano, pescando gli ingredienti principali nella pozza delle idee e dei miti (la memoria collettiva letteraria occidentale), cucina un sapido minestrone e non un consommé nouvelle cuisine, combatte con durlindana e non con fioretto. Cucina e combatte, però. Ed è quello che conta.


Angelo Stano, in una foto recente.



Blacky è invece il titolo del Dylan Dog n. 316, datato gennaio 2013. Se nell'albo all-Stano fra i protagonisti vi erano le carcasse umane, qui il fantasma scarnificato è quello di un cavallo. Consueto episodio scritto dal consueto Giovanni Gualdoni, che cura con consuetudine anche la collana.  Con i disegni di Daniele Bigliardo l'ambientazione scelta è quella del bosco e del sottobosco delle corse ippiche - squallide realtà ormai al tramonto nell'era delle scommesse e delle vite rovinate on-line. E al tramonto, nella più pura consuetudine gualdoniana, sembra ormai anche il povero Indagatore dell'Incubo, fra destrieri rinsecchiti e zoccoli amputati.





Succedeva anche sul n. 314, da noi recensito nel post Incubi a occhi aperti: va bene che siamo di fronte a un "anti-eroe", e dunque l'abuso del muscolo e l'abitudine alla facile vittoria (in stile Tex) sono sconsigliabili, però questo consueto sottoporre a pestaggi e lesioni un Dylan sempre più incapace di difendersi, sempre più passivo, sempre più bottom, sempre più in balia degli eventi... tutto questo sinceremente comincia a saturare anche un incallito e accanito bonelliano come il sottoscritto, che chiude diplomaticamente qui.


La copertina di Dylan Dog n. 315, dicembre 2012

Dylan Dog 315
LA LEGIONE DEGLI SCHELETRI
Dicembre 2012
pagg. 100, € 2,90
Testi: Angelo Stano
Disegni: Angelo Stano
Copertina: Angelo Stano



La copertina di Dylan Dog n. 316, gennaio 2013


Dylan Dog 316
BLACKY
Gennaio 2013
pagg. 100, € 2,90
Testi: Giovanni Gualdoni
Disegni: Daniele Bigliardo
Copertina: Angelo Stano




Francesco Manetti


P.S. Trovate le altre recensioni bonelliani sul Giorno del Giudizio!

3 commenti:

  1. Cito: "va bene che siamo di fronte a un anti-eroe, però questo consueto sottoporre a pestaggi e lesioni un Dylan sempre più incapace di difendersi, sempre più passivo, sempre più bottom, sempre più in balia degli eventi... tutto questo sinceramente comincia a saturare anche un incallito e accanito bonelliano come il sottoscritto, che chiude diplomaticamente qui".

    Come posso darvi torto e cercare di difendere l'indifendibile? Ormai scrivere recensioni sulle avventure di questo indagatore dell'incubo, poi divenuto detective sociale e ora una sorta di ANTI-hard boiled all'arsenico e vecchi merletti, come da volontà di un curatore sempre più sceneggiatore, con le sue citazioni e gli infiniti rimandi, e sempre meno curatore, è tedioso anche per chi tenta di proporre contenuti aggiuntivi e ravvivare la passione.

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    1. A me - e penso di interpretare anche il pensiero di Saverio Ceri - non è mai piaciuto denigrare e sminuire il lavoro dei fumettisti. Che rispetto sempre, anche quando i giudizi (su una singola storia più che sul loro operato complessivo) possono essere negativi. E' la tradizione di Collezionare (e in parte anche di Dime Press): piuttosto che parlar male non parlavamo! Forse eravamo in errore, forse no... Ecco perché, in questo mio breve Giorno del Giudizio su DD 316, ho preferito far capire più che dire - e interrompere bruscamente il commento, manifestando così la mia personale insofferenza. Per il resto continuerò sempre a leggere e seguire con interesse e a consigliare la collana di Dylan Dog, una delle massime realizzazioni dell'editoria a fumetti italiana popolare contemporanea.

      Francesco Manetti

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    2. Concordo Francesco, pur con gli inevitabili scivoloni, dovuti all'impietoso tempo che scorre, il nostro indagatore preferito resta una delle letture più intelligenti e stimolanti del fumetto popolare. Comunque è vero, troppe botte non fanno bene a nessuno, urge un cambiamento di rotta.

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